⑧-𝐈𝐋 𝐏𝐈Ù 𝐆𝐑𝐀𝐍𝐃𝐄 𝐏𝐈𝐀𝐍𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐓𝐎𝐑𝐈𝐀
Calò un gran silenzio nella sala, tanto che perfino i clienti avevano smesso di mangiare per prestare attenzione a William ed ai ragazzi che aveva colto con le mani nel sacco.
In attesa di una loro spiegazione, l'uomo posò tutto nella propria giacca ed iniziò a scrutare i tre da capo a piede, decidendo infine di rompere il ghiaccio per primo.
«Voi giovani siete una grossa risorsa per il futuro, ma è anche vero che ogni medaglia dispone di due facce.»
«Senti chi parla...»
Pensò Mike linciandolo con lo sguardo, ma William continuò ingnorandolo.
«Forse non ne siete a conoscenza, ma ho passato svariati anni al capo di questa attività, andando avanti nonostante tutti i grattacapi che mi si sono posti davanti...
Quindi immagino vi sia chiaro che non lascerò di certo che un gruppo di mocciosi derubi le mie proprietà per chissà quale sciocca sfida personale passi loro per la testa.»
Spiegò l'uomo partendo subito sulla difensiva ed iniziando a camminare attorno ai ragazzi, i quali erano già stati presi di mira dallo sguardo severo di alcuni clienti.
Nel frattempo William continuò ad esprimere il suo più totale disappunto sulla situazione: non si trattava di semplici impertinenti giunti lì a ficcare il naso come se fossero a casa loro, bensì di due suoi dipendenti e, soprattutto, di suo figlio.
«Quindi fammi capire, Michael, ora è così che vuoi trattare il tuo vecchio? Mettendolo in ridicolo di fronte a della gente per bene?»
«Andiamo per favore, ora vuoi comportarti da padre solo perché ci guardano tutti? Sei davvero un lurido stro-...»
«Mike!»
Sussurò subito Jeremy poggiandogli una mano sulla spalla e facendogli notare che, tanto per cambiare, era William ad avere il coltello dalla parte del manico.
Pertanto agire di prepotenza e senza pensare avrebbe portato sicuramente la loro sfavorevole situazione in condizioni ancor ben peggiori.
«Accusarmi di non essere il padre che vorresti?
Devo ammettere che ciò è davvero coraggioso se detto dallo stesso figlio che negli ultimi mesi ha cercato di mettermi dietro le sbarre.»
«E sta certo che presto ci finirai! Cosa credi, che riuscirai a mentire in eterno? Tutti si accorgeranno che non fai altro che arrampicarti sugli specchi!»
«Io invece credo proprio che sia tu quello ad avere poca credibilità, figliolo.
Ti ricordo che mi hai portato ben tre volte in tribunale, con prove irrilevanti, ed addirittura il giudice per poco non ti rise in faccia la scorsa volta.»
«Perchè i tuoi dannati soldi fanno girare dall'altra parte le persone!
Se non fosse così saresti giá in galera da un pezzo, maledetto pazzo!»
Urlò Mike sperando di ottenere un minimo di approvazione dalla gente intorno a sè, ma poteva solo vedere sguardi dubbiosi e vari mormorii.
William dal canto suo se le stava chiaramente ridendo sotto i baffi, sapeva di avere ancora una volta in pugno la situazione.
«Eccoci quì, mio figlio che mi accusa di essere un matto mentre è ovviamente luì quì ad aver perso il senno... sapete una cosa? Sono davvero stanco e non siamo neanche arrivati a metà giornata. Quindi fatemi un favore voi tre e andate via, così che gli adulti possano riprendere a lavorare.»
«Ma io lavoro quì.» Lo interruppe Emma.
«È vero, è ciò che dice il tuo contratto, ma esso stabilisce anche che gli ordini sono ordini, signorina Fitzgerald. Quindi, se vuoi mantere l'uniforme, ti consiglio caldamente di prenderti il giorno libero.»
Rispose l'uomo sorridendo ed indicò l'uscita, ma i ragazzi capirono perfettamente che dietro a quel gesto amichevole si nascondeva un ultimo avvertimento.
Pertanto decisero di seguirlo ed abbandonarono la pizzeria prima di finire seriamente nei guai.
William notò che intanto la gente parlava ancora dell'accaduto, quindi battè le mani per richiamare subito l'attenzione generale ed ordinò al resto dei dipendenti di rimettersi subito al lavoro.
«E che qualcuno mi porti subito quì Fritz Smith. Dobbiamo parlare di, uhm... alcuni dettagli.»
Poco dopo ciò che era successo in pizzeria, il trio si era riunito all'abitazione dei Fitzgerald, dove la situazione non era di certo delle migliori; Mike era intento a chiudere tutte le serrande delle finestre, così come Jeremy si assicurò che la porta d'ingresso fosse chiusa a chiave, mentre una confusa, e soprattutto nervosa, Emma assisteva alla scena.
