Capitolo 6

Serena

Cinque mesi dopo...

La scuola è finita da appena due settimane e la mia stagione preferita è finalmente giunta. Oggi rivedrò le gemelle. Di comune accordo abbiamo deciso di trascorrere tre giorni, dal venerdì alla domenica, in vacanza al lago di Garda come promozione per aver passato l'anno scolastico con buoni voti e soprattutto senza debiti. Con noi verranno anche mio fratello Samuel e Daniel.

A proposito di quest'ultimo, non lo vedo dal mio diciottesimo. Anche su Instagram a malapena ci sentiamo. Per quanto riguarda la mia storia con Matteo, è finita ad aprile. Dopo la nostra prima uscita, ci siamo visti altri volte e il giorno di San Valentino mi sono dichiarata a lui. Matteo l'aveva capito fin da subito e ci siamo dati il nostro primo bacio. Il giorno del nostro secondo mesiversario, però, mi ha lasciata, dicendo che al momento non voleva stare più con nessuna. Ho sofferto tantissimo perchè credevo che con lui potessi iniziare qualcosa di serio dopo la mia prima relazione. Matteo non era il primo ragazzo con cui ero fidanzata: alle medie ho avuto la mia prima cotta per un mio compagno, anche lui il classico ragazzo in cerca di attenzioni dalle ragazze. Appena ha scoperto il mio interesse nei suoi confronti, mi ha chiesto di fidanzarci e ho dato il mio primo bacio a lui nei bagni della scuola. Come è finita? Mi ha lasciata dopo pochissimo tempo per una nostra compagna con cui, ho saputo, stava già, quando si era fidanzato con me.

Per quel che vale, di ragazzi mi sono stancata. Non voglio più soffrire per colpa loro, ora voglio solo concentrarmi su me stessa.

Per quanto riguarda mio fratello, sono felice che sia tornato a casa per passare un po' di tempo con me e la nostra famiglia. Da quando si è trasferito in un appartamento vicino all'università per seguire al meglio la facoltà di economia, ho percepito chiaramente la sua assenza. Siamo sempre stati insieme, anche se nel corso degli anni abbiamo frequentato scuole differenti e distaccarmi improvvisamente da lui non è stato così semplice. Tuttavia ci chiamiamo spesso al telefono e ci scriviamo su WhatsApp.

"Per quanto tempo ti fermerai?" chiedo, rivolgendomi a lui.

"Che c'è? Vuoi che me ne vada di già?" mi provoca con il suo solito sorrisetto impertinente.

"No, scemo! Esattamente il contrario!" ribatto.

"Partirò lunedì mattina" mi informa.

"Speravo un po' di più" ammetto in tono leggermente dispiaciuto.

Mi manca la sua presenza a casa ormai assente e dimenticata da fine settembre, quando se ne è andato.

"Lo so, niña, ma ho degli esami da dare".

Niña è il soprannome con cui mi affibbia qualche volta Samuel per ricordarmi che sono la più piccola tra i due. La sua sorellina, anche se abbiamo solo un anno di differenza. 

L'abbaiare brusco di Diana mi fa sobbalzare dalla sedia sulla quale ero comodamente seduta, interrompendo la conversazione.

"Devono essere loro" commenta mio fratello, alzandosi in piedi per raggiungere Diana all'ingresso.

Sento le loro voci familiari e poco dopo le figure di Iris, Alida e Daniel sbucano dal retro della casa per attraversare il giardino.

"Ciao!" li saluto, issandomi in piedi.

Loro ricambiano il saluto. Iris, come al solito, è la prima a stringermi tra le sue braccia e a baciarmi calorosamente sulla guancia, poi è il turno di Alida. Con Daniel mi accontento di un semplice saluto con la mano, non voglio essere troppo precipitosa. Mi era mancato, non ci vedevamo da cinque mesi.

"Prego, accomodatevi pure!" dico, indicando le sedie libere attorno al tavolo.

Ci sediamo e Samuel ci raggiunge con Diana dietro di lui. Si siede affianco a me, mentre la cagna si avvicina agli ospiti, scodinzolando la coda, felice di vedere le gemelle. È molto legata soprattutto ad Iris, dato che Alida non viene così spesso a casa mia come sua sorella.

