{Capitolo 9: Nightmare}

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⸨Questo capitolo contiene una scena dov'è presente del sangue⸩

"Sono completamente avvolta dalle tenebre e la mia unica fonte di luminosità è la piccola torcia nera che tengo saldamente tra le mani. Sono circondata da quattro pareti biancastre con due ingressi collocati alla mia destra e alla mia sinistra, l'enorme armadio color avorio situato di fronte a me mi riporta alla mente tanti brutti ricordi e la morbida moquette blu elettrico che solletica i miei piedi nudi conferma le mie paure: io in questo posto ci sono già stata e anche più di una volta. Credevo di essere finalmente riuscita a gestire questi attacchi notturni, ma a quanto pare mi sbagliavo, mi sbagliavo di grosso. Non voglio stare in questa stupida stanza, ogni cosa qui dentro ha qualcosa di molto sinistro, giocattoli compresi, e io continuo a non capire perché ogni volta devo risvegliarmi nella cameretta di un bambino. Improvvisamente la tetra melodia di un carillon mi fa trasalire, il respiro inizia a diventare irregolare e la paura prende il sopravvento su tutte le altre emozioni. Una forte morsa sulla mia caviglia mi fa sussultare, mi giro di scatto verso l'enorme letto piazzato alle mie spalle e lancio un acutissimo urlo di puro terrore. Degli enormi tentacoli neri a strisce bianche fuoriescono da sotto il mobile e si agitano velocemente, inoltre, per non farsi mancare proprio nulla, uno di quei viscidi abomini mi ha afferrato la caviglia e continua a tenerla con una presa molto salda. La torcia mi cade di mano e la luce che proietta centra in pieno quel macabro scenario, occorrono solo una manciata di secondi prima che l'arto mi liberi dalla sua morsa e che tutti gli altri inizino ad agitarsi per poi sparire rapidamente sotto il letto. Recupero la torcia seduta stante e faccio il possibile per calmarmi, ma qualunque cosa faccia non serve assolutamente a nulla. Conosco molto bene la melodia di questo carillon e riconosco anche estremamente bene quella tonalità monocromatica. Non può essere davvero lui, non saprei come spiegarmelo, lui non ha nulla a che fare con la prima settimana di lavoro e quindi non dovrebbe essere qui. Un disgustoso rumore di arti attira la mia attenzione, alzo lo sguardo e vedo una gigantesca crepa sul soffitto dalla quale fuoriescono quei raccapriccianti tentacoli. Avendo ormai capito che la luce è la mia sola arma di difesa punto immediatamente la torcia contro di loro riuscendo a mandarli via. La canzoncina non cessa, anzi, il suo suono si fa ancora più distorto e sembrerebbe provenire dai corridoi. Mi avvicino rapidamente alla porta collocata alla mia destra, la apro e illumino il lungo corridoio per vedere se c'è qualcuno, ma niente. Mi precipito immediatamente dall'altra parte della stanza e faccio la stessa identica cosa soltanto che questa volta mi sento mancare un battito non appena vedo quello che fino a pochi secondi fa si stava nascondendo nelle tenebre. Una figura molto alta e snella si sta avvicinando alla mia porta, nonostante le lunghe dita affilate come la lama di un coltello, le numerose lacrime nere che gli rigano le guance pallide e l'aspetto più distorto del solito lo riconosco subito. È la prima volta che lo vedo in queste condizioni e francamente la cosa mi terrorizza a morte. Cerco di reagire, provo a scappare, tento di chiudere la porta ma è come se mi fossi pietrificata sul posto. Non riesco a fare nulla e l'unica cosa che sono in grado di fare è rimanere completamente immobile a fissare la marionetta dal volto bianco che si avvicina sempre di più a me fino a raggiungermi. I miei occhi colmi di terrore si scontrano con i suoi. Sento i tentacoli afferrarmi per la gola e iniziare a stringere con molta forza. Nonostante il respiro inizi a mancare io continuo a non fare nulla, non sono in grado di reagire e di conseguenza mi lascio cadere tra le gelide braccia dell'oscurità".

