{Capitolo 10: Old memories}
Le prime ore di questa notte sono sempre le più tranquille, non accade mai nulla di particolare e nessuno di quei mostri meccanici osa muoversi dalla sua postazione. Bisogna iniziare a preoccuparsi soltanto quando la musica del carillon inizia a scaricarsi, infatti un androide molto particolare ama alla follia ascoltare ripetutamente quella dolce melodia e, ironia della sorte, è esattamente la stessa che mi ha tormentato durante quel tremendo incubo che ho avuto diverse ore fa. Il nome della marionetta monocromatica è Puppet, è situato nel Prize Corner e durante il giorno distribuisce numerosi regali a tutti i bambini presenti nella pizzeria. Di solito è affiancato da Balloon Boy, un ragazzino, un po' più giovane degli altri, che consegna palloncini colorati ai vari clienti. Ovviamente non si può non parlare della band principale composta da Toy Freddy, Toy Bonnie e Toy Chico. Hanno un aspetto più infantile e giocoso rispetto alle loro altre versioni, ma non bisogna lasciarsi ingannare dall'apparenza perché sono tutto tranne che socievoli. Durante le ore notturne diventano tre bestie che perdono completamente quel lato magico e gioioso che i bambini amano tanto, metterebbero timore addirittura alla morte in persona e non conoscono affatto il significato della parola pietà. Inoltre non possiamo dimenticarci dell'artefice delle mie ferite, quella maledetta volpe bianca che si trova stesa in un angolino del Kid's Cove. Il ragazzo per muoversi, essendo tutto rotto e di conseguenza molto simile a un ragno, usa i vari soffitti della pizzeria, infatti quando lo cerchiamo tramite le telecamere di sicurezza dobbiamo sempre controllare con estrema attenzione anche le zone più alte.
Per respingere gli attacchi dei robot non abbiamo più a disposizione le nostre preziose porte blindate, quest'ufficio è completamente esposto a loro e inoltre, giusto per non farsi mancare proprio nulla, hanno addirittura tre modi diversi per raggiungerci. Sia a destra che a sinistra sono presenti dei condotti di ventilazione che sono un passaggio molto rapido e veloce per entrare nella nostra stessa stanza, mentre di fronte a noi è presente un lungo e buio corridoio che non può essere bloccato in nessun modo. Le uniche cose che possiamo usare per difenderci sono una torcia e delle maschere con le sembianze di Freddy che servono per confondere lo scanner facciale degli androidi impedendogli così di saltarci addosso. Sfortunatamente sono consapevoli del fatto che dietro a quegli scudi di plastica colorata ci nascondiamo noi due, però il loro sistema interno ha la meglio e quindi, nonostante abbiano capito il trucco, non sono comunque in grado di farci assolutamente nulla. Questa strategia funziona soltanto se si indossa la maschera con estrema velocità, inoltre non possiamo tenerle troppo a lungo siccome ci tolgono il respiro e rischiamo addirittura di perdere i sensi.
Allo scoccare delle due del mattino la Music Box di Puppet inizia a scaricarsi ed è compito di Clara assicurarsi che venga ricaricata in continuazione evitando così di far arrabbiare la marionetta. La mia amica deve inoltre controllare le numerose telecamere di sicurezza presenti nel locale per riuscire a seguire al meglio tutti gli spostamenti che androidi inizieranno a fare a breve. La sottoscritta invece è seduta sulla scrivania e si trova esattamente di fronte al grande corridoio centrale, devo sorvegliare i tre ingressi e avvertire immediatamente la bionda nel caso in cui qualcuno si avvicinasse troppo al nostro ufficio. In poche parole io gestisco la torcia in modo tale da poter illuminare i condotti di ventilazione e il corridoio, mentre Clara monitora la situazione con il suo fidato tablet e tiene tranquilla la marionetta.
Adesso la faccenda inizia a diventare meno piacevole e molto più ansiosa, una volta che la Music Box si attiva il livello di agitazione non fa altro che aumentare e lo fa anche in un modo piuttosto esponenziale. L'unico lato positivo di questo posto è che, essendo spaventosamente vasto, gli androidi impiegano più tempo a raggiungerci, purtroppo però questo misero vantaggio viene comunque sommerso da una marea di altri punti che sono tutti terribilmente negativi.