«Vi prego, potete spiegarmi per una buona volta cosa è appena successo?! Quell'uomo sta inziando a mettermi brividi...»
«È complicato Emma, si tratta di guai grossi.» Le rispose Jeremy.
«Più grossi di questo?!»
Detto ciò gli afferrò il polso, indicando la rozza benda sul braccio.
Jeremy abbassò lo sguardo e si liberò dalla presa, coprendosi con la manica.
«Non solo mi menti sul tuo lavoro, ma ora scopro che ci rischi anche la vita?»
Gli domandò poi la sorella con la voce rotta dalle lacrime. Ci fu poi un attimo di silenzio, ma subito dopo Jeremy contrattaccò dicendo di avere almeno un motivo valido per essere lì a rischiare la vita.
«Emma, è proprio per questa tua reazione che non ho detto nulla.
Lo sto facendo perché ci sono in ballo molte cose... oltre ad un pazzo che ora ci ha appena aggiunti sulla sua lista nera!»
«Che cosa intendi? William vuole farci fuori?»
«Sì, tuo fratello ha ragione.» Si intromise Mike per interrompere il loro litigio. «A mio padre non piacciono molto i ficcanaso, e non mi stupirei se stesse già pensando ad un modo per toglierci di mezzo dopo ciò che è successo.»
Aggiunse osservando l'esterno dall'ultima finestra, per poi sbarrare anche quella; forse era una precauzione fin troppo drastica, ma al contempo sapeva che suo padre era un uomo imprevedibile, pertanto era meglio prevenire che curare.
Successivamente i ragazzi si riunirono in soggiorno, con Emma che si teneva la faccia tra le mani pensierosa, mentre il fratello cercava di consolarla.
Mike invece non poteva che restare a guardare, sentendosi almeno in parte responsabile nell'aver trascinato due innocenti in quella follia.
«Cercherò di sistemare tutto, ve lo prometto.»
«Ed io sono con te Mike, ma sapere che Emma è immischiata mi rende davvero paranoico.»
«Posso benissimo aiutare.» Sbuffò Emma.
«Assolutamente no! Ti ricordo che sei finita nei pasticci perché, pensando di aiutare Mike, hai ficcato il naso dove non dovevi.»
«Adesso ricambiare un favore vuol dire essere ficcanaso?!»
«Se per ficcanaso intendi fare gli occhi dolci al mio amico, sì!»
«Brutto stron-...»
«Ragazzi, calma!»
Intervenne Schmidt prima che quei due si sbranassero l'un l'altro, ricordando che avevano problemi più urgenti al momento ed era inutile piangere sul latto versato: dovevano trovare una soluzione, alla svelta.
«Sentite, so che non vi alletta l'idea che uno di voi si faccia del male, e lo capisco bene dato ho già abbastanza sensi di colpa nell'avervi coinvolto.
Dobbiamo quindi collaborare per uscirne quanto prima, non siete d'accordo?»
Chiese il ragazzo ed i due fratelli, dopo un attimo di esitazione, capirono che era inutile stare lì a puntarsi il dito contro e che la priorità era mettere fine all'incubo del Fazbear's.
«A tal proposito, Mike, ho appreso alcune nuove informazioni per le nostre indagini, sia interessanti che... beh, bizzarre...»
Sospirò in risposta Jeremy, tornando in quel momento alla realtà e ricordando che la sua morte poteva non essere così lontana come tanto sperava.
«Intendi il fascicolo che papà ti ha portato via?» Chiese Mike.
«Già, ed era importantissimo!»
Sì lamenta il guardiano, approfittandone per raccontare delle visioni che aveva avuto dopo essere quasi morto a causa del Puppet, il quale sembrava essere molto legato ad una strana forza chiamata agonia, così come lo sembrava il locale.
«Mi ha suggerito in sogno di cercare qualcosa nell'ufficio di Richard e... beh, credeteci o meno, ma una volta lì due animatronics ombra mi hanno consegnato la cartella.»
«Cavolo. Spiriti, assassini, animatronics ombra... mancano solo i demoni e siamo al completo.»
Aggiunse Emma cercando di alleggerire un po' la situazione, ma in quel momento sia lei che Mike notarono lo sguardo cupo di Jeremy, capendo quindi che aveva altro da aggiungere.
«... è quì però che inizia la parte bizzarra, eh eh...
Forse non quanto un demone, ma ha il suo perché.»
«Che altro succede?»
Chiese Mike a Jeremy, il quale deglutì e, capendo di aver ormai tirato in ballo il discorso, decise di rivelare ciò che gli Shadows gli avevano detto.
