I give my heart to you

Dopo aver salutato i ragazzi, che per oggi hanno finito le loro lezioni, mi avvio verso la palestra della scuola dove il professor Johnson ha dato appuntamento a me e altri ragazzi per organizzare i preparativi della festa di Natale, mi avvicino al mio armadietto posando i libri di matematica e raggiungo la palestra, il professore è già alle prese con una lista di cose da preparare mentre altri sei ragazzi stanno parlando animamente tra loro.
Mi avvicino salutando l'insegnante che ricambia affettuosamente, mi ha sempre reputato una delle sue migliori studentesse nonostante non vado bene in tutte le materie, dopo averci radunati, il professore, inizia a descriverci le sue idee.
"Allora ragazzi, anche quest'anno si sta avvicinando la nostra famosa festa di Natale, quest'anno visto che per voi è l'ultimo vorrei che diate il meglio di voi, così da farvi ricordare in quest'istituto. Ora vi separerò in coppie e dopo di che vi lascerò i fogli con tutte le indicazioni, ovviamente non prendetele alla lettera, sapete che conto molto sulla vostra fantasia, quindi dateci dentro", fa una breve pausa per poi chiamare i nostri nomi e assegnarci le coppie, "Jason tu starai con Jeremy", chiama la prima copia, i due ragazzi si alzano e recuperano il foglio che il professore gli porge per poi sparire in un'angolo della palestra, "Home, tu starai con Mckenny", la seconda coppia fa la stessa cosa della prima, ovvero prende il foglio e inizia a darsi da fare, "Black, tu starai con Smith, buon lavoro ragazzi", mi alzo dal pavimento della palestra e subito dopo vengo raggiunta da una ragazza.
"Ehm...tu devi essere Black..?", mormora quasi la ragazza, è alta quanto me, ha i capelli rossi, gli occhi vivaci sono ambrati e delle lentiggini che gli ricoprono il naso, indossa un paio di leggins neri e ha una felpona verde scuro che gli arriva quasi a metà coscia.
"Si, ma chiamami pure Heaven, tu devi essere Smith", ironizzo quasi porgendo la mano alla ragazza.
"Sì, mi chiamo Lidia, il prof ci ha messo in coppia insieme...", risponde stringendomi la mano
"..iniziamo allora?", sorrido alla ragazza che annuisce e mi porge un foglio con su scritto quello che ci servirà per le decorazioni, essendo le uniche due ragazze del gruppo l'insegnante ha deciso di lasciare a noi il compito di fare tutte le decorazioni, mentre le altre due coppie di ragazzi si occuperanno di liberare la palestra dagli attrezzi inutili e penseranno a salire e scendere dalla scala per attaccare festoni e altro sulle pareti di tutta la palestra.
"Non ti avevo mai visto qui in giro, sei nuova?", chiedo a Lidia incuriosita
"Sì, mi sono trasferita qui da poco con la mia famiglia, prima abitavo in Italia", ammette mentre inizia a cercare dei cartelloni di diversi colori che ha portato il professore.
"Spero che tu ti trova bene qui, parli bene la nostra lingua"
"Bèh, a dire il vero sono qui da qualche giorno, non ho ancora stretto alcuna amicizia. Nella scuola dove andavo prima ho avuto un'insegnante in gamba, grazie a lei parlo bene l'inglese", accenna un sorriso
"Ce la farai, ma ti raccomando di non dar troppo corda alle cheerleader, a meno che non ti piaccia fare amicizia con delle vere e proprie oche"
"Oh, no grazie, ne ho già viste troppe!", ridacchiamo insieme per poi metterci sotto con il nostro lavoro.
Mi piace questa ragazza, nonostante la timidezza sembra una persona molto vivace e solare, spero di aver modo di conoscerla.











DUE ORE DOPO

Dopo due ore di piani e progetti sulle varie decorazioni finalmente siamo a buon punto, esco dalla palestra accompagnata da Lidia, avevo ragione a pensare che questa ragazza sia una vera forza, abbiamo riso parecchio in queste due ore e ho scoperto che la sua più grande passione è il nuoto sincronizzato e che in Italia era riuscita a superare un corso per poter diventare bagnina, è una grande amante della Disney e per tutto il tempo non ha fatto altro che canticchiare delle canzoni a riguardo, inutile dire che spesso le canticchiavo assieme a lei nonostante preferisca di gran lunga i film di Tim Burton.
Uscite dall'istituto saluto la ragazza vedendola avviarsi verso casa mentre io entro nel parcheggio della scuola in cerca della macchina nera di Jimmy, non è difficile notarlo, è in piedi appoggiato alla portiera e sta fumando una sigaretta, si è cambiato e ora indossa un jeans scuro strappato sul ginocchio, una t-shirt viola con un disegno nero e il suo immancabile giubbotto in pelle nero, mi avvicino al ragazzo prendendogli la sigaretta dalle labbra e farne un tiro.
"Ehy! Non sei piccola per queste cose?"
"Ops, hai ragione", ghigno buttando a terra la sigaretta e schiacciandola con la punta della scarpa con indifferenza, alzo lo sguardo verso quello del mio amico e noto il suo sguardo che quasi mi incenerisce
"Che c'è?", domando facendo spallucce
"Perchè lo hai fatto?"
"Ti ho fatto un favore Rev, fumi decisamente troppo"
"Brian fuma troppo, lo sai che mi accontento di quattro sigarette al giorno"
"Appunto, continuando così ti farai solo del male, e ora andiamo da qualche parte a mangiare ho una fame da lupi!", cambio il discorso in fretta salendo in macchina, Jimmy mi segue a ruota e, conoscendomi, capisce già dove deve andare.