«Toy Bonnie ha appena lasciato il palcoscenico», annuncia Clara mettendosi comoda sulla sedia e appoggiando i piedi sulla scrivania «si trova nella CAM 03 e ha portato con sé anche la sua amata chitarra elettrica».
«Se solo potessi prenderla gentilmente in prestito non immagini nemmeno che cosa farei a quel coniglio» commento facendo roteare gli occhi e prestando attenzione a ogni singolo suono.
«Oh fidati, lo so benissimo anch'io» ribatte la bionda con un leggero sorriso che viene subito accompagnato da uno sguardo pieno di sadico desiderio.
Per nostra sfortuna non potremo mai realizzare i nostri sogni vendicativi su quel branco di bestie assetate di sangue, in uno scontro con uno di loro ne usciremmo sicuramente devastate perché non sarebbe un combattimento equo sia dal punto di vista della forza che da quello della velocità. Mi avvicino a Clara e guardo insieme a lei il piccolo schermetto del tablet, il coniglio dai capelli azzurri mantiene il suo sguardo fisso verso di noi senza nemmeno battere ciglio. Sa che lo stiamo osservando, riesce a percepire i nostri occhi su di lui e ne abbiamo la conferma non appena ci saluta con un sorriso sornione. Quell'essere è odiosamente egocentrico e ipocrita, i Toys hanno un carattere più fastidioso rispetto alle loro altre versioni, riescono a nascondere al meglio il loro lato sadico e senza cuore e la cosa mi irrita parecchio. Durante il giorno si occupano dei bambini più piccoli che li amano alla follia per via dei loro colori sgargianti, soltanto noi due vediamo la loro vera natura e infatti si divertono un sacco a sbatterci in faccia tutta la loro falsità.
Alle tre e mezza del mattino anche Toy Chico decide di lasciare la sua postazione per iniziare ad avventurarsi nelle buie sale della pizzeria. Mentre Clara si concentra su di lui io controllo le varie entrate e noto con orrore che il coniglio dagli occhi color smeraldo sta arrivando dal condotto di ventilazione situato alla nostra destra. Avviso subito la bionda ed entrambe mettiamo le nostre maschere, non appena il ragazzo mette piede nel nostro ufficio si piazza davanti alla scrivania e ci osserva dalla testa ai piedi. Sa benissimo chi siamo, ma non può alzare nemmeno un dito contro di noi. Toy Bonnie inclina di poco la testa di lato e ci sorride mostrando una spaventosa dentatura terribilmente appuntita. Sono perfettamente consapevole del fatto che non può farci del male, però l'estrema vicinanza tra me e lui mi fa sentire incredibilmente indifesa e fragile, sarebbe in grado di uccidere qualcuno usando soltanto una mano e non esiterebbe nemmeno un secondo a farlo. Il semplice fatto che non ci sia nulla a separarci da quel mostro mi fa accapponare la pelle, tutti loro sono molto veloci ed è per questo motivo che noi dobbiamo esserlo di più. Dopo qualche minuto il coniglio lascia finalmente il nostro ufficio e noi possiamo togliere le maschere per poter riprendere un po' di fiato, ovviamente riusciamo a respirare quando le indossiamo però non possiamo comunque permetterci di tenerle troppo a lungo. Poco dopo l'arrivo di Toy Bonnie anche Toy Chico ha fatto la sua comparsa, la cosa si è ripetuta un po' di volte e nel frattempo Clara teneva sotto controllo la Music Box. Alle sei del mattino siamo finalmente libere di tornare a casa e di riposarci un po'.
