⑦-𝐈𝐋 𝐑𝐈𝐒𝐕𝐄𝐆𝐋𝐈𝐎

Jeremy riaprì gli occhi di soprassalto e si portò una mano alla gola, come se si fosse svegliato da un incubo... o forse ci era appena entrato?
Infatti notò di trovarsi in mezzo al nulla, completamente avvolto dal nero, mentre poteva vagamente udire dei sussurri in lontananza, oltre a quello che sembrava essere il Music Box.
Fu allora che un brivido gli corse lungo la schiena: non doveva essere morto per mano della marionetta?

Confuso, si rialzò riprendendo a guardarsi intorno per tentare di orientarsi, ma fu subito colto da una gelida folata di vento e neve che lo fecero finire nuovamente al suolo.
Fu così che dal nulla si ritrovò per le strade innevate di Filadelfia.

«C'è q-qualcuno?!»

Urlò iniziando a battere i denti per il freddo, ma la zona era totalmente deserta.
Qualcosa non quadrava lì, soprattutto perché l'edificio posto davanti a lui non era nemmeno il Freddy's, bensì un luogo chiamato Fredbear's Family Diner.
Fu proprio da lì che, poco dopo, vide uscire un uomo molto simile ad Afton, solo che sembrava avere qualche anno di meno.
Jeremy fece per nascondersi, ma fortunatamente sembrava essere invisibile ai suoi occhi dato che procedette senza degnarlo di uno sguardo.
Decise allora di seguirlo, notando che portava con sè un sacco dell'immondizia ed era diretto ai cassonetti sul retro dell'edificio.

«Il tuo viaggio finisce quì Sammy... ma sta tranquillo, oggi hai dato una grossa mano alla scienza.»

Sorrise William compiaciuto mentre gettava il sacco nella pattumiera, cercando di confonderlo il più possibile con il resto della spazzatura.
Dopo ciò, la vista di Jeremy si oscurò del tutto, ma per un istante potè vedere la figura del Puppet emergere dal cassonetto.

«Sammy? Quindi è il bambino che impossess-...»

Un'altra folata di vent fece ruzzolare al suolo il ragazzo, riportandolo in mezzo al nulla, ma stavolta c'erano alcuni fogli sparsi in giro.
Jeremy li raccolse e vide che si trattava di disegni: uno raffigurava il Puppet accasciato al suolo in un vicolo, sofferente. Un altro lo mostrava rinchiuso nel suo pacco regalo, circondato da delle note musicali distorte e delle scritte.

"𝙷𝚘 𝚙𝚎𝚛𝚜𝚘 𝚒𝚕 𝚌𝚘𝚗𝚝𝚛𝚘𝚕𝚕𝚘!"

L'ultimo disegno rappresentava invece la nuova pizzeria circondata da una strana aurea scura, mentre una freccetta indicava i toy animatronics, seguiti da un'altra scritta.

"𝙰𝚐𝚘𝚗𝚒𝚊=𝚅𝚒𝚝𝚊"

«Che diamine vuol dire?»

Si chiese, ma in quel momento il foglio che aveva tra le mani si tramutò nella maschera della marionetta, la quale iniziò a perdere sangue dalle cavità, nel mentre indicava con lo sguardo quello che sembrava essere l'ufficio di Richard.

«Jeremy... Jeremy!»

Era la voce di Emma, il ragazzo allora sussultò e, frastornato, aprì finalmente gli occhi uscendo da quello strano incubo.
La prima cosa che si ritrovò davanti fu sua sorella che lo stava scuotendo preoccupata, mentre intorno si trovavano alcuni dipendenti della pizzeria, tra cui Fritz stesso, il quale sembrava abbastanza nervoso.

«C-cosa è successo?»

Chiese Jeremy cercando di rimettersi in piedi, mentre Fritz disse di averlo trovato privo di sensi in ufficio poco dopo aver aperto il locale, pertanto aveva subito chiamato aiuto.

«Appena ho saputo sono corsa quì, temevo che...»

«Ehy tranquilla Emma, è tutto ok adesso... sono solo scivolato, sai quanto sono maldestro.»

Le sorrise e la strinse in un abbraccio per cercare di rassicurarla.
Passato quindi il panico, i dipendenti diedero un po' di spazio al ragazzo e tornarono alle proprie postazioni.

