Capitolo 2
Se il vestito mi scende,
tu ti perdi completamente"
A un passo dalla luna,
Ana Mena e Rocco Hunt
Serena
Sono le 20:59 e sto aspettando che arrivi Iris. Mi ha mandato un messaggio mezz'ora fa, dicendomi che avrebbe fatto qualche minuto di ritardo dato che doveva ancora finire di asciugarsi i capelli e truccarsi. Non mi sorprende perché è sempre stata una ritardaria.
Mi guardo allo specchio rettangolare, adagiato sulla parete di fronte al letto, per valutare il risultato finale. Indosso un vestito rosa a maniche lunghe e degli stivaletti con tacco. L'abito mi arriva a metà coscia ed è tutto cosparso di brillantini argentati che riflettono la luce. Presenta una scollatura quadrata che esalta le rotondità dei miei seni e dietro lascia intravedere un po' la schiena, motivo per cui non ho messo il reggiseno.
I miei lunghi capelli marroni, che di solito lascio quasi sempre lisci per comodità, ora sono mossi e ondulati. Normalmente non metto l'eyeliner e non indosso vestiti eleganti, tuttavia oggi è l'eccezione e sono fiera di me stessa. Chissà, magari stasera è l'occasione buona che conosco qualcuno di interessante.
Sento il campanello suonare dal piano inferiore e Diana abbaia. Deve essere arrivata Iris. Prendo la borsetta nera con la tracolla a catena che avevo adagiato sul letto e ci infilo dentro il telefono, il portafoglio e le chiavi della macchina. Mi do un'ultima occhiata allo specchio per controllare rapidamente lo stato dei capelli e del trucco e sono pronta. Recupero il giubbotto da dentro l'armadio e scendo le scale per raggiungere Iris che sta parlando con mia madre davanti alla porta d'ingresso. Appena mi vede, ci abbracciamo e ci salutiamo con un bacio sulla guancia.
"Oh, mio dio, sei bellissima!" esclama, guardandomi dalla testa ai piedi e io arrossisco per il suo complimento.
Mi sono sempre apprezzata a livello fisico, solo che solitamente tendo a nascondere le mie forme per paura di non piacere agli altri, ma non questa sera. Oggi il mio scopo è quello di usare le mie curve per attirare i ragazzi. Iris, come me, ha poca autostima, ma cerca sempre di accettarsi per quello che è, anche se rimane molto insicura su sé stessa.
"Grazie mille, ma anche te stai benissimo" dico, indicando la sua gonna rosa a vita alta e la maglia nera a maniche lunghe, dalla quale si intravede il reggiseno in pizzo nero.
Anche lei si è messa l'eyeliner e i capelli sono sciolti e lisci. Come accessori, entrambe sfoggiamo un paio di orecchini a cerchio e degli anelli semplici.
"Mi raccomando, state attente! Non ubriacatevi e non accettate bevande dagli sconosciuti" ci avverte mamma.
"Ha detto la stessa cosa anche mia madre" commenta Iris con un sorriso sulle labbra.
Alzo gli occhi al cielo per la solita ramanzina di mia madre ed estraggo le chiavi dalla borsa.
"Mamma, stai tranquilla! Non succederà niente" la tranquilizzo, aprendo la porta di casa.
"Divertitevi!" ci augura.
Ci avviamo verso il garage per estrarre fuori la mia macchina bianca e ci infiliamo dentro. Inserisco la chiave sul quadro e la giro per far partire il motore. Subito la voce di Tini Stoessel, la mia cantante preferita, spezza il silenzio nell'abitacolo, mentre abbasso il freno a mano per lasciare la via di casa.
Anche se il locale in cui siamo dirette si trova a una ventina di minuti dal centro della città, ho preferito andarci con la macchina per evitare di morire di freddo a quest'ora della notte visto come siamo vestite. Uscire di notte in pieno inverno non è la migliore delle idee, ma secondo me ne vale la pena.
Durante il viaggio ascoltiamo le canzoni della playlist e arriviamo sul luogo. Lungo la strada che porta alla discoteca, trovo un posto libero e parcheggio. Ci togliamo la cintura di sicurezza e usciamo dalla macchina, chiudendola a chiave. Percorriamo il marciapiede, seguendo alcune persone che stanno andando nelle nostra stessa direzione.
"E adesso divertiamoci!" esclamo, avvolgendo un braccio intorno alle spalle di Iris, mentre ci incamminiamo verso l'entrata del locale.
Quando varchiamo l'ingresso, ci avviamo verso la reception per pagare l'entrata. Il locale dispone di due grandi sale interne con ognuna una consolle dj, bagni pubblici separati, bar, zone privée con vista sulla pista da ballo, tavoli da ristorazione e una zona guardaroba dove depositare le cose personali come borse e giubbotti.
Subito dopo l'ingresso ci dirigiamo verso la prima sala, rimanendo letteralmente a bocca aperta. L'ambiente spicca per la presenza di luci a led di colori diversi posti sopra le nostre teste e i comodi divani e tavoli sparsi in giro.
