Capitolo 4

Serena

Un mese e diciannove giorni dopo la festa di compleanno...

La vibrazione persistente del mio telefono mi costringe ad aprire di malavoglia gli occhi. Allungo la mano per prenderlo e controllare l'orario. Domenica 22 dicembre, ore 8:49. Ma chi è che rompe a quest'ora del mattino? Neanche la domenica si può più dormire! L'unico giorno della settimana in cui non devo svegliarmi presto per andare a scuola e lo stesso vengo importunata. Apro WhatsApp per leggere i messaggi. Scommetto che saranno le mie compagne di scuola che come al solito devono disturbare tutti i partecipanti del gruppo classe.

Iris: Auguri, Sere!

Iris: Finalmente, +18.

Iris: TVB 💕

Alida: Auguri, maggiorenne! 💕

Auguri? Sgrano gli occhi, non appena ricontrollo la data di oggi e scatto a sedere sul letto. È vero, è il mio compleanno! Come ho fatto a dimenticarlo? Aspetto dicembre solo per questo evento, oltre alle vacanze di Natale. Stento a crederci che compio diciotto anni. Scosto le pesanti coperte che mi proteggevano dal freddo e scendo dal letto. Sbadiglio distrattamente, mentre raggiungo il bagno per lavarmi il viso e i denti. Raccolgo i capelli in una semplice e veloce treccia per evitare che mi cadano davanti agli occhi.

Venti minuti dopo inizio a rispondere ai messaggi di auguri da parte di parenti, amici e conoscenti, mentre scendo le scale per raggiungere la cucina.

"Auguri di buon compleanno, amore mio!" strepita mia madre, appena mi vede.

La sua voce improvvisa mi spaventa bruscamente da farmi quasi cadere il telefono dalle mani.

"Mamma, mi hai spaventata!" la rimprovero leggermente, portandomi una mano sopra al cuore, dove sento il mio battito accelerato per la paura.

Lei ignora la mia predica e si avvicina per stringermi forte tra le sue braccia.

"La mia piccolina è cresciuta così tanto" commenta, lasciandomi un bacio sui capelli e io la ringrazio.

"Proprio perché è cresciuta così tanto che dovrai stare attenta d'ora in poi, cara mamma" interviene una voce alle mie spalle.

Mi distacco da mia madre e alzo gli occhi al cielo, sapendo bene di chi si tratta. Mi volto, trovando Samuel appoggiato allo stipite dell'entrata della cucina con le braccia incrociate al petto.

"Senti chi parla!" ribatto sarcasticamente.

Lui mi sorride divertito e si incammina verso di me per abbracciarmi e darmi un bacio sulla guancia.

"Buon compleanno, sorellina!".

Mi preparo la mia solita colazione, costituita da una tazza di cereali e latte e mi siedo a tavola per consumarla in compagnia di mio fratello. È strano sentirsi dire che ora ho diciotto anni perché ho la strana sensazione di non provarli affatto.

Per festeggiare il mio compleanno è stato organizzato un pranzo con tutta la famiglia. Ho anche invitato Iris e Alida, essendo ormai parte integrante della mia vita da anni. Ho ancora un po' di tempo libero prima di prepararmi per la festa, quindi proseguo con il disegno di Sdentato e Furia Chiara del terzo film 'Dragon Trainer'. Il disegno è un altro mio passatempo oltre alla lettura e ammetto di essere abbastanza brava, avendo ereditato tale bravura da mio padre. Alle 10:54 ricevo delle notifiche da parte di Instagram. Poso la matita sulla scrivania e prendo il cellulare.

Iris Mariani ti ha menzionato nella sua storia.

Alida Mariani ti ha menzionato nella sua storia.

Accedo all'app e guardo le loro storie. Mi viene da sorridere spontaneamente, quando osservo le foto che mostrano i nostri momenti insieme più belli. Non voglio perdere la loro amicizia, quando finiremo l'ultimo anno del liceo perché so che dopo quel momento prenderemo strade diverse. Non sarò mai pronta per rinunciare a loro.