«Ora vado, ma tu stai attento e vai a riposare. Chiamami se necessario.» Si raccomandò la sorella.

«Va bene, ma tu non ti preoccupare, ho preso botte peggiori e lo sai.»

Rispose Jeremy cercando ancora una volta di rassicurarla, mentre la ragazza sospirando si convinse e seguì i colleghi, lasciandolo così da solo con i suoi pensieri e, in particolar modo, una sola domanda: come faceva ad essere vivo?
Ipotizzò di essere scampato per miracolo alla stretta mortale del Puppet, sempre se invece non fosse stato semplicemente il destino a volergli dire qualcosa.
L'unica certezza era che il suo sogno non era stato affatto casuale.
Fu in quel momento però che Fritz interruppe le sue speculazioni, sbucando fuori dal nulla e poggiandogli una mano sulla spalla.

«Ehy, tranquillo... è tutto ok.» Gli sussurrò Fritz.

«Porca miseria, per poco non svenivo di nuovo.»

«Mi dispiace, ma dovevo parlarti subito ed in privato.»

«Spero anche non per vie traverse. Sai, sto iniziando davvero ad odiare questi segreti.»

«Ed io più di te, ma è l'unico modo. Per questo devi scusarmi se ieri ho cacciato il tuo amico, ma capirai che dovevo farlo. Con William in giro non potevo rischiare.»

«Aspetta, quindi stai davvero agendo alle sue spalle?»

«Sì, e francamente la situazione mi sta terrorizzando a morte...» Sospirò Fritz, guardandosi intorno «Ad ogni modo ascoltami, lascia perdere la Parts/Services, il suo contenuto è irrilevante al momento.»

«Ma se una volpe meccanica rinchiusa lì per poco non mi faceva la pelle!»

«Sì, lo so, è una novità anche per me quella dato che non era mai accaduto durante i miei turni... ma fidati, ho notizie molto più interessanti.»

Sussurrò Fritz consegnando a Jeremy un mazzo di chiavi, sopra di esse un cartellino indicava che servivano ad accedere all'ufficio di Richard.

«Rischio molto a fare ciò, ma ben venga se servirà a dare un taglio alla faccenda... non farmene pentire, ok?»

Chiese a Fritz al guardiano, il quale annuì e lo ringraziò dell'aiuto che gli stava dando, promettendo che avrebbe fatto il possibile per tirare tutti fuori da quella situazione assurda.
In seguito Fritz lasciò la stanza, invece Jeremy fece lo stesso dopo qualche minuto per non destare sospetti.
Successivamente si diresse alla sala principale del locale, dove fortunatamente non incrociò la sorella.

«Se mi vede ancora quì sarà lei ad uccidermi.»

Pensò grattandosi il capo in un misto di nervosismo e divertimento.
Nel mentre, stando alle indicazioni fornite da Fritz, si diresse cautamente verso l'ufficio del suo capo, dove appoggiò un orecchio alla porta per assicurarsi il via libera.
Doveva ammettere però che era davvero tutto così strano: prima Puppet nel suo sogno, poi Fritz... qualcosa gli diceva che quella stanza nascondeva qualcosa di grosso.
Pertanto non perse ulteriore tempo ed utilizzò le chiavi per intrufolarsì all'interno ed iniziare a curiosare in giro.
Il posto non era molto ampio, ma si poteva dire che Richard sapeva bene come ottimizzare gli spazi dato che ciascun mobile era posizionato a dovere, così come le decorazioni pensate ad hoc.
Il ragazzo notò soprattutto i vari quadri appesi alle pareti, tra cui vari certificati, attestati e grandi riconoscimenti.
Il che non stupiva, si vedeva che il suo capo era un genio della ristorazione dato il notevole successo di Chip E. Cheese'.
William dopotutto ci aveva visto lungo nello scegliere proprio lui come socio.

«Mi dispiace, probabilmente verrai pugnalato alle spalle, come Fred.»

