④-𝐔𝐂𝐂𝐈𝐒𝐎 𝐍𝐄𝐋 𝐅𝐀𝐌𝐈𝐋𝐘 𝐃𝐈𝐍𝐄𝐑

Il gelido freddo mattutino incombeva sulle strade della cittadina, tanto che Jeremy temeva di prendersi un malanno da lì a poco... come se non avesse già abbastanza preoccupazioni d'altronde.
Lavorare in quella pizzeria non era di certo nulla di nuovo per lui, ma un conto era vedersela con degli spiriti vendicativi, ben altro dei robots difettosi e malfunzionanti che lo vedevano come un criminale.
Jeremy aveva fin troppe domande per la testa, tanto che al momento non voleva altro che fare una lunga dormita e non pensarci più almeno per qualche ora. Così frugò nelle tasche alla ricerca delle chiavi dell'appartamento, ma in quel momento notò che sulla porta d'ingresso era stato fissato un foglio:

"𝚄𝚕𝚝𝚒𝚖𝚘 𝚊𝚟𝚟𝚒𝚜𝚘, 𝚜𝚒 𝚙𝚛𝚎𝚐𝚊 𝚍𝚒 𝚎𝚏𝚏𝚎𝚝𝚝𝚞𝚊𝚛𝚎 𝚒𝚕 𝚙𝚊𝚐𝚊𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚎𝚗𝚝𝚛𝚘 𝚒𝚕 𝚠𝚎𝚎𝚔-𝚎𝚗𝚍."

«Di bene in meglio...»

Sospirò il ragazzo afferrando il pezzo di carta, a quanto pare si prospettava una settimana alquanto interessante per lui. Infatti le sorprese non terminavano lì dato che, appena fu dentro, ad attenderlo c'era un'Emma molto preoccupata. Probabilmente aveva visto anche lei l'avviso dato aveva con sè varie scartoffie riguardanti offerte di lavoro.

«Dal tuo sguardo, dubito tu voglia semplicemente darmi il buongiorno.»

Le disse mentre si apprestava a raggiungerla, prevedendo già la sua risposta al riguardo.

«Sì, so del possibile sfratto che stiamo rischiando. Perchè non me ne hai mai parlato? Sarei venuta molto prima quì a Filadelfia per darti una mano se sol-...»

«Non volevo darti preoccupazioni. » La interruppe Jeremy «Eri così entusiasta di arrivare quì per iniziare una nuova vita... e di certo non per venire in mio soccorso. Non mi sembrava giusto nei tuoi confronti.»

«Scherzi? Siamo fratelli, aiutarci è il minimo che possiamo fare. Forza, abbiamo ancora del tempo, ho già iniziato a controllare qualche offerta e...»

«Davvero Emma, non devi farlo per forza, entro venerdì dovrei essere in grado di pagare l'affitto con lo stipendio del Freddy's.»

«Sì, forse, ma ricorda che di certo non sono arrivata quì per stare in panciolle. Voglio dire, a casa sarei stata molto meglio se fosse stato questo il mio scopo.»

«Oh, adesso vuoi insinuare che l'ospitalità di tuo fratello sia penosa?»

Domandò il ragazzo fingendo uno sguardo offeso, seguito dalle risate di Emma, la quale lo prese per mano e gli disse che non c'era nessun problema, era pronta ad offrirle tutto il suo aiuto.

«Dopotutto insieme i Fitzgerald non sono imbattili?» Domandò al fratello.


«Ok va bene, tentar non nuoce, e di certo non voglio farti sbattere fuori di quì appena arrivata.»

Rispose allungandole un braccio sulle spalle per abbracciarla, odiava doverla scomodare per i suoi problemi, ma almeno ora era sicuro di poter contare su una persona fidata.
Successivamente la ragazza guardò l'ora e sussultando iniziò a prepararsi in fretta per uscire di casa.

«A tal proposito, il mio colloquio inizia tra pochissimo, quindi ora devo proprio scappare.»

«Aspetta, di già?!»

«Sì, come ti stavo dicendo avevo adocchiato qualcosina.»

«Di cosa si tratta?»

