Capitolo 19
Mi ritrovo una ventina di paia di occhi puntati addosso. Solo adesso mi rendo conto di ciò che ho appena fatto. Tutti i ragazzi presenti in questo corso mi guardano come se mi fossi condannata da sola, tutti tranne Niall che continua a fissare il piano del suo banco. I miei pensieri vengono interrotti dalla voce del prof.
-Oh, signorina Tomlinson, prego, venga alla cattedra.
Mi alzo abbastanza incerta, raggiungendo il signor Bennet che intanto si è seduto al suo posto, davanti la classe.
***
-Signorina Tomlinson, sono contento di avere un'alunna come lei, spero che non smetterà di studiare in questo modo. Inizia l'anno con una bella A, complimenti.
-Ehm, non si preoccupi. Grazie.
Ritorno al mio banco dopo quarantacinque minuti di interrogazione. Devo dire che mi è sempre piaciuta la storia, quindi studiare una trentina di pagine sul Big Bang, per me, non sono nulla rispetto alla Rivoluzione francese o americana.
-Ragazzi, per la prossima volta imparate i due capitoli successivi. Interrogherò una decina di persone, cercate di prepararvi come la signorina Tomlinson. Non è di certo una brutta cosa iniziare l'anno scolastico con una A o una B. Buona giornata e buon pranzo!
Al sentire queste parole, tutti i ragazzi del corso si alzano dalle loro postazioni, per raggiungere, poi, la mensa.
Cerco Niall che, infatti, viene verso di me, sicuramente per ringraziarmi.
-Elizabeth, non avevo di certo bisogno del tuo aiuto, come se avessi lanciato un SOS. Potevo cavarmela benissimo anche da solo.
Non mi dà il tempo di rispondere che esce dall'aula. Io non capisco: non solo ho aiutato una persona che adesso dovrei odiare, non mi ringrazia nemmeno? Louis ha perfettamente ragione quando mi dice che sono troppo buona.
HARRY'S POV
-Arrivederci ragazzi, buon fine settimana!
Appena la cornacchia più comunemente chiamata professoressa di matematica ci liquida, scatto in piedi, andando velocemente verso la soglia della porta.
-Styles, sempre di fretta con me, non è vero?
Mi giro verso la balenottera che pensa a me anziché cercare un buon dietologo.
-Ma certo, signora Mitchell.
-Styles, Styles, Styles... Quante volte le devo dire di darmi del 'Signorina'?
-Eh, professoressa. Credo che dovrà ripetermelo fino al mio ultimo giorno qui, in questo college.
Detto ciò, sparisco dalla sua vista, andando a cercare Louis. Voglio chiedergli di Beth, spero che ieri le abbia fatto passare una bella giornata. Appena vedo un cervo tatuato su un braccio destro, raggiungo il mio amico.
-Louis!
-Oh, ciao Harry! Dimmi tutto.
-Niente... Come sta Beth?
Mi guadagno uno sguardo sospettoso da parte del mio amico.
-No, non pensare male. Te lo chiedo perchè è tua sorella, e mi dispiacerebbe vederla giù di morale.
-Ma davvero? Harry Styles che si preoccupa per una ragazza? Amico, ascolta. Elizabeth sta meglio, ma ti avverto: stalle alla larga il più possibile, va bene?
Quando sento le parole di Louis, rimango sorpreso per il fatto che lui abbia pensato una cosa simile: gli ho chiesto di Beth solo perché è sua sorella.
-Ma no! Non ho cattive intenzioni, volevo solo sapere come stava.
-Okay, Harry. Ma stalle lontano lo stesso, a lei non ci vuole un ragazzo come noi, chiaro? Già ha me che combino guai, né tu né nessun'altro del gruppo deve stare con lei, ci siamo capiti?
-Okay, okay ma no-
Non termino la frase perché vedo scomparire Louis tra la folla di studenti. Non capisco perché mi abbia detto tutto ciò: Elizabeth è solo una ragazzina, cosa posso farmene io di lei?
BETH'S POV
Arrivo dopo cinque minuti in mensa che è piena di persone. Vedo al centro della sala il tavolo dove di solito mangia mio fratello. Infatti, trovo seduti Harry, Ashton e Luke. Quando vedo il riccio girarsi lo saluto ma non ricambia, girandosi verso il suo tavolo.
Ma oggi che succede? Non ho di certo l'ebola, motivo per cui devo essere allontanata ma, diamine, cosa ho fatto di male per meritarmi tutto ciò?
Trovo un piccolo tavolo in fondo all'immensa stanza, appoggio lo zaino su una sedia e vado verso il "Self-Service". Prendo un vassoio di plastica, le posate e faccio la fila per il purè di patate.
