Capitolo 9

Serena

2 mesi e mezzo dopo...

Iris dovrebbe arrivare tra mezz'ora, ma conoscendola si presenterà alla porta in ritardo. Mi guardo attorno per esaminare lo stato della stanza. Tutto è in perfetto ordine. Immagino già cosa dirà Iris appena entrerà: 'Wow, Serena, come fai a essere così ordinata?!'. Un accenno di sorriso si forma agli angoli della bocca al solo pensiero.

Nell'attesa decido di leggere un po' con la musica bassa in sottofondo. Accedo su Spotify e avvio una playlist a tema After come il libro che sto per leggere in questo momento. Sono consapevole di leggere sempre questa saga, ma non l'ho più ripresa da parecchio tempo, precisamente dalla vacanza a Sirmione.

Sfoglio le pagine e tolgo il segnalibro. Capitolo 48. Questo capitolo è diventato il mio tormento perché, ogni volta che lo leggo, non fa che ricordarmi quello che è successo con Daniel l'ultima volta che ci siamo visti.

"Serena? Perché sei qui?".

Mi ero introfulata nelle docche maschili con l'intento di parlargli. Intento fallito subito dopo perché avevo ceduto all'impulso di baciarlo, nonostante fossi consapevole della sua situazione sentimentale. Eppure quello che accade dopo il nostro bacio fu completamente al di fuori di ogni mia immaginazione e intenzione.

"Non parlare e godi per quello che sto per farti".

Le sue mani sui miei fianchi, la sua testa fra le mie cosce, la sua lingua dentro di me...

Sento le guance accaldate e istintivamente stringo le gambe fra di esse per alleviare il languore che sento al basso ventre.

"Ringrazia il tuo libro per quest'anteprima" mi aveva sussurrato, mentre ero ancora in preda all'orgasmo.

Sbatto le palpebre velocemente per scacciare quel ricordo e ritorno alla realtà. I miei occhi continuano a fissare il titolo della pagina senza riuscire a proseguire oltre. Scuoto la testa e richiudo il volume con un forte tonfo. Lo lancio sul comodino affianco al letto e un debole ringhio di frustrazione mi vibra in gola.

Preferisco ascoltare la musica e fissare il soffitto distesa sul materasso. Non voglio rimuginare su quel maledetto giorno in cui a stento ci siamo rivolti la parola dopo esserci riuniti con il resto del gruppo.

Good for you - Selena Gomez

Love me like you love me - Ellie Goulding

Bitter love - Pia Mia

L'arrivo di un messaggio su Whatsapp mi riscuote. Distolgo lo sguardo dal vuoto e allungo il braccio per afferrare il telefono al mio fianco. È Iris che mi sta avvisando del suo imminente arrivo. Sospiro profondamente e mi alzo dal letto per raggiungere il piano inferiore. Dopo pochi minuti la mia migliore amica varca la soglia e mi saluta con un enorme sorriso sulle labbra.

"Ciao! Come stai?" le chiedo, mentre ci stringiamo in un abbraccio.

"Io sto bene, grazie! Te?" ricambia lei.

"Tutto bene anche io".

Iris saluta Diana e insieme raggiungiamo il salotto dove mia madre sta guardando la tv, mentre mio padre è uscito per fare qualche sua commissione. Dopo qualche chiacchera in compagnia ci rifugiamo nella mia stanza per stare noi due da sole.

"Wow, Serena, come fai a essere così ordinata?!" commenta Iris, facendo avverare la mia intuizione di poco fa.

Sorrido per il suo complimento. "Sapevo che l'avresti detto" le rivelo.

Si toglie il giubbino in pelle e lo appoggia sul letto. Indossa un paio di pantaloni celesti con una cintura nera e un leggero maglione nero che lascia scoperte la pancia e le spalle, concludendo il tutto con un paio di scarpe bianche. Il suo abbigliamento è sempre stato casual, ma riesce a renderlo elegante al tempo stesso e io ammiro questa sua dote.

"Allora, che mi racconti?" domanda, accomodandosi sulla sedia della scrivania, mentre io mi siedo sul mio letto.

Iniziamo a conversare di tutto ciò che ci passa per la testa e il tempo vola.

"A che ora inizia il film?" chiede mia madre, mentre sparecchia la tavola.

