alternative ending

Jinyoung stava nervosamente aspettando nella sala d'attesa. Jackson non era arrivato e ciò lo mandò nel panico. Anche se, sebbene si fossero lasciati, Jinyoung sapeva che non si sarebbe mai perso un giorno così importante.

Camminò per tutta la stanza, preoccupato per Jackson. Si fermò davanti allo specchio e si guardò.

Voglio davvero questo? Continuava a chiedersi. Scosse la testa per mandare via i suoi pensieri. Adesso non era il tempo di pensare se questo matrimonio era quello che voleva.

Era con il ragazzo che lo rendeva felice e finalmente stava diventando normale, lontano dalla frenetica vita amorosa con un idol.

Ma.

Dentro di sé, amava ancora Jackson. Gli mancava tantissimo Jackson. Piangeva quasi ogni giorno, quando il suo futuro marito non era al suo fianco.

Si sentiva così solo, pur sapendo che avesse qualcuno. Aveva bisogno di Jackson, ma non poteva ritornare da lui. Jinyoung sapeva, senza dubbio, che Jackson l'avesse dimenticato.

La porta all'improvviso si aprì e Jinyoung si voltò, pensando che fosse Jackson. Con sua delusione, non lo era.

"Jaebum? Cosa ci fai qui?"

"Um, Jackson mi ha contattato all'ultimo minuto per dirmi che non poteva venire e voleva che fossi il tuo testimone."

Jinyoung fece un cenno col capo e rimase silenzioso. Era deluso dal fatto che non fosse venuto e il suo cuore si ruppe ancora una volta. Sentì qualcosa sommergergli gli occhi, ma sbatté le palpebre.

Jackson, perché?

_

Era il momento.

Le campane nuziali iniziarono a suonare e le porte si aprirono.

Jaebum teneva Jinyoung mentre percorrevano la navata. Jinyoung era nervoso, specialmente quando non c'era Jackson a calmarlo.

Jinyoung guardò il suo futuro sposo ed egli gli fece un sorriso caloroso. Ciò fece calmare leggermente la tensione di Jinyoung, ma non quanto avrebbe potuto fare Jackson.

Mentre camminava, pensava: e se fosse stato Jackson quello a stare lì in piedi, sarei stato così nervoso? Solo a pensarci fece sorridere ampiamente Jinyoung.

Finalmente raggiunsero l'altare e Jaebum consegnò Jinyoung. Lanciò uno sguardo a Jinyoung per dirgli di essere ragionevole della sua scelta.

Jinyoung si voltò verso il suo futuro sposo. Mentre il prete iniziava il discorso, Jinyoung lo guardava con disagio.

Voglio davvero questo? La stessa domanda si ripeteva nella sua testa.

"Vuoi tu, Mark Tuan Yi-En, accettare Park Jinyoung come tuo amato marito?"

"Sì, lo voglio."

"Vuoi tu, Park Jinyoung, accettare Mark Tuan Yi-En come tuo amato marito?"

Jinyoung guardò nervosamente verso il prete e poi verso Mark.

"I-io..."

Tutti aspettavano agitatamente per la sua risposta. La tensione nell'aria era così densa.

Jinyoung sospirò.

"M-mi dispiace." Sospirò e gli occhi di Mark si sgranarono.

"Non posso. A-amo ancora Jackson, mi dispiace." Jinyoung accarezzò Mark sulla spalla, prima di correre fuori verso la casa di Jackson.

__

"Jackson!" Jinyoung urlò quando entrò in casa. La casa era stranamente silenziosa. Era una domenica e Jinyoung sapeva che Jackson era senza dubbio a casa.

Cautamente salì le scale, continuando a chiamare il suo nome. Guardò alla sua sinistra e notò che la camera di Jackson era aperta.

Jinyoung sorrise, pensando: probabilmente si è addormentato.

Silenziosamente camminò verso la sua camera, volendo fare a Jackson una sorpresa. Comunque, nel momento in cui raggiunse la porta, notò Jackson seduto sul bordo del letto. La sua schiena dava le spalle alla porta, la mano destra teneva un flacone di farmaci, l'altra reggeva le pillole, che erano più di quanto una persona normale poteva prendere.

Non dirmi che-

"Yah! Wang Jackson!" Jinyoung esplose mentre si piombò nella sua camera.

Jackson sobbalzò per l'improvviso forte rumore e si voltò; con occhi sgranati e trovò Jinyoung che eri lì in piedi.

"J-jinyoung?"

Jinyoung si precipitò al suo fianco per strappare il flacone e la dose sulla sua mano, gettandoli nel bidone di fianco al letto di Jackson. Si inginocchiò sul pavimento, stringendo le mani di Jackson. Quest'ultimo lo guardò, confuso. Era senza parole. L'uomo che gli mancava così tanto era proprio davanti a lui e quando pensò che fosse un'illusione il tocco di Jinyoung gli fece realizzare che non lo era.

"Jackson ti prego, dimmi che non avevi veramente intenzione di suicidarti." Disse, guardandolo dritto negli occhi.

Jackson non disse nulla e guardò solo in basso. Effettivamente stava per commettere un suicidio.