Sospirò Jeremy osservando un'ultima volta la parete, per poi riprendere a setacciare la zona in cerca di indizi.
Effettivamente solo in quel momento iniziò a tenere in conto un piccolo problema, ovvero di non sapere cosa stesse sperando di trovare.
Sicuramente però qualcosa di sospetto doveva esserci per forza, altrimenti Fritz non lo avrebbe mandato lì con tanta fretta.

«Quindi adesso hai la faccia tosta di entrare nel mio ufficio, Fitzgerald?»

Il ragazzo sussultò appena udì una voce alle proprie spalle. Si voltò allora verso la scrivania di Richard, dove la poltrona era girata in modo da non mostrare chi ci fosse seduto, anche se la voce era molto simile a quella del suo capo.

«Signor Smith?! Posso spiegare.»

«Temo di no mio caro Jeremy. Piuttosto dimmi, lavori quì da quanto? Due giorni? E già ti becco a curiosare, che delusione...»

«Non è quel che crede, ve lo assicuro.»

Replicò il ragazzo cercando di stare al gioco. Per quanto la voce fosse simile, qualcosa gli diceva che quello non era affatto Richard.
Iniziò allora ad avvicinarsi lentamente alla scrivania per tentare di smascherarlo, mentre la voce riprese a rimproverarlo.

«Io invece credo sempre bene ragazzo. Infatti avrei dovuto ascoltare il mio istinto ed assumere le ragazzine che vendevano i biscotti degli scouts.
Sono sicuramente molto più mature di te.»

Continuò con il suo discorso, mentre Jeremy notò che ogni tanto il presunto Richard si interrompeva brevemente, come se stesse trattenendo una risata.
Stanco di quella situazione, raggiunse di soppiatto la sedia e con un leggero timore la girò verso di sè.

«Vedo che sei un tipo alquanto audace Jeremy Fitzgerald. Ti getti dritto nella tana del coniglio!»

Esordì quella che sembrava essere una sorta di figura scura dalle sembianze di un coniglio animatronico, le cui uniche caratteristiche distinguibili erano gli occhi e i denti, completamente bianchi.

«Cosa diavolo sei?!» Sussultò Jeremy facendo un passo indietro.

«Oh, amo quando voi umani reagite così. "Oddio!", "AAAAAHH!!!", oppure la mia preferita "Ma che caz-...»

«Ok piantala, ho afferrato il concetto... Piuttosto, non hai risposto alla domanda, che cosa diamine sei?»

«Cosa sono? Forse dovresti chiedere cosa siamo?»

Ridacchiò indicando con le orecchie la porta d'uscita, la quale fu presto braccata da un altro strano animatronic fluttuante.
Egli era di colore violaceo ed aveva le sembianze di un orso, mentre anche nel suo caso gli occhi e i denti erano bianchi e lucenti.
Jeremy deglutì osservando entrambi gli strani "animatronics-ombra", capendo di essere vittima di un'imboscata.

«C'era davvero bisogno di quella messa in scena? Quando imparerai che dobbiamo agire discretamente?» Domandò l'orso rimproverando il suo collega.

«Dai, è scocciante essere ombre della morte senza un po' di sano umorismo. Il ragazzo in questione merita dell'intrattenimento prima della cattiva novella.»

«Certo, come se indorare la pillola cambiasse le cose.»

I due iniziarono così a discutere animatamente, mentre il timore del ragazzo si trasformò presto in disagio, come se fosse un sorta di terzo incomodo.
Pertanto diede un colpo di tosse per attirare l'attenzione e ricordare di essere presente anche lui nella stanza.

«Ok, forse mi pentirò di questa domanda, ma... chi siete e cosa volete da me?»

«Visto?! Ti avevo detto che avrebbe chiesto il mio nome!»

Esultò il coniglio e, mentre l'orso lo implorò di non farlo, si presentò.

«Piacere di conoscerti umano, io sono RWQFSFASXC!»

Ridacchiò e fece per stringere la mano a Jeremy, ma appena lo toccò gli passò attraverso.

«Giusto, sono intangibile.»

«Ehm... scusa, credo di non avere afferrato l'ultima frase.» Disse Jeremy confuso.

«Andiamo è facile, mi chiamo RWQFSFASXC!»

«RWAQ?»

«No, è RWQFSFASXC!»

«... RWQSA?»

«Provate sola a dire un'altra parola e vi strangolo con le mie stesse mani!»