«

Cameriera o qualcosa del genere, ma ti racconto più tardi, ok? Devo proprio scappare ora.

Un'ultima cosa, se devi fare colazione, credo i cereali siano scaduti, l'ho scoperto a mie spese. A dopo!»

Concluse chiudendosi la porta alle spalle e portando con sè tutto il trambusto di quel momento.
Jeremy la salutò con un cenno della mano e poco dopo crollò sul divano, prendendo il cellulare dalle tasche: prima di godersi il meritato riposo doveva fare un'ultima cosa.

«Mike, sono Jeremy.»

«Ehy amico, stai bene? Cioè, ne dubito... più che altro, ti hanno ferito?»

«Sta tranquillo, per ora sono solo stanco morto, ma per il resto puoi immaginare come sia andata.»

«Già... tu sei sempre sicuro di voler continuare?»

«Certo, devo solo riprenderci la mano, ma posso gestirlo. Anzi, ho già scoperto alcune cose interessanti riguardo le tue indagini, quindi di certo non mi tiro indietro ora.»

«Sei stato rapido vedo, dimmi pure.»

«Pare che i nostri nuovi amici meccanici non sembrano essere posseduti nè in cerca di vendetta. Piuttosto ci deve essere un errore nel database della polizia, mi vedono come un criminale.»

«Cavolo, questa sì che è nuova, ma al contempo ci pone un nuovo problema...»

«... dove sono le anime?»

«Esatto. Se non sono i toy, l'unica possibilità è che siano ancora nei vecchi animatronics? E ciò ci porta al problema dove non sappiamo che fine abbiano fatto.»


«Aspetta, forse abbiamo una pista al riguardo.»

«Ovvero?»

«Fritz, il tizio che mi fa da tutor, mi ha parlato di come avessero tentato di riparare i vecchi modelli, ma hanno subito accantonato l'idea e li hanno abbandonati.»

«Pensi se ne siano sbarazzati definitivamente?»

«Non penso, anche perché ho adocchiato una stanza sospetta, la Parts/Services. Non è visualizzabile dalle telecamere ed è chiusa a tutti.»

«Mh... una stanza chiusa e degli animatronics scomparsi, non ci vuole molto a fare due più due quì.»

«Se non loro, di certo qualcosa di grosso ci stanno nascondendo.»

«Beh, a questo punto per saperne qualcosa in più non mi rimane altro che fare una visita più approfondita alla pizzeria.»

«Cerca solo di stare attento Mike, non sappiamo per certo cosa ci sia rinchiuso lì.»

«Lo terrò a mente, grazie dell'aiuto, ti aggiorno più tardi.»

==Freddy Fazbear's Pizza 2.0==
==Ore 07:05 AM==

Il Puppet era intento a riflettere mentre osservava la sala principale della pizzeria, totalmente vuota dato che l'orario di apertura era ancora lontano. Ciò rendeva possibile agli animatronics di girare liberamente per l'edificio, pertanto la marionetta ne aveva approfittato per fissare una riunione con loro ed avere informazioni sui recenti avvenimenti.
Durante l'attesa, ascoltava quasi ipnotizzata la musichetta che proveniva dal grosso pacco regalo in cui era rinchiusa.

Quella melodia era l'unica cosa in grado di tenerla calma, ma al contempo era il suo fardello...

Esattamente, neanche Puppet sapeva bene il perché, ma finché essa era attiva lui non poteva in alcun modo allontanarsi dalla propria postazione, il che era alquanto controproducente per la sua vendetta.
Inutile dire che fu inutile ogni suo tentativo di scampare da ciò, ormai aveva perso totalmente le speranze al riguardo.

«Maestro, ci avete fatto chiamare?»

Chiese Toy Freddy, seguito dal resto dei robots, interrompendo così il flusso di pensieri in cui si era persa la marionetta. Puppet allora rispose annuendo e poco dopo chiamò a se Mangle, la quale utilizzò i fili che mantenevano il robot per farlo uscire del tutto dalla scatola: era fin troppo debole per riuscirci da solo.

«Maestro?» Chiese la volpe appena notò Puppet barcollare.


