Try again

BRIAN'S POV

Arrivati davanti a casa Sullivan i ragazzi scendono dall'auto di Jimmy e iniziano ad entrare in casa mentre quest'ultimo si ferma ad aiutarmi, come metto i piedi fuori dalla macchina sento un giramento di testa improvviso mentre il sangue continua a colarmi dal naso e dalla bocca, reprimo un conato di vomito e vedo il ragazzo dagli occhi cristallini avvicinarmisi e farmi passare un braccio intorno al suo collo mentre con la mano mi cinge un fianco per farmi stare in piedi, gemo di dolore quando, involontariamente, mi tocca nel punto in cui quel figlio di puttana mi ha tirato un calcio.
Entriamo in casa e vedo chiaramente che Matt sta salendo al piano di sopra mentre Heaven e Zacky stanno preparando qualcosa di veloce da mangiare per pranzo e Johnny è davanti allo stereo in cerca di un cd. Con l'aiuto di Jimmy salgo le scale e poi vengo scortato fino al bagno, abbastanza grande da sembrare una vera e propria camera, al suo interno si trovano due lavandini uniti e sopra questi uno specchio abbastanza grande da poterci far specchiare almeno tre persone insieme, sotto al lavandino un mobile color crema, sulla destra c'è un box doccia molto ampio e in fondo alla stanza, sotto un'enorme finestra, si trova una vasca, vista da così mi sembra una vasca ad idromassaggio, le pareti sono scure, ma invece di inquietare quest'ambiente trasmette una tranquillità assoluta, inizio a pensare che potrei prendere in considerazione di trasferirmici in questo bagno.
Rev mi fa sedere sul bordo della vasca mentre vedo anche Matt entrare nel bagno e porgergli degli asciugamani e una maglietta, vorrei potergli dare una mano o anche semplicemente darmi una sistemata da solo ma non ne sono in grado, la testa ha iniziato a fare sempre più male e non so nemmeno quanto sangue posso aver perso, giuro che se quello stronzo mi ha rotto il naso andrò a fargli una visitina.
Vedo Jimmy bagnare una delle asciugamano con dell'acqua, indubbiamente fredda mentre Matt mi si avvicina e mi aiuta a togliermi la maglia zuppa marcia di sangue.
"Cristo, Jimmy veloce o questo ci muore per dissanguamento", borbotta Shadows uscendo poi dal bagno e portandosi via la mia maglia.
Jimmy mi si avvicina e si piega di poco su di me per farmi alzare il viso, mi porge la asciugamano e mi intima di portarla vicino al naso, nella speranza che smetta di sanguinare, nel frattempo con una spugnetta presa dal box doccia e imbevuta con dell'acqua inizia a pulirmi il collo dal sangue, che inizia ad incrostarsi sulla pelle.
"Perchè lo stai facendo Jimmy? Posso fare da solo"
"Non sei in grado di camminare e credi di poter fare da solo?"
"Non sei obbligato ad aiutarmi"
"Sei mio fratello, se non ti aiuto io chi dovrebbe farlo? Sai che a Heaven da fastidio l'odore di sangue"
Non ribatto decidendo di lasciarlo fare. Sei mio fratello,non posso dargli torto, dalla prima volta che lo visto ho sentito qualcosa che non potrei spiegare a parole.
Una sensazione? Forse
Sì, credo di poterla definire così, una di quelle sensazioni che si provano solo con determinate persone, mi sento legato a questo ragazzo più di quanto non mi sia sentito legato a nessun altro. E' un rapporto particolare, è il mio migliore amico, il mio batterista, mio fratello.
La gente ci definirebbe come due corpi e una sola anima e forse è così.
Dal primo momento ho sentito che mi sarei potuto fidare ciecamente di lui, e lo fatto, ci conosciamo da pochi mesi, ma a me sembra di conoscerlo da una vita, potrei definirlo davvero come una parte di me, forse il nostro incontro è stata la cosa più bella che mi sia capitata, oppure una delle poche, con lui non mi vergogno di essere me stesso, perchè anche lui non si nasconde dietro una maschera quando è con me, io lo conosco per davvero, eppure ci sono così tante cose che ancora ignoro. Quegli occhi cristallini sono in grado di stregare una persona in meno di due secondi. Dopo che li hai visti non ne puoi più fare a meno. Ci sono poche parole che posso usare per spiegare quello che provo per questo ragazzo, ma purtroppo non le trovo.
Semplicemente noi siamo Jimmy e Brian, e sento che la nostra amicizia non finirà mai.
"Ok amico, ho fatto", la sua voce mi riporta alla realtà e vedo che si avvicina al lavandino per lanciarci dentro la spugnetta zeppa di sangue, subito dopo anche io ci lancio l'asciugamano, dato che il naso ha finalmente smesso di sgorgare sangue come se fosse una fontana, vedo il ragazzo tirare fuori dal mobiletto un kit medico, lo poggia sul ripiano del lavandino e ne estrae una botticina di acqua ossigenata e del cotone, subito seguiti da un paio di cerotti.
