capitolo 36 i am here
"Andiamo dai,hai intensione di deprimerti cosi per tutto il pomeriggio?"era sempre lui,un rompi scatole unico;Salvatore.
"Si rimarró qui,tuttooo il giorno"sottolineai il tutto mettendo una ciocca dietro l'orecchio,mi piaceva giocare a fare la forte,ci riuscivo particolarmanete bene.
Presi il telefono sotto il suo sguardo impassibile,lo conoscevo alla fine avrei accettato.
8 chiamate perse da mamma.
"É successo qualcosa?"chiesi a Salvatore mostrandogli il cellulare.
"la lasagna!"cadde giú dal letto cercando di raggiungere il piano terra.
"É bruciata"scoppiai a ridere,non era capace di tener d'occhio neanche una lasagna.
L'ho perdonato,mi fa compagni tutti i giorni.
É da tre giorni che non vado a scuola...non voglio incontrarlo,vedere come si tratta con quella ragazza.
Ha approfittato della situazione,di una singola litigata per scappare.
"Elisa scendi"era stupido peró in quel momento assomigliava davvero a mia madre.
"Arrivo"gli urlai di rimando.
Presi il cavo per caricare il cellulare poco distante e lo misi a caricare.
Scesi velocemte le scale e mi sedetti a tavola "le mani e mi devi dare una mano,furbetta"risi.
"Sei tutto tua madre!"esclamai ridendo.
"E non ti permettere,l'uovo fa la gallina o la gallina fa l'uovo?"chiese cercando di imitare nostra madre.
"Non lo so"la mia tipica risposta a questa domanda.
"Ecco sta zitta"disse lui facendo la voce da oca.
Scoppiai letterarmente a ridere mi poggiai di schiena sul tavolo.
"Almeno ridi"disse preparando l'acqua.
"almeno sei donna!"risi di nuovo.
Lui servi la tavola negando il mio gesto.
Presi la mia porzione l'unica non bruciata.
"Ehi ma quella é l'unica non bruciata!"mise il broncio come un bambino.
Ne tagliai un pezzo e lo mangiai con gusto davanti ai suoi occhi.
Oggi mi sentivo coraggiosa e libera.
Finí di mangiare e li lasciai i piati a lui,per una volta.
Tornai in camera e ricontrollai il telefono,speravo sempre in una sua chiamata ma essa non c'era mai.
Aprii l'armadio e presi una coperta rosa con dei fiori gialli.
La finestra era giá aperta cosi mi ci intrufulai raggiungendo il tetto.
Come al mio solito misi la coperta sulla parte del tetto incui mi dovevo sdraiare.
I miei ogni volta che mi beccavano mi dicevano che non mi pulivano piú le coperte.
Osservai ancora le stelle,una sera di una settimana fa,Stefano me le presentó tutte.
Mi ricordavo solo la piú luminosa,la stella polare.
"Se tu ci fossi"sussurrai tra me e me.
"Io ci sono"sentí la sua voce ronzarmi nel orecchio.
Inizialmente pensavo che fosse un allucinazione,lo pensavo cosi tanto ma poi lo vidi spuntare fuori dalla finestra,mi sorrise e io per non cederemi girai dall'altra parte "che ci fai qui?"chiesi.
"Sono qui con te,per te"si sdraió accanto a me a guardare le stelle.
"Nessuna di quelle é piú bella di te"
Il suo sorriso era comparabile a un milione di stelle
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