Mi sveglio di soprassalto spalancando gli occhi e scendendo rapidamente dal letto. Passo una mano sul mio viso grondante di sudore e la lascio scivolare lentamente verso il collo. È stato tutto un incubo, un altro tremendo incubo, un altro che va ad aggiungersi a una lunga serie. Anche questa volta sembrava tutto così realistico e ogni volta che mi capita di fare un brutto sogno su quei robot mi ritrovo quasi sempre in quella maledetta cameretta. È ironico che un incubo del genere capiti proprio qualche ora prima dell'inizio della seconda settimana di lavoro, non è mai un buon segno quando succede qualcosa del genere e spero che si tratti solo di una sgradevole coincidenza.
Guardo l'orario dallo schermo del mio telefono e mi sorprendo quando vedo che sono le sei e mezza passate. Ho ancora un bel po' di tempo prima di dover andare a lavoro, quindi ne approfitto per farmi una bella doccia calda e prepararmi un pasto veloce. Ogni volta che metto un piede fuori dalla porta di casa e vedo che c'è ancora la luce del sole mi sento un po' strana, per me la notte equivale praticamente al giorno e questa mia bizzarra routine mi fa sentire un vero e proprio vampiro.

◊◊◊

Dopo il nostro solito viaggio in bus io e Clara percorriamo lo stesso tragitto delle altre volte e arriviamo in pizzeria, questa volta però attraversiamo l'imponente ingresso centrale che conduce nella zona più grande dello stabile. Non serve specificare che il locale è tremendamente affollato, muoversi in mezzo a tutta questa folla diventa un'impresa molto ardua ma, fortunatamente, essendo basse riusciamo a intrufolarci senza troppi problemi in ogni spiraglio vuoto che riusciamo a intravedere. Una volta raggiunto l'ufficio l'unica cosa che ci resta da fare è suddividerci gli incarichi da completare prima della mezzanotte. Con un semplice cenno del capo saluto Clara per poi dirigermi completamente dall'altra parte dell'edificio. Il primo giorno della seconda settimana di lavoro ho sempre in programma di svolgere un incarico un po' particolare che ha a che fare con la manutenzione delle ventole. Non appena raggiungo la zona in questione tolgo una grata e mi infilo nel condotto che è collegato ad altri tre. Lo spazio e la luce scarseggiano parecchio e l'irritante frastuono della ventola sotto ai miei piedi mi disturba parecchio, ma sfortunatamente la sottoscritta è stata scelta per svolgere questo genere di incarico siccome è la più bassa e la più esile tra le due. Con me ho la mia fidata torcia che so già che mi servirà come l'ossigeno. Sono perfettamente consapevole di non essere sola qui dentro, infatti, come da copione, ho notato che il Kid's Cove era vuoto e questo significa solo una cosa: Toy Foxy, soprannominato e conosciuto meglio come Mangle, è stato portato nella Parts and Service room per essere nuovamente riparato. La volpe bianca è sempre bersagliata dai bambini più grandi che, con i loro modi di fare molto bruschi e selvaggi, la riducono in uno stato a dir poco pietoso. La stanza delle riparazioni è collegata a questi condotti di ventilazione quindi, dato che ormai i tecnici ritengono che sia una perdita di tempo aggiustare completamente quell'androide, non avrà di certo perso tempo a intrufolarsi qui dentro. Avendo subito molti guasti lui è in grado di fare praticamente tutto quello che vuole anche senza la sua modalità notturna ma, nonostante ciò, non ha mai fatto del male a un bambino. Quel maledetto ammasso di ferraglia non se la prende con quei piccoli nanerottoli indifesi, dopotutto perché dovrebbe farlo quando ha già una vittima bloccata in un condotto così stretto?
Non appena premo un piccolo pulsante giallo tutte le luci si spengono e la protezione che è presente sul condotto centrare si alza dandomi così libero accesso alle varie leve e ai numerosi bottoni. Il piccolo ingresso di fronte a me è parecchio silenzioso e tremendamente buio e l'unica fonte di luce è un pulsante dorato che premo rapidamente. Un coperchio si apre liberando una leva che attivo subito tirandola verso l'alto. Accendo velocemente la mia torcia e vedo Mangle a pochi centimetri da me, sussulto per lo spavento e faccio uno scatto all'indietro senza però spostare il mio fascio di luce da lui. La volpe bianca indietreggia con una facilità spaventosa e scompare nelle tenebre facendo rimbombare la sua tetra risata da pazzo omicida. Tornerà, eccome se tornerà. Qui dentro la velocità è l'unica cosa che ti può garantire la salvezza, infatti, non appena quell'ammasso di ferraglia si è allontanato definitivamente da me, mi concentro sul condotto alla mia destra e inizio a sbloccare le varie leve, ma improvvisamente del vapore inizia a uscire da alcuni tubi. Tossisco leggermente e inizio a ruotare la prima manopola che mi permetterà di chiudere quella fuoriuscita. Punto rapidamente la torcia nel condotto non appena sento uno strano suono diventare sempre più forte a causa della vicinanza, riesco a fermare in tempo Mangle anche questa volta facendolo nuovamente indietreggiare.