Sospirò frustrato l'orso ed afferrò il suo socio per le orecchie, prendendo le redini di quella conversazione assurda.
Si presentò quindi come Shadow Freddy, mentre il coniglio per semplicità era conosciuto anche come Shadow Bonnie, il quale sbuffò dandogli del guastafeste.

«Ok, fin quì ci siamo. È davvero un piacere fare la vostra conoscenza, credetemi, ma ancora non capisco cosa voi siate e perché ci teniate a parlare con me.»

«Finalmente poni le domande giuste mortale.» Si congratulò Shadow Freddy «Vedi, siamo quì per un semplice motivo, ma che ne vale la tua vita.»

Affermò l'ombra assumendo un tono ancor più serio di quanto fosse stato fino ad ora.

Così, mentre Jeremy era impegnato a discutere con i due strani individui, Mike era invece diretto di buon mattino verso la pizzeria.
Non solo era alquanto preoccupato per l'assenza di notizie dal suo amico, ma doveva assolutamente riprovare ad entrare nella Parts/Services, la curiosità di capire cosa ci stessero nascondendo lo stava divorando.
Pertanto si era presentato il prima possibile in pizzeria, dove al momento non sembrava esserci troppa folla, ma fortunatamente non c'era neanche traccia di William.
Il ragazzo sospirò di sollievo e varcò l'entrata del locale, ma lì uno dei dipendenti lo fermò dandogli il benvenuto e dicendo che era stato prenotato un tavolo a suo nome.

«In realtà non ho pren-...»

Mike si morse subito la lingua, non importava al momento chi o perché avesse prenotato per lui, ma un alibi per giustificare la sua presenza al Freddy's era sempre ben accetto.
Ringraziò quindi il dipendente e venne condotto al suo tavolo, sopra il quale vide che era stato appoggiato un sacchetto.
Senza fare troppe domande si mise a sedere e, coprendolo con il menu, sbirciò all'interno, trovando un trancio di pizza caldo, delle patatine fritte, ma soprattutto una chiave ed un bigliettino.

"𝙶𝚛𝚊𝚣𝚒𝚎 𝚊𝚒 𝚝𝚞𝚘𝚒 𝚌𝚘𝚗𝚜𝚒𝚐𝚕𝚒 𝚜𝚘𝚗𝚘 𝚜𝚝𝚊𝚝𝚊 𝚊𝚜𝚜𝚞𝚗𝚝𝚊! 𝚅𝚘𝚕𝚎𝚟𝚘 𝚚𝚞𝚒𝚗𝚍𝚒 𝚍𝚊𝚛𝚝𝚒 𝚞𝚗 𝚙𝚒𝚌𝚌𝚘𝚕𝚘 𝚊𝚒𝚞𝚝𝚘 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚜𝚎𝚐𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝚛𝚒𝚗𝚐𝚛𝚊𝚣𝚒𝚊𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘... 𝚘𝚑 𝚎 𝚋𝚞𝚘𝚗 𝚊𝚙𝚙𝚎𝚝𝚒𝚝𝚘, 𝚒𝚖𝚖𝚊𝚐𝚒𝚗𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚌𝚘𝚗𝚍𝚞𝚛𝚛𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚒𝚗𝚍𝚊𝚐𝚒𝚗𝚒 𝚏𝚒𝚌𝚑𝚒𝚜𝚜𝚒𝚖𝚎 𝚎𝚍 𝚞𝚕𝚝𝚛𝚊 𝚜𝚎𝚐𝚛𝚎𝚝𝚎 𝚖𝚎𝚝𝚝𝚊 𝚏𝚊𝚖𝚎!"

«Ma guarda un po'.»

Sorrise tra sè e sè brandendo tra le mani quella che era probabilmente il suo biglietto di sola andata per la Parts/Services.
Nel mentre notò con la coda dell'occhio Emma servire alcuni tavoli, la quale tra un ordine ed un altro ben presto lo raggiunse.

«Spero abbiate gradito la specialità della casa, signor Schmidt.»

Disse facendo l'occhiolino, alludendo in realtà alla chiave che il ragazzo nascose subito tra le tasche.

«Oh... sì, certo, è stata una bella sorpresa.»

