30. Incontri
Qualche giorno dopo Harry e Louis organizzarono una cena per celebrare la vittoria di Fobos contro Ercole e invitarono, oltre a Giove, Giunone e i genitori di Harry, anche Chirone, Ade, la dea Flora e i suoi figli.
Il centauro fu il primo ad arrivare e venne accolto da tutti con grande affetto.
Cupido, non appena lo vide, gli trotterellò incontro e gli accarezzò le zampe.
" Ciao Rione, me io essere contento di vedere te e essere felice come mela in suo torsolo..."
Chirone osservò il bimbo con sguardo ammirato ed esclamò:
" Piccoletto sei davvero saggio! Difficilmente mi è capitato di vedere bambini sapienti come te, sei più intelligente del pane che viene cotto nel forno...sei davvero il top!"
" Cosa essere topo, Rione?"
" Oh, nulla...gergo moderno dei giovani del futuro come me..."
Cupido guardò con venerazione il centauro e, stava per parlargli ancora, quando venne distratto dall'arrivo di Giove e Giunone in compagnia di Aurelio e di Anna.
" Ciao nonni di me io!" urlò il bimbo come un matto.
I quattro lo coccolarono a vicenda, finché, nel bel mezzo del prato, pochi istanti dopo, apparve Ade in una nuvola di fumo.
" Ciao a tutti i presenti !" esclamò il dio dei morti con un sorriso storto.
" Ciao zio Dade " rispose subito Cupido svolazzandogli davanti "...come va vita in Inferi?"
" Bene, nipote caro, i soliti morti..."
" Dove hai spedito Ercole?" intervenne Louis con un ghigno dipinto sul volto.
" Ercole?" borbottò pensieroso Ade " Credo di averlo perso di vista o meglio, l'ultima volta che l'ho visto era in una delle bocche di Cerbero, ma non credo sia un problema..."
" No, decisamente non lo è..." rispose il dio della guerra con ironia.
Gli invitati erano impegnati a chiacchierare, quando dal vialetto spuntarono gli ultimi ospiti.
Harry andò subito incontro alla dea Flora, a suo figlio Clario e ad un altro giovane.
" Venite...." fece loro strada il riccio " facciamo le presentazioni..."
" Cari amici " disse Harry " questa è la dea Flora, che conoscete tutti e loro sono i suoi figli gemelli, Clario, il dio delle farfalle e Flerio , il dio delle api, che presiede all'impollinazione dei fiori.
Flerio è stato in Oriente per parecchio tempo, per studiare la vita delle piante tropicali e ora è tornato..."
Flerio era un ragazzo bellissimo con lunghi capelli neri come l'ebano che gli scendevano sulle spalle in lunghi boccoli morbidi e aveva penetranti occhi violetti come il fratello.
Deimos lo guardò rapito e sorrise con un ebete, osservando le piccole api che svolazzavano intorno al loro dio.
" Fobos..." sussurrò Deimos al gemello " ci si può innamorare all'istante di una persona?"
" Non lo so, fratello, ma, se vuoi, ti accompagno a conoscere la persona in questione " rispose Fobos a bassa voce.
I due gemelli si avvicinarono ai figli della dea Flora e sorrisero contemporaneamente.
Flerio si presentò ad entrambi e Deimos tenne la mano del giovane dio fra le sue più a lungo del tempo dovuto.
Clario si rivolse a Fobos e disse:
" Credo che quei due si piacciano "
Il dio della paura si mise accanto a quello delle farfalle e lo attirò a sè, cingendogli la vita.
" E noi...ci piacciamo?" chiese timidamente.
" Direi di sì, almeno da parte mia " rispose Clario, reclinando la testa sulla sua spalla.
Fobos chinò il viso, posò un bacio leggero sulle labbra del ragazzo biondo e sussurrò:
" Anche da parte mia, puoi starne certo ".
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