Capitolo 15
Serena
Presente...
Il mio ultimo anno mi scorre davanti come immagini di un filmino in bianco e nero. Sembrano essere passati secoli, ma non è così. È il tempo che ho sprecato a correre dietro a Daniel, sperando in silenzio che lui potesse ricambiare in qualche modo, a renderlo dannatamente eterno.
Ho sempre avuto una strana percezione che lui potesse essere interessato a me, d'altronde anche la stessa Iris me l'ho fatto notare il giorno del mio diciottesimo, dopo appena un mese che lo aveva appena conosciuto. Non avevo mai capito se darle ragione o meno e nemmeno ora l'ho capito. Negli ultimi tempi ho cercato di lasciarmelo alle spalle, ma è difficile, quando entrambi abitiamo nella stessa città.
Sbatto le palpebre, mettendo soltanto adesso a fuoco la sua figura seduta sul divano. è in compagnia di amici, tra cui anche ragazze, che occupano i posti del sofà e lo circondano, appoggiandosi ai braccioli o ai bordi. Il verde dei suoi occhi mi provoca un brivido, intenso e fastidioso, lungo tutta la schiena. Soloin quel momento mi rendo conto che è lo stesso che percepivo addosso, mentrestavo ballando pochi minuti fa. C'era troppa gente nella pista per poterloindividuare e le luci che lampeggiavano avevano momentaneamente messo fuorigioco la mia vista. Presa totalmente alla sprovvista, spezzo il contatto visivoe mi volto verso Iris.
"Che ci fa lui qui?" le chiedo la prima cosa che mi passa per la testa, non nascondendo il mezzo rimprovero che traspare dal mio tono di voce.
La sua presenza mi rende nervosa perchè ormai so che cosa succede, quando ci troviamo nelle vicinanze. Il mio ultimo orgasmo nel buio di un angolo nascosto di un ristorante me lo ricorda fin troppo bene.
"Non lo so" risponde solamente, sollevando le spalle.
"Tu sapevi che era qui?" la interrogo, mentre lei allunga la mano per afferrare il suo bicchiere.
Dubito che sapesse che anche il suo migliore amico sarebbe stato presente qui, considerando che ho scelto io il luogo.
Beve un sorso, poi spiega: "No. Mi ha proposto di vederci oggi pomeriggio, ma gli ho detto che dovevo uscire con te. Non sapevo che sarebbe venuto qui".
"Qual è il problema? Sembri quasi infastidita che lui sia qui. Dovresti esserne felice, invece. Ti piace, no?" aggiunge.
Se solo sapesse! Perchè lei e Daniel non si mettono insieme, così posso mettermi il cuore in pace e togliermelo definitivamente dalla testa? Sembrano perfetti insieme: si conoscono fin da bambini e sono cresciuti insieme, continuando a vedersi sempre, nonostante facessero due percorsi scolastici diversi.
"Se sapevo che c'era lui nei dintorni, non mi sarei mai messa a ballare in pista. Stavo letteralmente sculettando e sono più che sicura di aver attirato l'attenzione, non solo sua".
Ora che ci penso, che imbarazzo! Daniel non mi aveva mai vista ballare in quel modo come poco fa e sono fuori gioco da parecchi anni. Iris scoppia a ridere, scuotendo la testa con rassegnazione. Cosa ho detto di così divertente?
"Ti stava divorando il corpo solo con gli occhi".
Anche se è impossibile che possa sentirci, vista la distanza che ci separa e il volume rimbombante della musica, non posso fare a meno di intimarle di abbassare la voce. Non capisco perché sia così sicura che stava guardando me. Non ero l'unica ragazza in pista, anzi ce n'erano di tutti i gusti che mi circondavano. Non conosco i prototipi di ragazze che è solito frequentare Daniel, ma in mezzo a quel caos aveva un bell'imbarazzo della scelta. No, impossibile, deve essersi sbagliata!
"Ne dubito. Sicuramente stava guardando te perché deve averti riconosciuta tra la gente" controbatto.