«Non ti preoccupare, posso farcela adesso...
Ad ogni modo, vi ho fatto chiamare perché voglio un rapporto immediato sulla situazione.»

«Sfortunatamente non portiamo buone notizie. Pare che la guardia precedente sia stata assegnata ad un altro incarico.»

Rispose Mangle, mentre lo sguardo della marionetta, seppur non in grado di cambiar espressione, era pieno di rabbia.

«Come?!»

«Purtroppo è riuscito a superare indenne la settimana di prova.» Cercò di spiegare Toy Freddy «Ci rincresce dav-...»

«Ve lo siete fatti sfuggire?! Non vi rendete conto allora, poteva essere un potenziale assassino!»

Puppet strinse i pugni, iniziando a fluttuare senza l'ausilio dei cavi, mentre gli altri robots indietreggiarono sorpresi. Era raro per Puppet avere tali scatti d'ira verso di loro, tanto che perfino lui poco dopo si rese conto della situazione, così riacquisì la calma grazie alla melodia.

«N-non è nulla, ormai quel che fatto è fatto, continueremo ad attuarci al piano...»

Concluse iniziando poi a barcollare di nuovo verso terra, mentre Mangle visibilmente preoccupata cercò di tenerlo in piedi tramite i cavi, ma lui la fermò.

«Sto bene...»

«Maestro, state perdendo le forze sempre più velocemente... e non solo a causa della melodia. Per favore, non sforzatevi più del necessario.»

«Mangle, ho detto che sto bene... non posso fermarmi adesso, devo salvarli, alla svelta... ripeto, il piano continua. Quindi ditemi, chi è il nuovo arrivato?»

«Ho eseguito la scansione ed il sospetto non corrisponde all'identità di Michael Afton. Procediamo all'attacco?» Chiese Toy Bonnie.

«Sì, permesso concesso.»

«Non capisco però il motivo di questa eccezione.»

Domandò in quel momento Toy Chica interrompendo la conversazione.
Tale dubbio in effetti era condiviso dal resto degli animatronics: perché tutti erano possibili assassini, ma non quel ragazzo?
La marionetta allora rispose dicendo che si trattava di una persona fidata, una vittima proprio come loro.
Certo, dubitava che Mike sarebbe mai tornato dopo tutto quel che era accaduto, ma per precauzione Puppet voleva assicurarsi che il ragazzo non fosse scambiato ancora una volta per William.

«Quindi ricordate, ogni nuovo guardiano è da eliminare, tutti eccetto Mike. In caso venga di nuovo quì informatemi, lui potrà aiutarci!» Precisò Puppet.

«E lo capiamo perfettamente Maestro, ma ci resta ancora una domanda... perché dobbiamo uccidere?»

Insistette Toy Freddy, ma Puppet non riuscì a dare una risposta, pertanto anche Toy Bonnie disse la sua in merito.

«È una domanda lecita. Voi ci avete dato la vita, e ve ne siamo grati, ma perché dobbiamo spezzarne altre? Vorremmo sapere almeno il perché.»


Ancora una volta il Puppet faticò a dare una risposta ed abbassò il capo, a tal punto Mangle si frappose fra i tre animatronics e la marionetta.

«Ora basta, non dovremmo disturbare il maestro con tali sciocchezze. Dobbiamo porre la nostra fiducia nelle sue azio-... »

La volpe fu però zittita dal Puppet con un cenno. In seguito ammise che era lecito porsi quei dubbi, dopotutto il suo odio verso Afton lo aveva talmente accecato a tal punto da dimenticare che al suo fianco aveva dei validi alleati, non dei sicari a cui dare ordini senza alcuna spiegazione.

«Amici, sappiate che la mia sete di vendetta è giustificata, infatti risponderò a tutti i vostri dubbi... iniziando proprio dal giorno in cui morii.»

==Fredbear's Family Diner==
==14 Dicembre 1983==

Essendo figli di Henry, non era raro per Sammy e Charlie frequentare la pizzeria gestita dal padre e dal suo socio in affari William.
Amavano quel luogo ricco di gioia, dopotutto lì servivano le pizze migliori e ci si divertiva da matti grazie alle mascotte robotiche: Fredbear e Spring-Bonnie.