Abbiamo finito di cenare da mezz'ora e sto aspettando che Iris lasci il bagno.

"Alle 21:30" rispondo, controllando l'orario sull'orologio appeso al muro.

Sono solo le nove di sera al momento. L'uscita al cinema del secondo film della saga After avvenuta solo pochissimi giorni fa in Italia è l'occasione perfetta per trascorre gli ultimi giorni di vacanza prima dell'inizio del nuovo anno scolastico. Fortunatamente sono riuscita ad avere i biglietti in tempo perché sono già esauriti.

Sento Iris chiamarmi dal piano di sopra e salgo le scale per raggiungerla. La porta del bagno è aperta, deve aver finito di cambiarsi. Entro in stanza e la vedo concentrata a digitare qualcosa sul suo cellulare.

"Sei pronta?" le chiedo.

Indossa un vestito bianco con dei motivi neri che si intrecciano tra loro, formando delle forme geometriche che ricordano i rombi in tutto il tessuto. Sulle spalle porta la giaccia e i suoi capelli sono raccolti in uno chignon dal quale scappa qualche ciocca. Si è truccata leggermente con del mascara e un rossetto nude.

"Che stile! Mi piace" approvo, guardandola tutta.

Mi sorride lusingata perché so che apprezza tantissimo i miei complimenti.

"Anche tu sei bella" ricambia, indicando il mio vestiario composto da una canottiera nera glitterata, una gonna bianca e un paio di stivali neri che arrivano fin sotto le ginocchia.

I capelli li ho lasciati sciolti e lisci e indosso una collana in argento e qualche anello semplice. Come trucco anche io sono stata leggera: un po' di mascara, del blush e un rossetto nude.

La ringrazio con un sorriso e rammento il motivo per il quale sono venuta fin qui.

"Avevi bisogno di qualcosa per cui mi hai chiamata?".

La mia migliore amica sta per rispondere, quando il campanello di casa suona.

"Deve essere Alida" ipotizzo.

Non potevamo andare al cinema a guardare After senza di lei. Non è potuta venire perché aveva da fare nel pomeriggio, ma ci aveva avvisate che ci avrebbe raggiunte dopo cena. Prendo il giubbino in pelle nera e una piccola tracolla con l'essenziale dentro e mi affretto a scendere le scale.

"Non credo sia Alida" farfuglia Iris alle mie spalle.

"Perché non dovrebbe essere lei?" ribatto, aggrottando le sopracciglia.

Non capisco la sua insinuazione. Sua sorella è l'unica persona che avrebbe motivo di presentarsi alla porta. A meno che non sia qualche corriere che deve consegnare qualcosa, ma ho i miei dubbi al riguardo visto l'orario inappropriato.

Mia madre è alla soglia d'ingresso che sta parlando con Alida, tuttavia non riesco a vedere la mia amica perché è completamente nascosta dalla sua figura di spalle. Strano che non l'abbia ancora fatta accomodare in casa, anche se si tratta solo di qualche minuto.

"Eccoci!" esclamo, avvicinandomi a loro.

Mia madre si volta indietro e solo allora riesco a identificare l'ospite all'uscio. Gli occhi si sgranano per l'incredibilità e la sorpresa del momento mi fa rimanere completamente spiazzata sul posto.

Avrei immaginato qualunque persona alla porta, anche un totale sconosciuto che incroci ogni giorno nella piazza del Duomo, ma un certo ragazzo con il ciuffo castano scombinato e gli occhi verdi era l'ultima delle mie aspettative. Daniel!

"Oh!" è l'unico mugolio che riesco a emettere, mentre lo scruto velocemente dall'alto verso il basso.

Porta una felpa nera con sopra una giacca in pelle del medesimo colore e i jeans scuri. Il suo look total black mi fa riscoprire per l'ennesima volta l'attrazione sempre più carnale che provo per lui.

Perché è qui? Non lo vedevo dal rientro da Sirmione e dopo il nostro approccio intimo aveva persino smesso di rispondermi su Instagram quelle poche volte che lo cercavo. Sentivo il dovere di chiarire con lui e di capire ciò che era successo quel giorno. Non che servisse un maestro per farmi spiegare il sesso orale che avevo subito, con molta gradevolezza, ma cercavo continuamente una giustificazione che mi aveva spinta a gemere in quella piccola e angusta doccia.

