Capitolo 4
"Grazie di tutto" dissi abbracciando la donna che per tutti quei mesi era stato il mio unico punto di riferimento
"Stammi bene piccola,spero che potrai ricordare tutto presto" rispose lei stringendomi a se
Ci distanziammo dopo vari minuti,lei aveva gli occhi lucidi.Cindy mi era sempre stata vicina, ogni giorno passava a vedere come stavo e a chiedermi se mi fossi ricordata qualcosa.Anche con il dottor Devis avevo legato ma lui era un uomo cosí freddo e professionale che a volte non riuscivo neanche a capire se il suo era un interesse professionale per la mia salute o se ci tenesse a me come Cindy.
Passai a salutare Linn, la dottoressa con cui facevo riabilitazione e Kate, la mia psicologa.Dopo che ebbi salutato tutti Cindy mi accompagnó al piano terra dove mi attendeva un assistente sociale che mi avrebbe portato in una specie di casa famiglia, probabilmente ero giá maggiorenne ma finchè non si fosse scoperta la mia identitá non potevamo esserne certi.Dopo aver abbracciato un ultima volta l'anziana infermiera seguii la donna fino a fuori dall'ospedale soffermandomi a guardare il paesaggio freddo dell'Alaska.Ero uscita davvero poco in quei mesi ed il cortile dell'ospedale non offriva chissá quale grande paesaggio.
Scambiai qualche parola con la donna al mio fianco scoprendo che si chiamava Tina e che la casa famiglia in cui sarei vissuta distava solo qualche chilometro da lí.
Arrivate a destinazione rimasi interdetta nel guardare la mia agghiacciante nuova abitazione, vivere in un ospedale non era di certo il massimo della gioia ma a confronto di questo posto la mia precedente collocazione era il migliore dei parchi giochi.
L'eidificio grigio torreggiava tra i piccoli cespugli fatti quasi interamente da rovi che si trovavano nel cortile.
"Benvenuta a casa" disse la donna con una punta di sarcasmo
Non risposi mi limitai a sforzare un piccolo sorriso e a seguirla dentro.
Schiamazzi e risate venivano dal piano di sopra rendendo il luogo un po' piú gioioso ma si arrestarono quando la donna al mio fianco sbattè con un po' troppa vemenza il portone di legno alle nostre spalle.All'improvviso la casa caló nel silenzio evidenziando quanto triste fosse in realtá quel posto.Piccoli ed incerti passi ticchettarono sulle scale di legno fino a quando un esile figura dalla chioma rossa e bagnata si piazzo davanti a noi.
"Rose quante volte ti ho detto di non far giocare i bambini in cortile quando piove" la sgridó con tono minaccioso la donna
"Mi scusi signora Foster,non accadrá piú" bisbigliò con tono tanto basso che feci fatica a capire.
Vidi la signora Foster guardare severa e schifata il viso della ragazza davanti a noi e senza farmi notare dalla donna le feci segno di pulirsi la guancia sporca di fango.
Lei lo fece e mi ringrazió con lo sguardo,io le sorrisi.
"Vabene Rose, lei è quella nuova.Accompagnala nella stanza di Peeterson e Cooper" disse la donna prima di andarsene.Guardammo la donna camminare fino a che non scomparì in una stanza.
"Come ti chiami?" Mi chiese la rossa
"I-io non lo so" balbettai un po' in imbarazzo
"Come non lo sai?" Chiese lei stupita
Le raccontai brevemente la mia storia mentre lei mi accompagnava nella mia stanza.
"Mi spiace, spero che riuscirai a ricordare" disse lei
"Anche io" dissi facendo un piccolo sorriso per alleggerire la situazione
"Ora io devo andare a preparare la cena.Ci vediamo dopo" disse sorridendomi per poi trotterellare giú per le scale.Sorrisi, saremmo di certo diventate buone amiche.
Bussai alla porta della stanza aspettando che qualcuno mi dicesse di entrare, ma non accadde quindi abbassai semplicemente la maniglia ed entrai.