La giornata è trascorsa molto velocemente e in men che non si dica siamo di nuovo in questo maledetto ristorante. Per mia fortuna l'incarico di oggi non comprende la riparazione delle ventole, l'unica cosa che dobbiamo fare è quella di trasferire alcuni vecchi oggetti nello scantinato dell'edificio. Per nostra disgrazia l'unico ingresso che ci permette di accedere a quella zona è collocato nella Parts and Service room della prima pizzeria. Mentre trasportiamo i primi scatoloni quei quattro psicopatici non perdono l'occasione di lanciarci una delle loro solite occhiate colme di malizia, la cosa migliore che possiamo fare è ignorarli e continuare a camminare per raggiungere la nostra destinazione. La porta che conduce nei sotterranei del ristorante si trova in fondo alla stanza ed è completamente fatta in legno, varchiamo il suo ingresso e iniziamo la nostra lunga discesa verso gli inferi. Accatastiamo le varie scatole in un vecchio angolo e facciamo il possibile per sopportare quella disgustosa puzza di cadavere che infesta l'aria, questo odoraccio è dovuto al fatto che i nostri amici di metallo hanno sempre abbandonato tutte le carcasse delle loro vittime quaggiù in modo tale che nessuno le trovasse. Qua sotto non c'è assolutamente nulla di buono, ogni cosa qui dentro mi riporta alla mente qualcosa di molto macabro e in questo preciso istante un particolare ricordo si fa strada tra i miei pensieri, un ricordo molto triste.
«Non ci posso credere che siano già passati tutti questi anni da quando loro due se ne sono andate», dico con un sospiro mordendomi con forza l'interno guancia cercando di trattenere le lacrime «quei mostri ci avevano confessato tutto proprio qui».
«Me lo ricordo molto bene... da quando ci hanno lasciate niente è stato più come prima» commenta Clara con un leggero luccichio negli occhi.
Eppure mi sembra solo ieri di averle viste per l'ultima volta, di averle sentite ridere, di aver sentito le loro voci e di averle viste felici. Non solo quei robot ci hanno rovinato la vita, ma sono stati addirittura in grado di strapparla alle nostre due più care amiche. Non dimenticherò mai il giorno e il modo in cui l'avevano confessato, nessun segno di pentimento era presente sui loro volti, solo orgoglio e un forte senso di soddisfazione dovuto a quell'insensata vittoria. Quella perdita ha fatto veramente molto male, non rivederle più tra i banchi di scuola è stato estremamente doloroso e ancora oggi non riesco a capacitarmi della loro scomparsa. In passato abbiamo provato a convincere la polizia che i loro corpi erano nascosti quaggiù, ma non sono mai riusciti a trovare nulla e da quel momento hanno smesso di ascoltarci. Non abbiamo avuto la possibilità di vendicare le nostre amiche e quando quei mostri hanno saputo che abbiamo provato a incastrarli per noi l'incubo che già stavamo vivendo non ha fatto altro che peggiorare. Non li avevo mai visti in quelle condizioni, ma l'unica cosa che volevano fare era prenderci per farci del male, molto male. Ci sono riusciti, ci sono riusciti eccome. Non hanno voluto farci fuori di proposito, i loro unici intenti erano quelli di farci capire chi comanda in questo posto e di punirci per quello che ci siamo permesse di fare a loro insaputa. Da quel giorno non osiamo più parlare del nostro lavoro e di quei robot con nessuno.
Mi dirigo con decisione verso uno scatolone e frugo al suo interno alla ricerca di qualcosa che mi permetta di scrivere. Dopo un po' trovo un vecchio indelebile nero e senza dire una parola di dirigo verso la vecchia parete bianca per poi mettermi in ginocchio e iniziare a scrivere. Clara si posiziona al mio fianco e sorride con malinconia non appena vede la dedica che ho appena lasciato sul muro.
"Siete state due amiche fantastiche.
Katrin e Roxy.
Ci mancate molto e non vi dimenticheremo mai.
J. & C."
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Fine del capitolo!
Spero vi sia piaciuto :)
Katrin e Roxy resteranno per sempre nei nostri cuori, non vi sarete mica dimenticati di loro spero!
Quella scritta vi riporta alla mente qualcosa? Vediamo chi sa dirmi dove l'ha già vista ;)
La prima notte è andata e ne mancano ancora quattro, cosa succederà?
Pronti per la seconda?
Finalmente ho una breve settimana di vacanza che cercherò di sfruttare al meglio per pubblicare con più costanza!
Al prossimo capitolo 👋
Ciaooo 🎶
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