Capitolo 3

"Sorridi, Allison, qualcuno si innamorerà del tuo sorriso"
Allison Argent,
Teen Wolf

Serena

Quegli occhi li riconoscerei ovunque perché appaiono nei miei sogni da quando li ho visti per la prima volta.

Un anno e quaranta giorni fa...

È il due novembre e allo scoccare della mezzanotte di stasera Iris e Alida compiono diciassette anni. Ancora un anno e finalmente diventeranno maggiorenni. Per l'occasione è stata organizzata una festa di compleanno in un ristorante appena fuori da Milano.

L'appuntamento è alle 21:00 e io sono già in ritardo. Il telefono vibra tra le mie mani.

Iris: Serena, quando arrivi?
Serena: Sto già arrivando.
Iris: Ok.

Poco dopo papà accosta la macchina davanti al ristorante.

"Non fare troppo tardi" mi raccomanda, mentre scendo dall'auto.

"Non preoccuparti, è solo una festa. Grazie per il passaggio" lo tranquilizzo.

Si allontana subito dal parcheggio e si immette nella strada principale per tornare a casa. Mi sistemo rapidamente il vestito nero a maniche lunghe che indosso e mi avvicino ai gradini in legno che precedono l'entrata del ristorante. Ad accogliermi c'è una giovane cameriera che mi invita a seguirla per raggiungere le due festeggiate. Percorrendo un breve corridoio a sinistra dell'entrata, giungo in una piccola sala allestita con un tavolo a U e vari palloncini sparsi in giro. Sulla parete frontale è stata posizionata la scritta 'Happy Birthday' e due palloncini dorati che compongono il numero diciassette. Iris si accorge subito della mia presenza e corre ad abbracciarmi. Stasera è molto bella con la gonna a vita alta nera, una maglia in pizzo bianco e i capelli sciolti e lisci che le arrivano fino alle spalle.

"Buon compleanno!".

"In teoria mancano ancora tre ore al mio compleanno, ma grazie lo stesso" commenta, sciogliendo l'abbraccio.

Alida ci raggiunge e le faccio gli auguri anche a lei. È vestita nello stesso modo di sua sorella, ad eccezione della maglia in pizzo rosa. Consegno loro una borsa bianca con all'interno i miei regali e Iris la mette in un angolo della sala insieme ad altri pacchi. Osservo le persone presenti e mi accorgo che ci sono solo ragazze come invitati. L'unico maschio in tutto quel gruppo femminile è un ragazzo dai capelli castani che sta lavorando al computer posto sopra un tavolino, vicino ai regali.

"Lui è Daniel" mi informa Iris, avendo notato dove si è fermato il mio sguardo.

Mi parla spesso del suo migliore amico, ma fino a oggi non lo avevo mai visto di persona. Non credevo che fosse così bello. No, ma che cosa sto pensando?!

"Tu conosci tutte queste persone?" domando, cercando di sviare la mia attenzione da quel ragazzo.

"Sì, le conosco, ma sono tutte amiche di Alida. Io ho invitato solo te e Daniel".

Mi volto verso il diretto interessato, il quale non si accorge che lo sto osservando di nascosto, troppo concentrato a fissare lo schermo del computer.

"Attenta, è fidanzato" mi sussurra Iris all'orecchio.

Mi conosce bene e capisce subito, quando un ragazzo mi attrae. Sa che mi innamoro molto facilmente, come sa che mi ci vuole parecchio tempo, se non addirittura mesi, per farmi passare definitivamente la cotta. È così difficile trovare un ragazzo che sia ancora single al giorno d'oggi?

Dopo che le ultime invitate sono arrivate, ognuna prende posto al tavolo e, fortuna o sfortuna, io capito proprio affianco a Daniel. Dato che saremo vicini per tutto il tempo, tanto vale iniziare una conversazione d'amicizia. Non conosco nessuno dei presenti, a parte le gemelle, e non voglio certo passare la serata in completo silenzio.

"Ciao, sei Daniel, giusto?" gli domando.

"Sì, tu?".

"Mi chiamo Serena".

"Sei la migliore amica di Iris?" intuisce e io annuisco.

"Mi racconta spesso di te" aggiunge.

"Davvero?" chiedo, sorpresa, e lui afferma con un cenno della testa.

"Anche di te mi parla" ammetto.

Da vicino è ancora più bello: occhi verdi, leggero accenno di barba, ciuffo all'insù fissato con il gel. Devo smetterla di fissarlo, è fidanzato, ripeto tra me e me.

