Capitolo 13
"Quererte fue mi error
y ahora lo sé"
Oye, Tini e
Sebastian Yatra
Serena
Un mese dopo...
Odio il suono della sveglia! Con tutto il mio cuore! In realtà credo di odiare il motivo per il quale la sveglia suoni ogni mattina: la scuola. L'unica cosa che mi conforta, anche se di poco, è che la suoneria impostata del mio cellulare è una delle canzoni di Tini. Almeno mi fa trovare la forza di volontà di aprire gli occhi e di alzarmi alla mattina.
Dopo cinque minuti che avevo disattivato la sveglia per poter dormire un altro po', eccola che riprende. Tini, io ti amo, ma stamattina mi stai facendo innervosire. Allungo il braccio verso il telefono e socchiudo a malapena un occhio per poterla spegnere con un click. Riappoggio la guancia sul cuscino, ma quando sono sul punto di tornare nel mondo dei sogni, il cellulare vibra per l'arrivo di una notifica.
Sospiro di pesantezza, ma non mi scompongo ad abbandonare il mio nido confortevole. Un'altra vibrazione. Una terza vibrazione. Oggi non è proprio mattinata che possa dormire qualche minuto in più. Dalla velocità con la quale sono arrivate le notifiche, posso scommetterci che si tratti del gruppo classe.
"Non c'è la prof. di scienze umane" leggo, mentre cerco ancora di prendere coscienza con la realtà circostante.
Eh? Sono solo le 6:37 di mattina, non so neanche come mi chiamo. Rileggo i messaggi per la seconda volta, ma si riconferma ciò che la mia mente già aveva registrato: non c'è la prima ora. La prof di scienze umane, oltre a essere la nostra coordinatrice di classe, è una carissima amica e confidente, con la sua empatia e dolcezza che ci ha trasmesso fin dal primo anno di liceo. Nonostante sia un po' dispiaciuta perché non ci sarà la lezione della mia materia preferita, avere un'ora libera il sabato mattina è un evento da festeggiare.
Ormai quasi completamente sveglia, emetto un grande sbadiglio, facendo lacrimare gli occhi gonfi dal poco sonno e sospiro di pesantezza. Rimango sdraiata sul letto ancora qualche minuto, poi mi alzo. Avrei voluto dormire, ma è inutile, perciò scendo in cucina per fare colazione. Mi preparo una tazza di latte caldo accompagnata da qualche biscotto con gocce al cioccolato, mentre guardo una puntata di Buffy L'ammazzavampiri su Netflix.
Alle 8:30, nell'attesa di prendere il bus che mi porterà a scuola, chiacchiero con Iris. Sarà anche saltata la prima lezione, ma le due ore di italiano e una di fisica non ce le risparmia nessuno.
Sollevo il colletto che avvolge il mio collo per proteggere la gola dalla brezza mattutina. Il vestito color panna che indosso è l'ideale per i periodi, come oggi, che sono una via di mezzo tra il caldo dell'estate da poco conclusa, perché mi arriva fino a metà coscia, e l'inverno in procinto di giungere, perché è fatto di un tessuto pesante. Sopra all'abito porto anche una leggera felpa nera che mi arriva fino alle ginocchia.
"Mi ha chiamata Celeste" mi confessa lei e io rimango un attimo sorpresa da quella dichiarazione.
Certo che quella non conosce limiti alla sua insistenza. Dopo tutte le volte che Iris le ha detto che il loro rapporto è solo ed esclusivamente scolastico da quando hanno litigato quel giorno, lei non perde la speranza. Per una volta cerco di trattenere la gelosia.
"Perché?" domando con un alone di dubbio nella testa.
"Non lo so, non le ho risposto" ribadisce Iris.
Sono fiera della mia migliore amica perché sta imparando finalmente a tenerle testa. È proprio vero che l'ultimo anno del liceo fa maturare. Stavolta, però, sono quasi preoccupata. Magari sta male. Potrò anche essere in collera con Celeste, ma rimango comunque una ragazza dal buon cuore.
"Può essere che stia male, per questo ti ha chiamata" rifletto, restando sul vago.
"Non mi interessa!" declina la mia migliore amica con determinazione.
Forse sta dicendo così perché teme che potrei prenderla male se dovesse riallacciare un minimo dei loro vecchi rapporti, sapendo che io sono gelosa, ma la verità è che non ho più motivo di esserlo così prepotentemente per un'amicizia tossica come è stata la loro.
