Capitolo 1: Spada di Damocle
Le iscrizioni solo nel prossimo capitolo, grazie!
Ricordo che nessun oc sarà al corrente di quello che avverrà in questo capitolo, sia chiaro... Buona lettura ^^.
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Capita a volte che, a pochi passi dal traguardo, tu ti accorga che il finale della tua avventura non coincide con quello sperato, ti accorgi che il tesoro più ambito e che alla fine è stato ottenuto non sia altro che uno specchietto per le allodole, in un mondo nel quale l'allodola sa perfettamente di star cadendo in trappola ed è costretta a compiacere il suo cacciatore.
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Nemeria, Presente, Ore 10:30
Scendeva rapidamente le scale un ragazzo dai capelli rosacei e con una ciocca verde, libera, che scivolava dalla fronte fino al fianco destro del suo occhio destro, ambrato e gemellato al sinistro, entrambi vacui e che squadravano il piano inferiore.
Altrettanto veloce fu il suo passo nel completare la discesa delle scale per arrivare fino ad un divanetto nero e in pelle che stava nel soggiorno, affacciato direttamente ad una cucina di stampo moderno sulla destra, priva di una parete e anzi comunicante e, sulla sinistra, con una porta chiusa.
Sopra uno dei braccioli sembrava giacere una maglietta a maniche corte dal verde molto scuro e, a inquadrarlo sul fondo della stanza, stava uno specchio al muro, il quale rifletteva la sua immagine: i contorni del ragazzo erano ben definiti e si poteva tranquillamente dire che il suo fisico fosse perfetto.
Il suo corpo era infatti simmetrico in ogni punto, era ben pieno e muscoloso, così come la sua pelle, la più limpida di tutte e anche la meglio nutrita, non vi erano brufoli o ferite di ogni sorta, inoltre aveva un colorito bello acceso.
Indossava già un pantalone nero e con una cinta del medesimo colore, non che un paio di scarpe a collo alto nere, almeno fin quando prese la maglia e si diresse allo specchio, così da potersi osservare.
Una volta giunto lì, si girò di tre quarti per poter guardare la propria schiena, ricca di particolari, primo fra tutti un vistoso tatuaggio che ricalcava le forme di un motivo floreale, un bouquet di rose rosacee e avvolte in erba selvatica che occupava tutto il suo collo e buona parte del gran dorsale fin sulle scapole, sulle quali, nella zona inferiore della sinistra, sembrava giacere un codice nero come la pece, anch'esso apparentemente tatuato:
"A-5647".
Quando il suo sguardo ci cadde, socchiuse gli occhi, si rimise dritto con il busto e indossò finalmente la maglietta, emanando poi un sospiro esasperato.
<<A quanto pare ci tengono a tenermi marchiato... Dovrò andare a farlo togliere, sempre che non abbia qualche sorta di incantamento>>
Commentò frettolosamente ciò, dopodiché si lanciò sul divanetto e notò, sul tavolino a pochi passi dai suoi piedi, un bigliettino giallognolo con una bella grafia scritta sopra che recitava:
"Sentiti libero di trattenerti quanto ti va, sarò via a fare compere per tutto il giorno ;)".
-Altair.
Ripose il bigliettino al suo posto e, sulla destra della sua posizione originale, recuperò il telecomando del grande schermo che giaceva sul fondo della stanza.
<<Strano che non abbia fatto storie alla mia richiesta di aiuto... Un tipo così gentile non lo vedevo da mesi, anzi, è la prima persona che vedo fare una cosa del genere>>
Borbottò, mettendosi comodo con la schiena appoggiata al tessuto ruvido: ne erano cambiate di cose in 6 mesi, sentiva come una certa nostalgia.
Già, perché Sirion Dorlas, uno come lui, non aveva visto la luce del sole per più di 6 mesi, così come non aveva visto il mondo in cui aveva sempre vissuto per lo stesso lasso di tempo.
Ad ogni modo decise di azionare la televisione per poter seguire le notizie del giorno.
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E così, prima ancora di potersene rendere conto, la sua fuga dalla prigione non fece altro che farlo cadere nuovamente in trappola.
Qualche volta fingiamo di non accorgercene, o cerchiamo di dimenticarlo, ma il passato prima o poi tornerà e, fin quando non avremo imparato da esso, non andrà via.