«Non riuscirai a restare concentrata in eterno, prima o poi ti distrarrai e quando arriverà quel momento...», la sua voce rimbomba nei condotti e dopo una breve pausa accompagnata da una sonora risata continua la sua frase «non riuscirai più a guardarti le spalle in tempo perché te le avrò già staccate a morsi».

Ignorando la sua minaccia riesco a fermare il vapore girando anche la seconda manopola, nel frattempo pure il terzo condotto di areazione si apre e una luce continua ripetutamente a lampeggiare mostrandomi quattro colori diversi. Questa è la parte che odio di più ed è anche l'ultima che devo svolgere prima di completare la mia mansione, purtroppo però devo riuscire ad azzeccare il giusto ordine per premere i tasti e avendo un robot assassino pronto a staccarmi gli arti a morsi l'impresa diventa più complessa e ansiosa. Sento il cigolio meccanico della volpe provenire da ogni direzione, non riesco a fissare quella maledetta luce per più di cinque secondi e questo mi fa innervosire parecchio. Provo a indovinare la combinazione premendo a casi i quattro pulsanti, ma non funziona. Mangle continua a provare ad avvicinarsi a me attaccando da tutti e tre i condotti, però ogni suo tentativo è risultato vano siccome sono sempre stata più veloce di lui.

«Al diavolo...» dico provando per l'ennesima volta sperando in un colpo di fortuna, ma niente.

Incredibilmente la volpe non si fa vedere per una ventina di secondi il che mi permette di vedere la combinazione per intero. Inizio a premere i quattro pulsanti nell'ordine corretto e una volta che ho risolto l'enigma posso finalmente accedere all'ultima leva. Ma esattamente un secondo prima che possa tirarla sento una forte fitta espandersi su tutta la mia povera schiena, mi giro di scatto trattenendo un urlo di dolore e vedo gli artigli di quel mostro sporchi del mio stesso sangue. Il bruciore è davvero insopportabile tanto che mi tocca reggermi all'unica parete disponibile nella zona. Alzo a fatica il braccio e tiro la leva riattivando tutte le luci e chiudendo i tre ingressi costringendolo così ad andarsene. Sono salva, sono miracolosamente salva. Esco il più velocemente possibile da quel cunicolo e ritorno nel mio ufficio facendo molta fatica, ogni passo comporta a una tremenda fitta alla schiena e man mano che avanzo lascio delle piccole gocce di sangue lungo la strada. Per mia fortuna il locale è già chiuso e quindi nessuno dei clienti può vedere la mia maglietta lacerata da cinque lunghi graffi.
Non appena raggiungo Clara la sento urlare in preda all'orrore e la vedo catapultarsi seduta stante da me. La bionda mi soccorre e mi aiuta a pulire le ferite e a fermare il sangue. Meno male che vicino al nostro ufficio è presente un kit medico e quindi posso tranquillamente disinfettare tutti i graffi. Smetto di sanguinare solo un quarto d'ora prima della mezzanotte, i tagli si stanno già cicatrizzando e quindi posso rimettermi la maglietta che ho tolto precedentemente per permettere a Clara di aiutarmi a curare le mie ferite. Abbiamo ancora quindici minuti di tempo per calmarci e lo dobbiamo assolutamente fare.
Il nostro turno non è ancora iniziato e io ho già degli enormi graffi sulla schiena, vorrei poter pensare che la situazione migliorerà, ma sarebbe soltanto una stupida illusione. So molto bene che non farà altro che peggiorare e che questo era soltanto l'inizio.

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Fine del capitolo!
Spero vi sia piaciuto :)
La seconda settimana di lavoro inizia proprio nel migliore dei modi, con un meraviglioso incubo e dei bei graffi sulla schiena. Mangle tesoro mio sei proprio cattivo ;)
Che altro potrebbe succedere nel corso di queste cinque notti?
Al prossimo capitolo 👋
Ciaooo 🎶

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