Tuttavia, Daniel sembrava non voler più niente a che fare con me. Non visualizzava i miei messaggi, non mi contattava in alcun modo e non guardava neanche le mie storie. Era completamente sparito, quindi trovarmelo adesso davanti è una sorpresa bella e buona.

Si limita a fissarmi e il disagio di entrambi, soprattutto il mio, è evidente dal silenzio che cala per qualche secondo. Tento di riprendermi e faccio il primo passo.

"Che ci fai qui?" gli chiedo con un'espressione confusa.

Daniel si schiarisce la voce. Rabbrividisco al pensiero che sto per sentire la sua voce dopo due mesi e mezzo da quel giorno.

"Scusa, non dovevo venire senza preavviso. Volevo solo salutare Iris" si giustifica.

Salutare Iris? È veramente questo il motivo che l'ha spinto fin qui? Non c'è altro che alimenta il verde intenso delle sue iridi se non quello di rivedere la sua migliore amica?

"Stavo per dirtelo prima che suonasse il campanello" afferma la diretta interessata dietro di noi e io mi volto a scrutarla, tentando di trasparire naturalezza nel mio sguardo.

Torno a concentrarmi su Daniel. Sono ancora leggermente stupita dalla sua presenza dopo il totale silenzio da parte sua, ma cerco di nascondere i miei tormenti interiori. Iris non sa quello che è successo tra me e il suo migliore amico. Nessuno lo sa, tranne io e lui, e questo segreto mi fa sentire sporca dentro.

Scuoto debolmente la testa e provo a essere il più cordiale possibile senza trapelare imbarazzo.

"Non preoccuparti!" mi limito a dire.

Lui mi sorride visibilmente agitato e infila le mani nelle tasche dei jeans. Cerco di ignorare come il tessuto aderisca alle gambe, evidenziandone la muscolatura già particolarmente evidente per un ragazzo di soli diciassette anni. Alle volte mi sorprendo dei pensieri che alimento nei suoi confronti che mi fa sembrare di avere l'efebofilia.

Riesco a distrarmi grazie alla curiosità di conoscere come lui sapeva della reale posizione di Iris. "Come sapevi che Iris era qui con me?".

"Le ho chiesto di uscire stasera, ma ha rifiutato, dicendo che ha già un impegno con te" spiega lui, non staccando i suoi occhi dai miei.

Sembra quasi che non riesca a farne a meno in questo momento come io lo stesso. Annuisco con un cenno del capo e inizio a torturarmi le dita delle mani per il nervosismo. Le sue pupille nere sono stranamente dilatate, come se qualcosa di me o del mio aspetto lo stesse facendo impazzire, occultando il verde delle iridi. Il suo sguardo intenso mi fa sentire in soggezione e mi ritrovo a farfugliare parole insensate.

"Ehm... io stavo giusto per andare. Accomodati dentro" balbetto, indicando con un dito l'interno della mia abitazione e indietreggio per farlo entrare.

Lui accenna un paio di passi in avanti, pronto per varcare la soglia, ma in un secondo momento si blocca, rimanendo bloccato sullo zerbino sotto alle sue scarpe. Sembra aver cambiato idea.

"Sto bene qui" afferma, infilandosi le mani nelle tasche del giubbino.

Non capirò mai cosa gli passa per la testa in certi momenti e non ci tengo a psicoanalizzargli il meccanismo del cervello, anche se è quello di cui si occupa il percorso di studi che sto per portare a termine.

Aggrotto soltanto le sopracciglia e mi dirigo in salotto per depositare la tracolla e la giacca sul divano color beige. I miei sono in cucina a intrattenersi in compagnia del piccolo televisore lì presente e Diana è ancora alla disperata ricerca di qualche briciola di cibo rimasta dalla cena come la più addestrata dei cani poliziotti della sua specie.

Bisogna attendere Alida e ammetto che non so cosa fare. Mi unisco a loro o me ne resto qui da sola? Li raggiungo e mi limito a restare in disparte, appoggiando la schiena al bordo della porta, mentre ascolto la loro conversazione.

"Stai andando da qualche parte vestita così?" chiede Daniel a Iris, inclinando la testa di lato per osservarla con una certa intimità.

