•-- Chapter 8 --•

‹‹Io ho sempre detto che sei un'inaffidabile...››

Yu scosse la testa in disappunto ed alzò gli occhi al cielo. Non era una novità per lui sentire notizie riguardo ai disastri di Gong. Spesso e volentieri, a causa sua, il Palazzo entrava in una situazione di totale subbuglio. Per fortuna, quella volta non era successo nulla di così grave e l'unico danno, se proprio così si poteva chiamare, era stato recato esclusivamente a lui stesso, ferendosi alla testa.

‹‹Quanto ancora dovrai tenere le bende?›› domandò Yeong mentre sfilava dai passanti il laccio che chiudeva il suo hanbok.

‹‹Non lo so in realtà, dovrei consultare il medico di Palazzo. Sono tornato subito dopo essermi svegliato e avevo bisogno di un bagno – fece una pausa per sospirare – mi sento così sporco...››

Si lasciò cadere a terra, quasi come se fosse stato privo di forze e si mise a sedere sul gradino che divideva la grande vasca piena d'acqua dal pavimento.

‹‹Non penso che fare il bagno in queste condizioni per te sia ottimale. A quanto ho capito, la ferita ti si è richiusa da poco e la tua pelle è ancora sensibile. Secondo me dovresti andare a farti controllare subito...›› pronunciò Jeung.

Gong all'inizio gli riservò uno sguardo truce. Odiava privarsi di quei piaceri che, a detta sua, erano indispensabili, ma dopotutto il fratello aveva ragione. Pochi giorni dopo avrebbe dovuto presiedere ad un incontro indetto dal sovrano, insieme a tutti i ministri. Sarebbe stato incaricato del suo primo compito ufficiale e non poteva tirarsi indietro mancando per una stupidaggine, o la sua carriera politica sarebbe finita ancor prima di cominciare.

‹‹Va bene...›› disse soltanto. Si girò e senza nemmeno congedarsi adeguatamente, uscì dal bagno dei principi.

Tutti e tre i presenti tirarono un sospiro di sollievo.

‹‹È irrecuperabile...›› concluse Yu, ricevendo da parte degli altri solo risate di assenso.

I principi passarono le ore restanti della mattinata in ammollo nell'acqua a divertirsi. Erano tutti molto legati, il loro attaccamento alla famiglia era impressionante.

Fin da piccoli erano stati istruiti dai migliori insegnanti della capitale. Il re in persona si era assicurato che ognuno dei suoi figli crescesse con dei solidi valori morali, tutto sulla base dei pensieri confuciani.

Quando si trovavano fra di loro, senza nessun altro che non facesse parte delle Ossa Sacre, non facevano altro che ridere e scherzare. Ogni fratello era un libro aperto per gli altri. Nonostante avessero, comunque, caratteri differenti e singolari nel loro genere, erano sempre andati molto d'accordo.

‹‹Vostra Maestà...››

Le risate dei tre ragazzi, ad un certo punto, però, si fermarono all'irrompere di una delle tante dame di corte del Palazzo

Solo dopo essere entrata, si accorse di non aver seguito a dovere l'etichetta. Si inchinò lentamente e abbassò la testa al cospetto dei suoi padroni, pronta a ricevere una punizione.

Nessuno, al contrario delle sue supposizioni, disse qualcosa al riguardo, solo un'esortazione da parte del principe ereditario ad alzare il capo.

Eseguì e, senza indugiare oltre, iniziò a parlare.

‹‹Scusate se vi interrompo in un'ora di svago. Sua Maestà la regina vorrebbe che il principe Jeung la raggiungesse nel suo padiglione›› disse quasi sussurrando.

Yu e Yeong guardarono il fratello. Aveva il corpo ancora bagnato e i capelli gocciolanti appiccicati alla fronte. Quasi non gli venne da ridere per l'espressione di confusione che si era dipinto sul suo volto.

La regina non aveva mai richiesto la sua presenza, soprattutto perché non si trattava di uno dei suoi figli.

Ella era una donna intelligente ed astuta, buona e generosa quando voleva. L'unica pecca che la caratterizzava era che spesso si faceva influenzare dai pregiudizi. Era inevitabile, quindi, che non volesse avere a che fare con il principe Jeung, figlio della terza concubina del sovrano.

In effetti, la consorte reale, Kim Shin, non era vista di buon occhio da quasi nessuno a Palazzo. Nonostante fosse una donna di bell'aspetto, ben istruita e dalle maniere fini ed eleganti, tutti tendevano a guardarla dall'alto in basso a causa del suo passato da schiava al tempio di Naeja.

Compresa la regina Soheon, che, quando la incontrava, non si faceva scrupolo a ricordarle le sue umili origini.

Jeung aveva timore che la madre reale potesse richiedergli qualcosa che a stenti avrebbe potuto compiere oppure volesse solo metterlo in ridicolo davanti a qualche importante figura, forse aveva saputo di ciò che era accaduto al fratello Gong.

‹‹Consegnate questo messaggio per me. Non appena avrò finito di asciugarmi e di vestirmi in modo presentabile per Sua Maestà, la raggiungerò felicemente›› disse lui con sguardo impassibile verso un angolo della stanza.

La dama annuì e, in un secondo, uscì per tornare a sbrigare i suoi compiti.

Yeong osservò il fratello. Aveva lasciato cadere le spalle e tutto il suo corpo era in tensione. Si capiva subito che avesse paura ad affrontare la regina.

Sia lui che Yu conoscevano bene la situazione dell'altro e non poterono fare a meno di provare un po' di pietà per lui, non in negativo. Quella brutta emozioni nei confronti di tutti coloro che si permettevano di giudicarlo senza nemmeno conoscerlo. Non era giusto che a causa delle malelingue, invece che principe di pari livello al loro, veniva visto come inferiore. Ciò valeva anche per Gong.

Jeung inspirò profondamente, poi si voltò verso i due con un sorriso enorme stampato in volto.

‹‹Vogliate scusarmi, devo lasciare il bagno per visitare la regina. Mi raccomando, domani alla stessa ora vi voglio qui. Devo battere Yu e affogarlo sul serio, non avrò pietà››

Prese uno dei tanti teli appoggiati al davanzale della grande scalinata lì presente e se ne andò.

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