Abbiamo pur condiviso dei momenti intimi io e lui, ma non so nemmeno se sia single o fidanzato al momento.
Riprendoa bere il mio drink, mordicchiando la cannuccia, perché adesso so della suapresenza. Cerco di concentrarmi sull'atmosfera chiassosa e festiva della sala, eppurei miei pensieri finiscono a lui. Sono venuta qui con l'intento di divertirmi edi lasciarmi andare per una volta, non per rimuginare sul passato. Anche se, inquesto caso, è proprio il passato ad avermi seguita.
Dopo qualche minuto disilenzio, vedo Iris scendere dallo sgabello, abbandonando il suo bicchiere,ancora mezzo pieno, sul bancone.
"Dove vai?" le chiedo.
"Da Daniel" accenna un sorrisino, prima di voltarmi le spalle, senza neanche attendere una mia risposta.
La osservo interdetta, mentre si incammina verso il suo migliore amico. Non posso crederci, sta andando veramente da lui. Questa serata può finire solo peggio.
Stacco gli occhi dal fondo, ormai vuoto, del bicchiere che sto scavando con la cannuccia da più di dieci minuti. Mi volto in direzione del divano e li vedo ancora lì a parlare. Torno alla mia noiosa attività, girando e rigirando la cannuccia lungo il bordo vetroso del bicchiere.
Sospiro, in questo momento vorrei solo ordinare qualcosa di molto forte da farmi alleggerire la mente da questi continui pensieri su Daniel. Non è la prima volta che bevo, ma lo sarebbe ubriacarmi e, se esserlo, aiuta a distogliermi dalla testa una persona in particolare, seppur momentaneamente, perché no? Ma non ho intenzione di farlo, ho promesso a mamma che sarebbe stata una serata tranquilla senza alcool, droga, ragazzi e tutte le altre preoccupazioni materne. E poi devo guidare dato che sono l'unica ad avere la patente.
Perché mi è così difficile dimenticarlo? Perché, nonostante il dolore che mi ha causato vederlo baciarsi con un'altra, quando i miei occhi si posano su di lui, il cuore riprende a battere più forte come la prima volta?
"Va tutto bene?" interviene una voce.
È il barista che ha servito i drink a me e a Iris. Quello con cui lei non smetteva di scambiarsi occhiate. Devo avere una faccia terribilmente depressa, se è venuto fin qui per assicurarsi che stessi bene.
"Sì, sto bene" fingo con un mezzo sorriso che, però, non sembra convincente ai suoi occhi.
"Sicura? Fino a poco fa mi sembrava ti stessi divertendo un mondo, adesso sei diventata cupa tutt'un tratto. E dov'è la tua amica?".
Lancia un rapido sguardo alla sala, forse per individuarla tra i gruppi di persone. Non me la sento di raccontare i miei problemi a uno sconosciuto, per quanto gentile e carino sia sempre stato da quando sono qui, eppure il suo volto pulito e gli occhi azzurri mi spingono a confidarmi un po'.
"Ho appena scoperto che c'è una persona qui che speravo di non incrociare e la mia amica sta parlando con lui proprio in questo momento" minimizzo.
"Lui? Un tuo ex?" intuisce.
Mi accorgo di aver appena detto 'lui'.
"Non esattamente, ma, sì, è un ragazzo" ammetto.
"Se vuoi che lo cacci via dal locale, sono disposto a chiudere un occhio con molto piacere" mi propone, rafforzando la sua ironia con un occhiolino di scherno.
Il suo commento mi fa strappare un sorriso, il primo sinceroda quando ho incrociato lo sguardo di Daniel. L'arrivo di una notifica sul miocellulare fa illuminare lo blocco schermo, scoprendo che mancano pochi minuti alle undici. Non ho intenzione di passare l'ultima ora che mi resta prima del coprifuoco seduta qui a non fare niente. Dato che Iris è ancora impegnata con Daniel, vorrà dire che mi sfogherò in pista.