"Bentornato, Samuel! Quando sei arrivato?" chiede Alida a mio fratello, mentre Iris è intenta ad accarezzare il lungo manto peloso di Diana.

"Grazie, stamattina" la informa lui.

Samuel e Alida sono sempre andati d'accordo da quando ho presentato le gemelle a lui e ai miei genitori al primo anno di liceo. Con Iris, invece, si è sempre comportato in maniera più introversa e distaccata. Non ho ancora capito il motivo, sembra che tra di loro ci sia un certo disagio, specialmente da parte della mia migliore amica, tuttavia non mi sono preoccupata più di tanto della questione.

"Posso accarezzarlo?" mi chiede Daniel, riferendosi all'animale che gli sta annusando i pantaloni impregnati di profumo e odore che solo i cani fiutano.

"Certo, si chiama Diana" rispondo.

Mi sorride per poi allungare la mano per sfiorare la testa della cagna.

"A che ora partiamo?" domanda Iris.

"A breve" risponde Samuel.

"E quanto dura il viaggio?" interviene Daniel.

"Due ore, sperando che non ci sia troppo traffico".

"Non vedo l'ora di arrivare!" esclama Alida, visibilmente euforica.

"Anche io" afferma la sorella.

"Che ne dite di fare merenda prima di partire?" propongo.

"Gelato per tutti?" chiedo e loro annuiscono.

Mi alzo per rientrare in casa e raggiungo la cucina. Mi avvicino al frigorifero e apro l'anta sopra la mia testa per estrarre fuori la scatola dei cornetti con panna e cioccolato. Ne estraggo cinque e torno in giardino.

"Come va l'università?" domanda Alida a Samuel.

"Tutto sommato abbastanza bene, è un'esperienza completamente diversa dal liceo".

"Cosa studi?" chiede Daniel.

"Economia".

"E com'è l'appartamento?" prosegue Alida.

"È molto semplice, ma a me piace. Dista un po' dal dipartimento, ma l'affitto è più basso rispetto alle abitazioni in centro città" spiega.

Continuiamo a parlare del più e del meno e dopo aver finito di mangiare il gelato ci occupiamo dei badagli.

"Bene! E questo è l'ultimo" constata Samuel, chiudendo la portiera del bagagliaio.

Saliamo tutti nella sua macchina nera e mio fratello gira la chiave per far partire il motore. Abbasso subito il finestrino con l'apposito pulsante per far entrare l'aria fresca dato che all'interno dell'abitacolo si avverte già il caldo pesante dell'estate. Samuel si mette i suoi occhiali da sole per poi partire.

"Volete ascoltare un po' di musica?" chiede, mentre guida in direzione dell'autostrada.

Acconsentiamo e lui allunga il dito verso il display dell'auto per selezionare una cartella e far partire la playlist musicale. Dato che il tragitto durerà un paio di ore, prima di partire ho tirato fuori dalla valigia il secondo volume della saga di After. Ormai ho perso il conto di quante volte l'avrò letta, eppure rimarrà sempre il mio libro preferito.

"Ancora quel libro?! Non sei stufa di rileggerlo?" mi domanda Samuel.

"E tu non sei stanco di infilarti in ogni buco femminile che trovi?" controbatto.

A differenza mia che sono ancora vergine all'età di diciotto anni, lui ha già avuto le sue esperienze sessuali. Non mi sorprende, dopotutto è un ragazzo molto bello fisicamente.

"Almeno non le metto incinte" commenta.

"E ci mancherebbe! Non voglio essere zia a diciotto anni" ribadisco.

"Magari potresti già esserlo" allude e io lo guardo male.

Sta scherzando, vero? I miei timori vengono subito dissolti.

"Dai, ti sto prendendo in giro! Dovresti vedere la tua faccia" ironizza con la sua risata solare e spontanea che ho sempre amato.

Sospiro di sollievo, avvertendo il cuore alleggerirsi dalla tensione. Gli tiro un leggero schiaffo sul braccio per punirlo della sua burla e sfoglio le pagine del libro per cercare il segnalibro e proseguire con la lettura.

"Per curiosità: quante ragazze ti sei portato a casa da quando vivi da solo?" domanda Alida.