Inutile dire che tale notizia lasciò di sasso sia la sorella che l'amico.
«Devi assolutamente licenziarti!» Gli ordinò Emma.
«No, aspetta, fammi finire!
Ci ho riflettuto nelle ultime ore e, anche se può sembrare una condanna a morte, in realtà può essere un enorme vantaggio!«
«Come può essere la tua morte un vantaggio?!» Chiese Mike ancor più confuso.
«Non ci arrivate? È proprio ciò la risposta: se sono destinato a morire questo fine settimana, vuol dire che nel frattempo non mi accadrà niente, sono quasi immortale!»
«Ma da quel che sappiamo puoi anche evitare la tua morte. Chi ti dice che non puoi anticiparla?»
«Emma ha ragione, è una teoria troppo azzardata, amico.
Inoltre perché fidarsi di due ombre, che tra l'altro hanno un non so che di familiare che non mi ispira fiducia?»
«Ti è forse sfuggita la parte dove mi hanno consegnato quella cartella? Io credo vogliano solo aiutarci.
Inoltre sono già sopravvissuto a morte certa! Puppet mi aveva in pugno, ma non è comunque riuscito a finire il lavoro perché il destino non prevedeva la mia morte in quel momento.»
Esordì Jeremy sperando di venir capito, ma vide ancora il dubbio nello sguardo degli altri due, pertanto stufo decise di dare una rapida dimostrazione.
«Ed ora che fai?»
«Nulla Mike, semplicemente vi apro gli occhi!»
Esordì il guardiano mentre si diresse brevemente in cucina, tornando poi con un coltello.
Infine, prima che Emma o Mike potessero fare qualcosa per fermarlo, lo lanciò verso l'alto e si preparò a farsi colpire.
«Immortalità!»
Poco dopo, il ragazzo era steso sul divano dolorante, mentre Emma era intenta a fasciargli una gamba, il tutto sotto lo sguardo severo di Mike.
Ciò però non smorzò l'entusiasmo di Fitzgerald, che si apprestò subito a dare una spiegazione plausibile.
«Che c'è? Venir ferito non vuol dire morire. Teoria dell'immortalità temporanea confermata.»
«Ti prenderei a calci in bocca in questi momenti.»
Commentò la sorella irritata terminando di medicare il fratello. Successivamente i tre decisero di tornare a discutere sul da farsi, ovvero riprendere la cartella perduta, la quale sembrava essere un tassello fondamentale per le loro indagini.
«Mike, ve ne occupereye tu ed Emma, io invece andrò al Freddy's per non destare sospetti.»
«Non so Jeremy, forse dovrei aiutarti. Questa tua teoria è un po' campata per aria secondo me.»
«Anche se lo fosse, non abbiamo molte alternative dato che, come stavo accennando, susciterei sospetti se non mi presentassi al lavoro dopo ciò che è accaduto oggi...»
Il ragazzo si fermò poi un attimo e rivolse un breve sguardo ad Emma, che nel frattempo stava già preparando l'occorrente per le ricerche.
«... inoltre voglio che tu resti per tenerla d'occhio. Non so che farei se Afton o un robot le torcesse anche solo un capello.»
«Certo lo capisco, e non ti preoccupare che lei starà benone... ma tu fai attenzione, ok?»
«Saranno loro a dover fare attenzione a me, ricordalo!»
Ridacchiò il ragazzo e battè il pugno con quello di Mike, mentre Emma li raggiunse per mostrare ciò che aveva preparato, nascondendo a fatica l'emozione.
«Fino a poco fa eri disperata, mentre ora quasi non vedi l'ora di entrare in azione.» Commentò scherzoso Mike.
«Si adatta in fretta.»
«Mi adatto in fretta.»
Risposero quasi in coro i due fratelli, suscitando una risata generale.
Successivamente non restò altro che dividersi l'attrezzatura e ripassare il piano.
«Cavolo, forse tutti e tre insieme riusciremo davvero a farne una buona.» Disse Mike. «Quindi ricapitolando: Jeremy stanotte lavorerai come se nulla fosse affinchè si calmino un po' le acque, mentre io ed Emma prenderemo la cartella.»
«Fantasti-... uhm, certo ricevuto!
Beh, sembra che quindi abbiamo un piano dopotutto.» Rispose Emma.
«No, non un semplice piano, abbiamo ideato il più grande piano della storia, nessuno potrà fermarci!»
Esordì convinto Jeremy, contagiando così con il suo ottimismo sia la sorella che Mike: ora non restava loro altro che attendere il calar del Sole.
==Freddy Fazbear's Pizza 2.0==
==Ore 11:40 AM==
Un tuono balenò nel cielo scuro, illuminando brevemente l'insegna del locale, mentre una fitta pioggia bagnava le strade di Filadelfia.
