Capitolo 37
-Beth, anche tu nel corso di letteratura?
Sgrano gli occhi quando realizzo chi ho davanti a me.
"Oh no, questa proprio non ci voleva." commenta la mia coscienza.
-Bryan? C-cosa ci fai qui? Non ricord-
-Oggi è la mia prima lezione con questa classe. Ho avuto dei problemi con l'altro gruppo e ho voluto cambiare. N-non sei felice che ci sia anch'io?
Mi domanda preoccupato fissandomi insistentemente con i suoi occhi verdi.
"Sì, felice come un bambino quando scopre di non aver ricevuto a Natale il regalo che aveva chiesto a Babbo Natale." vorrei rispondere. So bene che questo ragazzo non mi abbia fatto nulla di male ma è a stretto contatto con quell'arpia di Isabelle. Ciò significa che non mi fido per niente di lui.
Non vorrei che abbia visto ciò ha fatto Harry. Lo direbbe direttamente alla rumorosa ragazza pon pon. Anzi, probabilmente lo saprebbe già.
-Ehm, no, assolutamente no! Come potrei? - rispondo falsamente, cercando di essere il più convincente possibile - C'è qualcosa che posso fare per te, Bryan?
Chiedo, infine, sperando che non abbia sul serio qualche favore da chiedermi.
-Oh no, volevo solo salutarti. Quando sono arrivato ti ho visto concentrata a guardare il display del tuo cellulare. Mi sarei spostato accanto a te ma poi è arrivato Styles...
Mentre parla cerco di capire dove vuole arrivare. Non riesco a fidarmi di lui. Di lui e di Isabelle, che non me la racconta giusta.
Sto per rispondere al biondo di fronte a me quando sento improvvisamente salirmi i brividi su per la schiena dal momento che percepisco il respiro del riccio sul mio collo e i suoi capelli solleticarmelo.
-Ci vediamo in giro, ragazzina.
Mi sussurra con voce roca all'orecchio e, senza accorgermene, socchiudo leggermente gli occhi mentre pronuncia quelle parole.
Quando mi giro si sta avvicinando all'uscita dall'aula, soffermandosi sulla soglia, affinché lo guardassi e, solo dopo avermi fatto un'occhiolino, lo vedo scomparire dalla mia vista.
-Beh, ti saresti potuto avvicinare sin da subito. Il posto era vuoto, no?
Chiedo con ovvietà dopo essermi ricomposta e incamminandomi verso fuori dalla stanza, intenta a raggiungere Tyler che mi starà aspettando in mensa.
-Ehm, sì ma non volevo disturbarti.
Risponde lentamente guardandomi, per poi spostare subito lo sguardo.
-Ah ecco. Comunque Bryan, io devo raggiungere in fretta il mio ragazzo in mensa, mi sta aspettando da ormai quasi venticinque minuti. Ci vediamo in giro.
Dico piuttosto velocemente dopo avergli dato una pacca sulla spalla in senso amichevole.
Mi avvio, così, verso l'ampia sala per il pranzo, dove spero che Tyler non si sia annoiato ad aspettarmi.
Fortunatamente, dopo essermi alzata in punta di piedi più volte a causa di diversi ragazzi piuttosto alti che coprivano la visuale, trovo in fretta il bruno, intento a scrivere qualcosa su un quaderno, posto al lato del suo vassoio pieno di cibo. Sorrido quando vedo che ha preso qualcosa anche per me.
Mi avvicino in fretta al tavolo dopo averlo sorpreso da dietro, dandogli un bacio sulla guancia.
-Ehi, mi hai spaventato.
Dice sorpreso per poi mostrarmi un suo splendido sorriso.
-Il film è finito più tardi del previsto e, come sempre, sono finita in lacrime.
Sbuffo, mentre appoggio il librone di letteratura sulla sedia vuota al mio fianco.
Per fortuna, sono riuscita a mandare un messaggio a Tyler senza farmi soprendere dalla professoressa.
-Non preoccuparti. Nell'attesa ho iniziato a fare degli esercizi di algebra per domani dato che oggi sono impegnato con gli allenamenti, che a quanto pare saranno visti da parecchi ragazzi, e in camera mi aspettano tre capitoli di storia francese.
Dice mentre chiude il quaderno rosso, infilando accuratamente la penna fra alcune pagine.
-Io per domani ho da svolgere solo delle traduzioni di spagnolo.
Parlo, mentre infilo in bocca un pezzo della mia fettina di carne.
Trascorriamo il pranzo a parlare del più e del meno, dai disgustosi hamburgers che preparano in mensa ai regali di Natale da fare. Solo adesso ho realizzato che mancano meno di venti giorni alla festa che più adoro e ho da prendere quelli che saranno circa una ventina di regali per amici e parenti.
***
Quando l'orologio appeso alla parete della mia camera segna le 16:55, decido di prepararmi per andare a vedere gli allenamenti di Tyler.
Scendo così dal mio letto e butto Cassidy giù dal suo. È l'unico modo per svegliare quella ragazza.
-Beth, dannazione! Un giorno dovrai portarmi all'ospedale a furia di sbattere la testa contro il pavimento.
Farfuglia, mentre rimane immobile per terra, stringendo il piumone in cui è avvolta.
Prima che si addormentasse, le ho chiesto di venire con me al campo da calcio. Mi sarei sentita a disagio da sola su quegli spalti.
-Dai, pigrona, alzati. Siamo in ritardo.
Ricevo come risposta un "Uhm" così, passo alle maniere forti, tirandole un cuscino in faccia.
-Okay, va bene! Mi alzo!
Si arrende finalmente e vedo il suo sguardo malinconico quando lascia la sua amata e calda coperta.