"Vado a ballare un po'" accenno al barman, abbandonando il mio posto al bancone.
Non so nemmeno il suo nome, ma al momento sono così frastornatadai miei pensieri e dalla musica da dimenticarmi di chiederglielo. Semmai cisarà un'altra occasione di venire all'Old Fashion, rimedierò. Lui annuiscesoltanto, lanciandomi una rapida occhiata prima di tornare a pulire il banconecon uno straccio.
Non mi degno nemmeno di spostare lo sguardo sul divano. Mi infilo tra la gente, mentre le prime note della canzone 'Despacito' si diffondono nella sala. Mi lascio guidare dalla voce di Luis Fonsi e Daddy Yankee e sono sul punto di scordare il mio tormento personale da un anno a questa parte, quando sento delle mani grandi posarsi sui miei fianchi. Mi volto indietro, pronta per insultare chiunque abbia osato mettere le sue mani su di me senza il mio consenso, ma mi blocco, quando riconosco il volto della persona che mi tiene.
"Enzo?" sussurro, come se non riconoscessi di averlo davanti a me.
I capelli scuri rasati ai lati, gli occhi marroni, le sopracciglia folte e l'accenno di barba sul mento e sulla mascella definita sono sempre gli stessi che vedo quasi ogni giorno.
"Ciao, Serena" mi saluta con un sorriso smagliante.
Il sorriso è sempre stata la caratteristica principale che guardo in un ragazzo. No, non è decisamente una mia allucinazione, d'altronde non sono neanche brilla.
"Non mi sarei mai aspettato di trovarti qui" prosegue.
Sa che non sono una persona da discoteca e serata movimentate, quindi è normale che sia sorpreso. Le sue mani sono ancora salde sui miei fianchi e sono passati tanti anni dall'ultima volta che abbiamo avuto un approccio intimo come questo.
"C'è una prima volta per tutti, no?" commento, allontanandomi di qualche passo per creare la giusta distanza.
Le sue mani scivolano dalla mia vita e rimangono inerti lungo i fianchi. Non temo il suo tocco, ma allo stesso tempo non lo gradisco. Non siamo più i ragazzini che eravamo quando ci siamo conosciuti, ormai otto anni fa. Sì, è stato proprio lui a cui ho dato il mio primo bacio alla tenerissima età dei miei dodici anni. Lui è stato il mio primo amore, anche se ci siamo messi assieme per divertimento suo.
"Ti va di ballare?" mi domanda.
Tentenno,ma alla fine acconsento. Si avvicina e riporta le sue mani sulla mia vita. Dopoi primi secondi di irrigidimento, cominciamo a muoverci e man mano mi faccioprendere dal ritmo della canzone. Non sapendo bene dove mettere le mani, leposo sulle sue spalle fasciate da una camicia a quadri neri e rossi con sottouna t-shirt nera.
Sento la sua mano destra allontanarsi dal mio fianco per spostarsi sulla zona lombare della schiena, appena sopra il mio sedere e l'altra si abbassa lungo la gonna, sfiorando delicatamente la pelle scoperta dal tessuto corto. Senza accorgermene, mi ritrovo più vicina a lui e al suo corpo.
"Qualcuno ci sta osservando" constata improvvisamente e io sollevo lo sguardo, scontrandomi con i suoi occhi marroni.
I nostri volti sono così vicini che le nostre fronti potrebbero quasi sfiorarsi e i respiri affannati mescolarsi. Lo colgo fissare un punto alle mie spalle e non ho neanche bisogno di girarmi per sapere a chi si riferisce. È Daniel e non lo dico perchè lo spero, ma perchè riconosco il brivido che il suo sguardo mi provoca. Solo che non è un semplice brivido che avverto sulla schiena, ma un calore bruciante, tanto da sentirmi accaldata.
"Facciamolo ingelosire un po', ti va?".
Acconsento. Se questo è l'effetto che gli fa vedermi con un altro ragazzo, dovevo pensarci molto tempo prima a farlo penare come lui ha fatto inconsciamente con me, quando l'ho scovato baciarsi una. Vediamo se Iris ha ragione. Mi gira di spalle, finendo con la schiena contro il suo petto.
