Capitolo 18
Matthew's pov
Uscimmo da quel negozio che facevo fatica a riconoscere me stesso.Il commissario con i travestimenti ci sapeva fare.Arrivammo davanti alla mia vecchia casa ed i miei occhi incominciarono a farsi lucidi alla vista di quella casa sull'albero.Tutta colpa mia.Colpa mia.Piansi ma il commissario mi intimò di riprendemi se non ci volevamo far beccare.Mi disse di rimanere dietro di lui e restare in silenzio,poi si avvicinò al cancello di casa di Arianna e suonò.
Venne ad aprire un uomo possente,simile agli altri scagnozzi.
"Salve,siamo vecchi amici della famiglia McDray,anni fa mi hanno detto che si erano trasferiti,abitano ancora in questa casa?"domandò accentuando l'accento italiano per rendere il tutto più credibile.
"I McDray sono deceduti" rispose lui freddamente
Il commissario si mostrò scosso e iniziò a fare domande e a disperarsi.
Lo scagnozzo ci spiegò che sia Ann che Arianna erano morte durante un grande incendio all'ospedale locale.
Balle.Sua madre quel giorno non era in ospedale,era andata da sua sorella a riposare.Con la scusa di essere stravolti dalla notizia chiedemmo di potere entrare per un bicchiere d'acqua.L'omone,titubante,accettò di male voglia.
"Io lo distraggo,tu vai in giro"riuscì a sussurrarmi il commissario.
Dopo qualche minuto chiesi di poter andare in bagno e l'uomo mi indicò la strada.Conoscevo benissimo la strada,le nostre case erano praticamente identiche .Salii di sopra e mi guardai intorno,la sua camera.Entrai,tutto era perfettamente normale,tutto come lo ricordavo.Durante i mesi di coma ci ero venuto spesso,Ann mi dava il permesso di dormire nel suo letto così da poter sentire il suo profumo. Ann, chissà che fine aveva fatto.I muri erano contornati da dipinti di rami ed alberi,tutto di quella stanza mi riportava alla maledetta notte della caduta.Colpa mia.Uscii da lì e continuai il mio giro,sembrava tutto normale,non trovai nulla e riscesi in cucina.
Ringraziammo l'uomo e ce ne andammo.
Arianna's pov
Arrivammo finalmente a New York,Cam era riuscito all'ultimo momento ad organizzare un incontro con il proprietario di una collezione di insetti fatta in cera d'api. Non esaltante quanto gli opossum ma meglio di niente.Il giorno prima si era allontanato per parlare al telefono,non parlava mai al telefono con noi vicino.Ero riuscita a sentire solo l'indirizzo e l'ora in cui si sarebbero incontrati.Ovvero tra dieci minuti esatti.
Io e Nash intanto stavamo girovagando per New York,era assolutamente bellissima.
"Andiamo a vedere il venditore di Cam?È solo ad un isolato da qui il luogo che mi hai detto" domandò Nash
Io annuii e ci incamminammo verso il parco in cui si sarebbero dovuti incontrare.Arrivati lí vedemmo Cam seduto su una panchina che aspettava tamburellando il piede sull'erba.Poi gli si avvicinò un uomo dalla grossa stazza che lo salutò con una pacca sulla spalla,sembravano in confidenza.Continuammo a guardare i due parlare e l'uomo gli mostrò il contenuto di una valigetta,dovevano essere gli insetti di cui parlava.Cam saltelló contento e afferrò uno degli oggetti dalla valigetta,a questa distanza però non si riusciva a vedere.Quel ragazzo era davvero singolare,non avevo visto mai nessuno saltellare di gioia per degli insetti finti.
Sentii picchiettarmi con fare incerto sulla spalla e mi voltai.
Mi trovai di fronte un uomo con gli occhi verdi e lucidi,quasi in lacrime.
"Posso aiutarla?"domandò Nash togliendo la sua mano dalla mia spalla
Ma l'uomo non parlò.
"Scusi?"ripeté Nash
"Arianna" disse flebile il mio nome l'uomo.
Il mio cuore sussultò.
"Papà?"domandai sicura di aver riconosciuto nei suoi i miei stessi occhi.
S.A.
Scusate l'assenza,sono partita per una decina di giorni con gli scout.Spero la storia vi stia piacendo e se avete domande da farmi fate pure!
Ciao a tutti,vi adoro.
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