Capitolo 48

*sei giorni dopo*

-Elizabeth, dannazione, ti devi sbrigare!

Sebbene sia la vigilia di Capodanno e ogni persona su questo mondo sia entusiasta dell'accogliere il nuovo anno, io non ne voglio proprio sapere. E di certo Cassidy che urla in camera mia ed Emily che mi scuote mentre io sono spaparacchiata sul letto non aiutano.

-Ma io voglio stare qui a poltrire. Non voglio truccarmi, aggiustare i capelli e mettere le scarpe alte. È troppo bello stare con il pigiamone e le pantofole.
Sbuffo con la testa affondata a faccia in giù nel guanciale.

È passata quasi una settimana dal litigio con Harry e da allora non l'ho più sentito. Non perché non abbia voluto ma perché ha agganciato ad ogni mia chiamata la segreteria telefonica. Sono stata davvero così crudele?
Continuo a non capire perché voglia che eviti Niall. È pur sempre il mio migliore amico e mai qualcuno mi impedirà di passare del tempo con lui.

-Elizabeth Grace Tomlinson, se adesso non ti alzi dal letto, giuro che prendo un paio di forbici, vado nella tua cabina armadio e inizio a tagliuzzare ogni vestito che incontro.
Al sentire la minaccia della mia compagna di stanza di college balzo in piedi, anche se controvoglia.

-Questo è un vero e proprio ricatto.
Borbotto, fissandola in cagnesco.

-Beth, fra mezz'ora dobbiamo essere da Ashton e tu sei ancora così.
Emily mi parla con estrema calma, indicando il mio abbigliamento.

-Va bene, va bene! Avete vinto!
Alzo la voce, rivolgendomi alle due ragazze mentre cammino molto svogliatamente verso la mia cabina armadio. Prima, però, di iniziare a trafugare fra la moltitudine di capi che possiedo mi blocco davanti il grande specchio intero, fissandomi.

-Beth, quanto ci vuole? È 31 dicembre, dovrai essere più bella che mai per accogliere in nuovo anno!
Mi urla Cassidy dall'altra stanza, per poi continuare a ridere con Emily di qualcosa riguardante il cenone di Natale dell'americana.

Harry non vuole parlarmi? Bene, non lo farò anch'io. E di certo non starò lontana dal mio migliore amico per un suo capriccio. Devo essere il più perfetta possibile, deve rimpiangere il momento in cui riattaccava alle mie telefonate.

-Sì, devo essere perfetta!
Alzo un po' troppo la voce, facendomi sentire anche dalle ragazze. Okay, forse ho coinvolto troppa autostima.

-Elizabeth, ma cosa stai dicendo?
Mi chiede con difficoltà Emily mentre muore dalle risate con Cassidy. La festa non è ancora iniziata e queste due sembrano già ubriache fradicie.

Dopo meno di cinque minuti, ricompaio nella mia camera, trovando le mie due amiche sedute per terra con la testa appoggiata all'asse laterale del mio letto.

Mi chiedo sul serio se abbiano bevuto qualcosa perché non si accorgono nemmeno della mia comparsa.
Ad ogni modo, mi infilo immediamente nel bagno della mia camera, appoggiando gli indumenti e le scarpe da me scelti su un ripiano prima di fare una doccia veloce.

Questa volta decido di lasciare i capelli sciolti, rendendoli leggermente mossi con il ferro arricciacapelli.
Per quanto concerne il trucco, opto per un ombretto dorato, rigorosamente brillantinato, per poi accompagnarlo da una linea di eyeliner, stranamente di una forma decente. Il mascara e il blush color rosa acceso non possono mancare e quando termino il tutto applicando un rossetto rosso fuoco fisso il mio volto per qualche secondo. O meglio, mantengo fisso lo sguardo sulle mie lentiggini, per la prima volta scoperte e visibili.

Solo quando sono del tutto pronta, esco dal bagno, trovando Emily a camminare su e giù per la stanza e Cassidy che fissa costantemente l'orologio.

-Oh, che onore, finalmente ce l'hai f- si interrompe da sola la ragazza dagli occhi verdi - Beth, ma sei bellissima.
Mi fissa a bocca aperta, per poi sorridere.