Rispose lui, in seguitò indicò con lo sguardo la chiave, chiedendo ad Emma come faceva a sapere che gli occorreva proprio quella.

«Beh, ieri ho notato che Fritz si lamentava tra sè e sè riguardo ad un tipo che voleva entrare in una stanza riservata, quindi ho fatto due più due.»

«Accidenti, sei incredibile, non so come ringraziarti!»

«Beh, un modo ci sarebbe...»

Sorrise la ragazza e si guardò brevemente intorno, mentre nei suoi occhi si poteva chiaramente leggere l'emozione del momento.

«Visto che stai agendo in segreto, magari potrei aiutarti a non destare sospetti sulla tua prossima mossa. Mi piacerebbe tanto partecipare a queste indagini!»

«Sei sicura? Non so se sia il caso, hai già fatto tanto, non voglio metterti nei guai.»

«Dai per favore, magari potrebbe servirti l'aiuto di qualcuno che può muoversi liberamente nella pizzeria.»

«Beh, in effetti mi sembra ragionevole... ok, va bene.
Quindi, pensi che potresti creare un diversivo per permetterci di sgattaiolare nella stanza bloccata?»

«U-uh... sul serio quindi? Io e te? Perfetto allora, perchè ho già un piano!»

«Sentiamo.»

«È molto semplice, sai piagnucolare?»

«Suppongo di sì.»

«Tieniti allora forte lo stomaco ed inizia a lamentarti del dolore.»

«Non credo sia un modo per passare inosservati questo.»

«Fidati, se c'è qualcosa che passa innosservato alle persone è proprio la sofferenza altrui... quindi forza, inizia a darci dentro.»

Gli disse Emma allontanandosi per servire gli altri tavoli, nel mentre fu questioni di pochi minuti e Mike iniziò a fingere di avere un malore a causa del cibo servito. La ragazza si apprestò subito a raggiungerlo e lo prese con sè, rassicurando il resto dei clienti, totalmente indifferenti alla cosa, mentre lo conduceva alla Main Hall.
Giunti quindi abbastanza lontani da occhi indiscreti, i due si diedero il cinque e sorpassarono i bagni, dirigendosi invece alla loro reale destinazione.

«Visto? Come bere un bicchier d'acqua.» Si vantò Emma.

«Te lo concedo, ma devi anche ammettere che me la sono cavata bene.»

«Così bene che non sapevo se portarti davvero a vomitare.»

«Non mi stupirei, gli ingredienti di quella pizza erano probabilmente scaduti da mesi.»

I due risero, nel mentre giunsero finalmente alla porta bloccata della Parts/Service.
Mike utilizzò la chiave per ottenere finalmente l'accesso, ma ben presto un'altra seccatura si intromise tra lui e le indagini.

«Cavolo, buia è dire poco.» Osservò Emma.

«E temo così rimarrà...»

Sbuffò il ragazzo premendo più volte l'interruttore, purtroppo guasto.
L'unica alternativa era di lasciare ad uno di loro il compito di tenere la porta aperta per far entrare almeno un minimo di luce, mentre l'altro avrebbe dato una veloce occhiata in giro.
In quel momento però si sentirono dei passi dal fondo del corridoio.
I due allora, per non farsi beccare, entrarono di corsa nella sala, ma così facendo la porta si chiuse di scatto lasciandoli al buio.
Mike ed Emma rimasero paralizzati in silenzio per alcuni minuti, finché non udirono più alcun rumore dall'esterno.

«Credo siamo salvi.» Sospirò di sollievo Emma.

«Ok, ora devo solo...»

Sussurò il ragazzo gesticolando nel buio nel tentativo di afferrare la maniglia e riaprire la porta. Ben presto però si accorse che non c'era alcuna maniglia lì, rendendo quindi impossibile aprire la porta dall'interno.

«Siamo bloccati e non vedo un palmo dal naso, magnifico.»

«Aspetta Mike, credo di avere dei fiammiferi.»

Rispose lei cercando nelle tasche della propria uniforme ed afferrò la scatoletta, affrettandosi così ad accenderne uno.
La fioca luce arancione diede finalmente un minimo di visibilità ai due, ma fu proprio in quel momento che Mike notò di avere la povera Emma stretta a lui, probabilmente terrorizzata.