Erano gli idoli di molti bambini, ma in particolar modo lo erano per Sammy e Charlie dato che appartenevano all'attività di famiglia, di conseguenza per loro era un po' come avere dei grossi e speciali giocattoli.
Era quindi tutto così perfetto e semplice nelle loro vite, ma sfortunatamente ciò era destinato a termine da lì a poco.

Si trattava di una normale giornata lavorativa al Diner, o meglio, così sembrava essere.
William era indaffarato a passare lo straccio nel backstage, sembrava alquanto nervoso ed agitato.
Il pavimento era infatti imbrattato di sangue e l'uomo stava cercando di sbarazzarsene al più presto, sotto lo sguardo severo di Henry.

«Che c'è adesso? Credi seriamente sia stata colpa mia?!» Gli domandò lanciandogli a sua volta un'occhiataccia.

«Non so più cosa pensare onestamente, dovremmo chiamare la polizia...»

Propose Henry guardandosi intorno. William stava per ribattere, quando vide uno dei loro dipendenti avvicinarsi frettolosamente, aveva il fiatone.

«Signori, ho saputo della mort-...»

«Ti prego, sta zitto, o lo sapranno tutti! È stato solo un incidente, agiremo con cautela.»

Lo riproverò William strattonandolo per un braccio, mentre Henry sembrava sempre più a disagio in quella faccenda.

«William, non pensi che dovremmo almeno avvertire la famiglia?!»

«Ho tutto sotto controllo, amico, fidati di me. Ehy tu, uhm...» Si rivolse poi al dipendente, leggendo il cartellino sulla divisa «Frank Wilson, giusto? Prenditi una giornata libera, sei troppo stressato.»

«Ma...»

«Forza, fa come ti ho detto.

In quanto a noi Henry, dobbiamo informare che gli animatroni non potranno esibirsi oggi.»

Henry annuì a malincuore dinanzi alla proposta di Afton, incidente o no, non avevano tempo da perdere quel giorno: erano stati programmati ben tre compleanni di fila e di conseguenza il lavoro sarebbe stato molto più snervante senza i robots.
Decisero di dividersi i compiti, così Henry si diresse alla sala est, mentre William a quella opposta, dimenticandosi però nella fretta di chiudere a chiave il Backstage.
Qualche ora più tardi passarono di lì Sammy e Charlie, purtroppo quel giorno non avrebbero potuto incontrare i propri idoli, così decisero di giocare a nascondino.
La sorella si voltò verso un muro ed iniziò a contare, mentre Sammy iniziò a correre in giro alla ricerca di un nascondiglio. Fu allora che vide la porta del Backstage semi-aperta, il che era strano, ma al contempo perfetto: Charlie non avrebbe mai guardato lì dentro.
Il bambino non perse un altro istante e si intrufolò nella stanza, trattenendo a fatica le risate al solo pensiero della sorella vagare per ore ed ore senza trovarlo.
Il posto era molto buio, ma Sammy riuscì a scorgere un tavolo, così si nascose lì e, ancora ridacchiando, aspettò.

Non aveva idea del tempo che era passato, ma doveva essere statò lì davvero tanto dato che ad un certo puntò poteva sentire i clienti lasciare il locale. Il bambinò capì che era il momento di uscire allo scoperto, ma prima che potesse fare qualcosa la luce della stanza si accese.

«Dannazione, l'ho lasciata aperta.»

Sbuffò William chiudendosi la porta alle spalle, iniziando poi a borbottare tra sè e sè mentre si apprestava a pulire il pavimento ancora sporco di sangue. Sammy rabbrividì al pensiero di esserci passato sopra senza accorgersene.

«Dovremo chiamare la polizia, dice lui... certo, e poi che gli diciamo? Scusi agente, volevamo solo testare il remnant con le tute ma abbiamo avuto un incidente con gli spring-locks, cosa da tutti i giorni, vero?!»