-Che cambiamento, soprattutto dopo il pigiamone con l'orsetto.
Commenta Emily.

Per quanto riguarda l'outfit, ho deciso di indossare un abito ricoperto di scintillanti paillettes dorate, dotato di un piccolo strato sottile e trasparente di maglia smanicata color carne che continua fino a formare una profonda scollatura a cuore sul davanti.

-Grazie ragazze ma adesso non perdiamo tempo. È l'ultima notte dell'anno!
Esclamo, dirigendo a passo veloce verso la porta, cercando di non cadere dalle décolleté ricoperte da brillantini dorati.

-Scusa ma lei non era quella che voleva restare a casa in compagnia di Netflix?
Sento domandare Emily a Cassidy mentre scendo le scale per arrivare all'ingresso della casa.

-Ehi, vi ho sentite! Sì, Emily, ero io quella ragazza ma ho cambiato idea, sbrigatevi!
Ridacchio prima di indossare un caldo cappotto nero e andare verso la macchina di Cassidy.

Sembra strano anche a me tutta questa improvvisa voglia di recarmi a quella festa ma non voglio di certo trascorrere la notte di Capodanno chiusa in casa, soprattutto pensando al fatto che Harry si stia divertendo con un numero piuttosto elevato di "ragazze dai facili costumi", come dice il mio insegnante di teologia.

Controllo sul display del cellulare eventuali notifiche e, in effetti, trovo un messaggio arrivato sette minuti fa da parte di Niall.

"Elizabeth, io sono appena arrivato da Ashton e già c'è gente ubriaca ovunque. Cassidy ed Emily ti sono venute a prendere, vero?" recita il testo e, mentre Cassidy mette in moto l'auto, uscendo dal giardino di casa mia, gli rispondo.

-Ragazze, non posso crederci che sia finito un altro dannatissimo anno.
Pensa ad alta voce l'americana dal sedile posteriore mentre vede un video con fuochi d'artificio proveniente da Sidney.

-Oh, a chi lo dici. Sembra ieri quando andai alla festa di fine anno organizzata da Luke. Quella sì che è stata una grande festa.
Pensa ad alta voce la mia coinquilina mentre svolta nella Oxford Street, pentendosene subito dopo.

-Dannazione, se tutto va bene arriveremo fra un'ora da Ashton. È tutto bloccato!
Alza la voce, sbattendo i pugni sul volante e fermando la macchina a causa del traffico eccessivo.

-Credo che sia meglio svoltare a sinistra alla prossima traversa o trascorreremo sul serio Capodanno su questi sedili.
Osservo, indicando una traversa a una ventina di metri da noi.

Passiamo circa venti minuti bloccate nella grande strada londinese, decorata alla perfezione da ogni lucina o decorazione natalizia immaginabile. Al vedere il Disney Store un piccolo sorriso mi appare in volto, ricordandomi del tempo trascorso insieme ad Harry all'Hamleys, non molto lontano da qui.

Non mi sono mai sentita più spensierata e felice di quel giorno. E mi sembra anche strano dire ciò pensando al fatto che sia stato Harry Edward Styles a passarlo con me.

I miei pensieri vengono improvvisamente interrotti dalla voce di Emily che cerca di attirare la mia attenzione.

-Beth, sei in silenzio da più di venti minuti. Tutto bene?
Mi chiede la ragazza, appoggiando una mano sulla mia spalla.

-Ehm, sì, scusatemi, stavo solo pensando.
Mi giustifico abbassando lo sguardo e giocherellando con la catenina dorata della pochette nera appoggiata sulle mie gambe.

-Girls, siamo arrivate!
Cassidy alza nuovamente la voce, lanciando un piccolo urletto alla vista di villa Irwin. "Cavolo, ma qui tutti sono pieni di soldi?" si domanda la mia coscienza.

Nonostante siamo appena entrate nel cortile della dimora, si può già udire musica ad alto volume e non appena appoggio un piede per terra si sente uno leggero vibrare.

-Stasera ci sarà da divertirsi!
Urla Emily, eccessivamente allegra ed emozionata per la serata.

-Eh, come alle lezioni di matematica finanziaria.
Sbuffo, pensando al professor Nelson e tutte le sue strane formule.

