Chapter 45
Saranno passati all'incirca venti minuti da quando abbiamo messo piede in questo piccolo paradiso e ne sto vedendo di tutti i colori.
-Tu dici che se mi presento così nell'ora di algebra la professoressa non strillerà?
Sento alle mie spalle mentre prendo da un scaffale dei piccoli peluches di Mike Wazowski, o come lo chiamavo io da piccola "La pallina da tennis con un occhio".
Sobbalzo quando vedo il corpo del ragazzo con addosso la testa di James Sullivan, il mostro gigante, peloso e azzurro di Monsters & Co..
-Come sto? Credo che potrei presentarmi così al tuo prossimo compleanno, sempre se tu mi inviterai...
Conclude, aspettando una mia risposta.
-Beh, chi lo sa. Mi dispiace solo dirti che il mio compleanno è ad agosto e non so se avresti il coraggio di mettere in testa quell'affare con il caldo.
Osservo mentre stringo a me un pupazzo gigante di Winnie The Pooh nel reparto accanto.
-Giusto, ottima osservazione.
Afferma il ragazzo, liberandosi di quella maschera e raggiungendomi.
-Uffa, dev'esserci da qualche parte il reparto delle principesse Disney.
Metto il broncio, dopo essermi guardata intorno per un bel po'.
-Beth, questo posto ha sette piani e noi siamo ancora al secondo. Continuiamo la nostra escursione?
Mi porge la mano, indicando le scale alla nostra destra.
-Ma certo, Mr. Styles.
Stringo senza esitazione la sua mano e in un batter d'occhio arriviamo al terzo piano, invaso completamente dai Lego.
-Questo sarebbe senza dubbio il paradiso di Liam.
Constata Harry, guardandosi intorno e notando effettivamente solo mattoncini colorati che compongono personaggi o oggetti particolari. Ehi, c'è anche la regina Elisabetta fatta di Lego!
Dopo aver fatto delle stupide foto accanto ad ogni "scultura" e aver superato il piano dedicato a Star Wars, arriviamo finalmente al reparto che più amo.
-Vai, scatenati.
Il ragazzo mi lascia la mano, spingendomi leggermente verso i costumi delle principesse Disney e, nonostante l'atroce dolore ai piedi causato dalle scarpe alte, corro come una matta verso i vari scaffali.
Mi rendo conto di sembrare una bambina di cinque anni quando abbraccio un peluche gigante di Aurora che ho sempre adorato.
-Fammi indovinare, la tua preferita è la bella addormentata.
Parla, prima di scattare una foto con la sua Canon che fa pendere dal collo. Devo assicurarmi di aver fatto sparire tutte quelle foto prima di essere arrivati a casa, altrimenti mi potrà ricattare a vita.
-Errato, Styles. La adoro ma la mia preferita è Cenerentola.
Lo correggo per poi lasciare quella bambola e dirigermi verso un vestito di Ella in miniatura, per bambine.
-Saresti ancor più bella con questo vestito, se solo fosse più grande.
Mi dice mentre fa passare con estrema delicatezza il dito sulle farfalline del piccolo corpetto del vestito di Cenerentola, identico a quello indossato da Lily James nell'ultimo adattamento cinematografico.
-Da quando mi fai tutti questi complimenti in meno di ventiquattro ore?
Gli chiedo curiosa, fissandolo costantemente, cercando di non ridere.
-Sto rimediando a tutte quelle volte che avresti dovuto riceverli ma sono stato in silenzio.
Risponde serio, lasciandomi senza parole. Non pensavo mi rispondesse ciò.
-Ehm, si sta facendo tardi. Forse è meglio tornare a casa, non trovi?
Domando, appendendo nuovamente il vestitino azzurro di Cenerentola e avviandomi verso l'uscita, trattenendo le lacrime per il dolore ai piedi sempre più accentuato.
Arriviamo in fretta giù all'ingresso, anche grazie all'ascensore, e dopo aver salutato il gentilissimo Theodor, ci imbattiamo nei candidi e compatti fiocchi di neve che cadono lentamente da cielo, chiaro per essere notturno.
Mantengo lo sguardo fisso verso il basso, attenta a non infilare i piedi in una montagna di neve.
È stata una serata bellissima, che non avrei mai pensato di passare insieme al riccio accanto a me, in modo perfetto.
I miei pensieri vengono improvvisamente interrotti dal contatto con la neve appena atterrata sul mio viso.
-Ragazzina, che ne dici di una battaglia di neve?
Mi chiede con un sorrisetto biricchino mentre prepara un'altra palla di neve ma si ferma. Si ferma perché non riceve nessuna risposta in cambio, nulla. Solo uno sguardo pensieroso e serio fisso su di sé.