Se non sapessi che Daniel è solo un migliore amico per Iris, penserei che sia interessato a lei, in fondo l'ho sempre sospettato, ma la nostra amica non mi ha mai dato una conferma.

Almeno lei gode del sorriso sincero che sono sicura che Daniel concede a poche persone, ancora di più alle ragazze. Vorrei che guardasse anche me in questo modo quasi incantato. Se lo facesse per davvero, sono sicura che le gambe mi cederebbero, abbandonandomi alla sua mercè senza neanche sfiorarmi con un dito.

Ora che ho già appurato la sensazione di sentire le sue mani sulla mia pelle, basterebbe anche solo un suo sguardo per rendermi vulnerabile a lui. Non dovrei avvertire gelosia delle sue attenzioni nei confronti della nostra amica, si conoscono da anni, ma non posso negare di provare un pizzico di invidia per Iris.

"Sì, sto andando al cinema con Serena e Alida" lo informa lei, girandosi rapidamente verso di me per coinvolgermi nel discorso.

Io mi limito a esporre un sorriso tirato, mascherando il pessimo umore. Di certo non è spensierato con il loro. Devo ammettere che l'improvvisa presenza di Daniel qui mi rende irrequieta, specialmente per via del nostro segreto. Come fa a essere così pacato? Come fa a non pensare al nostro ultimo incontro appena incrocia i miei occhi? Io non riesco a essere indifferente come sta facendo lui.

Noto la figura di Alida da lontano che si avvicina al portone della recinzione che delimita la mia casa.

"È arrivata tua sorella, vado ad aprire" dichiaro, rivolgendomi a Iris e scattando come un'autonoma in direzione di Alida.

Passo loro affianco, ignorando Daniel, dato che lui mi sta evitando con indifferenza totale. Tralasciamo che lui sia ospite a casa mia.

Raggiungo la mia amica, la quale, dalle sbarre del cancello, nota subito Daniel alla porta con la sua gemella.

"Daniel è qui?!" constata a occhi sgranati.

Ha un'espressione sconvolta, non capisco se positivamente o meno, ma comprendo la sua reazione. La mia è stata anche peggiore, dato che mi sono immobilizzata sul posto. Sblocco l'apertura e la faccio passare.

"Ne sono rimasta sorpresa pure io" affermo, chiudendo il cancelletto.

"Per quale motivo è a casa tua?" domanda, abbassando la voce per paura che Daniel la senta, anche se è impossibile perché siamo distanti dall'altra coppia.

"A sua difesa è venuto per salutare Iris. Sapeva che era con me" pungolo, non riuscendo a controllare il fastidio interiore che tollero per il suo menefreghismo.

Alida coglie subito l'irritazione che traspare nel tono della voce. "E non sei felice che sia qui?".

Se non fosse per un determinato segreto che sto nascondendo per vergogna personale, ne sarei entusiasta, tanto che sentirei i battiti impazziti del cuore persino nelle orecchie. Non che mi abbia scaturito qualche emozione intensa appena l'ho visto, in quel secondo ho dimenticato come si respirasse.

Preferisco tralasciare la sua domanda e accenno un passo in direzione della casa, ma il mio silenzio la fa preoccupare. Le sue dita si stringono sul mio braccio, esercitando una leggera pressione di richiamo per farmi voltare.

"Ehi, guardami! È successo qualcosa che non so?"si premura con la preoccupazione negli occhi.

Eccome se è accaduto! L'istinto di sfogarmi è parecchio esigente, in quanto mi sono sempre confidata con lei e soprattutto con sua sorella di qualsiasi situazione mi capitasse di raccontar loro, bella o brutta che fosse. È un modo per alleggerire la pesantezza che trattengo nel cuore e in questo momento ne sentirei un estremo bisogno.

Tuttavia, esito perché non posso sparlare nei confronti di Daniel. Da quello che ho potuto constatare, nemmeno lui ha confessato a Iris quello che è successo in quella SPA, altrimenti lei non avrebbe perso occasione a rinfacciarmelo per non averlo saputo da me. Sospiro, cercando di rilassare le spalle tese e di tranquillizzare anche la mia amica.

"No, è tutto a posto. Dai, andiamo da loro!" mento, incitandola a proseguire con un cenno del capo.