"Segui i miei movimenti e ancheggia il più lentamente possibile contro di me" mi indica.
Non acaso il significato letterario di Despacito è proprio lentamente. Non ho maifatto balletti di questo genere, ma posso sempre tentare. Enzo inserisce unagamba tra le mie, facendole schiudere e mi lascio ricadere contro di lui, ondeggiandoil corpo alla guida del suo. Le sue mani percorrono le mie forme con sensualità e lentezza calcolata, mentre io appoggio la testa sulla sua spalla. Quando arriva ai miei fianchi, si ferma.
"Voglio spogliarti lentamente con un bacio" mi sussurra all'orecchio.
"Lascio una firma sulle pareti del tuo labirinto" prosegue con il fiato accaldato contro la mia guancia.
"E farò del tuo corpo un manoscritto".
Solo dopo capisco che sta traducendo in italiano le frasi del ritornello della canzone. Studiare lo spagnolo in quei tre anni delle medie è servito a qualcosa. Grazieal cielo non posso vedere la reazione di Daniel, perché ho le ciocche appiccatealla faccia.
Mi porto le mani tra i capelli, mentre continuo a ruotare i fianchi,ma mi blocco, quando avverto una prestanza fisica contro il mio sedere. Forsestiamo andando un po' troppo oltre. Mi distacco da lui e mi volto, ignorando ilfatto che si stia eccitando. Non rinuncio, però, alla possibilità di farimpazzire Daniel ancora un po'.
Prima ancora che possa capire cosa ha in mente di fare, Enzo avvolge il suo braccio dietro la mia schiena per farmi chinare all'indietro. Mi sorreggo a lui, cingendo il suo collo con il braccio per paura di cadere, anche se lui mi tiene saldamente. Non posso fare a meno di notare che mi sta guardando il seno dalla scollatura del vestito, ma non ci faccio caso. Il secondo dopo mi risolleva e, stringendomi a sè, mi ritrovo a pochi centimetri dalle sue labbra.
Anche se è iniziato tutto come un gioco per far ingelosire Daniel, la cosa mi sta divertendo con Enzo. Sollevo le braccia in alto e scuoto la testa da un lato verso l'altro, facendo ondeggiare i miei capelli, mentre Luca guida i movimenti dei miei fianchi. Un minuto dopo termina la canzone.
Devo ancora riprendermi dal ballo, quando, senza dire nulla, Enzo si limita a un cenno del capo per indicarmi un punto della pista più tranquillo. Sento la sua mano intrecciarsi con la mia e tirarmi per seguirlo. Mi fa indietreggiare contro la parete illuminata dai led celesti che si alternano a ogni secondo e mi si posiziona davanti. Prima di potergli chiedere spiegazioni, parla per primo.
"Continua a muoverti contro la parete, io ti starò davanti per limitare la sua visuale".
Non capisco perché faccia tutto questo solo per aiutarmi a far ingelosire un ragazzo che neanche conosce.
Tuttavia, non mi faccio altre domande e, posando i palmi contro il muro, ondeggio il corpo. Il vestito aderisce completamente alle mie forme, quindi mi sento alquanto in imbarazzo a muovermi con lui davanti. Ringrazio che il ritmo della canzone successiva mi sta scorrendo nelle vene del corpo come sangue da farmi distrarre del suo sguardo addosso. I capelli sventolano e alcune ciocche mi finiscono davanti agli occhi oppure vicino alla bocca.
"Guardalo!" mi incoraggia Enzo e io giro appena il volto nella direzione del divano.
Nonostante la distanza, riesco a individuare i suoi occhi puntati su di noi, ma in particolare su di me. è come se, mentre continua a conversare con Iris, non volesse perdermi di vista. Li noto accigliati, infastiditi e forse anche arrabbiati. Un attimo dopo torna a concentrarsi sulla sua migliore amica e io mi ritrovo a sorridere come una stupida. Una parte di me spera che vedermi con Enzo possa renderlo geloso.