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<<Interrompiamo ora le notizie del meteo per effettuare una comunicazione importante, restate sintonizzati...>>
Alzò un sopracciglio con un po' di sospetto, mentre sullo schermo facevano capolino tre figure: partendo da sinistra si palesava un uomo sulla trentina e con una folta capigliatura rossiccia e un paio di occhi neri e scavati, al centro un uomo anziano, probabilmente vicino ai 70 anni, con una lunghissima barba bianca che si confondeva con i medesimi capelli, i suoi occhi erano dormienti, infine sulla destra si palesò un uomo sui 30 anni con una corta capigliatura nera e degli occhi verde chiaro.
A guardarle, gli occhi di Sirion sembrarono aprirsi di più, accompagnati da un sorriso sghembo.
<<Oh, i capi di stato... O dovrei definirli esaltati, semmai, ecco che faranno un'altra delle loro prediche>>
Commentò, ma la loro espressione pareva seria e così le loro voci, all'unisono, delle quali però Sirion percepiva soltanto quella al centro: ecco, a quanto pare tutti e tre parlavano, ma soltanto uno di loro poteva essere udito, che stessero tutti dicendo la stessa cosa?
Sirion rimase incollato allo schermo, così come fecero molti altri che si trovavano ai piedi del suo palazzo, abitanti come tanti della città di Nemeria e che in quella mattina si radunarono, chi chiamando un altro e l'altro chiamando il prossimo, proprio nella piazza centrale, ad un centinaio di metri dalla posizione del ragazzo, lì era però presente un singolo, enorme quadrischermo olografico che si affacciava verso ogni punto cardinale, ciascuno riflettente ciò che vedeva e sentiva il rosa.
Si schiarì la gola il più vecchio dei tre e un vociare si diffuse nella piazza, talmente udibile che Sirion guardò per qualche istante verso l'ampio finestrone di quell'appartamento, prima di essere nuovamente rapito dalla televisione.
<<Cittadini di Nemeria, popolo di ogni età, razza e discendenza, onesti lavoratori e uomini e donne meritevoli di ogni forma di giustizia... Io, Felix Armageddon IV, capo del Parlamento della vostra epoca, mi rivolgo a voi e voi soltanto in questo giorno come gli altri>>
L'inizio solenne, fu recitato con voce forte, capace di placare il vociare.
<<Quando è stata l'ultima volta che vi è stato fatto mancare qualcosa? Quando è capitato che qualcuno di voi venisse abbandonato, lasciato da solo, non aiutato dal potere, non sentitosi partecipe del popolo? È mai esistito un momento in cui il governo del Parlamento di Nemeria si sia rivelato insufficiente o chiuso ai suggerimenti del popolo? Da quanto mi risulta, che di anni ne ho quasi un centinaio, ciò sotto la mia guida non è mai accaduto>>
Fece una pausa.
<<Non riesco a ricordare una singola volta in cui io abbia detto no ad uno di voi, una volta in cui io abbia voltato le spalle alla mia gente, e nemmeno in singolo secondo in cui un meno abbiente sia stato abbandonato a sé stesso piuttosto che essere aiutato, e se è per questo nemmeno un singolo giorno nel quale qualcuno non sia stato aiutato ad integrarsi nella società con le leggi... Governo da più di 50 anni, e in tutti questi anni le mie decisioni non si sono mai rivelate insufficienti, e se la pace regna sovrana, lo dobbiamo anche a voi che ci avete dato fiducia>>
A quel punto, Sirion si piegò con la schiena e poggiò i gomiti sulle ginocchia, incrociò le mani e ci poggiò sopra la testa.
<<In questi anni abbiamo costruito un popolo forte, dei paesi forti, delle città bellissime, abbiamo creato un mondo nel quale regna la gioia, la prosperità, il commercio... In cui nessuno è inferiore ad un altro, un mondo in cui nessuno deve essere considerato meno dalle istituzioni, una realtà in cui nessuno va a morire per una guerra sanguinaria o per un capriccio del potere, ciò che io e voi, popolo, abbiamo costruito, è paragonabile alla vetta più alta e irraggiungibile della realtà e del tempo, è un castello inarrivabile, è semplicemente perfetto... E tutto ciò è stato possibile perché il Parlamento vi è sempre venuto incontro e ha sempre risolto ogni vostro problema>>
Gli occhi, ancora dormienti, del vecchio si spalancarono, rivelando due pupille dorate, immacolate.
<<Ma questa volta, purtroppo, non possiamo venirvi incontro, popolo... Una nefasta rovina si sta per abbattere su di voi e noi da soli non bastiamo, per la prima volta il Parlamento vi chiede scusa>>
Chinò appena il capo.
