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Erano ormai passati tre giorni dal giorno in cui Wonwoo e Hoshi avevano visto Mingyu, accompagnato da quella misteriosa ragazza, al centro commerciale. Da quel giorno, il minore, troppo scosso da ciò che aveva visto e sentito, si era rinchiuso in casa propria non volendo vedere o sentire nessuno. Inizialmente Hoshi non poté protestare poi molto, aveva bisogno di metabolizzare e ponderare quella scena, proprio come lui. I loro contatti furono pochi e prettamente via telefonica, ma il terzo giorno, quando nonostante le innumerevoli volte in cui questo aveva sommerso il castano di chiamate e messaggi senza ricevere una minima risposta, preoccupato e con un ignaro Dino al seguito, si era precipitato fuori dal suo appartamento. Cominciò seriamente a preoccuparsi nel momento in cui, dall'interno dell'appartamento, non riuscì a sentire altro che silenzio. Certo non si aspettava di trovarlo nel bel mezzo di una festa con un numero indefinito di invitati a casa, ma il non riuscire a percepire nemmeno il più misero dei rumori lo portavano a voler mettere le proprie mani sulla causa di tutto,Mingyu.
Proprio nel momento in cui il rosso era il sul punto di chiamare i pompieri per buttar giù la porta, scansando poi subito l'idea per occuparsi personalmente della questione, il suo ragazzo lo sorprese. Afferrò una delle tante tessere che riempivano il suo portafoglio e la infilò nella fessura cominciando a fare pressione per far si che i chiavistelli si spostassero verso l'interno, permettendogli così l'ingresso.

<<Sei un ladro, uno stalker o cosa?>> domandò sorpreso il maggiore.