Come mio solito, sbatto contro una persona, facendo cadere, così, le forchette di acciaio sul pavimento, guadagnandomi mille occhi su di me. Mi chino per raccoglierle quando sento una stridula voce che mi parla.
-Ciao! Tu devi essere Beth.
Mi trovo davanti tre ragazze, tra cui una è Alysia.
-Ehm, sì. Sono io.
-Quindi... Che rapporti hai con Louis?
-Louis? Tomlinson?
-Sì, è ovvio che parlo di Louis Tomlinson.
Scoppio a ridere, queste ragazze davvero credono che io abbia una relazione con Louis?
-Scusa, ma davvero tutto ciò ti sembra divertente?
-Sì, perché Louis è mio fratello, come potrei mai avere anche solo una relazione "sentimentale" con lui!?
Alle mie parole, rimangono di stucco. Sì, lo so. Ogni volta che dico a qualcuno che siamo fratelli, nessuno ci crede.
-Ah, ma davvero?
-Altrimenti perché il mio cognome è Tomlinson?
-Ooh, scusaci davvero tanto. Comunque io sono Rosie, lei è Fannie e infine lei è-
-Alysia, so che lei si chiama Alysia.
-Ah, vi conoscete?
Spunta di colpo una chioma di capelli biondi ricci e due occhioni azzurri.
-Di vista.
Risponde la ragazza a cui tengo di più al mondo.
-Bene, noi andiamo. È stato un piacere, Beth.
Le vedo girare i tacchi e andare verso un tavolo che suppongo sia il loro.
Cambio le forchette cadute con alcune pulite, prendo il mio purè e un insalata mista, e mi dirigo subito verso il mio tavolo, prima che compaia qualcun'altro.
Appoggio delicatamente il vassoio rosso sul piccolo tavolo avorio, non vorrei che succeda qualcos'altro come rovesciarlo su qualcuno.
Mentre assaggio il purè che non è per niente male, qualcuno mi interrompe.
-B-Beth, p-posso sedermi qui con te?
Mi volto verso destra, da dove veniva la voce che ho già riconosciuto.
-Uhm, sì, accomodati.
-G-Grazie.
Una volta sedutosi davanti me, con il suo vassoio, mi fissa per un minuto, senza spiccicare parola, così decido di interrompere il silenzio.
-Niall, cosa vuoi? Perché sei qui e non con Alysia?
-Ho sbagliato, capita a tutti di sbagliare, no? Avevi ragione tu, Beth: quella ragazza non era quello che mi è sembrato dall'inizio. Ci ho pensato oggi, mentre parlavi con sicurezza al professor Bennet della lezione di storia. Non ho avuto il coraggio di ringraziarti e di chiederti scusa per come mi ero comportato.
-Come hai capito chi era davvero la Hurst?
-Aveva organizzato per il mio compleanno una festa. Lo sai, io non sono un tipo da feste, soprattutto quando sono solo.
-Eri con lei, no?
-Ha organizzato una festa dove erano presenti cento persone, di cui non conoscevo nessuno. È stata con me i primi 30 secondi, poi non l'ho più vista.
-Niall, sai che per avere altri amici bisogna stare con persone che non conosci?
-Beth, lo so, lo so benissimo, ma quando cominci a vedere ragazzi con in mano solo canne o cocaina, di certo capisci che non è il posto ideale per fare conoscenze.
-Ma tu non sembravi da meno quando ti ho visto davanti la porta della tua camera con una bottiglia di birra in mano. Non ti reggevi in piedi, Niall!
Dico, alzando un po' di più la voce.
-Lo so...
-E cosa hai da dire a proposito?
-Beth, io non sono venuto qui da te per sentirmi dire che sono una merda, già so di esserlo. Volevo solo ritrovare la mia prima e unica vera amica che ho, non per sentirmi dire cosa ho fatto e non.
-Sì, è vero. Scusami ma mi hai deluso così tanto.
-No, scusami tu. Sei una persona fantastica, non meriti di soffrire. Scusami.
Rimango in silenzio. Lo sapevo, ne ero sicura riguardo il fatto che sarebbe tornato a chiedermi scusa ma, in fondo, capita a tutti di sbagliare, no?
-Posso tornare ad essere il tuo irlandese preferito?
Dice, con un timido sorriso sul viso.
Faccio finta di pensarci, anche se sono bene che risposta darò.
-Uhm... Sì, ovvio!
Al sentire le mie parole, si alza dal suo posto e viene ad abbracciarmi.
-Scusami, Beth. Non succederà più, promesso.
-Dai, non preoccuparti. Andiamo! Devo darti ancora il mio regalo di compleanno!
-Regalo di compleanno?
-Sì, dai. Vieni, la busta è nella mia camera.
Ci alziamo dal tavolo e prendiamo i nostri zaini, lasciando tutto il resto sul tavolo. Prima di uscire dalla sala, do un'ultima occhiata a Harry, che continua a ridere e scherzare con i suoi amici.