Meglio che inizio a prepararmi, altrimenti rischio di non essere pronta in tempo. Ripongo il telefono sul ripiano e abbandono il disegno. Raggiungo l'armadio e apro le ante, iniziando a setacciare l'abito perfetto da indossare. Non so proprio cosa mettermi, ho una fila di abiti nuovi e perfettamente intatti che aspettano solo di essere provati. Nell'indecisione più totale il trillo del campanello di casa mi distrae d'improvviso. Chi sarà? Non aspetto visite da nessuno. Corro ad aprire e mi ritrovo davanti le gemelle Mariani.

"Che ci fate voi qui? Avremmo dovuto vederci alle 12:15".

"Non possiamo andare alla festa senza prima vedere cosa indosserai" spiega Iris, entrando in casa.

"Di certo non puoi presentarti davanti a Daniel così" la appoggia la sorella, indicando con un cenno della mano il mio abbigliamento da casa e la treccia scompigliata.

Scuoto la testa e alzo gli occhi al cielo. In fin dei conti, sono felice di averle qui con me prima del previsto.

"Che centra Daniel con la mia festa di compleanno?" domando, chiudendo la porta e incrociando le braccia al petto.

"Hai inoltrato l'invito anche a lui" mi ricorda Iris.

"E sappiamo bene che ti piace" aggiunge Alida.

"Ma è fidanzato" controbatto.

"E allora perché l'hai invitato?" chiede Alida.

"In amicizia" rispondo, scrollando le spalle indifferente.

Dalla festa di compleanno io e lui non ci siamo più visti e dato che non ho nessun genere di contatto con lui, ho dovuto chiedere a Iris se poteva parlargli della mia festa di compleanno. A essere sincera non mi aspettavo che accettasse.

Le ragazze mi scrutano con il tipico sguardo che non mi credono neanche se le pago e io sono costretta a parlare di altro prima che mi tartassino ancora con la questione di Daniel.

"Andiamo a scegliere l'abbigliamento, siete venute qui per questo, no?".

Ci dirigiamo in camera mia e le gemelle iniziano a ispezionare tutto il guardaroba presente nell'armadio, mentre io le attendo, seduta nel letto.

"Che ne dici di questo?" chiede Iris, estraendo un abito giallo.

Si tratta di un vestito a maniche lunghe, svasato verso l'orlo, a vita alta e con la scollatura quadrata. È uno dei miei preferiti, anche se in realtà mi piace ogni abito rinchiuso dentro l'armadio. Amo collezionare vestiti adatti per ogni tipologia di situazione, ma non sono molte le occasioni in cui posso sfoggiarli sul mio corpo.

"No!" ribatto subito.

"Perché no?" domanda lei in tono dispiaciuto, lisciando con le dita il tessuto morbido e leggero della gonna.

"Perché siamo in pieno inverno".

Non è che non mi piace, anzi lo trovo bellissimo, ma per questa volta preferisco mettermi qualcosa di semplice e ordinario. Non è detto che alla propria festa di compleanno bisogna per forza indossare un vestito. Iris sospira pesantemente e scuote la testa. Sa che sono testarda e a volte la mia ribellione mette a dura prova la sua pazienza.

"Ok, va bene, cerchiamone un altro".

"Questo, invece?" interviene Alida, mostrandomi il secondo abito.

"Sì, questo è ancora più bello del primo!" esclama con euforia la sorella.

È un vestito bianco con fiori di tonalità rosse e rosa. Presenta le maniche lunghe svasate, è a vita alta e l'orlo della gonna è fatto di volant sovrapposti. Hanno ragione: questo è ancora più raffinato del precedente, ma è anche più sensuale e scollato.

"Lascia la schiena scoperta" le informo, indicando con l'indice il retro dell'indumento, su cui vi è uno spazio vuoto e aperto.

"Non importa, non ti metterai il reggiseno" commenta Alida.

"E ha la scollatura profonda" insisto.