"Wow, questo posto è fantastico!" esclama Iris, alzando il mento per osservare le luci celesti e verdi che ci illuminano i volti.
"Già, è bellissimo" confermo.
Ci avviciniamo al bar illuminato da led dorati e ci sediamo sugli sgabelli. Nell'attesa mi guardo distrattamente intorno. Il luogo è abbastanza frequentato, considerando i gruppi di persone sedute ai divanetti che parlano tranquillamente tra di loro. Si sente in sottofondo una base musicale piacevolmente udibile e non alta da tapparsi le orecchie.
"Salve ragazze, volete ordinare qualcosa?" ci domanda una voce maschile.
Un giovane barista dagli occhi chiari e i capelli castani leggermente arruffati ci sorride, pronto per servirci. Devo ammetterlo, non è male come ragazzo, anzi, è un figo assurdo. Credo che abbia più o meno la nostra età.
"Un cocktail analcolico" rispondo.
"Ne abbiamo di diversi tipi. Potete controllare dalla lista dei drink" dice, consegnandoci un foglio posto sul ripiano poco distante da noi e lo ringraziamo.
Io prendo uno spritz analcolico con succo d'arancia, mentre Iris ordina un drink analcolico al succo di ciliegia.
"È la prima volta che venite qui?" ci domanda il ragazzo, mentre prepara i nostri cocktail.
"Come l'hai capito?" chiede Iris.
"Lavoro qui da un po' di anni e non vi ho mai viste. Si capisce anche dalle vostre espressioni sorprese e ammirate" risponde lui, alzando gli occhi in direzione di Iris.
Accenna un sorriso che lei ricambia, leggermente imbarazzata, e io alterno lo sguardo tra i due. Non vorrei essere precipitosa, ma tra di loro sembra essere nata subito una leggera intesa. Era anche ora che Iris si trovasse un ragazzo da conoscere.
"Sì, è la prima volta che veniamo qui" dico, distogliendo l'attenzione di lui dalla mia migliore amica.
"Ecco a voi, buona serata!" ci augura, consegnandoci le nostre ordinazioni per poi allontanarsi e proseguire con il suo lavoro.
Allungo la mano verso il mio bicchiere e mescolo il contenuto con l'aiuto della cannuccia. Iris mi imita e io mi sporgo verso di lei per evitare che il diretto interessato ci senta.
"È carino, vero?".
"Incominci di già? Siamo appena arrivate e subito hai gli occhi puntati su uno".
Davvero non si è accorta del modo in cui il barista la fissava? A me ha rivolto a stento uno sguardo, aveva occhi solo per lei.
"Non negherai che un po' è carino?".
Lei distoglie lo sguardo da me per puntarlo alle mie spalle. La curiosità mi divora, quando la vedo accennare un piccolo sorriso che cerca subito di nascondere. Mi volto indietro e capisco con chi stava scambiando quegli sguardi e quei sorrisi: il barista. Riporto l'attenzione davanti a me.
"Allora?" insisto, cercando di camuffare una leggera gioia nel mio tono di voce.
"Sì, è carino, ma nulla di più" mi avverte, avendo già immaginato i film mentali che la mia mente stava facendo in quel momento.
Avvicina la cannuccia alle labbra e beve un sorso del suo drink, mentre io decido di cambiare argomento.
"Com'è?".
"Buono" risponde e io mi accingo ad assaggiare il mio spritz.
Il famigliare sapore dell'arancia mi pizzica il palato, mentre il liquido fresco scende lungo la mia gola.
"Non male" affermo.
Gli schermi dei nostri cellulari, posizionati sopra il ripiano del bancone, si illuminano. Avvicino la mano per prendere il mio e controllare la notifica. È un messaggio da parte di Alida sul gruppo WhatsApp di cui facciamo parte io, lei e Iris.
Alida: Come sta procedendo la serata?
Serena: Bene, tua sorella ha già fatto colpo su qualcuno.
Iris: Non iniziate!
Alida: COSA??? Serena, voglio i dettagli!
Iris: Ti pareva!
Serena: 😂
Alida: Iris, quando torni a casa, devi assolutamente raccontarmi tutto.
Iris: Non c'è proprio nulla da spiegare, torna pure al tuo pigiama party.
Serena: Tranquilla, Alida, ci penso io al gossip.
Alida: Ok, sei la mia salvezza, Serena.
"Peccato che non sia con noi" commento, riposizionando il cellulare sul piano del bancone.
"Sarà per un'altra volta" risponde Iris.
"Ci facciamo qualche foto?" propongo e lei acconsente.
Dopo aver scattato almeno una ventina di selfie con la fotocamera del mio cellulare e aver postato qualche storia su Instagram, taggandoci a vicenda, si sono fatte le 21:30. Accedo alla galleria del telefono per scegliere le migliori immagini di me e Iris da utilizzare come possibili sfondi blocchi, quando il ritmo musicale di una canzone, a me famigliare, attira la mia attenzione. Prima ancora che possa dire qualcosa, Iris mi precede.