«Emma, stai bene?»

«Oh, sì non potrei stare meglio...»

Rispose, per poi rendersi effettivamente conto della situazione e lasciò andare subito la presa, imbarazzata.

«Allora, ehm... siamo quì per fare cosa?»

«Cercare indizi sulla compagnia. Come avrai intuito, il Freddy's non è tutto rosa e fiori.»

«Sì, ma suppongo che ogni compagnia abbia i suoi segreti.
Piuttosto, non capisco perché sei così interessato a questa.»

«È una situazione molto personale, fidati, oltre che decisamente diversa dal solito.»

Rispose il ragazzo, in seguito si fece consegnare anche lui un fiammifero ed insieme iniziarono a setacciare alla ricerca di qualsiasi cosa fuori posto.
La sala sembrava essere davvero vecchia, forse risaliva davvero a prima della ristrutturazione 2.0, eppure a Mike sembrava che tutta quella zona fosse ancor più vecchia del Freddy's stesso.
Varie macchie d'olio erano sparse dappertutto, mentre dei cavi penzolavano dal soffitto, così come se ne potevano intravedere sui muri o sul pavimento stesso.
Improvvisamente Emma inciampò in qualcosa e per poco non cadde di faccia. Si voltò e notò a terra un cilindro nero, per poi sussultare appena vide accanto ad esso quello che sembrava essere un animatrone disteso al suolo.
Mike la raggiunse subito e lo illuminò, scoprendo che si trattava di Freddy.

«Sbaglio o non sono le mascotte che usavano prima?» Domandò Emma.

«Sì, credo che li abbiamo trovati... allora è vero che lì nascondono quì.»

Esultò Mike illuminando intorno a sè e rilevando così le carcasse metalliche degli altri animatronics originali.
I due in seguito tornarono a concentrarsi sul Freddy disteso per terra per iniziare ad esaminarne le condizioni.
Non sembrava messo così male, ma la sua pelliccia era chiaramente vecchia e macchiata. Lo sguardo, spento, puntava invece verso il cilindro impolverato posto a pochi passi da lui.
Emma lo raccolse e gli diede un'occhiata da vicino, scuotendone la polvere di dosso e provandolo su di lei.

«Ora sono io l'orso ciccione!»

«Cavolo, mi ricordi quell'idiota del mio migliore amico, probabilmente avrebbe fatto lo stesso.»

«Oh, davvero? Deve essere una sagoma allora.»

«Puoi contarci, è nato per fare il pagliaccio.»

Ridacchiò osservando il buffo comportamento di Emma, ma fu proprio in quel momento che si ricordò di non aver avuto più notizie da Jeremy.
La ragazza notò il suo improvviso cambio di umore, ma Mike deviò subito il discorso.

«Eccone un altro.»

Disse indicando alle sue spalle quella che un tempo fu Chica.
Si trovava appoggiata ad una parete e sembrava alquanto malconcia dato che la sua mascella era completamente aperta e bloccata. Gli occhi erano storti ed il rivestimento completamente mal ridotto. Non aveva nemmeno più le mani, pertanto dei cavi elettrici fuoriscivano dalle braccia, sprigionando ancora qualche scintilla occasionale.

«Wow, ha sicuramente visto giorni migliori.» Commentò Emma.

«Non che a lui sia andata tanto meglio.»

Disse Mike passando oltre ed osservando Bonnie, o almeno ciò che ne era rimasto.
Infatti la sua faccia era in gran parte assente, mettendo in mostra l'endoscheletro interno. Oltre alla solita sporcizia e ai vari squarci nel costume, una delle sue braccia era stata apparentemente strappata via, facendo fuoriuscire altri cavi elettrici.

«È tutto così triste, per essere delle macchine.» Disse Emma.

«Sarà perché sono più di quello. Possiamo in effetti definire questo luogo come un cimitero.»

«Di cosa stai parlando?»

«Lunga storia, non voglio che tu venga coinvolta più del dov-...»