"Meglio, così Daniel potrà dare un'occhiata a quello che nascondi sotto" aggiunge Iris in tono malizioso e io la fulmino con lo sguardo.

"Non credo proprio! Non uso le mie forme per far colpo sui ragazzi" ribatto subito, incrociando le braccia al petto come una bambina con il broncio.

"Infatti, per questo ti metti sempre jeans e maglietta" afferma la mia migliore amica.

Lei indossa un'elegante camicetta rosa a maniche lunghe e un paio di pantaloni attillati neri. Anche Alida è vestito allo stesso modo, se non per il colore della camicia che nel suo caso è bianca. Mi conosco e so che in fatto di vestiti sono terribilmente indecisa. Possono passare anche ore e sarei ancora qui a decidere cosa indossare.

"In realtà pensavo di mettermi qualcosa come il vostro vestiario. In compenso, però, potete scegliere il trucco e l'acconciatura che più preferite".

Le gemelle si scambiano uno sguardo riflessivo e silenzioso, ma alla fine si arrendono e acconsentono. Scelgo di mettermi dei leggings neri, degli stivaletti bianchi con tacco, una lunga camicetta celeste e una cintura rossa da legare intorno alla vita per far aderire il tessuto dell'indumento al corpo.

"Manca ancora qualcosa, il colore della cintura non mi convince" riflette Iris, arricciando il labbro superiore verso l'alto.

Fruga dentro il secondo cassetto di un mobile ed estrae un foulard rosato da avvolgere intorno al collo.

"Perché questo?" domando, prendendolo in mano.

"Per dare un tocco in più e, inoltre, si abbina alla cintura" spiega lei.

In seguito mi lisciano i capelli e li tengono lontani dagli occhi grazie a un cerchiello bianco e per il trucco si accontentano di un po' di mascara sulle ciglia e un lucidalabbra sulla bocca.

"Belle quinte!" commenta la voce di mio fratello alle nostre spalle, riferendosi al fondoschiena di Iris.

Lei diventa subito rossa in viso per il suo complimento e raddrizza la schiena, dato che era chinata su di me per truccarmi.

"Samuel, non sprecare fiato con lei!" lo ammutolisco subito in tono serio e lui rivolge le mani in alto in segno di innocenza.

Mio fratello è bravo a sedurre le ragazze con il suo sorriso smagliante, i capelli marroni un po' scompigliati e gli occhi del medesimo colore, ma mai gli avrei permesso di giocare con Iris o con Alida. Loro sono speciali per me e non voglio assolutamente perderle per qualche sua pavoneggiata ridicola.

"Sono solo venuto per dirti che sto andando al ristorante con mamma, ci vediamo lì. Ah, e per la cronaca, puoi stare pure tranquilla: non sono minimamente interessato a nessuna delle due" mi informa per poi lasciare la stanza.

Noto la mia migliore amica con un'espressione strana in faccia, sembra quasi ferita e delusa, ma si ricompone immediatamente, tornando alla sua attività.

"Un'ultima cosa" avvisa.

Si avvicina a me e allunga le dita verso i bottoni iniziali della mia camicia, sbottonandoli per lasciar intravedere leggermente il pizzo nero del reggiseno. Io sollevo lo sguardo, fissandola con rimprovero.

"Ecco fatto, ora possiamo andare!" enuncia con un sorriso fiero sulle labbra e Alida ride divertita.

Saliamo sulla macchina di papà e ci dirigiamo al ristorante. Chissà se Daniel è già lì, forse ci starà aspettando.

"Sai se Daniel è già arrivato al ristorante?" domando a Iris.

"Non verrà per il pranzo, ha detto che farà un salto alla fine della festa".

Non posso negare di essere un po' dispiaciuta perché speravo di passare un po' di tempo con lui per approfondire il nostro rapporto, ma non posso neanche lamentarmi. È stato disposto a venire alla mia festa di compleanno, nonostante io e lui ci conosciamo a malapena.

"Ah, non lo sapevo. Grazie per avermelo detto".