<<Nessuna delle due>> rispose ridacchiando <<semplicemente alle volte la porta di casa mia si blocca o dimentico le chiavi, così ho dovuto escogitare dei modi alternativi per non essere costretto a dormire fuori>> spiego.
L'altro lo guardo qualche secondo, in silenzio, prima di annuire.
<<OK, ma fai sistemare quella porta>> si bloccò per qualche secondo sorridendo fra sé e sé <<anzi, fino a che quella porta non sarà a prova di scasso starai da me>> sentenziò.
<<Ma>> l'altro provò a replicare, imbarazzato dall'idea di condividere la casa, seppur per poco, con il suo ragazzo, ma non fece in tempo a replicare che l'altro lo bloccò.
<<Niente ma, ora andiamo>> concluse, entrando nell'appartamento dell'amico.
In quel momento si sentì veramente come un ladro, ma si disse che la preoccupazione per il suo migliore amico fosse una buona giustificazione per ciò che stesse facendo. Arrivato in cucina poté notare vari contenitori di cibo da asporto riversi sul tavolo, e accanto ad essi una piccola busta contenente qualche bevanda, dei biscotti e del caffè. Quell'immagine venne attentamente analizzata nella sua mente, la stampa presente sulla busta era quella del supermarket vicino casa e quelli erano degli ingredienti per una colazione. Il suo migliore amico, quello che non faceva mai colazione se non sotto forzatura, era uscito di casa per comprare quella roba. Si disse che aveva buon motivo per preoccuparsi. Ignorando ogni legge sulla quiete pubblica, accese velocemente tutte le luci di casa cominciando a urlare il nome del minore, così forte che non si sarebbe sorpreso  se persino i passanti nella strada parallela l'avessero sentito, per poi fermarsi in attesa al centro del salone.
Un piccolo mugugno arrivò attonito alle sue orecchie, facendo modo che il maggiore, seguito sempre dal suo ragazzo che non riusciva a capire cosa stesse succedendo, si avvicinasse al divano e sbirciasse su di esso. In contrasto con la pelle nera, un piccolo cumulo di coperte colorate noscondeva Wonwoo rannicchiato su se stesso. Questo, sentendosi sfilare via quella fonte di calore si lamentò, fulminando l'amico con lo sguardo.
<<Cosa vuoi?>> domandò arrabbiato.
<<Più gentile del solito vedo>> commento ironicamente.
<<Non sono dell'umore per sopportare le tue battute. Quindi, se non ti dispiace>> disse, sotterrandosi nuovamente sotto l'ammasso di coperte, ma queste gli vennero sfilate nuovamente.
<<Hyung!>> urlo frustrato.
<<Senti, io non ce la faccio più. Tu ti sei rinchiuso in casa nemmeno fossimo sotto allerta bombardamento. Mingyu, nonostante io cerchi in tutti i modi di evitare di ucciderlo, non fa altro che chiedermi perché non rispondi ai suoi messaggi o alle sue chiamate. Gli ho detto che non ti sentivi bene e che probabilmente dormivi, ma non credo sia così idiota da credere che tu sia andato in letargo. Quindi, ora alzi quel tuo bel culo dal divano e vai a parlare con quel moccioso, risolvete la situazione e tornate ad amoreggiare come prima>> parlò quasi tutto ad un fiato con aria minacciosa.
<<Come pensi che possa tornare tutto come prima? La tintura ti ha bruciato il cervello? O hai dimenticato un piccolo particolare? Sta. Per. Diventare. Padre>> sentenziò, marcando le sue ultime parole in modo che queste fossero ben chiare.
Dino, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, sgranò gli occhi.
<<Che vuol dire che sta per diventare padre?>> domandò, avvicinandosi ai due ragazzi.
<<Vuol dire che lo abbiamo sentito parlare alla pancia di una ragazza dicendo "papà", erano fuori da un negozio per bambini e avevano delle buste con loro, sembrava avessero fatto acquisti>> spiego il rosso.
<<Mi ha mentito, mi ha solo usato>>disse Wonwoo, ma le sue parole sembrarono più una domanda a se stesso che un'affermazione rivolta all'altro.
<<È per questo che sei chiuso in casa e sono stato costretto a placare gli istinti omicidi del mio ragazzo diretti verso Mingyu che non faceva altro che chiedere di te? >> domandò, cercando conferma di aver ben capito la situazione, conferma che arrivò quando il castano annuì animatamente.
<<Per caso, la ragazza con cui l'avete visto aveva dei capelli lunghi castani dalle punte più chiare? >> domandò curioso.
I due si guardarono confusi, prima di annuire a quella descrizione. A quel punto, il ragazzo che finalmente era riuscito a collegare ogni pezzo del puzzle che gli era stato messo davanti scoppiò in una fragorosa risata, accasciandosi sul divano fra le lacrime e sotto lo sguardo confuso dei due.
<<Si può sapere che ti prende? >> chiese il maggiore fra loro. Il più piccolo si prese qualche secondo per calmarsi e poi spostare il suo sguardo prima sul suo ragazzo e successivamente su Wonwoo.
<<È sua sorella>> spiegò, sorridendo.
Wonwoo portò il suo sguardo titubante fuori dalla finestra, pensando al maggiore, incontrando sul davanzale un vaso in cui quei fiori abbellivano la vista, Crisantemi. Quel colore così puro, semplice, quella moltitudine di petali, il loro significato, verità.
Era quella la verità?? Aveva sofferto così tanto per un enorme malinteso?
Si diede dell'idiota, avrebbe dovuto parlarne direttamente con il minore, la paura lo aveva bloccato, ancora una volta si era lasciato andare a quel sentimento che diversi anni prima lo aveva bloccato dal vivere per poi condurlo verso i fiori. Era quello che era Mingyu per lui? Un fiore raro di cui voleva caldamente prendersi cura?



안녕하세요
Volevo solo dirvi, prima che arrivino i commenti tipo "ma I crisantemi sono per i defunti".
Il crisantemo ha significato diversi: nel mondo occidentale è usato per ricordare i defunti, ma nel mondo orientale ha il significato di vita, pace, verità e vitalità.

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