"Ora mi avvicinerò e farò finta di baciarti. Tu devi solo restare ferma" mi informa quest'ultimo.
Subito dopo mette in atto le sue parole. Si allunga di qualche passo, fissandomi le labbra, e io assecondo la sua vicinanza, posando le mani sul suo petto. La muscolatura del suo corpo si fa sentire contro il mio tocco leggero e non mi sorprende neanche dato che pratica sport.
Sento le sue dita sulla vita, mentre inclina di lato il viso e si appresta a chinarsi sulla mia bocca. Anche se ha detto che avrebbe fatto finta di baciarmi, le sue labbra mi sembrano troppe vicine alle mie e d'istinto faccio una leggera pressione contro il suo petto per spingerlo via.
"Okay, questo non era previsto" commenta.
Se non l'avessi fermato per prima, mi avrebbe veramente baciata? Torna a dominarmi addosso.
"Ora devi soltanto farti vedere, mentre mi trascini via e mi conduci in un luogo ancora più appartato. Penserà che vuoi restare da sola con me e allora verrà a cercarci".
Perché è così convinto che Daniel farà proprio quelloche ha appena detto? Il fatto che sia un maschio, probabilmente, lo aiuta acapire la sua mente, più di quanto cerchi di fare io, ma Daniel è imprevedibile.
Con lacoda dell'occhio lo scorgo voltarsi verso di noi e stringo nella mano lamaglietta di Enzo, tirandola verso di me. Inizio a indietreggiare, incitandoloa seguirmi e, prendendolo per il polso, lasciamo la pista per appartarci in uncorridoio decisamente più buio e deserto della sala che ci siamo appenalasciati alle spalle.
Non so esattamente dove conduca questo corridoio, ma inizio a pentirmi di quest'idea. Solo qualche lucernaio sul soffitto illumina debolmente l'ambiente, lasciando questo senso di terrore che mi sta assalendo il corpo sotto forma di adrenalina.
In fondo al corridoio riconosco due figure che stanno parlando, isolati dalla baldoria e dal trambusto della pista. Delle porte abbelliscono il corridoio e credo che siano i bagni pubblici e separati. Enzo mi stringe i fianchi e si lascia andare contro il muro alle sue spalle, trascinandomi con sé.
"So che è iniziato per gioco, ma ora voglio davvero baciarti" mi confida, chinandosi sulla mia bocca.
Poggio le mani sulla sua mascella, avvertendo la ruvidezza della sua barba.
"Io no" scandisco, quando ormai le sue labbra stanno per toccare le mie.
La sua mano scivola dalla mia guancia e lo vedo raddrizzarsi. Mi allontano e mi appoggio sulla parete dell'altro lato del corridoio, incrociando le braccia al petto.
Adesso che siamo soli, non so nemmeno cosa fare né di cosa parlare perché non c'è mai stato un vero discorso tra di noi, al di fuori della scuola. Il silenzio cala per lunghi secondi.
Mi sposto i capelli in una spalla, intrattenendomi con una chiocca mossa. Chino il mento, torturandomi le unghie delle mani. Non dovrei neanche farlo, se non voglio rovinarmi lo smalto rosato che le decora, ma è più forte di me. Non avevo mai avuto idea di quante cose si potessero fare mentre si è semplicemente in attesa.
"Mi dispiace per quello che è successo in passato tra di noi" mi sussurra Enzo.
Riprovarci? Non provo più nessun genere di sentimento nei suoi confronti da tempo, se non che gli voglio bene. In tutti questi anni nessuno dei due ha mai mostrato particolare l'uno per l'altra dopo la nostra rottura.
Eppure, quando si appresta a baciarmi, facendomi schiudere le labbra, non riesco a fermarlo. Dentro di me sento che questo bacio è completamente sbagliato, ma allo stesso tempo sento di aver bisogno di staccare la mente dal desiderio costante di voler assaporare un altro tipo di bocca. Ci stacchiamo e ci guardiamo negli occhi. Cosa sto facendo? Tutto questo solo per aver un briciolo di attenzione da parte di Daniel, ignorando i momenti in cui ha dimostrato interesse solo per il mio corpo.