"Ti ha ridotto davvero male, come ti senti?"
"Posso dire di non sentirmi più la faccia", rispondo sbuffando mentre lo vedo bagnare il cotone con l'acqua ossigenata e iniziare a tamponarmi sia il sopracciglio destro che il labbro inferiore
"Perchè non ti sei difeso? Scommetto che avresti potuto stenderlo, anche se è il doppio di te", ridacchia
"Diciamo che Danny è uno che sa giocare con le parole.."
"Non ti seguo"
"Ci siamo urtati in corridoio, non mi sono fermato a chiedergli spiegazioni, non ne avevo voglia, stavo per raggiungervi quando mi si è parato davanti, nel giardino, ha iniziato a dirmi che dovevo chiedergli scusa in quanto lo avevo spintonato, rifiutai sapendo che è stato l'esatto opposto, cercai di allontanarmi ma prima che me ne accorgessi mi aveva già tirato un pugno sullo stomaco, stavo per rispondere con la sua stessa moneta quando...", sospiro e vedo Jimmy finire di mettermi il cerotto sul sopracciglio.
"Quando...?", mi intima di continuare, abbasso lo sguardo
"...quando ha tirato in mezzo mio padre, ha iniziato a dirmi che se non ci fossi io non sarebbe mai accaduto quello che è successo, che per lui ero solo un peso e che ora sicuramente sarà felice, dato che non mi ha più tra i piedi...so che non dovrei dar peso a quelle parole, io so la verità non lui, ma in qualche modo è riuscito a ferirmi. Mi sono bloccato e subito dopo me lo sono ritrovato addosso...vidi Zacky con la coda dell'occhio e poi subito dopo voi..."
"Brian non dargli retta, quello che è successo non è stata colpa tua, non devi nemmeno pensare una cosa del genere"
"Lo so Jimmy. Ma fa male...", sospiro ancora poggiando i gomiti sulle ginocchia e posizionandomi le mani davanti al viso, sento le lacrime premere per uscire ma decido di chiudere gli occhi, non voglio farmi vedere piangere, so che con Jimmy non dovrei vergognarmi ma l'orgoglio è una brutta bestia.
"Brian...", mi posiziona una mano sulla spalla e si inginocchia per essere alla mia altezza, ha già capito tutto.
Alzo lo sguardo su di lui, mostrando i miei occhi lucidi e sento già qualche lacrima iniziare a scivolare frantumandosi sul pavimento, subito una mano del batterista si posiziona sulla mia nuca, mi avvicina a lui e mi lascia appoggiare la testa sul suo petto, mi abbraccia mentre io gli artiglio la maglia con le mani.
"Avanti, sfogati, siamo solo noi"
Nemmeno finisce la frase che mi libero in un pianto isterico, vengo scosso da brividi e dai singhiozzi, mi lascio stringere sempre di più dal ragazzo senza provare alcun tipo di vergogna per questo contatto, inizia ad accarezzarmi leggero i capelli e si dondola debolmente, cullandomi come se fossi un bambino in preda ad un incubo.
"Shh...va tutto bene, ci siamo noi con te", mi consola di continuo e dopo una decina di minuti mi calmo, ma non mi sposto dalla mia posizione.
Mi lascia stare per ancora qualche secondo mentre continua a passarmi la mano tra i capelli, è una delle poche persone che sa che questo gesto è sempre in grado di calmarmi.
"Ci sei?", annuisco piano, "Vuoi andare dagli altri?", sospiro e mi stacco dal petto del mio amico, mi alzo dal bordo della vasca, leggermente barcollante e mi avvicino al lavandino aprendo l'acqua, mi sciacquo la faccia e quando alzo lo sguardo verso lo specchio quasi mi viene un'infarto nel vedere come sono ridotto.
I capelli sono completamente stravolti, il trucco è colato a causa delle lacrime e delle goccie d'acqua che non mi preoccupo di asciugare, il labbro inferiore è spaccato così come il sopracciglio sinistro, sullo zigomo destro ho un segno rosso che so presto diventerà viola, passo lo sguardo sul torace notando solo qualche graffietto e mi innervosisco nel vedere che al fianco destro ho un segno violaceo che prende quasi tutto il fianco e parte del ventre.
"Bastardo", sussurro quasi in un ringhio
"Vado a prendere la mazza", mormora Jimmy quasi felice
"No, niente mazza, tempo al tempo"
"Cosa? Quello quasi ti fa finire all'ospedale e tu non vuoi andare a prenderlo a casa!?"
"Esatto, non è nel mio stile fare di fretta le cose"
"Mh, vendetta a lungo termine, direi che ci può stare", sghignazza
Sorrido beffardo e mi metto la maglia che mi porge Jimmy, assicurandomi che metterà a lavare la mia prima di ridarmela.
"E comunque, la prossima volta che ti decidi a far scoppiare una rissa, sii almeno cortese dall'invitare anche noi!"
"Ma vaffanculo Rev!"
Usciamo dal bagno ridendo come stupidi.