Jeremy corse subito dentro, totalmente zuppo da capo a piedi.
«Eppure era sereno fino a poco fa...»
Si lamentò perplesso strizzando il cappotto imbevuto d'acqua, notando nel mentre che le luci della sala principale erano ancora accese. Infatti Richard era rimasto lì ad attendere il suo arrivo.
«Buonasera, Fitzgerald.»
«Buonasera a voi. Perdonatemi, ma come mai siete ancora quì?»
Domandò il ragazzo rivolgendo lo sguardo verso il suo capo, ricordando poi poco dopo ciò che era successo quella mattina.
Infatti Richard lo invitò a sedere dato che voleva proprio parlarne.
«Signore, prima di iniziare, voglio solo scusarmi in anticipo per quanto è accaduto.»
«No, no ragazzo, non sono quì per farti una lavata di capo tranquillo. Voglio solo parlare.»
«Uhm... ok allora, riguardo cosa?»
«In realtà nulla di particolare. Vedi, dopotutto chi di noi non ha mai fatto sciocchezze da giovani? Per questo voglio solo dirti che ho messo una buona parola per te e tua sorella con William, quindi non temere per i vostri posti quì.»
«È molto gentile da parte vostra, non dovevate.»
«Certo che dovevo. Dopotutto non è successo nulla di grave e non voglio punire degli ottimi dipendenti.
Ovviamente ti chiedo solo di mettere un po' la testa a posto, ma so che lo farai dato sei un ragazzo intelligente.»
«Non preoccupatevi signore, farò del mio meglio per dimostrarlo. Vi ringrazio della fiducia.»
«Molto bene, immaginavo avremo trovato un punto di incontro!
Beh, non ti rubo altro tempo... oh aspetta, quasi dimenticavo, mio figlio ti ha lasciato questo. Cose di lavoro immagino.»
Esordì l'uomo estraendo un mangianastri dalle tasche e lo consegnò a Jeremy, infine gli augurò buona notte e lasciò l'edificio.
Rimasto quindi nuovamente da solo, il guardiano osservò l'oggetto che brandiva tra le mani, curioso ma al contempo preoccupato: perché Fritz non aveva registrato al telefono come sempre?
Decise allora di farsi coraggio ed avviarlo per togliersi ogni dubbio.
«Ehy, complimenti, hai superato la tua seconda notte... o almeno questo è quello che ti direi se non fossi totalmente furioso!
Indovina un po'? William oggi mi ha fatto il terzo grado riguardo a delle chiavi mancanti. Credi davvero di poter mandare tua sorella o il tuo amico a fare il lavoro per te? Ti avevo chiesto di non farmene pentire, ed invece eccomi con Afton che mi sbraita contro...»
Ci fu un breve silenzio, come se Fritz stesse sospirando, nel mentre Jeremy si sentì un completo idiota.
«... non dico che non devi indagare, ma stai attento!
Ora è inutile stare quì a discuterne, anche perché sono riuscito a convincere William e pare si sia calmato... per ora.
Per questo dobbiamo muoverci ad incastrarlo, è chiaramente in allerta ora, tanto che ho dovuto anticipare alcune cose, sperando che il mio contatto ci raggiunga subito...
Nel frattempo direi di tornare sulla tua sopravvivenza dato che mi occorri vivo... e ti avverto già che stanotte sarà più difficile tenere carico il Music Box.
Non so il motivo, ma pare che il Puppet ne sia davvero resistente ultimamente, pertanto la scatoletta verrà sottoposta a più stress per tenere su la musica, richiedendo quindi molte energie e di conseguenza si scaricherà più velocemente, stai attento!
Ho inoltre ricontrollato le registrazioni dato mi hai parlato di Withered Foxy.
Non so se anche il resto della banda farà lo stesso dato che non si dovrebbero muovere da quella stanza... ma ehy, suppongo tu sappia già come scacciarli in caso accada, quindi non posso far altro che augurarti buona fortuna!
A domani, si spera.»
La registrazione terminò ed il ragazzo ripose in tasca il mangianastri, incamminandosi verso l'ufficio e chiedendosi cosa avesse in mente Fritz.
Era comunque un pensiero rassicurante dato che più piani erano in atto per fermare William più alte sarebbero state le loro probabilità di vittoria.
Improvvisamente però, mentre Jeremy attraversava la Main Hall, un tuono lo fece sobbalzare e, poco dopo, con un tempismo quasi perfetto le luci del ristorante si spensero, seguite da un veloce rumore di passo dietro di lui.
Il guardiano si voltò subito per controllare, ma non vedeva un palmo dal naso in mezzo a tutto quel buio.
Jeremy: Merda...
Degluti notando sull'orologio da polso che era appena scoccata la mezzanotte, non era al sicuro lì.