"Un paio" borbotta lui.

"Non ci credo neanche un po'" commento con un'espressione disgustata al solo pensiero.

Sicuramente si sarà scopato almeno cinque ragazze e forse di più ora che è indipendente.

"Nemmeno io" mi appoggia Alida.

Samuel scuote la testa e si immette in autostrada. Getto un'occhiata nei sedili posteriori, notando che Alida sta guardando il panorama, mentre Daniel e Iris conversano tra di loro. Sarà una bella vacanza, me lo sento! Tolgo il segnalibro e riprendo dall'ultimo punto interrotto.

"Sentite questa!" commenta mio fratello, alzando il volume della radio.

Distolgo l'attenzione dalle parole del libro e leggo l'orario sul display. 16:55. È passata quasi un'ora, manca ancora un po' per arrivare a destinazione.

"La conosco questa canzone" dice Iris.

Inizio ad ascoltarla attentamente, riconoscendo la voce di Alvar Soler. È un remix della sua canzone 'La Cintura'. Catturati dal ritmo della musica, agitiamo il corpo e le braccia. Sorrido, mentre ci guardiamo cantare e muoverci stretti nei sedili. Le nostre voci sovrastano quelle della radio e il vento entra furioso dentro l'abitacolo della macchina, facendo sventolare i nostri capelli.

Y bajando, bajando
Olvidando, olvidando
Que estoy bailando bailando
Y así hasta el amanecer

Porque mi cintura
Necesita tu ayuda
No lo tengo en las venas
Voy a aprender a controlar
Mi cintura, cintura

Mi sento così spensierata e felice di passare del tempo con loro. E soprattutto apprezzo che Daniel abbia accettato di venire con noi. Mi volto a guardarlo, mentre sta cantando e ridendo e lui incrocia i miei occhi. Abbozzo un timido sorriso e lui mi imita. Riporto l'attenzione davanti e mi perdo a osservare il paesaggio. Il cielo di un azzurro chiaro con le nuvole bianche si unisce a un mare color turchese in una linea infinita e sperduta che è l'orizzonte. Il telefono posato sulle mie gambe nude vibra e lo prendo in mano per controllare la notifica.

Daniel: Perché mi guardavi in quel modo poco fa?

Sblocco lo schermo e accedo su Instagram per rispondergli.

Serena: In che modo ti guardavo, scusa?

Daniel: Felice di vedermi.

Serena: Perché lo sono. Sono felice che tu sia qui con me.

Daniel: Anche io.

Dopo un'altra ora finalmente ci lasciamo alle spalle l'autostrada e Samuel si immette nella strada che porterà alla cittadina dove alloggeremo durante il weekend, Sirmione. L'immensa e cristallina distesa del lago di Garda viene inquadrata dalla mia vista, facendomi restare sbalordita dalla sua bellezza. L'aria che si respira è fresca e pura e l'odore di salsedine mi arriva alle narici. Non vedo l'ora di visitare la città e di trascorrere una giornata in spiaggia. Le vie sono affollate di macchine e di persone che, come noi, sono venute fin qui per godersi un po' di riposo e tranquillità dai ritmi costanti della scuola e del lavoro. Noto mio fratello che osserva rapidamente le ragazze che passeggiano lungo il percorso e io scuoto la testa. Se pensa che non lo veda, si sbaglia di grosso. Protraggo il braccio per levargli gli occhiali da sole da dietro i suoi occhi marroni.

"No, Sere! Mi servono per guidare" si lamenta.

Sì, certo, ci credo!

"Non per guardare il culo delle ragazze?" lo sgamo, indossando i suoi occhiali.

"Sei sempre il solito, Samu!" commenta Alida, ridendo.

"Oh, ma dai! Non facevo niente di male" cerca di giustificarsi.

"Se sei venuto con noi con l'intento di scoparti qualcuna, ti sei illuso inutilmente" gli faccio notare.

"Non fare la sorella gelosa. Tu sarai sempre la mia unica donna" mi adula con un ghigno a lato della bocca.

"Non mi compri con un sorrisetto come fai con le tue 'amiche'" controbatto, marcando con la voce il nomignolo che solitamente lui attribuisce alle ragazze che fino a qualche tempo fa si portava a casa nostra.