<<Ma abbiamo bisogno dell'aiuto di ognuno di voi, per la prima volta tocca a voi aiutare noi come noi abbiamo sempre aiutato voi... Per la prima volta, infatti, abbiamo bisogno delle vostre mani, del vostro coraggio, del vostro buonsenso e della vostra approvazione e ripagamento per questo governo impeccabile... Mi rivolgo a tutti di voi, adulti e bambini, uomini e donne, razze e stirpi, alle creature dotate di ragione, vi chiediamo aiuto>>
Cadde momentaneamente il silenzio.
<<Ma che diavolo blatera? Pare che stia per annunciare una guerra o una catastrofe... Chi dovrebbe credergli?>>
Parlò con tono poco calmo Sirion, che poco credeva al politico di turno.
<<Nella precedente notte, nell'epoca futura, qualcosa di surreale è accaduto, e se adesso rivelo a voi informazioni così importanti... Beh, è perché da soli non possiamo farcela, vi chiedo di unire le forze e ascoltarmi... L'Ocarina del Tempo, che controlla lo scorrere del tempo e la musica, è stata rubata...>>
Lo seguirono dei sussulti generali e un borbottìo costante del popolo sottostante.
<<E c'è dell'altro, perché nello stesso periodo di tempo, dalla Prigione del Tartaro, luogo inaccessibile e di massima sicurezza, è riuscito ad evadere un detenuto... Per la prima volta nella storia, la nostra migliore creazione si è rivelata insufficiente e ora siamo tutti in pericolo>>
<<... Non hanno impiegato molto a sbandierare la notizia... Sono proprio alla frutta>>
Il rosa aveva adesso un tono calmo, quasi assente, mentre materializzava tra le sue mani proprio lo strumento musicale che gli aveva salvato la vita, l'Ocarina del Tempo.
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La sua salvezza, infatti, si rivelò essere anche la sua condanna, il suo legame con il tempo, nato per gioco, era, più che un aiuto, una Spada di Damocle pendente sulla sua testa.
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<<Vi chiederete cosa ci sia di importante e correlato tra queste due cose... Beh, posso prevedere i vostri pensieri e vi chiarirò ogni dubbio prima che voi possiate preoccuparvi... Non siamo certi del ladro, ma sospettiamo fortemente che sia stato proprio il detenuto evaso e che ora è a piede libero... E questa supposizione è rafforzata da molti indizi che non tratterrò per me, infatti inizierò con il parlare dell'Ocarina del Tempo>>
Calò nuovamente il silenzio.
<<Essa consente di viaggiare nelle linee temporali e di controllare il tempo, si, ma ha anche lo straordinario potere di cancellare momentaneamente qualcuno dalla linea temporale in cui è stata suonata e, conseguentemente, anche dalle restanti... Questo perché chi non viene avvisato del suono dell'Ocarina del Tempo, dimentica l'esistenza totale di quella persona, dimentica ogni ricordo che aveva di lui, cancella dalla storia la sua esistenza... E così viene cancellato anche ogni suo riferimento... O quasi...>>
Comparve un sotto schermo sotto ognuno dei quattro schermi, ciascuno riportante la seguente scritta e, a quella visione, il rosa scattò in piedi con dei brividi che correvano lungo la schiena e gli occhi più grandi che mai:
"A-5647".
<<Non... Ci credo... Non ha cancellato il mio numero?>>
Borbottò, facendo qualche passo verso il televisore.
<<Quello che vedete è un numero di cella della Prigione del Tartaro il cui detenuto ne assume i caratteri... Penso che anche voi possiate capire dove voglio andare a parare: se è vero che l'Ocarina del Tempo e la sua Canzone del Tempo cancellano una persona, esse non eliminano di fatto le sue tracce... Non conosciamo il suo nome e nemmeno il suo aspetto, ma una cosa è certa: abbiamo questo numero associato ad un detenuto perché il nostro modo di procedere è quello dell'aggiunta progressiva e, di fatto, la suddetta cella A-5647 risulta vuota, il che è impossibile>>
Fece una breve pausa.
<<Ciò significa che il detenuto è evaso, ma come è correlato alla nostra situazione? Beh, innanzitutto ogni sua informazione risulta scomparsa e nessuno ricorda chi possa essere, il che lo rende sospetto... Ma anche perché la sua cavigliera lo rende di fatto un essere privo di mana, oggetti e la possibilità di fare qualsiasi cosa, e la Prigione del Tartaro è un'isola molto distante dalle terre abitate, pertanto non può essere fuggito in nessun modo dall'epoca futura, sarebbe già morto... O forse no?>>
Lo sguardo del vecchio politico si fece ancora più distorto e corrucciato.