"A un passo dalla luna".
Scende dallo sgabello e mi prende per il polso per condurmi insieme a lei in pista, già frequentata da alcune persone. Per il momento c'è poca gente, ma quando saranno le undici, orario nel quale comincierà il vero divertimento, questa sala sarà totalmente gremita. Ci infiliamo in mezzo ad adolescenti, più o meno nostri coetanei, e iniziamo a ballare, muovendoci e cantando la canzone.
Fai finta che sei a un passo dalla luna e fidati se dico: "sei bella da paura".
Facciamo finta che l'estate è solo nostra, anche il mare ci guarda, sembra lo faccia apposta.
Quando penso a te, io sorrido e dopo non m'importa di niente, se il vestito mi scende, tu ti perdi completamente.
Ora sorridi ancora che anche se è tardi, dormi me.
Ti aspetto da una vita intera, intera, oh!
Che bella questa sera, stasera, oh!
È un sogno che si avvera, avvera, oh!
Perché io sono pazza, pazza di te...
Quando si tratta di ballare, sono nel mio elemento. Ho sempre amato il ballo e la musica e da piccola ho praticato danza. Sono anni che ormai non la riprendo, ma fortunatamente non ho mai perso vigore. Iris, invece, non ha il ritmo della musica come me, ma cerca di muoversi come meglio riesce, seguendo le note della canzone.
"Come fai a ballare così bene?!" sbuffa, quando le ultime parole risuonano nella pista.
"Ho praticato danza da bambina".
Una voce femminile giunge al mio orecchio e subito riconosco a chi appartiene. La identificherei anche tra mille altre voci.
"Non ci credo! Questa è Tini" esclamo felicissima.
Iris sa che amo le canzoni di questa cantante argentina e condivide i miei gusti. Qualcuno alza il volume della musica, rendendo la voce melodiosa di Tini più forte e ben udibile. Infilo le dita tra i miei capelli mossi e inizio a dimenare il bacino, facendo innalzare la gonna dell'abito a ogni movimento. Intorno a me le persone ballano e si muovono a ritmo della musica. Le luci chiare dei led si alternano con quelle scure sempre più velocemente che ho paura che possano scoppiare da un momento all'altro.
Y yo seré tu princesa
Toda la noche yo seré tu princesa
Y en el castillo nos amamos
Quieres ser mi rey, lo negaciamos
Y con un beso coronamos
Y yo seré tu princesa
Toda la noche yo seré tu princesa
Y en cualquier parte nos amamos
Si quieren ven, lo negociamos
Y con un beso coronamos
Avverto uno sguardo intenso addosso che mi fa venire la pelle d'oca in tutto il corpo, ma non riesco a capire cosa o chi mi provoca questa strana sensazione. La mia migliore amica sta ballando di fronte a me, ma stranamente ha gli occhi puntati su un punto indefinito della sala che non riesco a individuare. Probabilmente sta guardando il solito barista.
"Facciamo una pausa?" mi chiede con il fiato corto al termine della canzone.
"Sì, va bene".
Ci allontaniamo dalla pista e ritorniamo ai nostri posti, sedendoci sugli sgabelli. Iris accavalla le gambe fasciate dalle calze color carne l'una sopra l'altra e appoggia i gomiti sul bancone alle sue spalle, mentre osserva la sala da ballo frastornata dalle luci di colori alternati sul soffitto.
"A quanto pare sei al centro dell'attenzione di tutti" commenta.
Ho un po' caldo dopo aver ballato e ho anche sete, ma ne è valsa la pena. Non ballavo così energeticamente da parecchio tempo e devo dire che l'idea della serata in discoteca non è poi così male. Alla fine si tratta di divertirsi in compagnia delle persone che ci fanno stare bene. Afferro il bicchiere contenente il mio drink per rinfrescarmi la gola e avvicino la cannuccia alle labbra.
"Davvero?" domando.
Nonostante io sia al bancone a riprendere fiato, continuo ad avere la sensazione di essere osservata. Vorrei proprio sapere quale ragazzo in piena tempesta ormonale non smette di fissarmi, ovunque lui sia. Sempre che sia uno dai sani principi e non il peggiore degli psicopatici e stalker.
"Sì, Daniel ti stava guardando prima, mentre ballavi. Anzi, ti stava mangiando con gli occhi" mi rivela.
Appena sento quel nome, spalanco gli occhi per la sorpresa. Il liquido analcolico mi va di traverso e rischio di affogare con la mia stessa saliva. No, devo per forza aver capito male. Non può essere lui!
"Aspetta, cosa?!" esclamo, fissando Iris.
"Oh, sì!".
Quel Daniel? Insomma, quante probabilità ci siano che il Daniel che Iris abbia appena nominato non sia il Daniel che entrambe conosciamo?
Mi indica con un cenno del capo la direzione in cui i suoi occhi erano concentrati, mentre stavamo ballando. Seguo il suo sguardo e un paio di iridi verdi mi inchiodano immediatamente.
Mi sbagliavo, è proprio lui! Daniel Vitali.
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