"Ragazzi, non cominciate a litigare anche in vacanza!" ci ammonisce la mia migliore amica.

Tra di noi il nostro rapporto è sempre stato così: ci provochiamo, ci prendiamo in giro, litighiamo spesso, ma ci vogliamo un bene dell'anima. Dopo qualche difficoltà dovuto al traffico arriviamo al hotel dove Samuel ha prenotato le camere per il soggiorno. Era ora, posso finalmente scendere da questa macchina. Ho male al sedere da quanto sono stata seduta. Alzo la testa e leggo l'insegna dell'albergo dall'aspetto di un enorme castello medievale, riparandomi con la mano dai raggi accecanti del sole. 'Hotel Corte Regina'. Oltre ad averlo trovato a un prezzo più economico rispetto agli altri hotel presenti in zona, Samuel mi ha detto che è un luogo confortevole che dista pochi minuti a piedi dalle spiagge e dal centro abitato. Recuperiamo le nostre valigie da dentro il bagagliaio e varchiamo l'ingresso dell'albergo per raggiungere la reception. Consegniamo i documenti d'identità e dopo un controllo al computer il portiere ci consegna le chiavi delle nostre camere. Sono così spossata che non vedo l'ora di buttarmi nel letto e dormire.

"Che facciamo adesso?" domanda Iris.

"Direi di riposarci un po'. Ci vediamo alle 20:00 per cenare fuori. Poi visiteremo il centro" risponde Samuel.

Assentiamo e ci separiamo in due gruppi per giungere nelle rispettive camere. Io condividerò la stanza con le gemelle, mentre Samuel alloggerà con Daniel. Apro la porta e varchiamo la soglia. Ci guardiamo intorno, notando la presenza di tre letti singoli, un unico bagno, una TV a schermo piatto e una scrivania. L'ambiente è piccolo e un po' antiquato, ma è molto pulito e ordinato, soprattutto il bagno. La struttura comprende spazi all'aperto arredati e l'uso di Wi-Fi gratuito.

"Finalmente un letto!" esclama Iris, correndo verso uno dei letti e lanciandosi a capofitto sul materasso.

Io e Alida posiamo le valige ai lati degli altri due letti liberi e mi distendo con un sospiro di affaticamento. Il sollievo di un morbido materasso sotto la schiena è la sensazione più gradita e ricercata dopo un lungo viaggio in macchina. Passati qualche minuto di riposo, un messaggio arriva nel mio telefono. Allungo la mano per afferrarlo.

Samuel: Siete in camera?

Serena: Sì, voi?

Samuel mi invia la foto della stanza simile alla nostra, ad eccezione dei due letti singoli.

Serena: Ok, ci vediamo all'ora di cena.

Samuel: Va bene, ma prima posso chiederti una cosa?

Serena: Avanti, dimmi!

Samuel: Ti piace Daniel, vero?

Persino lui l'ha notato. È davvero così trasparente l'amore che provo nei confronti del migliore amico di Iris? Perché l'unico che sembra non averlo capito è proprio il diretto interessato?

Samuel: Ci stai mettendo troppo per rispondere.

Digito una risposta evasiva. Anche se lui mi piacesse, è fidanzato e io devo solo accettarlo ormai.

Serena: Siamo solo amici. Lui ha la ragazza.

Samuel: Non ti ho chiesto se è impegnato o meno. Lui ti piace?

La sua ostinazione è pari alla mia, dopotutto siamo fratelli.

Serena: Non importa. Vado a prepararmi per stasera.

Samuel: Sappi che non finisci qui la conversazione.

Mi sollevo dal letto per aprire il mio bagagliaio e valutare cosa indossare. Non so se portare un vestito o un abbigliamento casual come al solito e Alida si avvicina a me.

"Iris si è addormentata" mi sussurra a voce bassa.

Controllo nella sua direzione e constato che effettivamente si è appisolata subito per la stanchezza.

"Lasciamola dormire, tanto mancano due ore alle 20:00" dico.

"Tu non hai sonno?" mi domanda.

"Un po', sì, ma non sono solita dormire nel pomeriggio" rispondo.

"Pure io" afferma.