Imprecò l'uomo gettando a terra la scopa, mentre Sammy deglutì, non aveva mai visto l'amico di suo padre comportarsi in tal modo. Lo aveva sempre visto come un signore ben educato e molto calmo, mentre ora era del tutto diverso.
William sospirò e prese uno straccio per iniziare a dare una pulita anche a Spring-Bonnie.
Sammy rabbrividì, perché era ricoperto di sangue? Era davvero sangue o magari c'era stato un incidente con le pizze?
Il piccolo sapeva solo di essere terrorizzato dalla faccenda.

«Se solo fosse stato più partecipe all'esperimento... certe volte penso che sia uno smidollato. Esatto, Henry Emily, tutto fumo e niente arrosto! Ed ora eccoci quì con un morto... ed il remnant che non funziona!»

Sospirò frustrato dando un pugno al muro, mentre Sammy rabbrividì a quelle parole.
Morto? Era stato quell'uomo ad ucciderlo?
Il bambino voleva solo andare via di lì, di qualunque cosa si trattasse non voleva averne per niente a che fare. Rimase allora fermo in silenzio finché non ebbe l'opportunita di sgattaiolare alle spalle di William verso la porta, ma si ricordò troppo tardi che era chiusa a chiave.

«E tu che ci fai quì?!»

Sammy sobbalzò voltandosi e, in breve tempo, si ritrovò faccia a faccia con Afton. Era a braccia conserte, imbrattato di sangue e dallo sguardo serio, non prometteva nulla di buono.

«Mi scusi signore, io s-stavo solo giocando a nascondino con mia sorella e...»

«Quante volte ti ho detto di non entrare in questa stanza, Sammy?»

«Molte...»

Balbettò tremante mentre William si inginocchiò alla sua altezza, afferrandolo per il viso.

«Dei un bambino inaffidabile e testardo, proprio come quell'inetto di tuo padre dopotutto.»

«Non parlare male di papà!»

Gridò Sammy allontanandosi da quell'uomo, improvvisamemte il solo suo tocco era quasi repulsivo per lui.
Provò poi a gridare di nuovo, sperando che qualcuno lo sentisse, ma William gli tappò subito la bocca.
La situazione stava iniziando a farlo preoccupare: quel ragazzino aveva scoperto probabilmente tutto, lasciarlo andare avrebbe significato rischiare che ne parlasse con il padre o, peggio, con i pochi clienti rimasti. Al contempo però non poteva neanche tenerlo ostaggio con lui per sempre.


«O forse sì...»

Pensò l'uomo mentre il suo sguardo ricadde sul bambino tremolante che, con scarsi risultati, tentava di sfuggire alla sua presa.
William iniziò a sorridere compiaciuto mentre una malsana idea fece strada nella sua mente: da quel che aveva potuto vedere, gli adulti avevano prodotto scarsi risultati nei suoi esperimenti, ma forse le cose sarebbero andate diversamente con un bambino, ben più carico di energie.
W

illiam fremeva dalla curiosità e così, senza neanche rendersi conto di avere già l'altra sua mano saldamente intorno al collo di Sammy, iniziò a soffocarlo.

Il corpo del bambino alla disperata ricerca di ossigeno iniziò a combattere debolmente, mentre William lo guardò impassibile stringendo ancora di più la presa, finché non mosse più un muscolo.
L'uomo poi, ansimante e quasi stupito di ciò che era successo, lo lasciò cadere al suolo.

«Vedrai piccolino, la tua morte non sarà vana.»

Balbettò emozionato mentre nella sua mente frullavano già un sacco di idee. Faticava ancora a credere a ciò che aveva ottenuto quel giorno, lo vedeva quasi come un dono per le sue ricerche: un dono più unico che raro.
Ancora pieno di adrenalina per aver appena soffocato a morte il figlio del suo migliore amico, sempre se ormai lo definisse più come tale, William prese il corpo senza vita di Sammy e lo dispose accanto ad un grosso pacco regalo.

«Sei troppo piccolo per le tute, ma ho un prototipo adatto a te. Fidati quando ti dico che siete fatti l'uno per l'altro...»

Ridacchiò mentre aprì la scatola, dalla quale estrasse una maschera biancastra e dalle guance dipinte di rosso.