La conversazione fu bruscamente interrotta da uno stridio proveniente dal lato destro della stanza.
I due si voltarono di scatto, scoprendo che la zona era ben più grande di quel che sembrava.
Mike si pose davanti ad Emma, mentre illuminò la zona davanti a sè, rivelando così la figura di Withered Foxy sporgere da dietro un muro.
Emma trattenne un urlo di spavento, mentre Mike fissò negli occhi il robot impossessato da suo fratello.
L'ultimo incontro fra i due non era stato tra i migliori.

«Norman...»

«Ricordi il mio nome, fratello...»

«Fratello? O-ok ora sono decisamente confusa.»

Balbettò Emma ed il robot mosse di scatto la testa verso di lei, zittendola con lo sguardo, mentre Mike si pose nuovamente fra i due.

«Ascoltami, non so cosa ti sia successo tre mesi fa per attaccarmi nonostante la nostra riconciliazione, ma so che sei lì dentro Norman, torna in te!»

Lo implorò il ragazzo prendendo dalle tasche la foto che il robot gli aveva donato, mostrandogliela.
Foxy per un istante sembrò abbassare l'uncino, ma scosse la testa è glie la strappò di mano, per poi afferrarlo per la gola, mettendo in chiaro che era tempo di finire ciò che aveva cominciato nell'87.

«Mike!»

Urlò Emma correndo verso il robot, ma prontamente questi con un'uncinata la fece arretrare dolorante, mentre il ragazzo le disse di scappare.

«Non dovevo coinvolgerti, lo sapevo. Per favore, va via!»

«No, non posso lasciarti così!»

«Ha ragione lei. Non andrà da nessuna parte dato che, finito con te, mi occuperò dei testimoni.»

Ridacchiò la volpe indicando Emma agonizzante al suolo, per poi stringere la presa intorno al collo del fratello e puntandogli l'uncino in mezzo agli occhi.

«S-so che sei arrabbiato, ma non deve per forza finire così!» Lo implorò Mike.

«Adesso cerchi soluzioni? Perché dovrei? Dopotutto tu non me ne hai date con Fredbea-...»

«Affetta questo, stronzo!»

Lo interruppe la ragazza spingendo a fatica la carcassa di Withered Chica contro la volpe. I fili sporgenti fecero così contatto contro di essa, fulminandola per alcuni istanti.
Mike riuscì così a sfuggire dalla presa e a raggiungere subito Emma, ringraziandola dell'aiuto.

«Stai bene?» Chiese Mike.

«Sì, brucia da morire, ma credo di riuscire a cavarmela.»

Rispose Emma stringendo sofferente il taglio sul suo braccio, fortunatamente non troppo profondo da causare perdite di sangue.

«Mi dispiace, avrei dovuto impedirti di venire con me..»

«No, ho insistito io. Più che altro pensavo sarebbe stato anche un modo originale per fare colp-. ..»

«Voi due, la pagherete davvero cara!»

Urlò la volpe togliendosi di dosso Chica, tornando così alla carica e balzando contro di loro. Mike fulmineo afferrò Emma ed entrambi riuscirono a spostarsi in tempo, facendo così sbattere la volpe sulla porta, spalancandola.

«Ora o mai più!»

Urlò Emma indicando la via di fugq. Approfittando allora della confusione, i due ragazzi non persero un altro istante e corsero fuori la Parts/Services, chiudendosi subito dopo la porta alle spalle.

«Ci siamo andati vicini...» Sospirò Mike.

«Già. Probabilmente ho bisogno di un cambio, ma tutto sommato è stato elettrizzante.»

Sorrise Emma nervosa incrociando le braccia e fingendo una posa sicura. Improvvisamente però la volpe iniziò a bussare contro la porta, facendola sobbalzare, nel mentre Mike la osservò divertito.

«Dicevi?»

«Ho b-bisogno di un cambio e basta...»

Mentre però i due riprendevano fiato da quell'incontro terrificante e metabolizzavano le informazioni apprese, Jeremy era ancora intento a discutere con i due strani esseri chiamati Shadows.
Stando a ciò che gli avevano spiegato, loro avevano un compito sulla Terra: avvertire i mortali della loro imminente dipartita.

«Quindi siete dei protettori?»

«Sì, siamo una specie di eroi!» Esclamò Shadow Bonnie.

«Non esattamente...» Lo riproverò Shadow Freddy «Noi non siamo assolutamente di parte. Siamo degli spiriti legati alla morte ed appariamo solo in tali circostanze.»