"Vado a farmi una doccia" mi informa e io annuisco.

Traffico tra gli indumenti ed estraggo un po' di possibili scelte. Dopo un'ora io e Alida siamo lavate e profumate.

"Iris, svegliati, sono le 19:00!" esclamo, mentre intreccio alcune ciocche dei capelli di Alida in quattro treccine, due a lato, lasciando il resto della chioma sciolta e liscia.

La mia migliore amica mugola qualcosa di incomprensibile e si desta dal sonno dopo qualche minuto. Poi si dirige in bagno con passi incerti a causa della sonnolenza con tutto l'occorrente, mentre io finisco di sistemare l'acconciatura di Alida. In attesa di Iris, ci trucciamo e indossiamo i vari gioielli. Quando scendiamo nel piano inferiore, i ragazzi ci stanno già aspettando davanti alla scalinata per lasciare l'albergo. Entrambi rimangono stupiti da noi, letteralmente sono a bocca aperta. Sento lo sguardo di Daniel addosso, lo avverto indugiare sul mio corpo.

"Caspita, ragazze, siete bellissime vestite così!" si complimenta mio fratello.

Devo ammettere che stavolta ci siamo impegnate al meglio delle nostre capacità. Alida indossa una gonna nera, un top senza maniche del medesimo colore e delle comode scarpe bianche. Io porto un paio di pantaloncini in jeans celesti, una camicetta bianca a maniche corte che arriva fin sotto il seno e lascia scoperta tutta la pancia e le spalle e dei sandali. Infine, Iris si è messa uno dei miei abiti, perché non sapeva cosa indossare e aveva poco tempo, ovvero un vestito nero a maniche corte con uno spacco ovale orizzontale sul petto e delle scarpe nere. Gli sorridiamo e percorriamo gli ultimi gradini. Mi avvicino a Daniel.

"Sei pazzesca" commenta.

"Grazie" rispondo, arrossendo e spostando con le dita la frangia laterale da davanti gli occhi.

I capelli ricadono sciolti e ondulati lunga la schiena con qualche ciocca rossa. Ho deciso di attuare questo cambiamento di look ai capelli a marzo e sono rimasta soddisfatta dell'ottimo lavoro della parrucchiera. Per mia sfortuna il colore non durerà ancora per molto dall'ultima volta che me lo hanno rifatto, ma confido che l'estate prossima farò qualche ciocca bionda, anziché rossa.

Non indosso nulla di elegante e particolare, ma i suoi complimenti mi fanno sempre sentire speciale ai suoi occhi. Ogni volta che sento la sua voce, il cuore inizia a battere più forte e il respiro mi manca.

"Lo sei anche tu" ricambio, riferendomi al suo abbigliamento.

Come fa a essere così bello con una semplice maglietta, un paio di jeans scuri e delle converse bianche? Esigo subito una spiegazione! La canotta è così sottile e aderente al suo corpo da poter notare il petto allenato e i forti muscoli delle braccia. Anche Samu non è male con i pantaloni neri, una canottiera bianca con sopra una camicia a maniche corte con quadri bianchi e neri. Per non parlare, poi, dei suoi soliti capelli leggermente spettinati e la ricrescita della barba. Lo troverei attraente persino io che sono sua sorella.

Usciamo dall'albergo e iniziamo a passeggiare per le vie di Sirmione.

"Vedo che porti il bracciale che ti ho regalato" constata Daniel al mio fianco.

Non ho il tempo di metabolizzare la sua frase che avverto le sue dita al polso. Abbasso gli occhi e lui solleva il mio braccio per guardare il gioiello.

"Certo, lo adoro" affermo.

Lui abbozza un sorriso e io lo copio. Visitando il centro, sostiamo in un ristorante e ci sediamo in un tavolo all'aperto. Ordiniamo tutti una pizza e consumiamo la nostra cena tra chiacchere e risate. Trascorriamo il resto della serata, scoprendo nuovi angoli di Sirmione per poi rientrare in hotel a tarda notte.

"Domani potremmo andare in spiaggia, che ne dite?" propone Iris, poco prima di tornare in camera.

Il gruppo è d'accordo e ci diamo appuntamento il mattino seguente per la colazione.

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