Già, evidentemente, non mi ha mai considerato sua amica, a differenza mia, che ho pensato che poteva essere diverso da quell'Harry che ho conosciuto all'inizio.
LIAM'S POV
-...Insomma, dato che mi trovavo a parlare con lui, gli ho detto di lasciare in pace mia sorella. Non vorrei che si prenda una cotta per Styles, non è per lei.
Soggiorno, cucina e atrio del nostro allogio, nel centro di Londra, sono sommersi di fogli e rotoli di carta. Io e Louis abbiamo deciso di organizzare la festa di inizio anno scolastico, anche se in ritardo, dato che dovrebbe essere domani.
-Hai fatto bene, amico. Styles non va bene per tua sorella, usa solo le ragazze. Come dimenticare il povero cuoricino spezzato della Foster, ogni volta che la vedo tra i corridoi mi ricordo di quando Harry ci ha raccontato che quella ragazza si era dichiarata a lui e tutte quelle cazzate lì.
Mi ricordo come se fosse ieri di quando vedemmo io e Luke, la Foster su una panchina del giardino del college a piangere per il nostro amico che le ha praticamente riso in faccia.
-Già, ogni tanto la vedo fissare da lontano Harry in mensa. Un giorno le scatterò una foto, fa troppo ridere.
-Lo sai che anche io l'ho beccata l'altro giorno? Non potevo credere ai miei occhi.
-Certe persone. È davvero convinta che riuscirà a sciogliere il suo cuore? Povera illusa.
-Non ricordarmelo. Comunque Louis, io passo per il college a sistemare la palestra e ad attaccare le locandine già stampate, magari avverto già qualcuno per domani.
-Okay, ciao!
-Ciao!
Chiudo la porta dell'appartamento, prendendo qualche foglio per domani. Sono solo scuse quelle che ho detto a Louis. Voglio passare per la camera di Beth e chiederle se verrà alla festa.
Credo che accetti, anche perché la organizza anche suo fratello. Devo approfittare di questo momento dato che sono messi fuorigioco sia Harry che il nuovo, quello che sta con la Hurst.
***
Arrivo al college, qualche minuto dopo, parcheggio la mia auto e entro subito nel grande atrio, sentendomi diversi occhi puntati addosso, anche se ormai ci ho fatto l'abitudine. Arrivo davanti la porta della camera di Beth, ma sento delle voci provenire da dentro la stanza.
-Beth, ma sono bellissimi! Li adoro! Non potevi farmi regalo più bello, davvero!
-Ma no, è solo un piccolo regalo per il tuo compleanno. Per così poco.
Busso alla porta, anche se credo di aver capito già con chi parla la ragazza. Mi ritrovo davanti la dolce Beth, con il suo bellissimo sorriso che non vedevo sul suo viso da qualche giorno.
-Ciao Liam! Entra!
-Ciao Beth! No, non preoccuparti. Volevo solo chiederti se ci sarai alla festa di domani che stiamo organizzando io e Louis per l'inizio dell'anno scolastico.
-Certo, se la organizzate voi due, è ovvio che verrò.
-Davvero? Perfetto non vedo l'ora. Adesso vado ad avvertire gli altri, ci-
Vengo interrotto da Beth che entra nella sua camera, come se dovesse prendere qualcosa o, meglio dire, qualcuno.
-Liam, lui è Niall.
-Ah, ciao Niall.
Dico, con un finto sorriso.
-Ciao Liam, piacere di conoscerti.
Dice il ragazzo accanto a Beth, che poi inizia a parlare.
-Liam, domani potrebbe venire con me Niall? Ti pregoo!
Dice, facendo il labbruccio.
Non riuscirei mai a dirle di no, anche se comincio ad odiare questo qui con tutto il cuore.
-Ehm, sì, certo.
-Davvero! Grazie mille, Liam.
-Di nulla, Beth.
-Ehm... Domani, chi ci sarà alla festa?
-Beh, noi, Ashton, Luke, Harry e tutti gli altri ragazzi del college.
-Ah, okay.
Mi chiedo perché mi abbia fatto questa domanda.
-Tesoro, io vado, ci vediamo domani.
La vedo arrossire al sentire il mio "tesoro".
-C-Certo, ciao Liam.
Chiudo la porta prima che mi saluti quel Niall. Mentre scendo le scale del piano, estraggo il telefono, compongo il numero del mio amico e premo il tasto della chiamata. Dopo due squilli, sento la sua voce.
-Ehi Liam!
-Ciao, Ashton. Ti devo chiedere un favore.
La festa è la mia unica opportunità per avere le attenzioni di Beth, devo fare in modo che il biondino stia lontano da lei e Ashton mi sarà d'aiuto.
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