Capitolo 3

"Dai su un ultimo sforzo e poi ti rimando in stanza" mi disse Linn incoraggiandomi.

Finii di fare gli esercizi e mi rimisi seduta sulla sedia a rotelle.Ormai riuscivo a camminare ma il Dottor Devis ha detto di non sforzarmi troppo quindi dovró spostarmi su di essa ancora per un po'.

"Come ti senti?"domandó Kate,la mia psicologa dopo essere entrata nella mia stanza

"Bene grazie" risposi gentilmente mettendomi a sedere

"Ricordato niente?" Domandó aprendo il suo block notes

Scossi la testa come nei precedenti giorni, dopo quel sogno non ricordai piú niente.

Lei annuii scarabbocchiando qualcosa per poi farmi le solite domande di routine.

Se ne andò dopo circa un oretta salutandomi e dandomi appuntamento per domani.

Man mano che i giorni passavano mi abituavo sempre di piú al bianco, i colori non erano piú così essenziali seppure comunque importanti per me.Avevo iniziato a gironzolare per l'ospedale scoprendolo molto più grande di quanto immaginassi.

Un tamburellare contro la porta mi avvisó che Cindy era arrivata con il pranzo.

"Buongiorno tesoro" disse porgendomi il vassoio

"Buongiorno Cindy" la salutai

"Come stai?Ti senti meglio?"domandó mettendosi seduta sul bordo del letto

"Tutto bene,quella di ieri doveva essere semplicemente un po' di stanchezza" dissi riferendomi ai giramenti di testa del giorno precedente.

"Menomale"Disse sorridendomi lievemente

Ricambiai il sorriso ed iniziai a mangiare.

"Che succede?"dissi indicando il corridoio gremito di infermieri e dottori.

"Un parto prematuro" rispose lei dopo aver dato un occhiata al grande finestrone della stanza.Annuii in silenzio e continuai a guardare quella scena finchè la donna sulla barella non fu portata in sala parto.

Pensai a mia madre,all'improvviso i colori sembrano ritrovare importanza,l'azzurro.Mia madre era l'azzurro.Forse i suoi occhi lo sono.

"È tutto ok?" Chiese preoccupata Cindy della quale mi ero dimenticata la presenza.

"Io credo...credo di aver ricordato qualcosa" dissi per poi prendere il piccolo quadernino ed appuntarci ció che avevo ricordato.Erano passati un po' di giorni dall'ultima volta che ci avevo scritto e un po' di polvere si era posata sulla copertina nera.Guardai le pagine, ancora troppo vuote.Scrissi la data, il 23 Giugno 2017, erano ormai passate quasi due settimane dal mio risveglio ed ancora non conoscevo il mio nome,la mia etá,le mie origini...

"Devo dirti una cosa" disse titubante la donna accanto a me

La guardai facendole cenno di proseguire

"Riguarda il tuo passato" disse poi

Sentii una scintilla accendermisi nello sguardo e la guardai emozionata ed ansiosa in attesa che continuasse

"Io non so' tanto, ma ho sentito dire che c'è qualcuno che potrebbe aiutarti" disse lei parlando a bassa voce, probabilmente non dovrebbe dirmi certe cose.

"Chi è?" Domandai

"È una donna, un infermiera,si chiama Rose,Rose Newell.Era con te la sera che ti trasferirono qui" rispose

"Trasferirono?"chiesi confusa

"Vedi tesoro,tu non sei sempre stata in questo ospedale"disse per poi fare una pausa"ora noi siamo a Palmer,in Alaska ma tu prima ti trovavi al Cedar-Sinai ,un ospedale Californiano, a Los Angeles."disse lasciandomi sempre piú confusa

"Perchè mi hanno trasferito?" Chiesi un po' timorosa ma impaziente di sentire la risposta.

La vidi insicura sul da farsi, nel suo sguardo improvvisamente scuro riuscii a scorgere l'indecisione sul dirmelo o no.

Stavo per dirle che non importava ma fui zittita dalla sua confessione che mi fece perdere un battito.

"Un incendio" ripetè "un grosso incendio" continuó poi

Mi scurii in volto intimandole con gli occhi di proseguire.

"Non so' molto in realtá, giusto le notizie trasmesse in tv.Quella donna, quella che potrebbe aiutarti, non vuole parlare con nessuno.É quasi introvabile...ma chissá forse con te parlarebbe.."disse speranzosa ma titubante.

"Ora vado,prendi le pillole e riposati" disse prima di alzarsi e dirigersi verso la porta

"Cindy" la chiamai prima che potesse uscire

"Si?" Disse girandosi

"Grazie" sospirai sorridendo leggermente

Lei mi sorrise ed uscii dalla stanza.

Mi addormentai,turbata da ció che mi era appena stato raccontato.

"C'é qualcuno?" Dissi camminando tra i corridoi illuminati da una strana luce.
Sentivo urla, pianti,ma intorno a me non vedevo nessuno.Mi specchiai in una delle grandi finestre.Ero pallida, così pallida da confondermi con il muro bianco alle mie spalle.I miei occhi erano incavati e cerchiati di viola.Provai a toccare quel riflesso magro e mal messo di me ma le mie dita sembravano toccare il vuoto.Continuai a camminare con un insolita leggerezza, sembrava che il mio corpo non mi pesasse minimamente.Un odore di fumo mi invase le narici, lo seguii.Mi condusse fino ad una stanza,le fiamme stavano pian piano corrodendo la porta,saltai indietro quando un pezzo di legno mi cadde addosso,ma non mi fece male, fece solamente un piccolo buco sul mio camice bianco.Restai a guardare come incantata il fuoco bruciare ogni cosa intorno a me,per un momento tutte le urla sparirono, i pianti si attenuarono e tutto diventó silenzioso,l'unico rumore era il crepitio del fuoco che rimbombava diffondendosi per tutto l'ospedale.
"Aiutami" pregò una vocina sottile
Mi guardai intorno,non vedendo però nessuno.
"Aiutami ti prego" disse di nuovo
Guardai nella stanza davanti a me e la vidi.
Vidi una bambina, aveva il viso sporco di nero, nero come le due trecce che le ricadevano lungo le esili spalle.Due occhioni verdi erano ricolmi di lacrime.
"Aiutatemi" disse ancora con voce fine
Entrai nella stanza, le fiamme mi toccavano,mi ustionavano,ma io non provavo dolore.Provai a porgerle la mano ma lei continuava a chiedere aiuto come se non mi vedesse.
"Eccoti" urló poi tra le lacrime
Mi spostai girandomi a guardare un altra esile figura prendere per mano la bambina.Un piccolo bimbo,aveva gli occhi scuri,marroni.Il bimbo tirò via la bambina e se ne andarono.Uscii da quella stanza, le urla si erano attenuate ma non erano cessate del tutto.Un oggetto richiamò la mia attenzione,mi chinai per prenderlo ma il fumo mi annebbiava la vista e di esso riuscii solo a sentire il materiale,era una catenina,un braccialetto.

Mi svegliai in un bagno di sudore, tossii più volte come per riprendere fiato dal fumo.Presi il piccolo quaderno ed iniziai a descrivere il sogno,era tutto così nitido, chi erano quei bambini?
Spazio autrice
Ciao a tutti❤
Ecco qui il terzo capitolo,spero che la storia vi stia piacendo, grazie di tutto il sostegno❤
-V
Ps
Ieri notte Chad Grier ha aggiunto ai preferiti un mio tweet, sono felicissima *-*

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