<<So che vi risulta difficile comprendere queste informazioni riservate e prima d'ora mai rivelate al mondo... Ma se ve le sto rivelando, questo accade perché abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile per riuscire a rintracciarlo... Già, perché è vivo, perché ha rubato l'Ocarina del Tempo per conto di qualcuno, evidentemente in possesso delle nostre informazioni, e ha suonato la Canzone del Tempo e ciò gli ha consentito di salvarsi dalla morte>>
Immediatamente il rosa scattò a destra del televisore con lo strumento musicale in mano ed afferrò il cappotto appeso ad un appendiabiti.
<<Non posso più restare nemmeno qui... Non è sicuro, se sono sulle mie tracce è meglio restare in costante movimento>>
Tuttavia, prima di partire, voleva avere tutte le certezze del caso.
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Oh destino crudele che cogli sotto di te persone sventurate che nulla volevano, se non un posto nel mondo e la possibilità di vivere in pace...
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<<Costui si è macchiato di gravissimi crimini oltre a questo furto... Sappiate solo che, se rimane a piede libero, finirà con l'usare il tempo contro tutti noi, nessun'epoca sarà più al sicuro...>>
<<Non è vero... La mia è un'accusa ingiusta, non ho commesso nessun crimine... Sporco bugiardo...>>
Strinse i pugni e corrucciò la sua espressione, tremando leggermente per il nervosismo e la rabbia.
<<E dunque entrate in gioco voi, cittadini, occhi e orecchie del potere... Vi chiedo di trovare chiunque possieda il codice A-5647 sotto la scapola sinistra o, comunque, tale codice su una qualsiasi parte del suo corpo, è vitale che voi lo troviate e lo consegniate ad uno dei tre governi... Chiunque lo farà, beh, riceverà tale ammontare di denaro>>
Ed ecco, un altro piccolo schermo comparve sotto quelli maggiori, recitando:
"1.000.000 di monete d'oro a chi catturerà e consegnerà al governo delle epoche temporali lo Spirito del Tempo".
<<Ah, adesso giocano alla caccia all'uomo... Una taglia è tutto quello che sanno applicare questi corrotti>>
Mormorò, avvertendo forti schiamazzi e grida di gioia: chiunque sarebbe diventato ricco con tale somma.
<<Trovatelo e consegnatecelo non tanto per la ricompensa, anch'essa evidente poiché nessuna taglia può eguagliarla, ma per la giustizia... Non vi abbiamo forse sempre aiutati noi del Parlamento? Che ne pensate allora di aiutare noi per una volta? Chi mai non ricambierebbe 50 anni di benevolenza con un semplicissimo gesto? Aiutateci per il bene di tutti, informate gli esploratori, gli avventurieri, gli eserciti, i soldati... Chiunque ritenete importante e degno, informatelo e unitevi a lui per la caccia all'uomo più importante della nostra storia... È tutto, spero che non ci deluderete... E ricordate, la musica è il vostro alleato più forte>>
Concluso il discorso e scomparsi tutti gli schermi, una serie di applausi scroscianti e grida si liberarono, così come cori per Felix e lodi al potere.
Sirion, affacciato alla finestra, era serio e in un certo senso li scrutava dall'alto in basso: era finito, nuovamente, in un mare di guai da cui, forse, avrebbe fatto meglio a non impicciarsi.
Scattò al centro della stanza e allora portò l'Ocarina del Tempo alla bocca e iniziò a comporre una melodia:
Quando ebbe finito di suonarla, un messaggio olografico gli comparve davanti:
"Hai suonato la Canzone del Volo! Dove desideri teletrasportarti?"
Seguito da uno schermo contenente varie mappe: Sirion selezionò una destinazione precisa e, dopo averlo fatto, ogni menù si chiuse e delle ali bianche, enormi, spuntarono dalla sua schiena, lo avvolsero nel loro bagliore bianco e si dissolsero in un filamento, non lasciando nulla alla loro dipartita.
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Fato, sei riuscito a dimostrarti beffardo anche con il figlio prescelto tra tanti della Dea del Tempo... Esiste un limite al tuo potere?
Conducesti in tentazione e poi in trappola i più grandi tra gli uomini e adesso, incalzante, dai vita ad un altro evento virale...
Possa la Musica proteggere i suoi amati figli da ogni tuo inganno...
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