Prendo il telefono e nell'attesa accedo su Instagram. L'arrivo di una notifica mi spiazza e fatico a credere a quello che sto leggendo.

Daniel Vitali ha iniziato a seguirti.

Non ci posso credere! Clicco sul pulsante 'Segui' e do una piccola sbirchiatina al suo profilo. Non posso fare a meno di sorridere lievemente, mentre osservo i post pubblicati. Non so se sia un bene o un male, ma almeno ora ho un contatto per potergli scrivere senza dover chiedere a Iris. Ricevo un messaggio privato da parte sua e le dita mi tremano, mentre clicco sulla notifica per leggerne il contenuto.

Daniel: Buon compleanno!

Serena: Grazie. Ci vediamo più tardi?

Daniel: Certo, a dopo!

Il pranzo si conclude alle 14:41 con un'ottima e squisita fetta di torta di compleanno. Quando il cameriere me l'ha consegnata, mi è subito venuto in mente la scena di me e Daniel alla festa di un mese e mezzo fa, quando per errore l'ho toccato al polso. Lui non si è fatto ancora vedere e non so per quanto andrà avanti la celebrazione. Forse ha cambiato idea e non vuole più vedermi. Controllo le notifiche sul cellulare, ma non ho nessun nuovo messaggio da parte sua. Cerco di non gettarmi nello sconforto e decido di comune accordo con i miei cugine e cugine di fare una passeggiata nei dintorni del ristorante. Ne approfitto anche per portare le buste con dentro i miei regali nella macchina di mio padre.

Chiedo le chiavi e tutti insieme lasciamo la sala. Scendiamo la gradinata in marmo e raggiungo il parcheggio, mentre il resto del gruppo rimane ad aspettarmi davanti all'entrata. Per fortuna ho gli stivaletti e non i tacchi a spillo perché a quest'ora sarei già inciampata e caduta a causa dei sassolini che costituiscono la ghiaia del parcheggio. Arrivo all'auto, apro il bagagliaio e deposito le borse.

"Ciao".

Riconosco la sua voce e voltandomi indietro, mi imbatto nelle iridi verdi di Daniel. Non ci speravo più!

"Ciao!" esclamo con un grande sorriso sulle labbra.

Mi ero dimenticata di quanto fosse bello con i suoi capelli castani arruffati e all'insù e lo sguardo virile e penetrante che emana. Porta una camicia grigia con il primo bottone sbottonato, una giacchetta in pelle nera e un paio di pantaloni anch'essi neri. A differenza della prima volta che ci siamo presentati, stavolta non ha un minimo accenno di barba e la sua mascella è liscia e rasata.

"Buon compleanno! Di nuovo. Ti ho portato un regalo" commenta, porgendomi una borsa.

Sento un certo imbarazzo nel tono della sua voce, ma non voglio farci caso. Per quanto mi riguarda, mi trovo nella sua stessa situazione di disagio.

"Grazie, ma non dovevi".

"Siamo amici, no?".

Allungo la mano per afferrare il sacchetto e le nostre dita si toccano. Proprio come la prima volta una scossa si propaga in tutto il mio corpo. Come possiamo essere amici se lui mi fa scatenare queste reazioni involontarie solo con un tocco? Spero solo che lui non abbia percepito queste sensazioni.

Estraggo un involucro bianco e alzo il coperchio. Non so cosa aspettarmi al suo interno, ma presumo si tratta di un gioiello. E ho ragione: Daniel mi ha regalato un braccialetto in pelle blu con gli charms della Pandora che raffigurano un cuore, una balena, un delfino e una tartaruga e tre anelli in dettaglio blu e argento. Rimango letteralmente sbalordita dalla sua bellezza e mi chiedo come abbia fatto Daniel a permettersi un ciondolo così pregiato. Non doveva assolutamente comprarlo per me, non siamo poi così intimi come amici.

"Non sapevo cosa regalarti di preciso, perciò ho chiesto aiuto a due persone molto speciali" spiega e capisco che si riferisce alle gemelle Mariani.

