•-- Chapter 2 --•

‹‹Dai! Andiamo!›› urlò Yu Gyeong, al che tutti i servi della casa si voltarono confusi verso di lei.

La giovane arrossì vistosamente e abbassò lo sguardo sui suoi piedi, in attesa che la sua ancella, Mi Sun, si facesse viva.

Dopo nemmeno due secondi però, vide la sua testa sbucare da dietro uno scaffale colmo di pentole e porcellane.

‹‹Signorina, si può sapere che cos'è questa confusione?›› domandò, provando a rimanere calma. Non poteva assolutamente mancare di rispetto alla sua padrona, nonostante certe volte fosse rumorosa o semplicemente fastidiosa.

‹‹Oh! Sei qui allora! – esclamò correndo verso di lei – temevo fossi uscita senza di me››

Mi Sun contò fino a dieci nella sua mente, poi prese un respiro profondo. Si avvicinò a Yu Gyeong e le sorrise.

‹‹Non so nemmeno dove vogliate andare, come avrei fatto?››

‹‹Allora, forza! Andiamo al mercato, voglio un nuovo profumo›› disse per poi voltarsi immediatamente e dirigersi verso l'uscita della cucina.

Mi Sun alzò gli occhi al cielo ed eseguì gli ordini.

Entrambe si recarono fuori dalle mura domestiche ed arrivarono dirette nella strada principale, il punto nevralgico dei commerci di Hanyang.

Lì era pieno di bancarelle e negozi, si poteva trovare di tutto. C'era da dire che la giovane nobile aveva una vera e propria fissazione per gli oggetti inutili. Le piaceva comprare di tutto, dai fermacarte, alla seta (che poi non avrebbe usato, dato che cucire non era il suo forte), solo per provare quell'ebbrezza di ottenere qualsiasi cosa volesse.

Suo padre non le faceva mai mancare il denaro e per questo lei se ne approfittava.

Velocemente, si avvicinò ad un mercante che vendeva piccoli soprammobili. Sopra alla sua bancarella vide immediatamente una scultura in avorio di piccolissime dimensioni che, a detta sua, sarebbe stata benissimo sopra alla mensola vicino al baule dei vestiti.

‹‹Ah, signorina, vedo che avete un ottimo gusto. – disse l'uomo di fronte a lei – oggi sono gentile, soprattutto perché siete una bella ragazza. Costa solo uno yang››

Gli occhi di Yu Gyeong cominciarono a luccicare dalla voglia di comprarlo, anche se in realtà quell'oggettino non era nemmeno niente di così speciale. La statuetta rappresentava una donna ben vestita, con una pettinatura imponente e piena di spille e fermargli ad adornarla.

‹‹Si si! Me lo incarti!››

———☆*:.。. o❤️o .。.:*☆———

‹‹Sapete che oggi avete preso tutt'altro che il profumo che vi serviva, vero?›› disse Mi Sun durante il loro ritorno a casa. Fra le braccia stingeva stretti tantissimi oggetti che erano le compere della sua padrona. Quella volta non si era risparmiata, aveva acquistato molto e in tasca le erano rimaste solo due monete.

Sapeva bene che suo padre si sarebbe arrabbiato, ma semplicemente l'avrebbe ignorato, e poi non gli avrebbe fatto vedere nulla. Avrebbe nascosto tutto per bene.

‹‹Il vestito meritava. È davvero bello...›› rispose Yu Gyeong, riferendosi ad un abito di pregiata seta proveniente dall'Impero cinese che aveva acquistato dopo la spilla a forma di libellula.

L'ancella si ritrovò per l'ennesima volta ad alzare gli occhi al cielo e sbuffare sonoramente.

Ormai si trovavano a metà strada e, per arrivare a destinazione, decisero di passare vicino alla riva del fiume, da dove avrebbero fatto più in fretta.

La signorina si specchiò nell'acqua cristallina e sorrise meravigliata da quanto quel fenomeno fosse affascinante. Difatti, proprio sopra alla sua figura, la luce del sole rifletteva un piccolo arcobaleno. I suoi occhi si addolcirono e continuò ad osservarsi mentre teneva in mano il pacchetto con la statuetta.

Dopo poco però, la pace che viveva in quell'ambiente fu spezzata dal richiamo della serva, impaziente di poter tornare e poggiare tutti quegli oggetti da qualche parte. Yu Gyeong abbassò la testa, alzò di poco la gonna del vestito e corse per raggiungerla.

Arrivate più avanti, entrambe videro delle ragazze che si stavano lavando, o meglio, che si divertivano a schizzarsi l'una contro l'altra. Era da poco subentrata la primavera e le temperature si erano alzate un po' più rispetto al freddo inverno che gli era stato precedente. Di sicuro, se n'erano approfittate per potersi divertire e per rinfrescarsi.

