Capitolo 32

-Betty, sei pronta per gli allenamenti?
Sebbene sia di spalle e non possa guardarla in faccia, riesco a riconoscere la stridula ed odiosa voce di Isabelle che, purtroppo, devo sopportare nelle ore di educazione fisica.

-Ehm, ho quasi finito di prepararmi. Intreccio i capelli e arrivo.
Dico di fretta, mentre sono intenta a chiudere la cerniera del borsone poggiato sulla piccola e fredda panca di legno.

Saranno passate circa due settimane da quando Niall e Harry ebbero quella discussione animata e, nonostante mi ripeta che non ci sia nulla da sapere, il biondo non mi convince, motivo per cui mi sono allontanata un po' da lui. So bene che Harry non sia un tipo piuttosto affidabile pur tuttavia non credo possa arrivare ad inventarsi certe cose e credo dica la verità: la reazione di Niall sarebbe stata troppo eccessiva se fosse stata tutta una sciocchezza.

Blocco distrattamente la seconda treccia con un piccolo elastico nero per poi guardarmi cinque secondi allo specchio, giusto per controllare che sia presentabile, almeno all'inizio della lezione. Alla fine avrò un aspetto pietoso, questo è poco ma sicuro.

Esco lentamente dallo spogliatoio, stringendomi il più possibile alla felpa di pile che avvolge la parte superiore del corpo.

Mi guardo intorno e posso intravedere in lontananza i ciuffi biondi di Niall e i ricci di Harry. Sgrano gli occhi quando mi rendo conto che stanno parlando, tra loro.
Inizio così ad avvicinarmi ai due ragazzi, prima che sorga un'altra discussione tuttavia vengo interrotta dal suono potente ed acuto del fischietto della signora Holland, intenta a richiamare le ragazze del gruppo.

Mi chiedo ancora cosa ci faccia io qui.
Io considero uno sport estremo le bocce, figuriamoci pallavolo.

Ritorno lentamente indietro, rivolgendo come le altre compagne del corso l'attenzione all'insegnante.

-Buongiorno, ragazze. Oggi non faremo un granché. Però, per iniziare, potrete dividervi a coppie e palleggiare mentre sistemo i registri per i tornei.
Annuncia l'insegnante prima che sparisca dal nostro campo visivo.

In teoria dovremmo essere venti ragazze quindi, essendo pari, dovrei trovare qualcuno.
Mi guardo intorno, cercando una ragazza libera ma rimango paralizzata quando vedo che sono tutte divise a gruppi di due ed io sono l'unica sola.

Ho già detto che amo la mia vita?

-Oh, Beth, sei rimasta da sola. Annie Brooks è assente. Siamo dispari oggi.
Sento la voce di Alysia alle mie spalle, così mi giro lentamente verso di lei.

-Oh, ehm, non fa nulla.
Dico timidamente, abbassando il capo.

-Betty, mi dispiace.
Mi si avvicina Isabelle, sorridendomi falsamente.

-Non preoccuparti, tanto non ne avevo nemmeno voglia.
Dico sinceramente, per poi avviarmi negli spogliatoi, giusto per perdere cinque minuti.

A dire la verità, non mi dispiace per niente saltare uno stupido allenamento. Voglio dire... Non è meno stancante stare seduta su una panca di legno a guardare tanti ragazzi che corrono dietro una palla o che cercano di prenderla?

Trascorro quei minuti a scorrere la timeline di Twitter, leggendo i più svariati tweets: dalle ragazze andate al concerto di Rihanna di ieri sera a persone che stanno facendo colazione guardando la neve che piano piano sta cominciando a ricoprire l'Inghilterra in questa fredda giornata di dicembre.
Mi sembra sul serio ieri quando arrivai in questa città, conoscendo Harry, Niall e gli altri. E invece adesso il calendario segna che siamo arrivati al 2 dicembre.

Decido di uscire, così, da quella stanza stracolma di vestiti e borsoni e impregnata di fumo che non può mai mancare, anche negli spogliatoio scolastici.

Mi dirigo subito dopo verso gli armadietti della grande palestra per lasciare il telefono in una delle piccole cassette. Non si sa mai.

Dopo aver infilato la piccola chiave nella tasca della felpa e aver chiuso la zip, mi avvicino al limite del campo, segnato da delle spesse linee bianche, osservando poi senza interesse le ragazze del mio corso mentre palleggiano.

Sobbalzo quando sento dei capelli solleticarmi il collo. Giro lentamente il capo e sorrido quando vedo il viso di Harry appoggiando sulla mia spalla, mentre i suoi occhi guardando le ragazze di fronte a noi.

Il fatto che continui a stare in quella posizione in modo indifferente, mi fa scappare una risata e so bene che era quello il suo intento.

-Ragazzina, come fai a stare qui e non guardare il culo della Hurst. Voglio dire, è qu-
Comincia a parlare con voce sognante e scherzosa ma io lo interrompo, prima che inizi a dire cose senza senso su quella... gallina.
"Perché ho di meglio da guardare" gli risponde la mia coscienza, senza tutti i torti.

-Secondo te, genio?
Gli rispondo con un'altra domanda, cosa che di solito fa lui.

-Perché nessuno sa che sei omosessuale e non vuoi farlo sapere in giro?
Domanda ridendo.

-No, Harry, non sono lesbica. E poi non vedo il motivo per cui una persona debba nasconderlo.
Rispondo velocemente e sinceramente, per poi scompigliandogli i folti capelli ricci che provocano solletico alla pelle nuda del mio collo.

-Comunque che dici di muoverti?
Mi domanda improvvisamente, mettendosi finalmente dritto. La spalla cominciava a farmi male per via del peso del ragazzo poggiato su di essa.