La sua voce mi richiama nuovamente. "Sei pessima a dire bugie, ma rispetto il tuo silenzio" mi avverte e io annuisco in risposta con un semplice sorriso di circostanza.

So di non essere capace di mentire, ma apprezzo la pazienza delle gemelle nel rispettare i miei tempi. Non mi costringerebbero mai a parlare contro le mie esigenze, ma non nascondono che sono curiose di sapere.

Ci avviciniamo a Daniel e Iris e Alida li saluta, scusandosi per il ritardo. Anche lei, come la sorella, è esperta a farsi attendere.

Mi riposiziono nello stesso punto di prima, contro lo stipite della porta rimasta leggermente socchiusa. Le gemelle iniziano a conversare dell'abbigliamento della nuova arrivata che fino ad adesso non avevo notato. Indossa un vestito nero glitterato con una cintura nera di Channel dagli anelli dorati che riprende lo stesso colore dei bordi delle ampie maniche e delle quattro comode tasche. I suoi capelli sciolti e mossi ricordano le onde del mare. Infine un rosso ciliegia decora le labbra e le unghie curate.

Il mio sguardo si sposta da Alida a Daniel e in quel momento smetto totalmente di ascoltare le ragazze. Non so se si accorge che lo sto fissando, dato che sembra voler evitare di incrociare le mie iridi. Mi mordicchio con i denti il labbro inferiore come se, così facendo, liberassi una parte di tensione interiore. Fisicamente sono con loro, ma i pensieri sono indirizzati altrove, in particolare a lui.

Con la coda dell'occhio noto Alida che mi rivolge una rapida occhiata, poi prende parola.

"Devo andare un attimo in bagno. Iris, puoi venire con me?".

"Prego, andate pure" rispondo.

Ormai le gemelle frequentano la mia casa da anni, quindi non serve neanche che chiedano a me o ai miei il permesso.

Iris scruta la sorella con un'espressione stranita e curiosa allo stesso tempo. Sicuramente vuole sapere il motivo di questa sua improvvisa proposta. Alida sembra supplicarla con lo sguardo di non indagare e lei acconsente. Si accinge a entrare, non prima di avermi lanciato un rapido occhiolino di incoraggiamento e la sorella la segue.

Ho il presentimento che si sia inventata questa scusa per lasciarmi sola con Daniel. Normalmente le sarei grata, ma, considerando il mio umore, non mi sento così entusiasta.

Sposto le braccia dietro la schiena, poggiando le mani sul muro. Esamino con lo sguardo il giardino circostante per non cedere alla tentazione di scrutarlo di nascosto, ma dopo qualche secondo di totale ammutinamento da parte di entrambi sento dei passi farsi vicini. L'agitazione inizia a farmi battere più velocemente il cuore.

"Vuoi tenere il muso ancora per molto?" mi richiama Daniel.

Distolgo lo sguardo altrove e punto gli occhi nei suoi. Ora è di fronte a me in attesa di qualche accenno da parte mia, pochi passi ci separano. Non mi scompongo a usare le parole perché il mio ulteriore silenzio è la risposta alla sua domanda retorica. Lui si concentra sul colore delle mie iridi, come se volesse studiarmi dentro.

"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" continua a sbeffeggiarmi con un ghigno provocatorio.

"Anzi, direi un'adorabile gattina..." aggiunge subito dopo, indulgendo per un attimo sul vestiario che indosso.

Nonostante cerco appello all'autocontrollo, non posso negare che il suo sguardo mi abbia appena uccisa dentro. Se questo è l'approccio che usa per farsi desiderare dalle ragazze, posso solo confermare che ci sta riuscendo alla grande.

Deglutisco imbarazzata e rimango rigida nel mio silenzio. Quando lo vedo allungare una mano verso di me, inizio a tremare sulle mie stesse ginocchia. Il respiro rimane bloccato nei polmoni e le sue dita afferrano qualche ciocca dei miei capelli.

"Sei tornata al tuo colore naturale" constata con un tono di voce più basso e decisamente più sensuale.

Il colore rosso si è sbiadito con il passare dei mesi e, dato che a breve ricomincio la scuola, ho deciso di riprendere il mio colore.

Le sue dita scorrono senza difficoltà su tutta la lunghezza dei capelli, mentre continua a studiare le mie iridi. Mi sento spogliata dentro e ciò non mi aiuta a rimanere calma. Tuttavia, non mi lascio conquistare dal suo tono rauco e dal suo sguardo acceso.