Una ragazza era stesa sul letto con delle cuffiette nelle orecchie e gli occhi chiusi.Non sapevo cosa fare, se farmi notare in qualche modo o non disturbarla.Decisi di provare con un colpo di tosse e per fortuna lei aprì gli occhi.
"Chi sei?" Chiese un po' bruscamente togliendosi le cuffie.
"Hm io sono la tua nuova compagna di stanza" dissi un po' titubante
"Una nuova?Non mi avevano detto che ne sarebbe arrivata una.Sono Alice comunque"disse poi recuperando un po' di gentilezza nel finire la frase
"Piacere" mormorai io porgendogli la mano, all'inizio mi guardò un po' perplessa ma poi la strinse.
"E tu?Non ce l'hai un nome?" Chiese poi
"In realtá no, cioè si,peró non lo ricordo" dissi con lo stesso solito inbarazzo
"Scusa l'insolenza eh, ma come fai a non ricordarti il tuo nome?" Disse sottolineando la parola "tuo"
"Bhe io, sono appena uscita da un coma e...si insomma non ricordo niente" le spiegai
"Ah...ok" disse per poi rinfilarsi le cuffie mettendo fine alla nostra breve conversazione.
Appoggiai il borsone che mi aveva preparato Cindy sul letto e iniziai a disfarlo dalle poche cose che ci erano dentro.Trovai una maglietta, un jeans, una felpa e qualche capo di biancheria.In fondo però c'era anche un biglietto.Lo afferrai e lessi cosa c'era scritto: "Ciao tesoro, ti scrivo qui sotto il nome della donna che ti potrebbe aiutare.Spero che ricorderai tutto al piú presto, buona fortuna."
Sorrisi al bigliettino che avevo in mano e lo riposi nel cassetto del piccolo comodino vicino al letto.Una volta finito di mettere i pochi vestiti nell'armadio decisi di fare un giro per la casa e dopo aver fatto un cenno con la mano alla mia compagna di stanza uscii.Nel corridoio incrociai un ragazzo che mi guardó stranito,quasi infastidito dalla mia presenza.
"Un altra nuova" mi sembrò di sentirlo sbuffare.
"Non te la prendere per Mike,fa sempre così quando non conosce le persone" disse una vocina alle mie spalle.Mi girai e mi ritrovai davanti una bambina dalla pelle scura ed i capelli ricci.
"Io sono Amanda,tu come ti chiami?"chiese sorridendomi
"Non ricordo" dissi io facendo spallucce
"Ok,allora ti chiameró "senza nome", ti piace?" disse con entusiasmo
In realtá quel nome non mi faceva impazzire, ma non potevo dire di no a quegli occhioni che mi guardavano felici,quindi mi limitai ad annuire sorridendole.Lei esultò di gioia facendomi ridere.
"Hai giá fatto il giro della casa?" Chiese saltellandomi intorno,scossi la testa.
"Bhe che aspettiamo allora?Andiamo dai" disse trascinandomi per una mano.
Inizió ad illustrarmi ogni stanza di quella triste casa con un entusiasmo che solo i bambini potevano avere.Arrivammo davanti ad una porta e lei bussó creando un motivetto nello sbattere le sue nocche contro il legno.
"MANDY NON C'È BISOGNO DI BUSSARE OGNI VOLTA COSÍ ENTRA E BASTA" sentimmo una voce maschile ridacchiare dicendo ciò
Entrammo e mi ritrovai davanti un ragazzo che doveva avere all'incirca una sedicina d'anni.
"Chi è lei Mandy?" Disse guardando prima verso di me e poi verso la bimba
"Lei è Senza Nome, Senza Nome lui è Christopher" disse come sempre sorridendo
"Senza Nome dici?" Disse sorridendo divertito
"Giá" dissi io facendo spallucce
"Ok Senza Nome,chiamami Chris"disse sedendosi sul letto.
Restammo in stanza di Chris per tutto il pomeriggio e dovetti ammettere che era davvero divertente, ad ogni sua battuta Mandy scoppiava a ridere contaggiando anche me e Chris stesso.All'ora di cena Rose passò a chiamarci e scendemmo tutti insieme per mangiare.