"Iris, anche se hai chiuso i rapporti con lei, non significa non aiutare una persona nel momento del bisogno. Forse è qualcosa di importante" le faccio notare, dimostrando una grande maturità.
Probabilmente un'altra amica, al mio posto, avrebbe fatto di tutto per allontanarla da Celeste, io, invece, la sta spingendo proprio dalla persona che ci ha causato non pochi litigi in questi ultimi anni.
"Ora provo a scriverle. Nel caso non risponda al messaggio, la richiamo" accetta lei e io annuisco.
L'autobus è arrivato e saliamo a bordo. Tasto con le dita le due piccole trecce che ho legato insieme dietro il capo, lasciando il resto dei capelli sciolti e leggermente mossi. Almeno sono in ordine, dato che il vento e il freddo me li scompiglia sempre. Estraggo le cuffie dalla tasca dello zaino e le collego al telefono per ascoltare Spotify, mentre leggo un libro.
E, stavolta, non si tratta di After. Il ricordo che mi lega a quel famoso capitolo è ancora troppo marcato dentro di me e, nonostante siano passati mesi da quel giorno, in qualche modo io sono rimasta bloccata lì. Per questo motivo ho deciso di interrompere After e di iniziare a dedicarmi ad altre storie d'amore.
La voce di Iris mi distrae dalla lettura. "In effetti, sono passati dieci minuti da quando le ho scritto, ma non mi risponde" ammette.
"Allora, chiamala" le consiglio, distogliendo per un secondo lo sguardo dalle pagine per incontrare gli occhi della mia migliore amica.
"Aspetto altri dieci minuti, poi la richiamo" decide lei, riattivando lo schermo blocco del suo cellulare.
Tempo di scendere alla fermata, mezz'ora più tardi, e Iris mette in atto le sue parole. Mentre camminiamo per raggiungere l'entrata del liceo, compone il numero della sua ex amica e attende la sua risposta.
"Non risponde" mi informa, allontanando il telefono dall'orecchio.
"Spero di vederla adesso a lezione, ma solo per sapere se sta bene" mi assicura e a me scappa una risatina divertita.
Non deve giustificarsi con me per tutte le volte che è quasi costretta ad avere un minimo di contatto con Celeste. Come ho già detto prima, non ho più bisogno di essere contrariata e ho l'anima in pace.
L'ora di fisica è una noia mortale ogni volta, anche se sono costretta a prestare attenzione per non perdermi eventuali appunti. Con la tempia poggiata contro la mano chiusa a pugno, sto segnando qualche annotazione affianco alle definizioni teoriche, quando con la coda dell'occhio noto che Iris si sta allungando verso di me.
"Hai visto la novità di Daniel su Instagram?" mi bisbiglia sottovoce, attenta a non farsi scoprire dalla prof.
Stacco la matita dalla pagina e mi giro verso di lei. Anche se la lezione è iniziata solo da un quarto d'ora, la mia attenzione è già agli sgoccioli e pure Iris. D'altronde è l'ultima ora di lezione.
"Di che parli?" le chiedo.
Che novità potrà mai annunciare su IG? Ora la mia attenzione è decisamente migliorata e di certo non per la lezione. Forse si è lasciato con la ragazza. Almeno potrà liberamente fare di me la sua 'gattina' senza alcuna responsabilità alle spalle.
"Stasera sarà a una festa" accenna Iris.
Inarco un sopracciglio verso l'alto, non capendo l'importanza di tale notizia.
"E quindi?" la sprono, dando una rapida occhiata alla docente che sta spiegando.
Iris spalanca gli occhi e assume un'espressione meravigliata. Che c'è di così strano se il suo migliore amico va a una festa?
"Come 'E quindi?'" ripete le mie stesse parole, ma io continuo a non capire il senso del suo ragionamento.
"Hai la possibilità di vederti con lui, da sola. Dovresti andarci" mi incita.
Se davvero sapesse cosa è successo tra me e lui ultimamente, probabilmente sarebbe l'ultima persona al mondo a consigliarmi di incontrarmici. Quasi mi scappa una risata dalle labbra che mi fa strozzare con la mia stessa saliva. Tossisco per smascherare la risata e fingere indifferenza di fronte alla professoressa, quando si volta nella nostra direzione. Per qualche minuto torniamo serie e, nel momento in cui lei riprende a spiegare, mi rivolgo a Iris.
"Preferisco morire che uscire con lui" commento.