Solo loro mi conoscono così bene.

"Mi hanno detto che il tuo colore preferito è il blu e che adori il mare e ho trovato il regalo perfetto per te".

"Io... veramente... sono senza parole" balbetto, sfiorando con i polpastrelli i contorni degli Charms.

"Non si direbbe, considerando che hai appena parlato" controbatte, scherzando.

"Grazie ancora".

Voglio provarlo subito, amo follemente i bracciali di Pandora. Sono molto costosi, per questo ne ho pochi.

"M-Mi aiuti ad agganciarlo?".

"Certo".

Prende il bracciale e lo avvolge intorno al mio polso destro. Alzo gli occhi sul suo volto e osservo i suoi lineamenti, mentre cerca di chiudere il gancio. Le sue sopracciglia leggermente corrugate, la mascella contratta, gli occhi concentrati e infine le labbra. Così invitanti e così vicine che basta poco per sfiorarle con le mie. No, riprenditi, Serena! Non puoi baciarlo! Daniel riesce nel suo intento e si distacca di qualche passo da me. Gli sorrido, cercando di non mostrargli quanto la sua vicinanza mi turba nell'anima ogni volta. È sempre un continuo sentire qualche piacevole vibrazione nello stomaco e nel basso ventre.

Butto il cofanetto ormai vuoto sul fondo della borsa e poso la busta vicino a tutti gli altri regali. Richiudo la portiera del bagagliaio e mi avvicino a lui con l'intento di abbracciarlo. Non so se me lo lascerà fare, ma nel mio cuore spero di sì. È solo un innocuo modo per fargli sapere che apprezzo la sua generosità nei miei confronti. Noto la confusione nei suoi occhi, quando avvolgo gli arti intorno alle sue spalle. I nostri indumenti si uniscono, mentre sento le sue mani che esitano dietro la mia schiena. Il suo profumo di muschio mi invade le narici e nascondo il viso nell'incavo del suo collo. Avverto le nostre guance sfiorarsi e mi distacco per prima pochi secondi dopo. Ci guardiamo negli occhi, mentre i nostri volti si allontanano molto lentamente, ma il suo resta chinato verso il mio. I suoi occhi fissano le mie labbra e io, incantata dal colore chiaro delle sue iridi, resto immobile con le labbra dischiuse.

Una voce in lontananza ci distrae, costringendoci a voltarci indietro. Le sue mani, posate sopra la cintura rossa che porto in vita, si scansano frettolosamente dal mio corpo. Da quanto erano lì? Mi ritraggo indietro per respirare ossigeno che fino a pochi secondi fa era intrappolato nei miei polmoni e mi sistemo rapidamente le due ciocche ai lati del viso che fuoriescono dal cerchiello.

"Daniel, alla fine ce l'hai fatta ad arrivare!" commenta Iris, raggiungendoci.

Si abbracciano e lui le dà un bacio sulla guancia. Abbraccia anche Alida e poi risponde.

"Sì, sono venuto per dare il mio regalo a Serena".

"Possiamo vederlo?" chiede Alida.

Fingo un sorriso per dimenticare quell'armonia di sguardi che c'era tra di noi fino a pochi minuti fa, e avanzo verso di loro. Allungo il braccio per mostrare il gioiello al polso.

"È bellissimo, i nostri consigli ti sono serviti" gioisce la mia migliore amica con un sorriso malizioso.

Lui si mostra visibilmente nervoso, mentre io evito i loro sguardi, imbarazzata.

"Vuoi una fetta di torta?" mi rivolgo a Daniel.

"No, grazie".

Mi sembra più distaccato, ma è solo una mia impressione.

"Noi stavamo per fare una passeggiata. Ti unisci?" domanda Alida, indicando con un cenno della mano il gruppo che ci sta aspettando.

Daniel accetta e tutti insieme iniziamo ad attraversare la zona. Il ristorante dispone di un grande parcheggio tutt'intorno e in fondo a una piccola collinetta c'è anche un parco giochi per bambini.