Con l'intento di spegnere il cervello, porto le mani dietro la sua nuca e mispiaccico contro la sua bocca. Le flebili luci rosse dei lampioni rendonol'aria ancora più accesa dei nostri corpi uniti e accaldati.
Non posso restarebloccata sui miei sentimenti per Daniel per sempre, ma non mi sarei maiaspettata di lasciarmi andare proprio con il mio primo ex. Se non lo dimenticoal più presto, non riuscirò mai a stare con qualcuno che non sia lui.
Le manidi Enzo arrivano alla gonna, infilandosi lentamente sotto e la situazione inizia a piacermiun po' meno.
"Che fai?" gli sussurro contro le sue labbra.
"Andiamo, so che vorresti andare oltre" risponde, raggiugendo il bordo delle mie mutandine.
Cosa glielo fa credere?
"No, fermati! Io non voglio" ribatto.
Sono sul punto di bloccargli i polsi, quando interviene una voce.
"Lasciala!".
Enzo si volta indietro, contrariato di essere stato interrotto. Io, al contrario, ne sono solo grata. Mi sporgo oltre le sue spalle e, anche se ho già riconosciuto la sua voce, vederlo a pochi metri da noi mi fa un certo effetto. Ero quasi sul punto di credere che non sarebbe mai venuto, come diceva Enzo.
"Tu chi sei? Non ti conosco" si rivolge il mio ex a Daniel.
Sa bene che è il ragazzo per cui mi sono appartata con lui, ma di fatto non lo conosce. Nessuno sa che Iris ha un migliore amico di cui sono ancora innamorata. Per fortuna Enzo si è distratto e io ne approfitto per abbassare la gonna il più a lungo possibile, sapendo che non coprirà granchè. La situazione tra noi stava degenerando.
"Serena è una mia amica" risponde in tono fermo.
Non l'avevo mai sentito così distaccato come in questo momento. Poi posa il suo sguardo su di me e io mi sento arrossire.
"Iris ti sta cercando" mi informa con la stessa sicurezza glaciale e avverto il sangue gelare nelle vene.
Come una secchiata di acqua gelata addosso, i miei ormoni si spengono nel loro bollore ardente che solo il suo sguardo sa accendere. Certo, Iris è sempre la scusa che rifila in mezzo, quando deve giustificarsi.
Stringo i denti e mi mordo la lingua per evitare di parlare a sproposito, considerando che Enzo è ancora al mio fianco. Annuisco e mi rivolgo a lui prima di lasciare i corridoi.
"Ciao, Enzo, ci vediamo" mi rivolgo al mio ex.
Supero Daniel, investendolo appositamente con il mio profumo. Chissà se anche a lui sismuove qualcosa dentro, quando avverte la mia fragranza sotto le narici, comesuccede sempre a me.
Mentre raggiungo il bancone, sperando di trovare lì la mia migliore amica, avverto i suoi passi alle spalle, ma li ignoro. Mille domande occupano la mia mente. Per quale reale motivo mi ha seguita? Vorrei poterlo almeno ringraziare perchè se non fosse venuto a salvarmi da quella situazione con Enzo, probabilmente non ne sarei uscita da sola. Tuttavia, non lo faccio e rimango zitta.
"Serena, eccoti! Dov'eri finita?" mi domanda Iris, alternando lo sguardo tra me e Daniel come se stesse cercando di capire cosa sia successo tra di noi.
"Ero con Enzo, stavamo parlando vicino ai bagni" mi limito a rispondere.
Una minima parte di quello che è accaduto, in realtà. Sento Daniel lasciarsi scappare una risatina provocatoria e mi trattengo dal rivolgergli un'occhiataccia. Lui è il primo a baciarsi una la sera in cui ho perso definitivamente le speranze con lui, oltre alla collana con la mia iniziale. Non devo certo giustificarmi per quello che faccio o non faccio con qualcuno.