-Cosa c'è, Beth? - domanda titubante lasciando cadere la neve appena raccolta - Ho detto qualcosa di male? Scusami, non volevo tirar-
-Tu non puoi essere Harry Styles - lo blocco, cominciando a parlare con voce debole e avvicinandomi a lui, di fronte e distante da me - L'Harry che ho conosciuto non mi avrebbe mai chiesto un appuntamento né di certo portato a teatro. Diamine, non sarebbe mai venuto a prendermi a casa, aprendomi e chiudendomi la portiera dell'auto. Non mi avrebbe mai portato al McDonald's indossando un completo di tre mila sterline, facendo una figura di merda.
Resto in silenzio qualche secondo, spostando lo sguardo sulle finestre dell'Hamleys.
-Non avrebbe mai chiesto ad un uomo che non vedeva da anni di aprire un negozio di giocattoli solo per far entrare l'inutile ragazza che ha portato con sè per una serata e che dal giorno dopo tornerà a trattare di merda. E probabilmente non avrebbe nemmeno voluto giocare a palle di neve con quella ragazza.
Mi fermo, arrivando a meno di un metro da lui, fissando il verde ora scuro dei suoi occhi.
-Non puoi essere l'Harry Styles che conosco io. Lui non è pericoloso. Quello che ho davanti a me sì - interrompo nuovamente la mia voce tremante ed accorata, scacciando via una lacrima che minacciava di solcare le gote fredde a causa del gelo invernale - È pericoloso perché può piacermi e questo non deve accadere. Non so chi sia questo ragazzo, non può essere reale. Purtroppo non può essere Harry Styles.
Concludo con le lacrime che rigano il viso, mischiatesi con i pochi residui di neve che continua a scendere dal cielo.
Supero velocemente il ragazzo, immobile e senza parole, dirigendomi verso la metro più vicina. Mi fermo solo pochi secondi, il tempo di togliermi le scarpe.
Perché mai dovrei passare del tempo con un ragazzo che non è reale? Perché mi dovrebbe ingannare con questo suo raro carattere dolce e disponibile se poi il giorno dopo torna più arrogante che mai? Perché dovrebbe cominciare a piacermi un ragazzo che non esiste?
Sento improvvisamente andare leggermente all'indietro quando il mio polso destro viene afferrato saldamente da una mano, la sua, facendomi girare.
-Sai che c'è Beth? C'è che hai ragione. È vero, Harry Styles non è affatto così. Non può essere lui. Ma sai una cosa? Non mi sono mai comportato in questo modo prima d'ora in tutta la mia vita. E vuoi sapere un'altra cosa? Mi è piaciuto. Sì, mi è piaciuto essere questo ragazzo. Non avevo mai visto dei tuoi sorrisi così sinceri prima di stasera, soprattutto rivolti a me.
Si interrompe, fissandomi insistentemente negli occhi. Verde smeraldo contro azzurro ghiaccio.
-Mi piace la ragazza con cui ho trascorso la serata, mi piace passare del tempo con lei, anche quando ci litigo. È diversa dalle altre. Può sembrare la solita frase per attirare una ragazza ma è così. Questa ragazza mi piace davvero, nonostante lei dica di essere piena di difetti, come le lentiggini che cerca di coprire con il trucco. E se lei non vuole star con me, la aspetterò, come un uomo che attende l'arrivo del treno successivo a quello appena perso.
Conclude, passando un pollice sulla mia guancia, cercando di togliere il trucco che, stranamente, sa che è lì per coprire le mie lentiggini.
Lo fisso senza dir nulla, guardando i suoi occhi verdi, leggermente lucidi, che mai avevo visto così. Resto ferma di fronte a lui fino a quando trovo le forze per abbracciarlo, mettendomi in punta di piedi.
Lo stringo a me come se avessi la cosa più preziosa fra le mie braccia; come una fan stringerebbe il suo idolo.
Rimane sorpreso dal mio gesto ma ricambia l'abbraccio, affondando la testa nell'incavo del mio collo.
Mi metto a dargli dei colpetti sulle spalle quando mi solleva da terra, cominciando a camminare, prendendomi in stile sposa.
-Harry, cosa stai facendo?
Gli chiedo ridendo, asciugandomi il viso con una mano mentre l'altra gli circonda le spalle.
-Vuoi restare qui per tutta la notte o tornare a casa con i piedi letteralmente ghiacciati?
Mi domanda, abbassando il capo verso di me, mostrandomi un sorriso.
Io, di certo, un Harry così, mai me lo sarei aspettato.
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