Raggiungiamo i ragazzi in salotto che come mi vedono iniziano a farmi domande del tipo 'Quando andiamo a prenderlo?' e 'Fossi in te gli farei mangiare il suo stesso cazzo a suon di sberle', devo ammettere che mi sento bene a sapere di avere degli amici così, che seppur la situazione non è delle migliori trovano sempre il modo di sdrammatizzare.
"Ma Heaven?", chiede all'improvviso Jimmy
"Oh, è in cucina, sta preparando il pranzo per tutti", dice tutto felice Johnny
"Ma siete delle bestie! L'avete lasciata sola a fare tutto!", li rimprovera il batterista
"In realtà ci ha cacciato lei, Zacky continuava a mangiare ogni cosa che gli capitava sotto il naso"
"Ehy Matt ora non dare la colpa a me, è anche colpa di te e Johnny che vi lanciavate la farina!"
"Zitto porchetta"
"Ah basta, vado a vedere se ha bisogno di una mano, non muovetevi da lì voi tre e, Brian, siediti e sta fermo, sei ancora troppo a corto di sangue", ordina Rev
"Va bene, possiamo giocare a Call of Duty?", lo supplica quasi Matt
"Si, basta che non mi distruggete il salotto come l'ultima volta!"
"Fuck yeah!", urlano in coro Matt, Zacky e Johnny mentre io mi limito a sedermi sul divano e Jimmy sparisce in cucina.
























































































