Extra
Piccolo extra da inserire nel Capitolo 8 e che servirá per la seconda storia. In corsivo trovate il pezzo prima di questa parte(cioè quello del cap originario).
Buona lettura :)
«Una parola carina non te la sentirò mai pronunciare, vero?»
Lilith scrollò le spalle.«A che pro? Illuderti che vada tutto bene quando è esattamente il contrario?»
Gabe atteggiò le labbra in una smorfia.«Spero che ti sbagli».
Lilith si liberò in una risata provocatoria.«Tutto ciò che dico, mio caro Angioletto, si avvera sempre»disse girando i tacchi e lasciandolo solo nel corridoio.
Gabe osservò la sua sagoma allontanarsi lentamente. Capiva. Quella ragazza così intrattabile e introversa lo capiva. Capiva come si sentiva. Non era mai successo che qualcuno comprendesse così a fondo i suoi sentimenti. Neppure Michael era riuscito nell'impresa, non era riuscito a farlo riemergere dalla depressione in cui era caduto dopo la sua morte e da cui si era rialzato solo qualche anno prima, accettando di allenarsi per diventare un guerriero celeste.
Fu la campanella a rompere quel momento magico.
Arte l'attendeva, una materia che certamente l'avrebbe aiutato a distrarsi da quella ragazza che poco a poco stava prendendo possesso del suo cuore e dei suoi pensieri.
Quando finalmente le lezioni di quel giorno finirono, Annabel tirò un sospiro di sollievo.
Non vedeva l'ora di chiudersi nella sua stanza, divenuta il suo personale rifugio dai problemi e dalle delusioni.
Sperava con tutto il cuore di non beccarsi Gabriele lungo il suo cammino. Non dopo averlo visto da solo in corridoio con Lilith.
Dopo averlo scacciato gelidamente dalla mensa, risentita da come si era comportato il giorno prima con le sue nuove amiche, si era sentita particolarmente in colpa per come l'aveva trattato. Per questo era uscita con una scusa dalla mensa, alla ricerca dell'amico per scusarsi. Ma quando aveva girato l'angolo, e l'aveva visto di fronte a Lilith aveva sentito il suo cuore frammentarsi in mille pezzi.
Al solo ripensarci cercava di ricacciare indietro le lacrime. Senza farsi vedere era indietreggiata, ed era corsa in bagno, chiudendosi in una toilette libera, stringendo le labbra cercando di non urlare la sua disperazione.
Il suo sogno stava andando in frantumi. E solo in quel momento capì che il suo desiderio di stare accanto a Gabriele era infranto ancor prima di cominciare.
Dopo che si fu calmata, le lezioni pomeridiane erano già cominciate da un pezzo. Si affrettò a raggiungere l'aula di musica. Come beffa del destino, transitò di fronte all'aula di arte, dove aveva lezione Gabriele. Pur cercando di auto convincersi a ignorarlo e continuare lungo la sua strada, non ne poté fare a meno di gettargli un'occhiata. Lo notò quasi in fondo all'aula, con la fronte corrucciata per la concentrazione di fronte a una tela. Rivedendolo, sentì salire nuovamente le lacrime che a stento poco prima aveva placato.
Per tutta la lezione, la mente era corsa da Gabe a Lilith e viceversa.
"Basta Annabel. Non pensarci più, altrimenti non farai altro che soffrire ancora" si rimproverò tristemente, aprendo l'armadietto.
Non appena questo si aprì, un biglietto ripiegato in due cadde ai suoi piedi.
Incuriosita, Annabel lo raccolse e lo aprì, riconoscendo all'istante i versi della poesia scritta con una calligrafia maschile elegante:
"Sono qui.
Nell'anticamera del Paradiso
vestita di solo desiderio.
Chiudo gli occhi.
Un passo verso di te.
L'Inferno.
Le fiamme avviluppano
i nostri corpi
la pelle freme
il cuore batte a ritmo di tango.
Il sangue bolle.
Il vento tace.
Apro gli occhi...
tu non ci sei.
Io non ci sono".
Era " Tra Inferno e Paradiso" di Saffo, la sua poetessa preferita in assoluto.
E in fondo una piccola frase d'accompagnamento:
"Ricorda che il nostro amore supera ogni confine, dolce Annabel Dumort".
Quelle ultime parole le fecero dimenticare l'angoscia che aveva provato fino a quel momento, incurante del fatto che chiunque avesse scritto quel biglietto conosceva il suo nome e il suo vero cognome.
E quella poesia risvegliò un ricordo sepolto nella sua mente.
Dal nulla che erano diventati i suoi ricordi, emerse il profilo sfocato di un ragazzo, seduto a terra all'ombra di una quercia, al suo fianco. Stavano leggendo un libro di poesie di Saffo in greco antico, ed Annabel sentiva di provare un amore incontrollato per quel ragazzo.
Ma come era tornato, il ricordo si affievolì, facendola ripiombare nella dura realtà dove lei era un Angelo senza ricordi, a parte il suo cognome e le sue origini nobili francesi, e con una cotta non corrisposta da parte del suo migliore amico.
Perché di cotta si poteva parlare. Non provava per Gabriele lo stesso intenso sentimento come nei confronti di quel ragazzo di cui non ricordava nulla.
Molte domande affiorarono nella sua mente.
Che persona speciale era se provava sentimenti così profondi per lui?
La ricambiava?
Era in Paradiso in quel momento?
Si era dimenticato di lei?
Quell'ultimo pensiero lo cacciò indietro. Non poteva esserci un amore così intenso da una sola direzione.
Si guardò attorno, con la speranza di scoprire chi fosse l'artefice di quel biglietto. Magari era stato Gabriele nel tentativo di tirarle su il morale. Forse aveva capito come si sentiva, e che aveva bisogno di lui, ora che il ragazzo misterioso era…bé, un mistero. Oppure un umano su cui aveva fatto colpo. Non era nei suoi piani, e non le interessavano molto gli altri, ma meglio di niente.
Nessuno incrociò il suo sguardo, tranne che il cugino di Lilith, Jake, che però lo distolse subito.
Annabel non si lasciò vincere dalla delusione, e strinse contro il suo petto il biglietto che ebbe il potere di scacciare ogni tristezza dal suo cuore.
Angolino autrice:
Vi è piaciuto? :3
Spero di si XD
A presto con l'avviso dell'arrivo del sequel :)
Baci!!
FreDrachen
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top