Capitolo otto-Rosa rosso-giallo


Il Natale arrivò prima che me ne rendessi conto. Avevo passato i primi giorni festivi a casa dei miei genitori. Io e papà avevamo addobbato l'albero di Natale come era nostra tradizione. Tutte le palline appese ai rami erano state fatte da me e da lui durante la mia infanzia e la mia adolescenza. La mamma si era chiusa in cucina e non aveva aperto la porta per più di quattro ore. Qualcuno che non l'avesse conosciuta, avrebbe potuto credere che la mamma fosse morta chiudendosi nel forno. Ma io e papà la conoscevamo a perfezione e sapevamo che stava cucinando per un vero e proprio reggimento. Avevo una famiglia tremendamente grande: la mamma aveva cinque sorelle, che a loro volta avevano tre figli a testa. Papà aveva un fratello e una sorella, entrambi con due figlie. E non potevano mancare le tre prozie di mio padre: Abigail, Bethney e Coralie. Le avevo soprannominate le zie "abc" per l'inziale dei loro nomi. Erano in assoluto le mie preferite. I loro anni sommati arrivavano a quasi tre secoli, ma il loro cervello continuava a funzionare a perfezione. Erano tutte e tre nubili e senza figli, perciò consideravano mio padre come la loro prole. Ed io ero la loro nipotina, a rigore di logica.

La mattina di Natale mi alzai di buon ora. Avevo i capelli scompigliati e gli occhi stanchi, ma il mio umore era ottimo. Mi vestii di buona lena e spazzolai energicamente i miei capelli lunghi. Come da tradizione, indossai un maglione rosso con scritto "happy". Me l'avevano regalato le abc quando avevo all'incirca sedici anni e da quel momento in poi dovevo indossare quel maglione ogni Natale perché loro ne avevano tre identici con rispettivamente le scritte: "chri", "st", "mas". Adoravo il loro spirito natalizio.

Scesi le scale quasi di corsa e andai in salotto. Come ogni anno, papà era seduto sulla sua poltrona accanto all'albero a leggere il giornale. Alzò lo sguardo sorridendo e posò il giornale:-Buon Natale, piccolina.- lo abbracciai forte, e in quel momento non sentii di avere davvero la mia età. Mi sembrava di essere tornata ai tempi in cui la preoccupazione più grande era il come vestirsi.

La mamma entrò mentre mi stavo rialzando dalla poltrona e le augurai un felice Natale. I miei si scambiarono un bacio e cercai in tutti i modi di non commentare la scena. In fondo, le vecchie abitudini non si perdono mai.

-Credo che passerò a prendere le zie. Sono sicura che mi stanno aspettando ansiosamente. E, mamma,- mi girai verso di lei sorridendo-Credo che quest'anno zia Coralie non si tratterrà dal portare Mr Dodie.-

Mr Dodie era l'iguana che le mie zie avevano da tempo immemore. La mamma la detestava terribilmente perché durante un Natale Dodie aveva mangiato le portate principali del pranzo.

La mamma mi guardò con espressione corrucciata e quasi provai compassione per lei.

-Non preoccuparti, mamma. Sono sicura che le zie se lo terranno stretto. Il pranzo sarà al sicuro.- le lasciai un bacio sulla guancia prima di uscire per andare dalle abc.

-Non ricordo se ho messo la dentiera.- zia Bethney si tastò le gengive scoperte e imprecò in portoricano.

-Io non trovo gli occhiali.- zia Abigail tastava il pavimento in cerca delle sue lenti giganti e ogni tanto urtava il mobilio presente nel corridoio.

-Dov'è finito Mr Dodie?- vidi zia Coralie correre qua e là in cerca del suo animaletto.

Non sapevo chi delle tre soccorrere prima. Decisi di fare un rapido giro per tutte. Corsi a prendere la dentiera di zia Beth e trovai gli occhiali di zia Abby sulla sua testa.

-Che Dio ti benedica, tesoro! Come farei senza di te! Eccoti una caramella al limone.- zia B mi piazzò il solito dolciume in tasca. Ridacchiai leggermente e mi misi in cerca dell'iguana.

-Zia Carol, ricordi dove l'hai vista l'ultima volta?- chiesi, facendola rialzare dal pavimento.

Lei si aggiustò le lenti spesse sul naso e mi squadrò da capo a piedi:-Oh, sei tu Jule May! Ti avevo preso per quell'arpia di Miss Rochell.-

-Zia, Miss Rochell è morta trent'anni fa.- la guardai confusa.

-Hai ragione, bambina mia! Ogni tanto la testa mi fa brutti scherzi. Allora,- scartò una caramella all'arancia e cominciò a mangiarla rumorosamente-credo di averla vista in cucina, l'ultima volta. Sì, sì, in cucina!- cominciò a marciare verso la cucina, seguita da me.

D'un tratto si fermò di colpo. Si girò e mi guardò spaventata. Il forno era acceso e si sentiva odore di carne.

-Il mio Dodie!- zia Carol urlò d'orrore. Accorsero sia zia Beth sia zia Abbie.

-L'hai messa tu qui dentro, ammettilo! Volevi mangiartela già dall'anno 1989. Ti ho scoperto, Bethney.- zia C puntò il dito ossuto contro la sorella.