Arriviamo un quarto d'ora dopo davanti il campo da calcio dove si cominciano a vedere dei ragazzi uscire dagli spogliatoi.
-Elizabeth, vuoi rimanere qui impalata per altri dieci minuti o vuoi salire lì sopra?
Mi chiede la mia amica, di cui le si vede giusto un po' il viso a causa della doppia sciarpa di lana, del simpatico cappellino di lana con un enorme pom pom e del bizzarro paraorecchie leopardato, con dell'azzurro e nero.
-Oh, sì, giusto.
Mi muovo immediatamente, salendo sulla terza fila di una gradinata piuttosto centrale da cui si vede un po' tutto. Sui quasi dodici mila studenti del college saranno presenti all'incirca cinquecento ragazzi che aspettano di vedere gli allenamenti come noi. Anzi, più che altro sono ragazze...
Sorrido e comincio a sbracciarmi a più non posso quando vedo uscire Tyler dallo spogliatoio, con il completino bianco che lascia intravedere un accenno di addominali.
Dopo uno sforzo disumano, riesce a notarmi, salutandomi e mandandomi un bacio volante.
-Ho già detto che adoro quel ragazzo?
Chiedo euforica a Cassidy, dandole molteplici piccoli colpi di mano sul suo avambraccio.
-No, Beth. Lo avrai già detto una decina di volte da quando siamo arrivate qui.
Sbuffa Cassidy, stringendosi nel suo cappotto rosso bordeaux imbottito di piume.
Dopo circa un paio di minuti vedo comparire dallo spogliatoio anche mio fratello e Niall, intenti a ridere e scherzare.
Ancora non capisco per quale assurdo motivo il biondo si sia riappacificato con quella banda di scapestrati.
Vedo improvvisamente i due ragazzi salutarci dopo aver guardato attentamente il viso degli spettatori presenti.
-Okay, penso che ci saremmo dovute mettere più su, Cassidy. Qui ci vedono tutti piuttosto facilmente.
Dico incerta, girandomi indietro per guardare le gradinate vuoti sopra di noi, tranne che per due operatori scolastici.
-Ma dai, l'importante è che non può arrivarci una pallonata in faccia, siamo protette da questa rete, non vedi?
Mi dice la ragazza, indicando un'alta rete color verde scuro a circa cinque metri da noi, che separa gli spalti dal campo.
-Sì, effettivamente hai ragione.
Affermo prima di prendere il cellulare nell'enorme borsa che ho portato con me.
-Oh, Elizabeth, vedi chi c'è!
Esclama la mia amica indicando qualcuno mentre sono ancora intenta a cercare quel dannato telefono che prima ha squillato.
Sbarro gli occhi quando alzo lo sguardo e, seguendo la direzione indicatami dalla mia amica, incontro quello di Harry, fisso nel mio, mentre si sistema la fascetta bianca tra i suoi ricci ribelli.
-Oh no, ma questo ragazzo è ovunque? Io non posso farcela.
Sbuffo a braccia conserte e alzando gli occhi al cielo.
Dopo essere stati divisi in due gruppi dai due insegnanti di educazione fisica, iniziano a giocare e, fortunatamente, Tyler non è capitato nella stessa squadra di Harry, che invece è insieme all'irlandese e a Louis.
Passa parecchio tempo, ormai mancano meno tre minuti alla fine ed è presente una situazione di parità fra le due squadre.
Devo dire che mio fratello ha fatto un bel goal. Peccato che lo abbia dedicato ad una tipa dall'altra parte del pubblico. Chiunque essa sia, scoprirò chi è.
Nel frattempo, decido di prendere il telefono e chiamare mia madre che prima mi aveva cercato. Digito velocemente il numero e dopo qualche squillo sento la sua voce dolce.
-Beth, tesoro. Ti ho disturbato prima?
Mi chiede, sentendo del completo silenzio dall'altra parte del telefono.
-Stavo venendo qui al campo da calcio ed eravamo appena state fermate dall'insegnante di diritto.
Parlo mentre guardo attentamente gli ultimi passaggi della partita.
-Oh, perdonami. Volevo chiederti se tuo fratello t-
-Ehm, scusa un secondo, mamma.
La blocco quando vedo Niall passare la palla ad Harry che, dopo aver schivato Tyler, tira perfettamente in porta il pallone. Si sente immediatamente un boato assurdo, proveniente soprattutto dagli spalti alti, dove c'è il fan club di Styles.
Rimango paralizzata quando il ragazzo fa qualcosa che non avrebbe mai dovuto fare in tutta la sua inutile esistenza: mi indica improvvisamente, raggiungendo il punto del campo più vicino a me.
D'impulso mi giro di spalle, fingendo di aver capito che lui si riferisse a qualcuno dietro di me anche se, ahimè, ho solo due operatori scolastici che hanno commentato la partita per tutto il tempo.
-Beth, tesoro, cos'è tutta questa confusione?
Mi chiede mia madre al telefono che ho ancora vicino all'orecchio mentre guardo i due uomini.
-Hanno appena fatto goal.
-Oh, è stato Tyler o la sua squadra?
Chiede felice, sperando in un sì.
-No, mamma, non è stato lui. Ha fatto punto un ragazzo dell'altro gruppo...
-Sono sicura che lui sarà bravissimo, non preoccuparti, amore mio. Ti lascio divertire, ci sentiamo presto.
Parla dolcemente, per poi chiudere la telefonata.
Con un po' di coraggio, torno a girarmi verso il campo, ritrovando gli occhi della bruna al mio lato su di me e, mentre vedo il grande abbraccio di Harry, Niall, Louis e gli altri ragazzi della loro squadra, incrocio lo sguardo con quello del mio ragazzo, rimasto immobile davanti il palo della porta ad osservare tutta la scena.
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