-Elizabeth, fa' vedere ad Harry che non sei qui solo per farci un piacere personale ma per mostrargli che il tuo umore non dipende da lui e che vuoi iniziare il nuovo anno nel miglior modo possibile.
Cassidy attira la mia attenzione, fermandosi davanti a me, prima di immergersi nel caos più totale.

Un'immensa sala oblunga ospita una moltitudine di ragazzi, tutti studenti del college.
Alcuni bevono birra, altri fumano canne o solo Dio sa che cosa, altri ballano e si strusciano fra loro a ritmo di musica.

-Beth, ho visto Zayn! Vado da lui, vengo subito!
Cerca di farsi sentire la mia coinquilina, allontanandosi subito dopo.

-Credo sia meglio sederci lì in fondo, sempre che non vogliamo fare amicizia con quei fighi pazzeschi lì giù.
Osserva Emily, per poi indicare Zack Bolton e i suoi compagni di squadra di basket.

Sto per rispondere alla ragazza quando sento il telefono vibrare nella mia pochette.
Faccio scorrere subito il dito sullo schermo quando vedo una chiamata in arrivo da Niall.

-Campanellino, dove sei? Io sono appena arrivata.
Gli domando alzando la voce, cercando di essere seria, nonostante lo abbia chiamato in un modo non molto adorato da lui.

-Beth, chiamami così un'altra volta e appena ti trovo ti rovescio la mia birra addosso.
Mi minaccia, per poi cominciare a ridere.

-Dai, cretino, io sono di lato alla porta di ingresso. Qui accanto a noi c'è Robert Stewart ubriaco fradicio.
Gli dico, notando un nostro compagno del corso di storia che si regge a malapena in piedi.

-Ti ho vista! Arrivo!
Sento la sua voce entusiasta prima di chiudere la breve telefonata.

-Niall sta arrivando.
Parlo, rivolgendomi ad Emily che, però, non trovò più al mio fianco.

Mi giro intorno, cercando di essere più alta mettendomi in punta di piedi sulle scarpe già scomode di loro.

-Dove diamine è andata...
Mormoro leggermente, passandomi una mano fra i capelli mentre continuo a guardare tra i vari ragazzi presenti, nella speranza di trovarla.

Sobbalzo quando qualcuno da dietro appoggia improvvisamente le sue mani sulle mie spalle.

-Dannazione Niall, mi hai spaventato.
Lascio un profondo sospiro quando vedo il biondo irlandese con una camicia bianca leggermente sbottonata, abbinata ad una giacca di un bellissimo rosso sangue e ad un papillon e a dei pantaloni, entrambi neri.

-Scusami Beth ma sembrava stessi cercando qualcuno.
Scrolla le spalle il ragazzo.

-In effetti devo trovare Emily. Era qui un attimo fa ma è sparita senza dirmi niente. Non è di qui e non vor-
Comincio a parlare a vanvera, entrando nel panico ma vengo interrotta dall'irlandese che indica una zona in fondo alla sala.

-Oh, è lì.
Seguo con lo sguardo il suo dito che porta ad una lunga chioma scura e un lungo vestito blu notte.

-Cavolo, Niall, come hai fatto?
Gli domando incredula cercando di farmi sentire mentre mi dirigo con lui verso la ragazza.

-Ecco, ehm, ci ho fatto l'abitudine a cercar persone.
Dice a bassa voce che, però, riesco a captare grazie alla musica notevolmente più bassa in questa zona della sala.

-In che sens-
Non faccio in tempo a terminare di porgli la mia domanda che inciampo, andando a sbattere contro due persone dinanzi a me.

-Dolcezza, sta' più attenta a dove metti i piedi.
Un Luke Hemmings in giacca e cravatta, rigorosamente blu come i suoi occhi, si presenta davanti me e Niall, che fissa in cagnesco l'altro ragazzo, quel ragazzo.

-Harry.
Mormoro a malapena, bloccandomi.

Se gli altri giorni era bellissimo, oggi davvero non saprei come definirlo. I suoi occhi verde smeraldo si distinguono dal nero che ricopre il suo corpo. La giacca presenta una fantasia a quadri non eccessivamente grandi, poco percepibile, che risulta molto elegante, come il papillon, la camicia e i pantaloni, anch'essi neri.