"Allora?" allude Iris.

"Allora, cosa?" ripeto io.

"Ah, andiamo! Sai benissimo cosa: tu e Daniel" confessa a bassa voce.

Faccio scattare subito lo sguardo davanti a noi per controllare che il suo migliore amico non l'abbia sentita. Fortunatamente sta parlando con Alida ed entrambi sono ignari delle nostre voci alle loro spalle.

"Continuo a non capire".

"Lui non avrebbe mai comprato un regalo come quello che porti al polso, soprattutto a una ragazza che ha conosciuto solo un mese fa" spiega.

Chino gli occhi sul bracciale. Forse Iris ha ragione, ma io non voglio illudermi e fare la figura della patetica che fraintende sempre tutto. Una parte di me cerca di convincermi che è solo una delle mie solite fantasie mentali.

"Cosa stai cercando di dirmi?" la incito.

"Che, forse, ma è solo una supposizione, Daniel potrebbe iniziare a interessarsi a te".

Mi lascio scappare una risata divertita che cerco di trattenere, sigillando tra di loro le labbra. Io interessare a uno come Daniel? Proprio lui che è già sistemato con un'altra ragazza? Bella questa! Per quanto desideri con tutto il cuore che lui possa ricambiare i miei sentimenti, purtroppo non credo sia così e io devo smetterla di farmi inutili illusioni su di noi.

"Sbaglio o è fidanzato?" le ricordo.

"E poi siamo solo amici. L'ha detto pure lui" aggiungo.

"Ehi, ragazze, venite!" ci interrompe la voce di mio fratello, facendoci segno di raggiungerlo con un gesto della mano.

Non mi sono neanche accorta che, mentre parlavo con Iris, il gruppo si era allontanato. O io e Iris camminavamo troppo lentamente o loro andavano troppo veloci. Lasciamo cadere il discorso e ci ricongiungiamo. Ci fermiamo poco davanti all'entrata del parco giochi, affiancato da una piccola casa in legno disabitata che solitamente viene usata come ripostiglio.

"Che c'è?" domando.

"Guardate lì" ci consiglia Daniel, puntando il dito su un angolo dell'abitazione dove ci sono dei gattini che stanno giocando tra di loro.

"Che carini!" esclamo, meravigliata da quelle piccole creature pelose.

"Proviamo ad avvicinarci" azzarda la mia migliore amica.

Avanziamo lentamente, ma appena i cuccioli si accorgono di noi, si rifugiano dietro alcune cianfrusaglie posate contro il muro.

"Hanno paura di noi, non credo che si faranno toccare" intervengo.

Siamo sul punto di allontanarci, quando la testolina di uno dei gattini sbuca da dietro il suo nascondiglio e si avvicina a piccoli passi a noi. Mi inginocchio e distendo il braccio verso l'animale, il quale annusa la mia mano più volte. Con molta esitazione riesco a sfiorare il suo pelo grigio tigrato. Lo prendo tra le mie mani delicatamente e lui lancia un innocuo miagolio. Mi rialzo e lo mostro a tutti.

"È bellissimo!" commenta una delle mie cugine, mentre lo accarezza.

Altri due gattini neri prendono coraggio e imitano il loro simile. Samuel si china per provare a recuperare uno dei cuccioli. Passo il micino grigio a Iris, mentre mio fratello stringe tra le braccia il cucciolo nero come la pece. Noto che hanno gli occhi azzurri, devono avere poche settimane di età. Li depositiamo a terra e loro subito corrono dalla madre, nascosta a pochi metri di distanza da noi, la quale li annusa e li lava con la sua lingua ruvida. Raggiungiamo il parco giochi e io e Daniel ci sediamo ognuno sull'altalena, mentre le gemelle e i miei parenti si divertono a provare i cavallini in legno o lo scivolo per bambini.

"Alla fine non ti ho neanche chiesto come stavi, appena sei arrivato" inizio la conversazione.