Riprese ad incamminarsi velocemente verso l'ufficio, ma il rumore tornò a ripetersi e stavolta sopra la sua testa.
Mangle: Povero, povero Jeremy, così solo soletto, tanto da tornare dai suoi carnefici ogni sera!
Ridacchiò l'animatrone spostandosi tra le ombre mentre Jeremy cercava di capirne la posizione tramite la direzione della voce.
Jeremy: Fatti vedere e dimmi a che gioco stai giocando! Ti ho vista liberare Foxy l'altra notte, come mai un robot ha così interesse nell'aiutare le anime dei bambini?
Mangle: Facciò solo ciò che ritengo giusto! Il Maestro sta male e devo aiutarlo con ogni mezzo necessario!
Esordì lei e balzò giù dal soffitto, ma non per attaccare, infatti si era strategicamente avvicinata alla Parts/Services. Jeremy deglutì facendo un passo indietro appena la porta fu spalancata, rivelando non solo Foxy, ma anche il resto dei vecchi animatronics, i quali si fecere poi da parte affinché Withered Freddy si portasse avanti, osservando compiaciuto la sua preda.
Withered Freddy: Ne è passato di tempo, vero Jeremy?
Jeremy: Già... e l'ultima volta io e Mike vi abbiamo fatto il culo! Devo dire che avete un bel coraggio a ripresentarvi.
Rispose nervosamene il ragazzo cercando di indietreggiare lentamente, mentre Freddy ed il resto degli animatronics scoppiarono a ridere.
Withered Chica: Ora però sei da solo ed indifeso, proprio come noi un tempo.
Withered Foxy: Il karma è uguale per tutti dopotutto.
Ridacchiarono fra di loro, mentre Jeremy stava analizzando la situazione per scovare una via verso l'ufficio: gli sarebbe bastato solo una piccola occasione per raggiungere la torcia lì per dare loro una lezione.
Withered Freddy zittì poi i suoi compagni e fece ancora qualche passo avanti.
Withered Freddy: Ammetto che ci avete dato una bella batosta, te lo concedo.
Ma è anche vero che eravamo soltanto delle ridicole marionette di Spring-Bonnie... ora invece siamo i padroni di noi stessi, non siamo più cechi dall'odio.
Jeremy: Beh, in effetti ora sapete almeno distinguermi da William, è già un netto passo avanti... per essere dei rottami.
Withered Freddy: Guardatelo, il ragazzo è più coraggioso di quanto ricordassi, mi piace. Peccato dovrà morire.
Jeremy: E come fai ad esserne certo? Vi ho tenuto testa una volta, posso rifarlo.
Withered Freddy: Vedi, il fatto è che stavolta abbiamo trovato una valida alleata.
Jeremy: Cos-...
In quel momento una luce giallognola apparì alle spalle del ragazzo, dietro al quale si trovava quel che sembrava una versione più rovinata di Fredbear, a cui mancavano vari pezzi di rivestimento ed un orecchio, mentre sul torace aveva ancora i fori causati dai proiettili della polizia.
Il robot era fermo ed immobile e si manteneva in piedi a fatica, mentre sulla sua spalla si trovava lo spirito di una bambina.
Bambina: È iniziata una nuova era Jeremy, presto ci prenderemo ciò che ci spetta, a qualsiasi costo.
Jeremy: Mike mi aveva parlato di te... lo perseguitavi.
Bambina: Direi più... avvisare dell'imminente destino che lo attendeva.
Rise la bambina e, con un gesto, ordinò a Fredbear di afferrare il ragazzo per la gola e lanciarlo contro gli animatronics, che a loro volta lo colpirono svariate volte, fino a farlo cadere in ginocchio senza fiato.
Jeremy: Dannazione sì può sapere che p-problema avete? Se volete Afton, perché prendete di mira me?!
Domandò il ragazzo tossendo e cercando di rialzarsi, ma Withered Freddy lo bloccò poco dopo e rispose dicendo che si trattava di una semplice vendetta personale.
Withered Freddy: Sei solo un insignificante tassello in un puzzle decisamente più grande.
Rise l'orso e sollevò il ragazzo da terra, spiegando che dovevano prima togliere di mezzo Mike ed i suoi cari affinchè pagasse per ciò che aveva causato a Norman, per poi passare alla portata principale: William.
Withered Foxy: Pertanto ti conviene iniziare a pregare.
Jeremy: E a voi invece parlare un po' meno e passare ai fatti!
Detto ciò con un calcio colpì una delle giunture di Freddy, sbilanciandolo e facendogli mollare la presa.
Il ragazzo cadde a terra, ma subito rivolse lo sguardo verso l'ufficio ed iniziò a correre come mai nella sua vita, con gli occhi fissi sulla torcia elettrica mentre l'intera squadriglia infuriata di animatronics gli era alle calcagna.