«Inniettò nella marionetta uno dei suoi prototipi di remnant, sperando che ciò mi riportasse in "vita".» Disse Puppet mentre aveva ancora vivide nella mente quei momenti «Purtroppo per lui, il risultato non fu quello sperato...»

Riprese a narrare l'avvenimento, dicendo che la sua morte aveva portato non poche problematiche nel locale, mentre il padre Henry era letteralmente a pezzi per la perdita.
D'altro canto William era invece frustrato per altri motivi: il remnant usato su Sammy, seppur reagiva diversamente dal solito, non aveva ancora funzionato come sperava.
Era come se mancasse ancora qualcosa che potesse attivarlo del tutto, così provò ad utilizzare delle scariche elettriche, ma ebbe ancora scarsi risultati.
Afton era ormai ossessionato dalla faccenda e dalla voglia di riuscire nell'intento, tanto ormai da andare al lavoro solo per rinchiudersi nel backstage.
Alla fine però, dopo svariati tentativi andati a vuoto, capì che la cosa non avrebbe funzionato ed abbandonò l'idea.

«Eppure ora voi siete "vivo", com'è possibile?» Chiese Toy Bonnie.

«William doveva sbarazzarsi delle prove, così mi gettò nella spazzatura. Fu però in quel momento che il remnat nella marionetta si arrivò e finalmente mi svegliai nel suo corpo. Tutto ciò grazie alla sete di vendetta e, soprattutto, all'agonia che provavo... esse mi hanno reso ciò che sono oggi.»

Infatti da quel giorno dichiarò vendetta contro William, iniziando una lunga caccia... una caccia che portò sfortunatamente altri bambini a perire per mano di quell'uomo, nel tentativo di replicare il suo primo ed indiretto successo.
F

u così che Sammy assunse l'identità del Puppet, portando sotto la propria protezione altre vittime come lui.

«Per questo non devo perdere tempo, ho promesso loro vendetta e libertà.»

«Ma dove sono adesso loro?» Domandò Toy Chica, notando di come nè lei nè gli altri avessero ancora visto il resto delle anime.

«Credimi, vorrei saperlo pure io...»

Rispose Puppet chinando leggermente il capo. Effettivamente la marionetta aveva vaghi ricordi su ciò che era successo tre mesi fa. Ricordava di aver notato strani comportamenti in Spring-Bonnie, così lo aveva convocato nel Backstage per discutere con lui, ma per il resto non le veniva altro in mente, eccetto il suo improvviso risveglio nella pizzeria, già ristrutturata.

«In breve non so cosa sia successo alle anime e Mike, so solo di essermi accorto troppo tardi che Spring-Bonnie stava avendo una cattiva influenza sui miei amici...»

«È veramente terribile maestro, non potevamo immaginare tutto ciò, mi dispiace.» Lo confortò Mangle.

«Una vera ingiustizia...» Disse Toy Fteddy «Ed è per questo che vi aiuteremo, ne stia certo!»

«Vi ringrazio, significa molto per me... e sicuramente anche per loro.»

«HA HA HA!»

Si intromise improvvisamente Balloon Boy, mentre Mangle gli accarezzò il capo gentilmente.

«Non fate caso a lui, è una delle poche frasi con cui lo hanno programmato» .

«L'importante è che sia pronto ad aiutarci.» Rispose Puppet prendendo in braccio il piccolo robot «A tal proposito, Mangle e Balloon Boy, stasera entrerete in scena anche voi, preparatevi. Ieri abbiamo sondato il terreno con il nuovo guardiano... ma da ora si fa sul serio.»

➖➖🅢🅟🅐🅩🅘🅞 🅐🅤🅣🅞🅡🅔➖➖

Salve ragazzi, ecco un nuovo capitolo di Fnaf, voglio ringraziarvi ancora per i vostri commenti, fantastici come sempre! Ho pure raggiunto i 41 followers, non ci credo, non me lo aspettavo proprio, grazie ancora di tutto!
Ma tornando a noi, Puppet libererá le anime in pena oppure rimarrà anche lui intrappolato? Mike e Jeremy sveleranno questo mistero?
Le risposte nel prossimo capitolo di Five Nights at Freddy'2!

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