In realtà non lo penso veramente, ma non sono neanche tanto lontana. Il mio cuore griderebbe di ascoltare lui e Iris e di andarci con il più smagliante dei sorrisi e l'abito più sensazionale di sempre, ma esito a dar loro retta. Sono sicura che la mia migliore amica si starà chiedendo il perché della mia negazione, sapendo che sono innamorata di Daniel, ma non le dirò del giorno alla SPA a Sirmione.
Iris non risponde e l'argomento perde subito importanza. Torno a concentrarmi sulla pagina, ma la breve conversazione appena avuta mi fa rimuginare per il resto dell'ora. Terminata anche quest'ultima lezione, io e Iris possiamo finalmente tornare a casa. Per tutto il tragitto di ritorno in autobus sono silenziosa e riflessiva con le canzoni di Tini sparate nelle orecchie. E se seguissi il consiglio di Iris? Dovrei veramente andare alla festa?
"Ciao, Serena!" mi saluta mia madre dalla cucina, quando varco la porta d'ingresso.
Diana è attaccata alle mie gambe in attesa di un mio saluto e le do una rapida carezza, grattandole la testa.
"Ciao..." borbotto con la voce che sembra un sussurro.
Mia madre intuisce subito che qualcosa non va. Dopotutto, lei è la prima vera amica che mi conosce da quando sono nata. "Serena, va tutto bene?".
Non so perché, ma sono stranamente demoralizzata. Senza concedere uno sguardo all'angolo della cucina, dove mamma starà sicuramente cucinando, salgo la rampa per rifugiarmi in camera. Poso lo zaino sul pavimento e mi lascio ricadere con un tonfo sul letto rifatto. Con un sospiro mi sfilo le scarpe bianche, senza curarmene della loro sorte.
Speravo che il viaggio mi servisse a riorganizzare i miei pensieri, ma ora la mia mente è ancora più confusa e incasinata di prima. Giro il viso verso il telefono abbandonato sul materasso e lo fisso come se fosse l'oggetto più importante di cui avessi bisogno per sopravvivere. Con la guancia premuta sui capelli fino a sentirne il profumo intenso di papaya, allungo la mano per prenderlo e accedo su Instagram. Cerco il profilo di Daniel e lo individuo tra le storie pubblicate.
Un annuncio di una serata in un bar in piazza Duomo appare sul suo profilo. Deve essere la festa di cui parlava Iris. Chiudo l'app e accedo sulla galleria. Senza rendermene conto, mi ritrovo a scorrere le foto scattate in cui ci siamo io e lui. Alcune risalgono alla vacanza a Sirmione, infatti ci sono anche le gemelle e mio fratello, altre sono state scattate il giorno del mio diciottesimo. Con l'indice mi fermo a una foto in particolare: le nostre schiene rivolte alla fotocamera di un cellulare con il tramonto a illuminare i nostri sguardi che si incontrano. Credo che questa sia la mia foto preferita di noi due.
"Serena" mi richiama mia madre, schiudendo delicatamente il battente.
Richiudo la galleria e incrocio l'espressione seria e preoccupata di mia madre.
"è successo qualcosa? Hai preso un brutto voto?" cerca di leggere la tristezza nei miei occhi.
"No, mamma, non è successo nulla del genere" declino, sollevando la schiena dal materasso.
"E allora perché sei rientrata a casa improvvisamente cupa?" si premura con dolcezza.
Non so nemmeno io perché, anche se ho la sensazione che c'entri indirettamente Daniel.
"Sto bene. Sono solo pensierosa, ma non c'entra nulla la scuola" le assicuro e lei annuisce.
"Cambiati che è quasi pronto" mi informa per poi lasciarmi sola.
Prendo dall'armadio un cambio comodo da usare in casa e, dopo essermi cambiata, mi lego i capelli in una veloce coda di cavallo. I brividi mi accarezzano la pelle nuda, perciò recupero una felpa scura.
...
Il respiro accelerato non mi permette di riprendere fiato. La corsa appena fatta mi ha consumato l'ossigeno nei polmoni e l'aria fredda della sera non mi aiuta. Domani mattina mi sveglierò con un forte mal di gola, ci posso scommettere. Estraggo il telefono dalla manica della pesante felpa nera e, come al solito, controllo le varie notifiche, trovando un messaggio su WhatsApp da parte di Iris.
Iris: Quindi, non andrai alla festa per stare con Daniel?
Immaginavo che me lo richiedesse, per fortuna non mi infastidisce la sua insistenza. Amo tutto della mia migliore amica e accetto i suoi difetti, come lei fa altrettanto con me.