Jinyoung gli sollevò il mento per incontrare i suoi occhi con i propri.

"Jackson, perché?" La sua voce si incrinò nel momento in cui glielo chiese. La persona che davvero amava di più stava per togliersi la vita, proprio davanti ai suoi occhi.

Jackson non fu in grado di parlare. Nel momento in cui i suoi occhi incontrarono quelli di Jinyoung, un groppo si formò nella sua gola. In un secondo, le lacrime si formarono e caddero. Nel suo cuore quel dolore familiare ritornò. I suoi singhiozzi diventarono più rumorosi e Jinyoung lo tirò tra le sue braccia, accarezzandogli la schiena in cerchi.

"È tutto ok sseun-ah, va tutto bene. Sfogati liberamente." Lo consolò mentre stava piangendo.

Il pianto di Jackson diventò più forte quando incontrò il suo caloroso abbraccio. Si strusciò contro il collo di Jinyoung, inalando il suo odore che gli era mancato così tanto.

Jackson si staccò dopo un po'. Lo guardò negli occhi e Jinyoung strinse la sua mano, sfregando gentilmente il pollice contro il dorso della sua mano.

"Jinyoung-ah." Jackson singhiozzò. "Non hai idea di quanto t-tu mi sia mancato."

Prese un respiro profondo, calmandosi prima di continuare.

"Da quella sera, non sono stato bene. Mi mancavi sempre, ho smesso tutto solo per riprendermi, ma ho fallito. Non importa quanto ci provassi, non ci sarei mai riuscito a dimenticarti. Mi mancavi così fottutamente tanto. Mi mancavano i tuoi sorrisi, le tue risate, il modo in cui mi abbracciavi quando facevo qualcosa di imbarazzante, il modo in cui mi rassicuravi quando non capivo qualcosa e cosa più importante, mi mancavi tu. Mi mancavi in generale. Jinyoung, sai quanto ha fatto male?"

"Sai quanto ha fatto male quando ti vedevo con lui? Volevo correre da te e strapparti via, ma poi mi ricordavo che non eri più mio. E poi mi veniva in mente così difficilmente che avevi smesso di essere mio, tu eri suo. Ma tu eri felice, perciò me lo tenevo per me stesso. Vederti felice era l'unica cosa che mi faceva continuare, ma pensare a come ti facesse sorridere, a come ti risollevasse il morale, a come ti baciasse, mi faceva impazzire. Non ce la facevo più quando ho ricevuto il tuo invito al matrimonio. Non riuscivo a vederti sposare qualcun altro che non fossi io. Non volevo assistere a voi due mentre vi scambiavate gli anelli, dicendovi le promesse l'uno all'altra. Non ci riuscivo e, ovviamente, non ho trovato la forza di volontà per vivere proprio dopo ciò, è per questo che volevo togliermi la vita."

Jackson si calmò nel momento in cui finì la sua spiegazione. Era Jinyoung in lacrime adesso: stava singhiozzando a mala pena. "Mi dispiace sseun-ah, mi dispiace così tanto." Continuò a dire. Jackson si abbassò in ginocchio per essere allo stesso livello di Jinyoung.

"Mi dispiace per averti lasciato quella sera. Sarei invece dovuto rimanere e parlarne. Non sarei dovuto essere così meschino, sarei dovuto essere più comprensivo. Mi dispiace così tanto Jackson-ah,  ti ho lasciato in questo stato." Jinyoung continuò a divagare. "Mi dispiace, è tutta colpa m-"

Jinyoung fu interrotto dalle labbra di Jackson sulle sue. Non esitò a baciarlo una volta che capì cosa stesse accadendo e ricambiò al bacio con passione. Un anno senza baci, senza abbracci, senza il calore dell'altro, era stato restituito da questo bacio.

Le loro labbra si muovevano in sincronia; Jinyoung aveva le braccia intorno al collo di Jackson e Jackson aveva le mani sui fianchi di Jinyoung, che lo trascinavano più vicino.

Entrambi si allontanarono, respirando a stento. Si guardarono l'uno negli occhi gonfi dell'altro e sorrisero. 

"Ti amo Jinyoung, per favore non lasciarmi mai più."

"Ti amo anche io Jackson e non preoccuparti, ti prometto che non ti lascerò mai più."

I loro sorrisi divennero più ampi e Jackson contrastò Jinyoung con un abbraccio ed entrambi caddero sul letto. Le risate risuonarono per tutta la stanza; qualcosa che non si sentiva da un po' di tempo.

Quando entrambi tornarono l'uno dall'altro, realizzarono qualcosa sull'amore. L'amore è una cosa magnifica, eppure può ferire. Ma l'amore, l'amore vi condurrà alla felicità. Non fallirà mai a condurvi alla vostra fonte di felicità. La maggior parte delle volte, ferisce le persone. Ma resistete. Aggrappatevi ad esso, non smettete mai di crederci, perché un giorno vi porterà a casa. Una casa dove qualunque cosa è ciò che volevate. Si tratti di famiglia, amici o fidanzati, l'amore vi riporterà sempre a casa.

Bentornato a casa, park-gae

- end -

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