«Uhm... quindi presumo non sia un buon segno se siete apparsi quì da me.»

Ipotizzò nervoso il ragazzo, mentre Shadow Freddy annuì, dicendo che la sua morte era infatti molto vicina.

«Puoi ovviamente evitarla se vuoi, è questo lo scopo del nostro avvertimento, ma chiaramente non possiamo dirti nè come nè quando.»

«... ma se vuoi sapere almeno il quando, sappi che morirai fra tre giorni.» Sussurò Shadow Bonnie a Jeremy

«Cosa?!»

Quasi urlò il ragazzo facendo un passo indietro, mentre Shadow Freddy riproverò il socio.

«Quale parte di "non possiamo dirti quando" non afferri?!»

«Dai Shadow Freddy, è ingiusto, che gusto c'è ad avvertire se poi non possiamo fare nulla!»

«Fare nulla? È questo il senso, non siamo dei protettori, idiota!»

«Eppure avvertiamo questi mortali. Cosa siamo allora, gli anti-eroi di questo libro?»

«Ragazzi!»

Sbraitò Jeremy interrompendo le loro liti e ricordando per l'ennesima volta che anche lui aveva il diritto di parola in quella conversazione.

«Mi avete appena detto che morirò tra pochi giorni e ve ne state quì a litigare come i miei genitori!»

«Non prendertela con me!» Sbuffò Shadow Bonnie «Ti direi anche di più al riguardo, ma il mio amico brontolone ha paura di mostrare il suo lato tenero.»

«Sei dannatamente insopportabile...
Comunque, starà a te Jeremy capire come salvarti la pelle, noi non possiamo interferire oltre. Non è questione di essere teneri, ma di rispettare le leggi del tempo e della realtà.»

«Meraviglioso...»

«Tranquillo però, possiamo aiutare in altro. Ad esempio so che sei venuto quì a cercare risposte... beh, forse questo ti sarà utile.»

Esordì Shadow Bonnie fluttando verso la scrivania di Richard, aprendone poi uno dei cassetti da cui estrasse un fascicolo intitolato "Agonia", che infine consegnò a Jeremy.
Egli lo fissò stupito, era esattamente ciò che aveva visto in sogno, com'era possibile?
Alzò allora lo sguardo verso i due Shadows per porre altre domande, ma vide che erano spariti.

«Suppongo dovrò capirlo da solo.»

Sospirò frustrato mentre lasciava l'ufficio, cercando in seguito di fare mente locale: due spiriti lo avvisano della sua morte imminente, per poi fornire aiuto nelle sue indagini.
Ciò lo portava di conseguenza a chiedersi cosa ci fosse di così importante in quel fascicolo e, soprattutto, cosa fosse l'agonia.
Jeremy sapeva per certo di avere qualcosa di grosso tra le mani e non vedeva l'ora di condividere le informazioni con Mike.
D'altra parte la novità sulla sua morte lo eccitava decisamente di meno, come se non avesse già abbastanza pensieri al momento.

«Jeremy? Pensavo fossi a casa.» Chiese Emma quasi sbucano dal nulla.

«Cavolo... ehm, ehy Emma, stavo solo-... Mike?!»

I tre si ritrovarono così nella sala principale, alquanto confusi.
Prima che qualcuno potesse aprire bocca però, improvvisamemte qualcuno strappò bruscamente dalle mani di Jeremy il fascicolo.
Si trattava di William, il cui sguardo era abbastanza cupo al momento, oltre che visibilmente seccato.

«Non è prudente per tre giovani come voi curiosare nelle faccende degli adulti, non trovate?»

➖➖🅢🅟🅐🅩🅘🅞 🅐🅤🅣🅞🅡🅔➖➖

Finalmente! Quel bastardo di Wattpad mi aveva cancellato il capitolo. Come al solito spero che vi sia piaciuto, inoltre voglio ringraziare di cuore @alex29-04 e @timidina, grazie ai loro preziosi consigli sono arrivato alla notte 6 di Fnaf 2! Ok, sicuramente vi ho lasciati un po' in suspence, sono molto cattivo, lo so XD. Tranquilli che cercherò di aggiornare in fretta, alla prossima!!!

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