In realtà speravo non tornassimo sull'argomento, non perché mi desse fastidio parlarne, semplicemente non ho ancora preso una decisione. Una parte di me vorrebbe accettare la proposta di Iris, l'altra, quella più predominante, mi vieta anche solo di pensarci. Non so nemmeno chi ci sarà a questa fantomatica serata e non voglio ritrovarmi in mezzo a perfetti sconosciuti solo per il ragazzo di cui sono stupidamente innamorata.
Sì, innamorata perché, se la mia precedente relazione con Matteo mi ha insegnato qualcosa, è che l'amore che pensavo di provare per lui in due mesi di relazione non è nulla di paragonabile all'amore che provo per Daniel dopo quasi un anno che lo conosco. E stupidamente, perché, sto impazzendo per un ragazzo che è già impegnato con un'altra e quelli come lui dovrebbero essere assolutamente vietati anche solo metter loro occhi.
Serena: Perché dovrei andarci? Per vederlo pomiciare con la sua ragazza? No, grazie.
Iris: Ragazza? Quale ragazza?
Aggrotto le sopracciglia con la confusione che inizia a crearsi nella mia mente. Ditemi che non è quello che sto pensando!
Serena: La sua ragazza. Amelia.
Iris: Serena, ma che stai dicendo?! Daniel non ha la ragazza.
Come non ha la ragazza? Che sta dicendo lei piuttosto?!
Serena: Non sei stata tu ad avvisarmi che era fidanzato la prima volta che ci siamo conosciuti?
Iris: è stato quasi un anno fa. Daniel si è lasciato già da un po' di tempo con Amelia.
No, no, non è possibile! Mi sta palesemente prendendo in giro, non c'è altra spiegazione! Spero per Daniel che quello che mi sta rivelando la nostra migliore amica sia uno scherzo, perché, se così non fosse, ho passato chissà quanto tempo a dannarmi a causa sua inutilmente.
Serena: Da quando?
Iris: Non so di preciso da quando, ma l'ultima volta che l'ho visto con lei è stato a maggio. Poco tempo dopo mi ha confessato di essersi lasciato.
Fatemi capire bene: Daniel è single. E poi mi sono torturata per colpa sua per tutta l'estate, a cominciare dal nostro bacio. Ora compendo finalmente perché non si faceva problemi ad avvicinarsi a me e a scrutarmi come fossi la sua preda preferita.
Se avessi saputo fin da subito della sua situazione sentimentale, non avrei esitato neanche un istante a farmi fare più di un semplice preliminare da lui. Detto così mi fa sembrare la più facile delle ragazze con cui, molto probabilmente, Daniel ha a che fare, ma è la verità. Lui mi fa provare un'attrazione nei suoi confronti che non riuscivo ad appagare nemmeno quando stavo con Matteo. Non che in due mesi di relazione con lui avessimo fatto chissà cosa e, a parte qualche palpata sul sedere e la sua mano che si intrufolava sotto il tessuto della maglietta, non siamo mai andati oltre.
Serena: Allora, quei tre giorni a Sirmione... era single?
Iris: Sì, perché?
Sospiro pesantemente, non so se di felicità o di tristezza. Il nostro bacio non è stata un'opera di peccato e Daniel non ha tradito la sua ragazza. Ora che lo so, sento di avere un peso più leggero sulla coscienza. Ho deciso!
Serena: Iris, vado a raggiungerlo alla festa!
Corro fino a casa, sbattendo la porta d'ingresso dall'euforia che mi scorre in corpo.
"Serena, cosa ti prende? Perché sbatti la porta così forte?" si lamenta mio padre dal salotto, ma non gli presto la benché minima attenzione e mi fiondo in camera mia come se fosse il traguardo di una maratona.
Mi tolgo il berretto dalla testa, scoprendo una massa disordinata di capelli, e prendo l'intimo per fare una rapida doccia. Cinque minuti dopo sto decidendo quale abito indossare. È la mia occasione di fare colpo su di lui come avrei dovuto fare per bene il giorno del mio diciottesimo.
Estraggo un abito bianco floreale con le maniche corte a sbuffo e lo scollo Bargot che lascia le spalle scoperte. È molto simile a quello che mi avevano consigliato le gemelle per la mia festa. Ai piedi indosso degli anfibi neri e ripeto la stessa acconciatura di stamattina, con le treccine raccolte dietro la testa. Per quanto riguarda il trucco, oggi voglio esagerare più del solito, perciò abbondo di bronzer e illuminante e marco la linea dell'eyeliner. Sulle labbra non rinuncio al solito rossetto rosato perché i colori accesi non mi fanno impazzire, se non nelle occasioni di festività e mi metto una giacchetta in jeans di qualche taglia più grande per coprire le spalle. È di mio fratello, ma l'ha dimenticata a casa, quando ha traslocato nel suo appartamento, perciò ho la scusante per avergliela rubata.