Jeremy si lanciò poi sulla scrivania ed afferrò tremolante la sua unica difesa, iniziando a flashare freneticamente con la luce chiuque avesse davanti, finchè ogni minaccia non si ritirò nell'oscurità del corridoio.
Il ragazzo cadde esausto in ginocchio cercando di riprendere fiato, ma presto si ricordò che i Withered non erano l'unica minaccia.
Infatti, appena controllò le telecamere, si apprestò a ricaricare il Music Box dato era già in condizioni parecchio critiche, mentre ebbe modo di notare che Toy Chica mancava allo Show Stage.
Per concludere, il ragazzo notò che aveva trascorso solo poco più di una mezz'ora li dentro
Jeremy: Stiamo scherzando?!
Mentre però il guardiano era indaffarato ad arrivare tutto intero fino al mattino, Mike ed Emma erano invece pronti ad effettuare la loro parte.
I due si erano recati nei pressi della villa di William intorno alla mezzanotte, sperando che l'uomo stesse già dormendo.
Purtroppo però alcune luci che filtravano dalle finestre indicavano che c'era ancora attività nei paraggi.
Emma: Oh e andiamo, tutti quei soldi e neanche ti godi il tuo lussuoso materasso.
Mike: Starà lavorando sicuramente al Remnant, sarebbe capace di non dormire mai più se necessario.
Commentò il ragazzo osservando il circondario e notando che la zona era piena zeppa di telecamere.
Mike: Ovviamente, che razza di paranoico...
Non potendo ovviamente intrufolarsi dall'ingresso principale, decisero allora di girare intorno all'abitazione nella speranza di trovare un punto cieco e far breccia nelle difese, ma a quanto pare ogni angolo era ben sorvegliato.
Emma: Ed ora che facciamo? Ci manca solo che ci becca di nuovo, e non credo stavolta sarà tanto clemente.
Mike: Aspetta, potrebbe essere quella la soluzione!
Affermò il ragazzo, spiegando poi che sarebbe bastato creare un diversivo affinché William si concentrasse su una zona mentre loro entravano da un'altra.
Mike: Mai fatto dolcetto o scherzetto?
Emma: Perchè ho come l'impressione che non mi piacerà dove vuoi andare a parare?
Mike: Beh, diciamo che ci baseremo sulla seconda parte.
Detto ciò raccolse dei sassi da terra e ne passò uno ad Emma, suggerendo di lanciarli su alcune telecamere: una per distrarre, un'altra per entrare senza essere visti.
Emma: Oh mi sbagliavo, adoro dove stai andando a parare! Proprio come al liceo.
Mike: Sì esatto, ah ah!
Pronti all'azione, i due ragazzi controllarono in quale stanza la luce fosse ancora accesa e lanciarono dei sassi verso le apparecchiature lì vicino.
La luce si spense quasi immediatamente e si potevano udire dei veloci passi dirigersi all'esterno.
La reazione fu molto più rapida di quanto i due credessero, così si precipitarono a rompere la seconda telecamera che sorvegliava il cortile e si diressero subito lì.
Il primo passo era stato effettuato, ora non restava altro che trovare un modo per entrare.
Emma: Ehy, non sapevo avesse un cane.
Mike: Cosa?
Il ragazzo confuso seguì l'indicazione di Emma e vide che effettivamente lì in cortile c'era la cuccia di un cane.
Sembrava però parecchio malridotta, probabilmente non veninva usata da anni.
Mike: Sarà morto di fame il poveretto.
Emma: Oppure è scappato. Insomma, immagina essere il cane di un pazzo.
Mike: Non hai tutti i torti...
Rispose il ragazzo tornando a concentrarsi sulla villa, notando poi una scala posata sul prato, così ebbe un'idea.
Facendosi aiutare da Emma, la spostò su uno dei muri, potendola così utilizzare per salire al salire al primo piano e intrufolarsì all'interno grazie ad una finestra rimasta aperta.
Mike: Bella fuori, bella dentro. Non so perché mi stupisco.
Commentò tra sè e sè mentre entrava, ritrovandosi in quello che sembrava essere uno dei corridoi dell'abitazione.
Fortunatamente non era troppo buio a causa della luce lunare che filtrava, così i due poterono dare un'occhiata senza troppi intoppi.
Emma: Siamo dentro, ed ora?
Mike: Cerchiamo la cartella. Potrebbe essere ovunque, ma se conosco ancora bene quell'uomo, non si é separato da essa.
Emma: Probabilmente è ancora nel suo cappotto, magari appeso nella sua stanza.
Mike: Esatto. L'unico problema però ora rimane quale possa essere fra queste...
Osservò il ragazzo grattandosi il capo, effettivamente c'erano fin troppe stanze lì, sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio.