***


















































JIMMY'S POV

Giuro che se mi distruggono di nuovo il salotto li uccido, sono i miei migliori amici e compagni di band, ma quando si tratta di giocare a quello stupido gioco impazziscono, soprattutto Matt.
Entro in cucina di soppiato, chiudendomi piano la porta alle spalle, vedo Heaven trafficare con un coltello che sta usando per affettare delle fette di carne mentre ogni tanto lancia un'occhiata alla pentola piena d'olio sfrigolante sul fornello, vedo che posa il coltello e decido di avvicinarmi.
"BUH!", urlo prendendola per i fianchi seguito da un suo urlo, scoppio a ridere come un pazzo mentre lei si gira verso di me terrorizzata.
"James Owen Sullivan! Come ti permetti a farmi uno scherzo del genere!?", mi urla contro
"E' stato troppo divertente!", dico tra le risate, lei mi guarda lasciando le braccia lungo i fianchi e subito dopo inizia a ridere anche lei, adoro la sua risata e poi il suo sorriso è qualcosa di unico, ci calmiamo poco dopo cercando di riprendere fiato e apro il frigo prendendo due birre che velocemente stappo porgendogliene una.
"Ti amo lo sai vero", mormora prendendo la bottiglia e bevendone una gran sorsata, lasciandomi con una faccia da pesce lesso, "Che c'è?"
"Oh, nulla, solo, ...non mi era mai capitato di vedere una ragazza che si avventasse così su una bottiglia di birra", ridacchio bevendo anche io
"Ci sono tante cose di me che non sai ancora, James", l'uso del mio nome di battesimo mi fa insospettire, ridacchia per poi ritornare sui fornelli, la vedo buttare nell'olio bollente i pezzi di carne mentre mi accorgo solo ora che il forno è acceso e al suo interno posso intravedere una teglia con delle patatine.
"Perchè le hai fatte al forno?", chiedo quasi sconcertato
"Perchè non trovavo una padella adatta, e poi sono buone lo stesso"
"Mh"
"Non fare 'mh', mi sono dovuta arrangiare, dovresti fare la spesa", si volta verso di me e mi si avvicina
"Si mamma", mi da uno schiaffetto sul braccio e io le pizzico un fianco, quanto vorrei stringerla tra le mie braccia e dirle quello che provo, magari ora potrei anche riuscirci, infondo siamo da soli e i ragazzi sono troppo presi dal gioco per disturbarci.
Si volta di nuovo verso il piano cottura togliendo le fette di carne impanata pronte per poi metterne altre due a cuocere, decido di tentare e mi allontano dal bordo del tavolo sul quale mi ero appoggiato, mi avvicino e le cingo i fianchi con le braccia appoggiando la testa sulla sua spalla, sono obbligato a piegarmi leggermente per arrivare alla sua altezza.
"Jimmy, che fai?", mi domanda senza voltarsi
"Abbraccio una persona che adoro, non posso?", chiedo quasi titubante
"Sì, puoi", porto le mani sul suo ventre e subito dopo sento le sue posarsi sulle mie stringendole appena, tira indietro la testa appoggiandola sulla mia spalla, con l'indice inizio a disegnare dei piccoli cerchietti sulla stoffa della sua maglia, non dice nulla e questo mi porta a continuare, respiro a fondo il suo profumo, sa di menta ed è fresco, decisamente inebriante, mi impongo di dirle la verità, è la cosa più giusta da fare.
"Heaven..", la chiamo
"Dimmi"
"Ecco...io..."
"Tu..?"
Avanti James tira fuori le palle!
"Heaven io...si bèh..insomma..."
Andiamo James!!
"Jimmy.."
"Heaven io ti.."
"Allora è pronto il pranzo!! Sto morendo di fame!!!"
Non ce l'ho fatta, maledetto Zacky Vengeance il tuo fottuto stomaco non poteva aspettare ancora un po'!?
Ci separiamo velocemente prima dell'irruzione dei ragazzi in cucina.
Coraggio Jimmy, sarà per la prossima volta.

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