Durante la cena ci parliamo di tanto in tanto, ma è difficile non arrossire, quando mi rivolge la parola. Mi sento una vera e propria imbecille in sua presenza. Una volta che tutte abbiamo mangiato la propria pizza, inizia il divertimento. Daniel ha il compito di produrre della musica, unendo più canzoni in sequenza come farebbe un dj. Ho scoperto che se la cava molto bene in questo genere di attività e non è la prima volta che lo fa. Ballo e mi diverto con tutte le invitate. Durante la canzone noto Daniel da solo alla consolle e prendo coraggio per parlargli. Mi allontano dal gruppo e mi avvicino a lui. Si accorge della mia presenza e si toglie un padiglione delle cuffie che indossa dall'orecchio destro.

"Sei molto bravo".

"Cosa?" domanda, sporgendosi verso di me.

I nostri volti sono vicini e sento un improvviso caldo propagarsi in tutto il corpo.

"Ho detto che sei molto bravo" ripeto, alzando la voce per farmi sentire.

"Ah, grazie".

"Ti piace l'informatica, vero?".

"Sì, la tecnologia in generale" conferma.

Chino lo sguardo sullo schermo del computer che mostra la lista di canzoni.

"Qual è tuo genere musicale preferito?".

"Rap. Il tuo?".

"Musica pop".

La nostra vicinanza mi fa provare troppo caldo e ho bisogno di aria fresca.

"Ti lascio tornare al tuo lavoro" dico, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Gli volto le spalle con l'intento di lasciare la sala e uscire un attimo. Spingo la porta d'ingresso in avanti e mi siedo sui primi gradini. La brezza serale mi sfiora il viso e io sospiro a pieni polmoni. Non posso innamorarmi di Daniel perché ha la ragazza e, inoltre, non penso di potergli piacere. Avverto dei brividi di freddo e sfrego rapidamente le mani lungo le braccia per scaldarmi. Avrei dovuto prendermi la giacca prima di uscire, invece di lasciarla abbandonata sulla sedia insieme al telefono e alla borsa. Allungo le maniche dell'abito fino a coprirmi le dita e sento il rumore della porta alle mie spalle.

"Ehi, va tutto bene?".

Riconosco la voce di Iris, la quale si siede al mio fianco.

"Sì, perché?".

"Ti ho vista uscire all'improvviso e pensavo volessi andartene".

Come può anche solo pensarlo? Se avessi voluto andarmene, l'avrei avvisata. Di certo non sarei sparita senza dire nulla a nessuno. E poi perché pensa che volessi andarmene?

"E perdermi la tua torta di compleanno?!" scherzo e lei accenna una risatina divertita.

Sa che amo i dolci e non me ne sarei mai andata senza prima assaggiarne una fetta. Incrocio le braccia al petto e poso i gomiti sopra le mie ginocchia.

"Ti ho vista parlare con Daniel" mi rivela dopo qualche minuto di silenzio.

So già cosa vuole dirmi: che devo stargli lontano, che è fidanzato, che non vuole che io soffra per amore e altre raccomandazioni simili. Lo apprezzo da parte sua, ma non è mai stato così facile per me ignorare i sentimenti. Mia mamma dice sempre che sono molto emotiva e che mi lascio coinvolgere troppo dalla mia umanità, ma questo mio lato dolce e tanto sentimentale fa parte di me ed è la cosa che le persone più apprezzano di me, quando mi conoscono, specialmente Iris.

"Ti fermo subito! Ho già capito le tue intenzioni e hai ragione: è occupato e devo evitarlo. Lo so".

"In realtà volevo solo dirti che mi fa piacere che andiate d'accordo. Solo perché è fidanzato, non significa che non può avere amiche" controbatte.

Concordo con lei, ma non conosco la ragazza di Daniel e non so come potrebbe reagire a un possibile rapporto di amicizia tra me e il suo fidanzato. Non voglio che litighino per colpa mia e ammetto che Daniel mi attira fisicamente, ma non sarò mai di intralcio alla loro relazione. Immagino che anche io, se fossi nei panni della ragazza, sarei molto gelosa di qualsiasi essere femminile che ci prova con lui. Chissà se Iris la conosce. So che non sono affari miei, ma non posso negare di essere un po' curiosa.

"Conosci la sua ragazza?".

"Daniel me l'ha presentata un paio di volte, ma nulla di più".