"Perché ti stai comportando così?" gli domando.

Lui coglie la serietà improvvisa della voce e abbassa la mano lungo il fianco, anche se avrei voluto averla vicina ancora un po'.

"Come mi starei comportando?" mi rinfaccia, evitando di rispondere.

Distolgo l'attenzione da lui per un istante, solo per controllare che nessuno ci stia ascoltando. Non voglio che le gemelle, né tantomeno i miei genitori, sappiano il nostro segreto.

"Stai fingendo che non sia successo nulla tra noi" gli sussurro.

Lui segue il mio sguardo indagatore, ma non si scompone e la sua continua indifferenza mi irrita sempre di più.

"Che c'è? Non vuoi che i tuoi scoprano come ti sei fatta...".

Fa una pausa ad effetto, poi prosegue.

"...gustare dalla mia lingua in quella doccia?".

Noto gli angoli della sua bocca sollevarsi all'insù, facendo aumentare la mia irritazione. Vorrei quasi prenderlo a schiaffi per la sua insolenza.

"Abbassa la voce!" gli intimo con gli occhi sgranati e lui si lascia scappare un risolino divertito.

Crede di potermi prendere in giro? Allunga il collo verso di me e io addosso d'istinto le spalle al muro come se fosse una seconda pelle. Sono completamente braccata da lui. Poggia la mano sinistra sulla parete alle mie spalle e inclina il volto.

"Che stai facendo?" tento di fermarlo, mentre si accosta lentamente alla mia bocca.

Sgrano gli occhi. Ha intenzione di baciarmi? Si ferma, rimanendo a un soffio da me.

"Sto aspettando che mi baci" sussurra.

Le sue labbra sfiorano le mie e sento le guance bruciare. Ormai non so più se sto respirando o inalando l'ossigeno di Daniel.

Rifletto sulle sue parole. Voglio baciarlo e tanto. Perché non mi bacia lui, invece, se condividiamo lo stesso desiderio?

"Perché dovrei baciarti?" esito.

"Perché so che lo vuoi" ribatte.

L'istinto mi dice di assecondarlo e di non lasciarmi scappare questa occasione, ma la ragione mi ricorda che è fidanzato. O almeno presumo che lo sia ancora, dato che non ha raccontato a nessuno del nostro segreto. Avrei saputo da Iris se fosse single, ma lei non mi ha accennato nulla a riguardo.

Con un'improvvisa determinazione porto la mano dietro la nuca di Daniel, sfiorando con le dita i suoi capelli corti. È la seconda volta che li sfioro e credo di amare la sensazione di sentirli setosi. I nostri nasi si scontrano l'uno contro l'altro e le nostre bocche continuano a sfiorarsi senza mai oltrepassare quel pericoloso limite di ritorno. Non sarò io, stavolta, a rischiare tutto.

"Io non ti bacerò! Dovrai essere tu a farlo" dichiaro.

Se vuole compiere un altro tradimento nei confronti di Amelia, dovrà essere lui a baciarmi questa volta e sarò io ad accogliere la sua lingua.

Scorgo una scintilla di frustrazione nelle sue iridi verdi, alimentata dal mio rifiuto categorico, ma è determinato a non farlo notare.

"Potrei farlo sul serio in questo momento" mi sfida, ignaro delle sensazioni che le sue parole scaturiscono in me.

Mi sento andare a fuoco, ma allo stesso tempo i brividi percorrono la schiena e le braccia. Avverto che ci gli vuole un incredibile autocontrollo per non mettere in atto le sue intenzioni in stile minaccia velata.

"Ma sai perché non lo faccio?" prosegue.

Un attimo di silenzio per alimentare la suspance che c'è in me.

"Perché il giorno in cui ti bacerò, sarai la mia gattina. In tutti i sensi...".

Non ho il tempo di assimilare le sue parole che si distacca da me. Sono completamente piazzata, ma almeno posso respirare. Che intende dire con 'la sua gattina'?

Riconosco i passi delle gemelle e le loro voci e Daniel torna a essere indirefferente come pochi minuti fa.

La serietà con cui mi ha sussurrato quelle parole mi sconvolge. Ho quasi paura di quel giorno, se mai arriverà.

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