"Aspetta! Enzo? Il nostro compagno di classe?" mi interroga la nostra amica con sguardo scioccato e le sopracciglia aggrottate.
Per fortuna non l'ha etichettato come il mio ex, dubito che Daniel conosca il passato mio e di Enzo.
Annuisco soltanto e recupero la borsetta che Iris stava controllando in mia assenza.
Apro la cerniera della mia borsetta per prendere il telefono e controllo l'orario. Con quello che è successo poco fa, ho perso la cognizione del tempo. E io di tempo ne avevo poco prima di lasciarmi coinvolgere dal mio ex.
23:32. Mi tornano in mente le parole di mia madre.
Fino a mezzanotte, non di più.
Ormaitanto vale tornare a casa, non mi sto più divertendo come prima e mentirei sedicessi di non essere un po' stanca.
"Iris, che ne dici di andare? Sai che ho il coprifuoco fino a mezzanotte".
Lei annuisce.
"C'è un posto in più in macchina?" chiede Daniel e io mi irrigidisco.
Daniel nella mia auto? Significa averlo nel mio abitacolo, sentire la sua voce vibrante, coglierlo di nascosto nello specchietto centrale, soffocare nella sua fragranza...
Iris mi scruta con un'espressione dubbiosa, ma inattesa di una mia risposta. Deglutisco e, contrariamente a quello che dice la miaragione, il mio cuore fa muovere la testa in senso affermativo.
Recuperiamo le giacche nella zona guardaroba e usciamo dal locale. Una folata di vento mi scompiglia i capelli e mi porto le ciocche fuori posto dietro l'orecchio, stringendomi ancora di più il giubbotto intorno al corpo. I mieipiedi si dirigono frettolosi verso il parcheggio dove ho lasciato la mia auto,lasciando indietro i due migliori amici.
Ho la testa pesante di pensieri, tantoda non riuscire a riflettere su un pensiero alla volta. Non sento nemmeno Irise Daniel parlare e camminare, giusto qualche passo dietro di me. Raggiungiamo la mia auto e dall'apposito pulsante faccio scattare l'apertura delle portiere.
"Posso stare davanti?" domanda Daniel.
"Mettetevi dove preferite, a me non cambia nulla" rispondo distaccata.
Non miscompongo nemmeno a guardarlo negli occhi, mentre gli rispondo, ma limitandomia raggiungere il posto del guidatore e ad aprire la portiera. Non era così che mi aspettavo di passare la serata, ma ormai è andata in questo modo. Ora l'unica cosa che voglio è rientrare a casa e rifugiarmi sotto il caldo e confortevole piumino del mio letto con Nala affianco.
"Io sono stata davanti prima, quindi per questa volta passo" dice Iris, aprendo la portiera posteriore.
Speravo di averla davanti con me, almeno così non avrei avuto malsane distrazioni durante la guida, ma probabilmente la mia amica pensava di farmi un grosso favoro, abbandonandomi alla mercè del suo migliore amico. Tante grazie!
Sospiro di frustrazione e mi metto alla guida. Porgo a Iris la mia borsa e faccio girare la chiave per far partire il motore e il riscaldamento. Ci mettiamo la cintura e attendo qualche minuto prima di abbassare il freno a mano e di iniziare a svolgere le prime manovre per lasciare il parcheggio.
Sono solo tre mesi che ho la patente e appena uno che guido questa macchina, perciò sono ancora molto insicura, soprattutto nei parcheggi. E guidare di notte non è da meno.
Una volta in strada controllo il livello d'intensità del riscaldamento e la manovella puntata al terzo punto. I brividi non mi risparmiano e allungo la mano per aumentarne l'intensità di un altro livello, il penultimo. La musica è a volume troppo basso per i miei gusti, ma almeno mi aiuterà a rimanere concentrata durante il viaggio pur di non pensare al ragazzo che ho affianco.
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