In quel momento però si udirono dei passi al piano di sotto, probabilmente William era tornato dentro, ma ciò poteva essere un vantaggio.
I due ipotizzarono che forse seguandolo avrebbero trovato la sua stanza.
Emma: Insomma, prima o poi dovrà andare a letto... vero?
Mike: Lo spero.
Basandosi sulla provenienza dei passi, Mike ed Emma riuscirono a trovare delle scale per scendere al piano terra, infine seguendo la luce trovarono la stanza in cui si trovava l'uomo.
Sì avvicinarono allora cautamente alla porta chiusa e sbirciarono dallo spioncino, vedendo che si trattava della cucina, ma la cosa strana è che non sembrava esserci nessuno lì dentro.
Mike: Dove diavolo è? Eppure la luce è accesa...
Sbuffò il ragazzo, notando inoltre che era chiusa a chiave, quindi di conseguenza era impossibile entrare.
Emma osservò invece che la porta era caratterizzata da una botola per cani, e non era l'unica a quanto pare.
In quel momento però essa si aprì, facendo sobbalzare i ragazzi, mentre una sorta di cane dal pelo scuro fece la sua comparsa.
Emma: Oddio Mike, ma è...
Balbettò la ragazza indicando gli occhi rossi e luminosi della belva, segno che si trattava di un animatronic... uno molto arrabbiato dato che iniziò a ringhiare e ad abbiare contro gli intrusi.
Si lanciò poi all'inseguimento mentre Emma e Mike se la diedero a gambe in preda al panico, correndo a perdifiato senza voltarsi indietro, spalancando la prima porta aperta che incontravano e svoltando fra gli infiniti corridoi di quel posto enorme, finché alla fine non riuscirono a seminare il cane.
Di contro però realizzarono di aver perso anche l'orientamento.
Emma: Magnifico, moriremo nella casa di un pazzo, azzannati alla faccia da un mostro! Classico mercoledì sera, no?!
Commentò affannata la ragazza appoggiata ad un muro e controllando in giro per accertarsi che fossero davvero soli. Mike dal canto suo rispose ironico sul preferire i gatti macellai del venerdì notte.
Mike: D'accordo... c'è un cambio di piani, devo assolutamente portarti fuori di quì.
Emma: Ma dobbiamo ancora trovare la cartella!
Mike: Sì, ma non avrei mai immaginato che papà avesse quel coso a fare da guardia! È troppo pericoloso, ti porto via, forza.
Disse appoggiandole una mano sulla spalla per farsi seguire, ma lei confusa si voltò e chiese perché tenesse così tanto alla sua sicurezza.
I due notarono quindi di essere non poco vicini al momento, entrambi con lo sguardo fisso sull'altro, pertanto sia ciò che la domanda furono seguiti dal silenzio.
Mike: Io... cioè Jeremy conta su di me affinchè tu esca indenne da questa storia. Ho già permesso che un robot ti attaccasse, non farò lo stesso errore.
Emma: Già immaginavo. Jeremy, sempre Jeremy. Ed io che al Freddy's mi ero illusa che io e te...
La ragazza distolse brevemente lo sguardo.
Emma:... cioè volevo dire, credevo che io e te fossimo una sorta di squadra. Pensavo ci fosse un sincero rapporto, ma immagino che la verità è che Jeremy ti abbia solo incaricato di farmi da babysitter.
Mike: Emma, ti prego, ti stai sbagliando! Voglio solo proteggervi entrambi, ma ciò non vuol dire che io e te non facciamo un'ottima squadra. Insomma, guarda cosa siamo riusciti a fare oggi.
Rispose il ragazzo mentre lei distolse di nuovo lo sguardo e sospirò, rispondendo che comprendeva la sua preoccupazione.
In seguito però poggiò la mano su quella di Mike e rialzò lo sguardo decisa.
Emma: Permettimi però di aiutarti.
Già sapere che mio fratello in questo momento è in pericolo mi sta terrorizzando, non sopporterei dover addirittura stare con le mani in mano mentre quel coso ci sta probabilmente fiutando.
Concluse la ragazza, mentre Mike scosse la testa rassegnato, da un lato ammirava come quella ragazza spaventata riuscisse comunque a trovare la forza di aiutarlo.
Mike: D'accordo, suppongo allora dovremo risolvere insieme la faccenda.
Emma: Sì, abbiamo chiaramente bisogno di un aiuto reciproco.
Mike: È questo ciò che fa una squadra dopotutto.
Emma: Puoi dirlo forte!
Rispose lei fiduciosa, per poi accorgersi della sicurezza con cui stava tenendo il ragazzo per mano, così lasciò subito la presa e cercò di cambiare discorso, portando l'attenzione sul fatto che un robot assassino girovagava nei dintorni.