Prendo il cellulare ed esco di casa, ignorando nuovamente la lamentela di mia madre sulla mia improvvisa fretta. Mentre cammino a spasso spedito verso la piazza del Duomo, mi guardo intorno, respirando a fondo l'aria fresca della sera. Dalla felicità mi ritrovo a svolazzare su me stessa come un'idiota. Quel ragazzo mi fa impazzire!
L'immensa facciata principale del Duomo di Milano si staglia proprio davanti a me e mi ritrovo a osservarla con attenzione come se fosse la prima volta che lo vedo. Controllo su Instagram per trovare il nome del bar dove si trova Daniel. Terrazza Duomo 21. Non lo conosco, ma dovrebbe trovarsi qua in giro. La piazza è quasi deserta dato che è notte inoltrata e ci sono solo poche persone che la animano. Incrocio una ragazza e le chiedo gentilmente indicazioni. La sconosciuta mi indica con l'indice la strada da percorrere e io la ringrazio.
Scorgo finalmente la Terrazza Duomo 21, un locale dal carattere glamour con vista sulla piazza Duomo. Mi chiedo come abbia fatto a non vederlo prima. Entro e subito mi avvicino in un grande spazio pieno di gente. Tavoli quadrati e morbide poltrone decorano l'ambiente illuminato da luci che creano la giusta atmosfera degna di eventi e serate come quella che si sta svolgendo adesso. Allungo il collo per scorgere una massa deforme castana e riesco a individuare il proprietario proprio di fronte a me, a qualche metro di distanza. Le persone che si muovono a ritmo della musica lo nascondono per qualche istante, ma il suo volto di profilo mi è impossibile da non riconoscere.
Mi perdo a contemplarlo finché è distratto dalla musica e dall'ambiente festoso. Vorrei passare le dita sui suoi capelli per rendere quel ciuffo ancora più selvaggio di quanto non lo sia già, vorrei sentire sulla mia pelle il leggero formicolio che procura la sua barba accennata quando le nostre bocche sono schiacciate l'una contro l'altra, vorrei sentire quel corpo muscoloso e virile addosso al mio formoso e lineare, vorrei avvertire le sue dita stringermi la pelle fino a farla arrossare...
Scuote le spalle al ritmo della musica di qualche genere pop o rock che al momento non riconosco, mentre è intento a chiacchierare con il gruppo di amici riunito con lui intorno al tavolo. Stavolta non me lo lascerò scappare!
Sono sul punto di avanzare per raggiungerlo, quando due braccia esili e magre si avvolgono intorno al suo collo, chiudendo le mani delicate e con qualche anello dietro la sua nuca. Un viso femminile si avvicina al suo e le labbra di una ragazza dai capelli castani si tuffano sulle sue. Daniel chiude gli occhi di riflesso e lo vedo ricambiare. Il sorriso mi muore sulle labbra, il cuore sembra smettere di battere per qualche secondo. Le mani di Daniel si posano dietro la schiena di lei, fino a trovare un rifugio ben sicuro nelle sue chiappe.
Senza battere ciglio mi volto indietro e faccio marcia spedita verso l'uscita. Non voglio certo che mi veda con questi stupidi occhi da innamorata che rischiano di versare lacrime per colpa sua per la millesima volta. L'aria pungente della sera mi sfiora le guance, aiutandomi a riprendermi leggermente dal colpo ricevuto. Cazzo, perché fa così male? Perché mi sembra di sentirmi sanguinare nel profondo? Ho bisogno di sedermi qualche attimo.
Scorgo una panchina poco distante e mi accingo a sedermi. Sto ansimando inspiegabilmente come se avessi appena corso, invece ho soltanto camminato. Porto le ginocchia al petto e le avvolgo con le braccia, stringendole più forte possibile. Una lacrima traditrice abbandona la sua prigione cristallina, lasciandosi cadere sulla guancia arrossata. Devo seriamente smetterla di correre dietro a Daniel! Mi asciugo la lacrima con la manica della giacchetta, fanculo se la sporco con il trucco. Scuoto la testa e lascio andare un profondo respiro. Non piangerò mai più a causa sua, ma non è facile trattenere l'istinto di farlo.
Daniel Vitali ha chiuso per sempre con me!
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