"Com'è?".

Iris distende le braccia dietro di sé e poggia i palmi aperti sul pavimento in legno del gradino, sopra il quale siamo sedute. Prima di rispondere solleva la testa verso l'alto e inizia a osservare le stelle che brillano nel cielo blu scuro.

"Esteticamente è una ragazza molto bella, ma di carattere non so nulla. Da quel poco che Daniel mi ha detto, è un po' gelosa, ma è normale: stanno insieme, quindi giustifico la sua gelosia".

Sposta lo sguardo dal cielo al mio viso e io espongo un piccolo sorriso per farle capire che sto bene. Ora più che mai devo stare lontana dal suo migliore amico.

"Fra poco c'è la torta, andiamo?".

Acconsento e lei si alza per prima, pulendosi il retro della gonna per eliminare l'eventuale polvere presente sul tessuto. Mi affida la sua mano per rialzarmi dalla gradinata e io stringo tra le dita il suo palmo come sostegno.

"Dobbiamo lavarci le mani prima di tornare alla festa" constata con espressione disgustata, mentre mi abbasso la gonna lungo le gambe.

A mezzanotte viene consegnata la torta di compleanno alle gemelle, le quali dopo la solita canzone di tanti auguri soffiano sulle candeline. Tutte applaudiamo e scattiamo qualche foto con il telefono per immortalare il momento. I camerieri, poi, prendono il dolce per dividerlo in più fette e consegnarlo a ognuno di noi.

"Va tutto bene?" mi domanda Daniel all'improvviso, mentre sto mangiando la mia porzione di torta.

Mi blocco con la forchetta in bocca, cogliendomi impreparata. Mi volto verso di lui e aggrotto le sopracciglia, non capendo il motivo della sua preoccupazione nei miei confronti. Estraggo la posata e mastico il boccone.

"Perché dici così?".

"Prima, mentre stavamo parlando, te ne sei andata" risponde.

Voleva che restassi ancora con lui a parlare? Non posso certo dirgli che il motivo per cui mi sono allontanata era per prendere le distanze da lui, essendo fidanzato, perciò mi giustificherò con una mezza verità. Pensavo di non interessargli come amica, eppure mi cerca.

"Avevo bisogno di prendere una boccata d'aria".

Abbasso lo sguardo sul suo piatto, su cui è rimasto un po' di dolce.

"Ti piace la torta?" cambio argomento.

"Sì, tu?".

"La adoro. Quasi quasi potrei prendermi un'altra fetta" rimugino.

"Se vuoi, puoi finire la mia" propone, afferrando il bordo del piatto per porgerlo a me.

Istintivamente la mia mano corre sul suo polso con l'intento di fermarlo e una sensazione di calore inaspettato si propaga sulla mia pelle. Riesco a sentire i rilievi delle vene che pulsano sotto le mie dita e Daniel china gli occhi sulla mia mano. Sento quel contatto tra di noi sbagliato e apro subito le dita, liberandogli il polso. Porto la mano tra i miei capelli, sistemandoli dietro l'orecchio e mi schiarisco lievemente la gola per alleviare il disagio che provo.

"N-Non serve. Posso sempre chiedere ai camerieri di portarmene un'altra".

"Come preferisci" commenta lui, riportando poi l'attenzione alla sua migliore amica.

Dopo aver mangiato il dolce è il momento di aprire i regali. Spero che alle gemelle piacciano i miei. Iris scioglie il fiocco rosa che decora la borsa ed estrae un cofanetto quadrato. Quando lo apre, spalanca la bocca dalla sorpresa.

"Oddio, è bellissima!" esclama.

"Sono felice che ti piaccia" rispondo.

"Grazie mille, Serena" dice, avvicinandosi a me per abbracciarmi e darmi un bacio affettuoso sulla guancia.

Afferra le due collane con ognuna la metà di un cuore e le separa per porgermi la mia. Per Alida, invece, ho comprato una collana in oro con le lettere del suo nome separate e pendenti e anche lei ha apprezzato tantissimo il gesto. Mentre sono impegnate a scartare gli ultimi regali, io cerco di chiudere il gancio della collana dietro al collo, ma non ci riesco così facilmente.

"Aspetta, ti aiuto io" interviene Daniel, notando la mia difficoltà.

"Grazie" dico, consegnandogli il gioiello.