"Ah, tranquilla, sto bene. Tu, invece? Come ci si sente a essere finalmente maggiorenne?" domanda, facendo dondolare leggermente l'altalena con l'aiuto delle gambe.

China la schiena, poggia le braccia sulle ginocchia e si volta a guardarmi in attesa di una mia risposta. Non posso non trovarlo sexy in questa posizione, trasuda bellezza anche con il minimo movimento.

"È una bella sensazione, ma allo stesso tempo strana. Devo ancora abituarmi all'idea che sto iniziando a invecchiare" rispondo in tono scherzoso e lui scoppia a ridere.

Non l'ho mai sentito ridere di gusto e il suo umore contagia anche me. Passiamo lì il resto del pomeriggio fino alle 17:22.

"Credo che per me sia ora di andare" annuncia Daniel, controllando rapidamente l'orario sul suo telefono.

"Sì, anche per noi" afferma Iris.

"Grazie mille per tutto. Sono felicissima che siate potuti venire".

Lasciamo la collina e ci dirigamo verso il ristorante. Le ragazze rientrano per recuperare le loro borse e i giubbotti, mentre io e Daniel restiamo soli. Mi stringo di più il giubbotto nelle spalle e cerco le ultime parole da dirgli prima di salutarci definitivamente.

"Grazie ancora per il regalo, Daniel. Non so come ringraziarti".

"Figurati, è stato un piacere".

Ci fissiamo per qualche secondo in completo silenzio, finché non è lui a rompere il ghiaccio per primo.

"Sei molto carina" confessa a voce bassa, quasi come se avesse paura di farsi sentire da altre persone, anche se qua fuori siamo solo noi.

Le guance mi si tingono di imbarazzo per il suo complimento e stento a crederci che l'abbia detto sul serio. Mi trova carina!

"Grazie, il merito è di Iris e Alida".

"Sono anche responsabili di questo foulard così vistoso?" domanda, avvicinandosi di un passo a me per sfiorare con i polpastrelli il tessuto avvolto intorno al collo.

Sento il respiro mancarmi sempre meno, ma non voglio che si allontani per nulla al mondo. Resterei così con lui vicino anche per tutta l'eternità.

"Ehm, sì. Lo trovi bizzarro, non è vero?" commento, cercando di ignorare i battiti accelerati del mio cuore.

"Di solito non è molto usato, però su di te sta bene".

Commetto l'errore di guardare le sue labbra perché la tentazione e la voglia di baciarlo in questo momento sono fortissime.

Le gemelle fanno la loro comparsa e Daniel si distanzia subito da me, salvando il momento di grande imbarazzo da parte mia. Abbraccio le gemelle e le saluto con un bacio sulla guancia, poi quando arriva la macchina dei loro genitori, si allontanano insieme a Daniel. Resto a osservarli, mentre lasciano il parcheggio e li saluto con un cenno della mano. Un braccio si avvolge intorno alle mie spalle.

"Devi dirmi qualcosa, sorellina? Sai, un ragazzo sconosciuto alla tua festa..." mormora in tono compiaciuto Samuel.

Alzo gli occhi al cielo ed evito di rispondergli per non soddisfare la sua curiosità. Quando anche io ritorno a casa, ricevo dei messaggi da parte di Iris sul gruppo WhatsApp. Sono delle foto di me e Daniel che lei deve aver scattato con il suo telefono, mentre noi eravamo distratti a parlare.

Iris: Che carini che siete!

Alida: Ha ragione, si vede che c'è una certa complicità tra di voi.

Osservo le immagini che ci raffigurano seduti sull'altalena, lui a sinistra e io a destra con le nostre schiene rivolte verso la fotocamera, mentre guardiamo l'ambiente intorno a noi. Un'altra foto ci ritrae sorridenti con il gatto nero che Daniel tiene tra le braccia. Mi scappa un sorriso spontaneo e le inserisco tra le mie preferite in un album della galleria creato appositamente. Chiunque vedrebbe queste fotografie, penserebbe subito che siamo bellissimi come coppia, ma non so se lo diventeremo mai un giorno.

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