La sala da pranzo era la stanza piú grande eppure con tutti i ragazzi all'interno sembrava decisamente piú piccola.In tutto eravamo una ventina e la fascia d'etá era molto estesa.Milly, una bimba di circa sei anni era la piú piccola e Laura,una ragazza di 19 era la piú grande.Amanda mi presentó a tutti a tavola e da quel momento il mio nome fu per tutti "Senza Nome", per tutti ad eccezione di Chris che quel pomeriggio aveva deciso di chiamarmi Penelope perchè secondo lui mi si addiceva.Finita la cena andammo tutti nelle proprie stanze e scoprí che Laura era la mia altra compagna di stanza. Quella notte non dormii, pensai molto ed arrivai ad una sola conclusione.Non dovevo affezionarmi a quel posto, non potevo vivere la mia vita qui nella casa famiglia ignorando il mio passato, la mia identitá.L'unica soluzione che avevo era scappare.Dovevo tornare a Los Angeles,in California.Mi sarei arrangiata con i pochi soldi che con tanta insistenza Cindy aveva voluto regalarmi.Magari lí avrei trovato la mia famiglia e tutto si sarebbe risolto e se proprio non fosse stato cosí avrei trovato qualche lavoretto ed avrei continuato a cercarli.Arrivó presto il mattino senza che nemmeno me ne accorgessi e mi alzai dal letto per andare in bagno a darmi una sistemata.Due occhiaie scure e profonde apparivano evidenti sulla mia pelle chiara,provai a sciaquarmi il viso con l'acqua fredda per togliere i segni della stanchezza e sembrò funzionare almeno un po'.Tornai in camera e mi misi seduta sul letto.
"Dove sono i tuoi genitori?" Una voce mi fece sussultare e mi girai per guardare la propretaria
"Loro non sono qui" dissi guardando in basso
"Sono morti?" Chiese lei,la naturalezza con cui Alice parlava di queste cose era inpressionante.
"Non lo so, spero di no" dissi facendo un piccolo sorriso"forse sono a Los Angeles,in California.Voglio scappare,e andarli a cercare" continuai poi a bassa voce.
"Scappare?"disse lei incredula
Io annuii incerta della mia idea e vidi un cipiglio formarsi sul viso della ragazza bionda davanti a me.
"Quando pensi di scappare?" Chiese ancora
"Non saprei, stavo pensando a sta notte"
"E con i soldi, come farai?" Domandó
"Ho circa cinquanta dollari con me, cercheró di arrangiarmi" dissi con tono basso continuando a fissare il pavimento.
"Aspetta" disse lei
Alzai lo sguardo trovandola a fissarmi, poi lei distolse lo sguardo e si piegó infilando una mano sotto al cuscino.
"Sono i miei risparmi.Sono solo trenta dollari, ma ti possono fare comodo" disse facendo un piccolo sorriso mentre mi porgeva le banconte.
"Alice io...io non posso accettare, sono i tuoi risparmi non posso prenderli" dissi scuotendo la testa
"Sono sicura che servano più a te che a me, i miei genitori sono morti ed io non ho nessuno fuori di qui.Tu invece puoi ancora trovarli,ti prego prendili" disse riporgendomi la mano con dentro i soldi.
Io li afferrai titubante e mi avvivinai a lei abbracciandola.
"Grazie" sussurrai stringendola
"Abbi cura di te" disse lei ricambiando l'abbraccio.Ci allontanammo nell'esatto momento in cui si senti un grugnito ed una persona russare e scoppiammo a ridere guardando la nostra compagna di stanza dimenarsi tra le coperte facendo versi strani.
Spazio autrice
Ecco qui un altro capitolo, scusate tanto l'attesa.Spero tanto che la storia vi stia piacendo e grazie mille per il supporto che mi state dando.Siete davvero fantastici e non vi ringrazierò mai abbastanza per tutto.
Ciao e grazie ancora❤
-V
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