Capitolo 6

Mi svegliai, non ero nella mia stanza della casa famiglia,ne in un letto di ospedale.Ci misi un po' a capire dove fossi ma poi ricordai la mia fuga della sera precedente e dell'incontro con il ragazzo dagli occhi azzurri.Mi guardai in torno, credevo di essere sola in quella stanza invece sobbalzai nel scoprire che c'era anche Nash.Era steso a terra con una coperta ed un cuscino ormai vecchi e lacerati.Io ero sdraiata su un letto altrettanto rovinato ma pur sempre piú comodo che dormire sul pavimento, mi sentii subito in colpa,aveva dormito a terra per lasciare il posto a me.Mi alzai per poi accovacciarmi alla sua altezza.

"Nash" lo chiamai piano scuotendogli leggermente una spalla

Dalle sue labbra uscirono dei teneri mugolii che mi fecero sorridere.

"Nash sveglia" ripetei scostandogli una ciocca di capelli ricadutagli sul viso.

Il mio fu un gesto lento, ero come rapita dal suo viso che mentre dormiva sembrava ancora piú angelico.Allontanai di scatto la mano per paura che si svegliasse e mi trovasse a fissarlo mentre giocavo con le sue lunghe ciocche scure.

"Non mi dava fastidio" borbottó ancora con gli occhi chiusi.

Arrossii di colpo dandomi della stupida mentalmente, chissá cosa avrebbe pensato di me.

Vedendo che non rispondevo aprí un occhio, poi l'altro per poi alzarsi a mezzo busto.

Era a torso nudo e ció mi metteva leggermente a disagio.Pur non volendo il mio sguardo non potè fare a meno di distaccarsi dal suo viso per scendere ad ammirare il suo busto, deglutii leggermente e spostai lo sguardo altrove per poi riportarlo nuovamente verso i suoi occhi.

Sorrise, un sorriso divertito, probabilmente se ne era accorto.

"Buongiorno" disse con la voce roca di chi si era appena svegliato.

Questo suo tono basso mi agitava ancora di piú.

"B-buongiorno Nash" balbettai impacciata

Lui sorrise nuovamente divertito dalla mia goffagine e poi si alzó.

Persi un battito nel vedere che l'unico indumento che indossava erano dei boxer.

Lo guardai ancora una volta piú del dovuto e me ne accorsi solo quando lo sentii ridacchiare.Deglutii ancora alzandomi e raggiungendolo in un lato del piccolo monolocale,quello della cucina.

"Scusa il disordine, non viene mai nessuno in genere" disse guardandosi intorno e raccogliendo qualche maglietta o calzino buttati per terra.

Il posto era decisamente buio apparte la piccola lampada sul soffitto ed un forte odore di chiuso inondava tutto il piccolo abitacolo.

"Uova?" Chiese riferendosi alla colazione

Io annuii distrattamente continuando a guardarmi intorno per evitare di fare altre figuracce.

"Allora quando partiamo?" Chiese ancora

Sta volta mi girai verso di lui e ringraziai il cielo che almeno fosse di spalle intento a cucinare, cosí che se anche i miei occhi si fossero soffermati troppo sul suo corpo seminudo lui non avrebbe potuto notarlo.

"Partiamo?" Domandai perplessa

"Bhe non crederai che ti lasci arrivare fino in California da sola piccola" disse girandosi per sorridermi.

Aveva un sorriso davvero stupendo e non potei fare a meno che ricambiarlo timidamente.

"Mi piace quando mi fissi" disse dopo qualche minuto di silenzio nella quale si era rigirato verso i fornelli.

"Io non ti fisso" risposi a bassa voce,sapendo di star mentendo

Lui si giró nuovamente a guardarmi ma sta volta al posto del suo bellissimo sorriso mi ritrovai di fronte un suo sopracciglio alzato.

Abbassai lo sguardo imbarazzata e mi andai a sedere sopra al piccolo tavolo alle sue spalle.

"Ecco a te" disse porgendomi un piatto con dentro le uova strapazzate.Lo ringraziai e mandai giù il primo boccone.

"Cucini bene" dissi mangiandone ancora

"Quindi mi assumi come chef personale durante il viaggio?" Sorrise lui

Io annuii con un piccolo sorriso.

"Ma tu come farai, non hai giá una vita qui?" Chiesi

Lui scosse la testa "non ho niente qui"

"Mike?" Insistetti io

"Io e Mike non siamo amici" rispose lui facendo spallucce.

"Perchè eri con lui ieri sera allora?" Domandai non capendo

"Lui diciamo è un mio cliente" disse lui rimanendo sul vago

"E tu che lavoro fai?" Insistetti ancora

"È importante?" Chiese lui

"Si" dissi io ferma

"Prima lavoravo in una pizzeria qui vicino, poi è stata chiusa ed ho iniziato a fare vari lavoretti.Sai le solite cose, lava piatti in qualche ristorante e cose simili.Ma con certa roba non ci sopravvivi nemmeno figuriamoci viverci.Poi ho conosciuto Mike,lui mi dava dei pacchi da consegnare ed io andavo a consegnarli.Mi pagava abbastanza bene ed io non avevo mai fatto domande,seppure si poteva intuire il contenuto di certi pacchi.Ieri sera gli stavo dicendo che con quella roba volevo chiudere,ma sai quando entri nel giro poi è difficile uscirne.Quindi si, non ho niente qui" durante tutto il racconto non aveva smesso di fissare il vuoto davanti a se, aveva la mascella leggermente serrata e tutto ció che diceva sembrava quasi dargli la nausea.

Io annui ed avvicinai la mia mano fino a stringere la sua.Lui si giró di scatto verso di me e guardó prima le nostre mani e poi i miei occhi.

"Vuoi ancora che io venga con te?" Domandò lui

Io annuii e gli feci un piccolo sorriso che lui ricambió immediatamente con uno piú grande.

Come un calore mi si diffuse nel petto, non lo conoscevo, a malapena conoscevo il suo nome eppure sentivo di voler bene a quel ragazzo.

"Nash" lo chiamai

"Si?" Chiese lui

"Grazie" dissi non sapendo di preciso a cosa mi riferissi.

Lui mi sorrise un ultima volta prima di  alzarsi ed andare in bagno.

Spazio autrice
Questo capitolo è davvero cortissimo e mi dispiace tanto, ma mi piaceva che finisse in questo modo.Il prossimo capitolo sará piú lungo e forse ci sará anche una piccola sorpresa!
Grazie davvero a tutti per il supporto che mi date ogni giorno,vi adoro.
-V

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