-Cosa? Che stai dicendo?

-Il Signor Powell, il nostro allenatore per il torneo di calcio, è assente quindi possiamo fare quello che vogliamo.
Indica la zona opposta della palestra, dove vedo diversi ragazzi rincorrersi o provare a far gol di fronte ad un presunto portiere.

-Perciò muovi quel culo, che non è messo male - dice a bassa voce, guadagnandosi un colpetto sulla spalla - e vai a prendere un pallone da pallavolo.

-Cosa? No, Harry, stai scherzando? Io sto tanto bene qui, senza far niente.

-Vai a prendere la palla. Spicciati, lumaca.
Mi incita, spingendomi fino ad arrivare fino al ripostiglio degli attrezzi.

Afferro velocemente un pallone, per poi uscire dalla stanza poco illuminata, per poi tirarglielo, mancandolo pienamente.

-Ottimo tiro, Beth, peccato che nonostante sia a meno di due metri da te, mi hai mancato.
Dice, dopo aver corso a riprendere il pallone.

-La pallavolo non fa per me.
Dico, fingendo di essere triste, mettendo il broncio.

-Non fare così. Con quelle treccine sei ancora più tenera.
Dice, avvicinandosi e tirando leggermente una parte dei miei capelli intrecciati.

-Da quando sei così dolce e allegro, Harry? Fra poco compare la parte di te antipatica ed arrogante?
Chiedo curiosa. Harry è così: passa dall'essere una persona splendida alla persona più odiosa della Terra.

-Non dire stupidaggini, Beth. Prima ti sei riscaldata con le altre ragazze?
Mi chiede, ricordandomi che ho trascorso cinque minuti se non più nello spogliatoio.

-Ehm, non esattamente.
Dico incerta, guardando improvvisamente le mie scarpe da ginnastica.

Quando rialzo lo sguardo non lo vedo più ma, solo dopo essermi girata intorno, lo vedo lasciare la palla vicino una panca, per poi tornare verso di me.

-Su, cinque minuti di corsa!
Parla a voce alta, dopo aver recuperato un cronometro dalla cattedra posta al lato dell'area palestra , per poi correre all'indietro sul posto di fronte a me.

-No, ti prego, Harry, fa freddo.

-Fa freddo? Qui fa sempre freddo. Dai, ragazzina!
Mi incoraggia, per poi spingermi letteralmente a correre.

-Corro solo se non mi chiami più in quel modo stupido.
Dico a braccia conserte, mentre ho il riccio dietro, intento a farmi muovere.

-Okay, va bene. Ma adesso corri.

Iniziamo a correre l'uno affianco all'altra per quelle che sembrano ore e io comincio a stancarmi.

-Basta, Harry, non ce la faccio più.
Dico rallentando, chinandomi in avanti e appoggiando i palmi delle mani sulle ginocchia per riprendere fiato.

-Beth, sono passati 34 secondi.
Dice serio, indicando il display del cronometro che penzola dal suo collo.

-Veramente? Quel coso inutile si sarà rotto, è impossibile.

-Beth, dai, non fare la pigra.
Mi dice, cominciandomi a spingere per farmi muovere.

Mentre mi giro nel guardarlo, riesco ad intravedere il viso di diverse ragazze del gruppo di pallavolo guardare la scena, tra cui Isabelle e Alysia. Dall'altra parte della palestra, invece, riesco a scorgere Niall, che mi guarda con uno sguardo deluso e malinconico.

-Allora, facciamo una cosa: io corro dietro di te con il tuo stesso andamento, ovverosia quello di un bradipo. Ogni volta che ti supero, corriamo trenta secondi in più. Quindi adesso corri!
Propone il riccio, ignorando completamente gli sguardi delle ragazze, tra cui la stessa Alysia Hurst che possiede il sedere che Harry tanto ama.

-Okay, ma corri piano.
Lo minaccio scherzosamente, per poi iniziare nuovamente a muovermi.

Trascorrono circa tre minuti, nei quali sento solo stupidi commenti di Harry riguardo gli insegnanti di educazione fisica e i baffi del signor Powell.

-Te lo giuro, Beth: da quando sono in questo college, quell'uomo ha sempre portato quegli stupidi e grigi baffi su viso. Sembra Luigi dei videogiochi di Mario Kart o Bros.
Riesce a dire, prendendo fiato ogni volta.

Improvvisamente sento il bisogno di fermarmi. Non ce la faccio più. Così mi blocco, cercando di prendere aria ma vengo travolta da Harry che era intento a fissare Fannie, tanto da non accorgersi che mi fossi fermata.

Sebbene abbia sopra di me almeno settanta chili, non ho sbattuto la testa a contatto con la superficie del pavimento.

Solo quando realizziamo cosa è appena successo, scoppiamo a ridere. Tuttavia smettiamo dopo qualche secondo dal momento che iniziamo a fissarci intensamente negli occhi, forse un po' troppo. E solo quando vedo il suo sguardo posarsi sulle mie labbra, decido di parlare.

-Questa volta ci siamo invertiti. Adesso siamo pari.
Ridacchio, aspettando che sposti il suo pesante corpo dal mio minuto.

-Sì, ma è sempre colpa tua.
Risponde orgoglioso, scuotendo leggermente la testa.

-Ehi, tu eri distratto a guardare Fannie, non io.
Ribatto, con un sorriso beffardo.

-Ma tu potevi anche avvertirmi che ti saresti fermata.
Dice, per poi alzarsi lentamente, porgendomi una mano che io afferro immediatamente.

-Resterai sempre la mia ragazzina pasticciona preferita.

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