Mike: E ci siamo anche persi.
Emma: Non può essere così terribile.
Credo adesso ci troviamo nel soggiorno... o almeno uno dei tanti...
Commentò la ragazza persa dando uno sguardo intorno a lei, mentre entrambi concordarono sul fatto che scendere al piano terra era stato un errore.
In una casa così lussuosa solitamente le camere da letto erano più in alto.
Infine il terzo problema, ma non per importanza, era che le stanze importanti erano chiuse a chiave ed accessibili solo dal cane.
Mike: Ciò però restringe il nostro campo di ricerca: piano superiore, solo porte con botola.
Emma: D'altro canto però ci serve Fetch per entrarci.
Mike: Fetch?
Emma: Sì, è il nome che gli si addice per l'idea che mi è appena venuta in mente.
Mike: Odio quel tuo sguardo, che hai in mente?
Emma: Ora vedrai. Posso solo dirti che sarà il nostro cane speciale da riporto.
Una manciata di minuti dopo, Mike si trovava a gironzolare da solo in una delle varie stanze della casa, finchè non avvistò una telecamera.
Mike: Speriamo bene...
Detto ciò fece cadere un soprammobile per cercare di farsi notare, il che ebbe successo dato che fu questione di pochi attimi affinchè "Fetch" lo raggiunse.
Il ragazzo allora iniziò a farsi inseguire finchè non tornò al soggiorno, dove diede il via libera ad Emma, la quale fece cadere una credenza appena Fetch varcò l'ingresso.
La ragazza esultò vittoriosa e si affrettò a prendere il collare del cane.
Emma: Proprio come immaginavo!
Mike: Tutto questo per un collare?!
Emma: Non un semplice collare! I miei a casa avevano un meccanismo simile per il nostro cane. Le porticelle si aprivano solo se il collare si avvicinava.
Mike: Cavolo, che furbata.
Commentò il ragazzo mentre Emma gli consegnava l'oggetto, ora non restava altro che trovare la stanza di William.
Con non poca fatica, riuscirono a tornare alle scale per accedere al piano di sopra, dove iniziarono a controllare solo le porte che avevano una botola, aprendola tramite il collare e sbirciando tramite essa l'intero.
Sorprendentemente in tal modo non ci volle molto affinchè giunsero alla camera da letto di Afton, il quale dormiva profondamente.
Mike: Eppure abbiamo fatto un casino.
Ridacchiò il ragazzo mentre osservava ogni angolo, finchè non intravide il cappotto che stavano cercando.
Emma insistette allora per passare attraverso la porticina dato era molto più flessibile di Mike e, poco dopo, tornò con la cartella tra le mani.
Emma: Missione compiuta!
Mike: Aspetta ad esultare, dobbiamo ancora tagliare la corda.
Insistette mentre l'aiutava ad uscire, infine tornarono di soppiatto alla finestra da cui erano entrati e si calarono giù in cortile tramite la scala.
Una volta lì però, udirono un latrato distorto che si faceva man mano più vicino, seguito da un malridotto Fetch che li raggiunse sfondando una finestra.
Mike ed Emma non persero un istante e si diedero alla fuga, scavalcando il cancello principale e raggiungendo la strada, ma anche in quel caso Fetch non demorse e continuò a seguirli.
Non sembrava davvero esserci più via di scampo, ma proprio in quel momento un suv apparso dal nulla investì la belva e si fermò davanti ai due fuggitivi, seguito dalla voce di un uomo.
??: Presto salite! Conoscendo William, quell'affare avrà sicuramente altre sorprese!
In un primo momento Mike ed Emma esitarono, ma non appena videro la coda di Fetch muoversi non ci pensarono due volte e salirono di corsa sul veicolo, che lasciò subito la zona per seminare il cagnaccio.
➖➖🅢🅟🅐🅩🅘🅞 🅐🅤🅣🅞🅡🅔➖➖
Ciao a tutti amici, questo capitolo è un ringraziamento per il traguardo dei 50 followers! Grazie davvero, non mi sarei mai aspettato un numero del genere, insomma, 50!!! Mi sarei aspettato massimo 20, credevo che i miei libri sarebbero stati poco apprezzati... mi sbagliavo! Grazie ragazzi, i vostri voti e commenti mi rendono felice, felice di sapere che i miei libri vi stiano piacendo... grazie ancora :D
Ps: Ho appena giocato a Fnaf 4 e a mio parere è abbastanza pauroso. Scott ha fatto alcuni cambiamenti rispetto agli altri fnaf: grafica diversa, niente telecamere, il ritorno delle porte, nessuna telefonata da quel rompicoglioni del Phone Guy, la possibilitá di girarsi pure dietro... insomma, adoro questo gioco.
Mi sto dilungando troppo, lo so XD
Alla prossima!!!
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