"Sei sicuro di saper bere della cioccolata calda?", domando al ragazzo che ha le labbra completamente sporche di cioccolata
"Si mamma, so come si beve", risponde con una voce da lattante
"Scemo", gli do un pugnetto sulla spalla
Siamo seduti sullo stesso divanetto, con la compagnia della nostra solita cioccolata calda con panna e marshmellow, si volta rapidamente verso di me con un dito sporco di panna per poi adagiarlo sulle mie labbra sporcandomi
"Ehy!", scoppia a ridere mentre cerco un tovagliolino per pulirmi, "Questa me la paghi Sullivan"
"Si si, dicono tutte così"
"Io non sono tutte, e se mi voglio vendicare sta pur certo che lo farò", minaccio quasi il mio amico che continua a sorridere
"Andiamo al parco dopo?"
"Sei pazzo? Fa un freddo cane!"
"Sì ma sarà sicuramente deserto, così possiamo stare tranquilli"
"Allora va bene"
































***


























Jimmy aveva ragione, il parco è davvero fantastico, la maggior parte degli alberi sono spogli delle loro foglie a causa dell'inverno, il lago è piatto come uno specchio e dei rami di un salice piangente sfiorano l'acqua fredda, il cielo è diventato grigio e annuncia pioggia mentre un leggero vento freddo e pungente ci avvolge, Jimmy lo sfida continuando a lasciare il suo giubbotto in pelle aperto mentre io mi sono stretta al mio cappotto nero mettendo le mani nelle tasche. Adoro questo paesaggio, a molti potrebbe sembrare tetro e triste, io semplicemente lo amo, rispecchia in pieno il mio carattere che non saprei come spiegare in altri modi.
Mi siedo sulla riva del lago venendo a contatto con l'erba fredda, il ragazzo si siede accanto a me e i suoi occhi cristallini studiano il paesaggio intorno a noi.
"E' davvero bellissimo", mormoro
"Oh si, lo è"
"Davvero ti piace?"
"Mhmh, trovo questo posto speciale proprio per questo, mi piacciono le giornate di sole sia chiaro, ma anche tutto questo ha il suo fascino", risponde voltandosi verso di me
"Per me è l'esatto opposto, preferisco le giornate scure, senza sole, quelle con il vento e la pioggia, con i nuvoloni neri che preannunciano un temporale con i fiocchi invece che le perfette giornate di sole", ammetto
"Sei strana forte, però credo di poterti capire", sorride, appoggio la testa sulla sua spalla e lo sento irrigidirsi per un secondo, "Tutto bene?"
"Con te va sempre tutto bene", mi lascio sfuggire
Cazzo Heaven, non puoi averlo detto!
"Davvero?", mi chiede curioso
Menti, idiota menti!
"Sì", alzo la testa dalla sua spalla tornando seduta e portandomi le ginocchia al petto
Stupida. Stupida. Stupida!
"Cioè...voglio dire...", balbetto non sapendo più che dire, "..ehm...sai, mi è piaciuta molto la canzone che hai suonato ieri", cambio discorso sentendomi terribilmente in imbarazzo
"Felice che ti sia piaciuta", sorride radioso
Smettila di sorridere così maledetto.
"Come si chiama?", chiedo riferita alla canzone
"A little piece of Heaven. Diciamo che non è esattamente un canzone del tutto allegra, parla pur sempre di un'omicidio e di una vendetta ma..."
"E' bellissima così", ammetto, ed è la verità, lo trovata semplicemente stupenda.
Mi accorgo solo ora che ci stiamo guardando negli occhi da minuti interi, a malapena sbattiamo le palpebre per non perderci di vista, leggo nei suoi occhi la sua solita felicità ma c'è dell'altro.
Cosa mi nascondi James?
Vedo il ragazzo farsi più vicino a me fermandosi a pochi centimetri dal mio viso.
Respira. Heaven cazzo respira
"Heaven, sono un paio di giorni che..."
"Che...?"
"Io..."
"Jimmy.."
"Sto per fare una pazzia"
Non mi da il tempo di rispondere che sento le labbra del ragazzo adagiarsi sulle mie, i nostri sguardi non si lasciano per un minuto, sento quelle stramaledette farfalline allo stomaco che non mi danno pace mentre sento il cuore quasi esplodere, ci separiamo, quasi di malavoglia, mentre lo sguardo di Jimmy inizia a vacillare tra il preoccupato e il felice.
"E'..è successo davvero?", chiedo al ragazzo vedendolo annuire sicuro
"E' un po' che ti penso in continuazione Heaven, popoli la mia mente anche quando suono la batteria, quasi non dormo la notte per pensarti. Ti voglio, ma non come una semplice amica"
Perdo un battito a questa dichiarazione precisa e chiara, faccio quasi fatica a crederci, sta succedendo davvero?
"Ma, ma se non vorrai stare con me non importa, me ne farò una ragione, ci vorrà un po' ma lo farò e..."
"Anche io voglio stare con te", fermo il discorso del ragazzo che subito dopo le mie parole inizia a sorridere come non mai per poi baciarmi di nuovo con più sicurezza di prima.
Ok, adesso muoio qui
Veniamo interrotti da un tuono e dalle goccie di pioggia che iniziano a scendere violentemente, veloci ci alziamo e sento la mano del ragazzo afferrare la mia per poi iniziare a correre verso la macchina, ridiamo come pazzi per la situazione quasi assurda e una volta arrivati alla macchina ci saliamo il più in fretta possibile.
"Sei bagnata fradicia!", continua a ridere Jimmy indicandomi
"Perchè tu sei asciutto!", rido anche io.
Dopo esserci ripresi Jimmy mette in moto l'auto per poi portarmi a casa, per tutto il tragitto non abbiamo fatto altro che cercare gli occhi dell'altro.

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