-Come puoi crederlo? E nel 1989 non provai a cuocere Dodie. La mamma l'aveva scambiato per il tacchino!-

Nacque un battibecco tra le tre sorelle. Mi avvicinai al forno e lo aprii, tirando fuori un pollo ben cotto. Lo posai sulla tavola e le abc smisero di discutere.

-L'avevo detto io che avevo infornato un altro animale!- disse soddisfatta zia Beth.

In quel momento, vidi Mr Dodie appeso al lampadario della cucina. Stava mangiando degli insetti attirati dalla luce.

-Eccolo lì.- lo indicai e andai a recuperarlo. Appena lo portai a terra, zia Carol lo prese e lo strinse a sé affettuosamente.

-Dovrei dargli una caramella?- chiese zia Beth.

-Non credo che gli piaccia, zia.- sorrisi divertita.

Il silenzio regnò per qualche secondo, prima che zia Abbie chiedesse:-Dov'è il mio apparecchio acustico?-

Fortunatamente ad ora di pranzo riuscii a portare le abc a casa mia. Zia C teneva Mr Dodie sulla spalla e la mamma non si trattenne dal sospirare appena vide l'animaletto entrare in casa sua.

Le mie prozie si sedettero ai loro soliti posti, circondate dai parenti. Avevano già distribuito tre caramelle ad ognuno ed ora sedevano soddisfatte e chiacchieravano riguardo le zollette di zucchero. Il mio posto era sempre stato accanto alla mamma, di fronte alle zie. Grazie al cielo, Mr Dodie non mangiò nessuna portata.

Mentre zia Abbie stava discutendo sul tempo meteorologico degli anni '90, il mio telefono appoggiato sul tavolo cominciò a squillare. Guardai il display e mi accorsi che era Catherine.

-Quell'aggeggio demoniaco sta facendo tremare la tavola.- zia Beth si allarmò, mentre zia Abbie lo prese veloce come un fulmine e rispose. Mi chiesi dove aveva imparato a farlo.

-Pronto? Oh, ma ciao Catherine! Come stai? Mangi abbastanza, sì? Vienici a trovare più spesso. Sai abbiamo bisogno che qualcuno ci rifornisca di caramelle al limone.-

Mi alzai dalla sedia e mi accostai a zia Abbie. Le feci segno di passarmela.

-Ciao, gioia! Buon Natale anche a te!- zia A mi passò finalmente il telefono.

Mi allontanai dal salotto e mi rintanai in cucina, dove le voci e lo schiamazzo era attutito dalle mura spesse.

-Buon Natale, Catherine!- dissi subito, sorridendo. Mi appoggiai con la schiena contro il muro rivestito di mattonelle a fiori.

-Buon Natale, May! Adoro le tue zie, sai? Mi erano mancate.- riuscii quasi a sentirla ridere a crepapelle. Poi tornò seria:-Allora è confermato per stasera? La mamma si sta dando da fare in cucina. Non vediamo l'ora di averti qui.-

-Ovviamente verrò. Grazie ancora per avermi invitato. Ci vediamo tra qualche ora.- la salutai un'ultima volta e riattaccai. Ero sicura che quel Natale sarebbe stato bellissimo.

-Devo andare a cena da Catherine, mamma.- stavo sparecchiando la tavola, mentre la mamma lavava i piatti. Le abc erano sedute comodamente sul divano accanto al camino. Zia Beth stava sferruzzando l'ennesimo maglione di lana. Zia Abbie dormiva beatamente, russando ogni tanto. E infine Zia Carolie dava da mangiare a Mr Dodie.

Il resto dei miei parenti era disseminato in tutta la casa. C'era chi discuteva di sport, chi spettegolava su quella persona o su quell'altra, chi giocava a scacchi e a dama. Era sempre così a casa mia.

La mamma mi guardò sorridendo:-Mandale i miei auguri. Sono felice che tu vada da lei. Cerca solo di non ritirarti troppo tardi. Lo sai che le prozie vogliono che sia tu ad accompagnarle a casa.-

-Non preoccuparti, mamma. Sarò a casa prima di quanto tu creda.- le sorrisi calorosamente e mi persi nei miei pensieri, mentre il tempo scorreva inesorabilmente veloce.

Circa due ore dopo stavo parcheggiando la macchina all'interno del vialetto di Catherine. La spensi e mi guardai nello specchietto un'ultima volta. Non capivo il motivo, ma ero in ansia. Mi sistemai i capelli lungo le spalle e controllai che il trucco leggero non si fosse scomposto. Mi lisciai i vestiti addosso e presi un respiro profondo prima di uscire dall'abitacolo.

Quella sera l'aria era così fredda da far congelare gli arti in pochi minuti. Guardai il cielo e presupposi che di lì a breve avrebbe nevicato. Attraversai il vialetto che mi separava dalla porta d'ingresso e bussai titubante.

Mi coprii il naso congelato con i guanti rossi e mi accorsi che la mia supposizione era vera: aveva cominciato a nevicare. I fiocchi bianchi scendevano veloci e si depositavano leggeri sui miei capelli e sui miei abiti.

La porta si aprì poco dopo, rivelando un fascio di luce abbagliante. Ad accogliermi sulla soglia c'era Kyle.

-Buon Natale, Scott.- mi sorrise e mi fece cenno di entrare.

Non mi accorsi di aver perso un battito.

Rosa rosso-giallo, della famiglia delle Rosaceae. Nel linguaggio dei fiori indica la gioia.

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