Il suo sguardo si posa insistentemente su di me. Scruta attentamente il mio abbigliamento per poi tornare a fissare i miei occhi, che cercano disperatamente i suoi.
Tuttavia, quando pensavo stesse per parlare, si volta. Sta per allontanarsi quando lo fermo per il braccio.

-Harry, aspetta.
Dico con calma ma con la tensione evidente nella mia voce.

-Cosa c'è, Beth?
Chiede con voce stanca, posando lo sguardo su di me con estrema lentezza.

-Harry, ti prego, non volevo dire quello che ho detto - mi fermo da sola quando vedo che non mi rivolge attenzione - Harry, ascoltami, ti sto parlando!
Alzo un po' troppo la voce, attirando l'attenzione della maggior parte dei ragazzi presenti.

-Elizabeth, ci stanno guardando tutti.

-Non mi interessa.
Dico severamente.

-Vieni di qui...
Sospira mentre mi prende per mano, trascinandomi verso l'ingresso. Sorrido leggermente, cercando di mantenere l'espressione seria, quando guardo le nostre mani intrecciate.

Attraverso l'ingresso, colmo di ragazzi ubriachi e riempito da musica capace di rompere i timpani delle orecchie.
Una volta usciti dall'immensa abitazione attraversa il giardino, dirigendosi verso una panchina di legno, minuziosamente lavorato e decorato.
Cala del silenzio fra noi appena seduti e a mala pena si sfiorano le nostre braccia.

-Come puoi voler buttar tutto all'aria per una cosa così?
Improvvisamente inizio a parlare, interrompendo il rumoroso silenzio creatosi tra noi.

-Una cosa così? Davvero?
Mi chiede ridendo sarcasticamente.

-Sì, Harry. Alla fine tu sai sul serio cosa siamo noi? Un giorno sembriamo l'uno acerrimo nemico dell'altra, un altro una coppia prossima al matrimonio. Tutto ciò mi confonde sul serio.

Al sentir le mie parole sposta lo sguardo di fronte a sé, per poi abbassarlo sulle sue mani.

-Noi possiamo essere tutto ciò che vogliamo - inizia a parlare mentre tiene lo sguardo basso - Possiamo essere amici come Cip e Ciop, nemici come Batman e Joker, migliori amici come Shaggy e Scooby-Doo o addirittura avere una delle storie d'amore più belle come quella di Mr. Darcy ed Elizabeth Bennet.
Si ferma una manciata di secondi, sospirando leggermente per poi finire a fissare l'azzurro ghiaccio dei miei occhi.

-Noi possiamo essere chi vogliamo, Elizabeth. Dipende tutto da noi - si interrompe nuovamente, sorprendendomi quando sposta la sua fredda mano sulla mia - Io stavo puntando ad uno di questi esempi, e non credo sia difficile capire quale fosse fra questi.
Adesso sta a te scegliere chi essere.
Conclude, lasciando la mia mano, alzandosi dall'elegante panchina in legno e allontanandosi da me.

-Harry, aspetta!
Alzo la voce, rincorrendolo leggermente, cercando di non perdere l'equilibrio a causa delle scarpe alte.

-Ricordi cosa ti dissi quando ti accompagnai ai dormitori dopo la festa d'inizio anno a casa mia?
Mi domanda improvvisamente, facendomi bloccare.

L'espressione confusa sul mio volto gli fa capire che la mia risposta sia negativa.

-Ti dissi che ogni ragazza di Londra mi corre dietro ma tu mi rispondesti dicendo che mi sbagliavo, perché tu non lo facevi e mai lo avresti fatto. Guarda, chi è che alla fine ha errato?
Mi domanda concludendo, lasciandomi di stucco, per poi raggiungere l'interno della casa.

Sorrido leggermente, mentre passo la mano fra i miei capelli chiari, realizzando che anche questa volta ha vinto lui.

"Questo ragazzo ti sta dando filo da torcere" commenta la mia coscienza, con la quale mi trovo costretta a dire che ha perfettamente ragione.

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