Quella scene fece sorridere per ancora una volta la giovane signora, che in quel momento avrebbe tanto voluto essere come una di loro, di godere di certe libertà sociali.

La vita di una nobile non era affatto semplice, sempre occupata con eventi formali, regole severe da seguire di continuo e, soprattutto, suo padre che non faceva altro che comandarla e correggerla su ogni minima cosa.

Si sentiva soffocare, per questo ogni tanto le piaceva scambiare i suoi abiti preziosi con quelli della sua serva, così da poter vivere, anche se per poco, libera.

Fece un passo avanti, quando si accorse di alcuni ragazzini dietro ad un'escrescenza rocciosa vicino alla riva. Erano vestiti bene, con dei tessuti dalle tonalità sgargianti e rare. Si trattava per certo di piccoli nobili.

Tutti e tre se la ridevano mentre tenevano gli occhi fissi sulle ragazze.

Stizzita, si avvicinò da dietro a loro con le braccia incrociate.

‹‹Signorina, dove stat-›› Mi Sun venne bruscamente interrotta da un dito che le si posava sulle labbra. Incrociò gli occhi sorpresa, poi seguì lo sguardo della padrona, notando ciò che stava avvenendo. Annuì piano piano e poggiò a terra tutto ciò che aveva.

‹‹Mh...che bello scenario, vero ragazzi?›› gli domandò lei, mettendo le mani sui fianchi.

Tutti e tre si voltarono di scatto spaventati.

Uno di loro si alzò e cominciò a correre mentre gli altri due rimasero lì impietriti.

‹‹Ah, ecco dove eri, fratello...›› urlò da lontano una voce femminile. In pochi secondi, un'altra giovane donna uscì dalla radura, raggiungendo Yu Gyeong e i due signorini.

Si piegò in due con il fiatone per provare a riprendere fiato, molto probabilmente aveva corso per cercare uno di quei due.

‹‹Signorina, li conoscete?›› domandò Yu Gyeong perplessa.

La nobile sconosciuta la squadrò da testa a piedi con uno sguardo a dir poco raggelante, pareva quasi come se stesse giudicando silenziosamente l'aspetto altrui.

I suoi occhi le bruciavano sulla pelle tanto che fu costretta a guardare in basso. La sua gonna rosa era immacolata, le scarpe non avevano alcun problema. Si guardò poi la treccia, avendo paura che qualche foglia o rametto si fossero impigliati fra i capelli, ma l'unica cosa che c'era, era un nastro rosso con su ricamati dei fiori di ciliegio. Non aveva nulla che non andasse.

‹‹Sì, lui è mio fratello...›› disse indicando il più basso fra i due ragazzini.

‹‹Beh, allora non penso sarete lieta di sapere che vostro fratello e il suo amico stessero spiando delle donne in procinto di lavarsi›› disse Yu Gyeong lanciando un'occhiataccia al teppistello, che subito abbassò la testa e si rifugiò dietro la schiena della sorella.

‹‹Ah, è così? Io e Chaeyoung ti stiamo cercando da tutto il pomeriggio, e voi siete sempre stati qui? – chiese retorica lei, guardando piena di rabbia il fratellino – Dammi il libro...››

‹‹Non ce l'ho io, Hoon se l'è portato via››

‹‹Hajoon, lo vedo da sotto la veste››

Gli lanciò uno sguardo di fuoco e subito Hajoon – così Yu Gyeong aveva capito si chiamasse – si vide costretto ad arrendersi. Dalla parte superiore del suo hanbok tirò fuori una pila di fogli rilegati con un filo da cucito azzurro. La copertina era gialla, sembrava quasi che fosse vecchio. In più non riportava alcun titolo, a parte una scritta sul fondo sbiadita.

‹‹Scusate se oso interrompere, però sono costretta ad andare via. Noto che ormai la situazione è nelle vostre mani signorina››

Yu Gyeong abbassò la testa in segno di rispetto. Secondo lei ormai era venuta l'ora di dileguarsi. Era dalla mattina che, assieme a Mi Sun, era fuori e aveva paura che suo padre potesse beccarla con tutte le sue compere.

‹‹Purtroppo ci siamo dovute incontrare in questa situazione...alquanto spiacevole. Spero di potervi vedere ancora, magari in circostanze migliori. Chiedo scusa››

E così, seguita dalla sua ancella, la giovane nobile tornò a casa.

Salve a tutti bella gente,
ecco a voi il secondo capitolo. Spero vivamente vi piaccia...
Devo dire la verità, non ne sono propriamente soddisfatta, quindi ci terrei ad avere un parere in più.
Comunque boh...
Sapete qual'è l'oggetto più pigro?









Gli occhiali, perché sono lenti...
Mi dileguo

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