Le sue dita sfiorano le mie e avverto una leggera scossa attraversare i nervi della mano. Facendo finta che non sia successo nulla, gli mostro la schiena e scosto i capelli da un lato. Avverto il suo respiro contro la pelle del collo e le guance mi bruciano dall'imbarazzo. È davvero così vicino o me lo sto solo immaginando?

"Fatto".

Lo ringrazio nuovamente e gli sorrido. Devo farmi passare l'agitazione che provo ogni volta che sono vicina a lui. Prendo la bottiglia di acqua naturale e riempio il bicchiere, sperando che basti per calmarmi.

Un'ora dopo alcune invitate iniziano ad andarsene. È quasi l'una di notte e anche io devo assolutamente tornare a casa. Afferro la borsa e il giubbotto e mi avvicino alle gemelle.

"Ragazze, io vado a casa. Grazie per la serata" dico, estraendo i soldi dal portafoglio per pagare la cena e consegnandoli a Iris.

"Figurati, grazie a te per essere venuta" ricambia lei.

"E grazie anche per i regali" aggiunge Alida.

"Di nulla, buonanotte".

"Ti serve un passaggio fino a casa? I nostri genitori stanno per arrivare" propone Alida.

"No, grazie. Viene a prendermi papà" rispondo.

Porto lo sguardo sul posto affianco al mio, trovandolo vuoto. Avrei voluto salutare Daniel, ma forse è meglio così. Sto per lasciare la sala, quando vado a sbattere contro qualcuno che sta uscendo dai bagni proprio in quel momento. I nostri corpi si toccano e io indietreggio istintivamente, stringendomi nelle spalle.

"Scusa".

"No, scusa te. Non ti avevo vista" controbatte Daniel.

"Stai andando via?" mi domanda, notando la giacca avvolta intorno al mio corpo.

"Sì, si è fatto tardi".

"Allora, ti saluto".

"Ciao".

Mi sorpassa di lato e io sono sul punto di procedere, ma qualcosa mi tiene bloccata sul posto. 'Solo perché è fidanzato, non significa che non può avere amiche' mi ritornano in mente le parole di Iris. Mi mordo il labbro inferiore, combattuta se darle ascolto o meno.

"Daniel" lo chiamo, voltandomi indietro.

Lui si ferma e gira il capo verso di me.

"M-Mi ha fatto piacere conoscerti" balbetto.

Dio, che stupida che mi sento in questo momento!

"Anche a me" ammette, accennando un sorriso.

"Ci vediamo".

"Ciao".

Ricambio il sorriso e gli do le spalle per proseguire. Mentre mi dirigo verso l'uscita, incrocio i genitori di Alida e Iris, intenti a parlare con il cassiere. Li saluto e li ringrazio per l'invito alla festa. Varco la porta, scendo i gradini e cerco il telefono dentro la borsa per chiamare mio padre. Spero che sia ancora sveglio, anche se ne dubito. Per fortuna domenica è appena iniziata e si può dormire fino a tardi. Digito il numero e clicco sul pulsante apposito per far partire la telefonata, avvicinando il cellulare all'orecchio.

"Pronto?".

"Papà, sono Serena. La festa è finita, puoi venire a prendermi".

"Arrivo, dammi qualche minuto" risponde, chiudendo la chiamata.

Ho l'impressione che stava dormendo, a giudicare dalla voce roca e impastata. Ripongo il cellulare dentro la borsa e inizio a passeggiare avanti e indietro nel parcheggio buio e silenzioso, disturbato solo dalla ghiaia sotto le mie scarpe. La mia attenzione viene attirata da una finestra del ristorante dove incrocio lo sguardo di Daniel. Non so perché si è affacciato lì, forse per casualità, ma la mia mente già formula l'ipotesi che lui fosse lì per me. Gli lancio un debole saluto con la mano e lui sospira con un sorriso, ricambiando. Non posso fare a meno di sorridere anche io e sulla figura incorniciata della finestra appaiono anche Iris e Alida che mi salutano. Restituisco loro l'ennesimo saluto con più energia e vigore della mano e distolgo lo sguardo, quando sento il rumore di una macchina che entra nel parcheggio. Riconosco mio padre alla guida e riporto l'attenzione alla finestra, trovandoci solo Daniel a fissarmi con una mano infilata dentro la tasca dei pantaloni e il braccio posato sulla cornice della vetrata sopra la sua testa. Secondi di puro silenzio accompagnati dai nostri occhi che si scrutano a vicenda, poi interrompo il contatto visivo e salgo in auto.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top