Capitolo 10

Matthew's pov
Un urlo di dolore uscí dalla mia bocca,non ricordavo quanto potesse fare male.
"Matthew stai bene?" Urló mia madre correndo giú per le scale
Delle lacrime mi rigavano il viso,il dolore era insopportabile.
"Oh mio Dio Matt" disse fiondandosi su di me.Mi appoggió la testa sulle sue ginocchia mentre chiamava l'ambulanza,tutto andava secondo i piani.
"Cosa hai fatto?" Disse accarezzandomi il viso
"S-sono scivolato" mentii
Pochi minuti dopo bussarono alla porta,mi caricarono su una barella e raggiungemmo l'ospedale.
Era come se fossimo tornati indietro nel tempo, solo che sta volta lo scopo era più importante.Non c'era Marco,non c'era nessun parco,nessun gesso verde Hulk,c'eravamo io e un dottore,dottore da cui sarebbe dipesa la mia vita.Molte vite dipendono dai dottori, molti vengono salvati da loro, ma il mio caso era diverso,non era un dolore fisico quello che doveva aiutarmi a curare.
Presi un respiro e parlai.
"Posso fidarmi di lei?" Domandai all'uomo al mio fianco
"Ragazzo è solo un gesso,stai tranquillo" disse lui ignaro del significato della mia domanda.
"Non mi riferisco alla gamba signore" ripresi a parlare
"E a cosa allora?" Chiese lui perplesso
"Ho un favore da chiederle" dissi e detto ció incominciai a raccontare,molte lacrime scesero dai miei occhi,molti pugni colpirono il morbido lettino,il dottore non parlava,mi guardava con un espressione incredula.Forse non voleva aiutarmi, o forse pensava semplicemente che fossi un pazzo,il mio futuro era nascosto nel suo silenzio,aspettavo impaziente una risposta.
"Ok" furono due lettere,due lettere a cambiarmi la vita.
Arianna's pov
Eravamo in viaggio da più di due ormai e iniziavo a non sentire più le gambe,un bambino seduto nel sedile davanti me non aveva smesso un attimo di piangere e l'aria dentro l'autobus era a dir poco irrespirabile.
Finalmente ci fermammo a fare benzina e il conducente ci diede dieci minuti di tempo per scendere, mi fiondai immediatamente fuori e appena misi piede a terra presi un gran respiro.Nash aveva gli occhi contornati da due profondi cerchi violacei e mi chiesi da quanto tempo era che non dormisse come si deve.
Entrammo nel piccolo bar ed ordinammo due caffè, nell'attesa mi guardai un po' intorno scorgendo una cabina telefonica vicino all'entrata.
"Vado a fare una telefonata,torno subito" dissi, lui annui e dopo avermi dato un bacio sulla guancia mi fece cenno di andare.Questi suoi gesti mi spiazzavano ogni volta,era sempre così affettuoso e protettivo con me, sentivo di provare un enorme affetto verso quel ragazzo dagli occhi celesti.
Cacciai dalla tasca dei jeans il bigliettino con il numero di Cindy,inserii la moneta e lo digitai.
Dopo qualche squillo rispose,mi era mancata la sua voce.
"Cindy sono Arianna" dissi
"Arianna?" Domandò lei confusa,lei non sapeva il mio nome.
"Sono io Cindy,la tua piccola" dissi sorridendo anche se non poteva vedermi
"Oh mio Dio tesoro!Come stai?Hai scoperto come ti chiami!Come hai fatto?"la donna incominció a tempestarmi di domande mi venne da ridere.Risposi a tutte le sue domande e dopo aver chiacchierato ancora un po' riagganciai tornando dentro da Nash.
"Tieni" disse porgendomi la tazzina
Gli sorrisi come ringraziamento e ne presi un sorso.
"Ci voleva proprio" dissi sorridendogli
"Giá" disse lui leccandosi le labbra.
Quel gesto mi fece rigirare lo stomaco,era davvero un bel ragazzo.
Pagammo e ci avviammo verso l'uscita ma non feci in tempo a mettere un piede fuori dalla porta che una voce mi fece immobilizzare.
La mia pelle si riempí di brividi e mi girai immediatamente per scoprire da chi provenisse, una ragazza poco più piccola di me stava ascoltando una canzone,cercai di ascoltare meglio la voce riprodotta dal suo telefono, conoscevo quella voce.
"Ari tutto bene?" Disse Nash girandomi da una spalla
"I-io non so credo di aver ricordato qualcosa,hm quella ragazza..." mi girai per indicargliela ma lei era scomparsa.
Sbuffai scuotendo la testa.
"Niente" dissi uscendo dal locale.
Nash mi guardò perplesso ma non disse nulla, si limitò ad avvolgermi in un abbraccio, ne avevo bisogno e lui sembrava saperlo ogni volta.
Ci allontanammo e ci dirigemmo verso l'autobus,una volta saliti ci addormentammo entrambi, uno con la testa sulla spalla dell'altro.
Quando ci svegliammo eravamo arrivati finalmente a Juneau, da qui ci saremmo dovuti arrangiare fino a che non avremmo trovato un autobus con direzione Vancouver.
Scendemmo dall'autobus con le poche borse che ci eravamo portati e iniziammo a girarci intorno,era una cittadina davvero carina.Iniziammo a camminare alla ricerca di un posto dove mangiare qualcosa.Nash era strano,si guardava in continuazione intorno,come se si sentisse spiato.
"Cos'hai?" Chiesi
"Non arrabbiarti per quello che sto per fare" rispose lui
Io lo guardai stranita e pochi secondi dopo mi ritrovai con le spalle attaccate al muro di un vicolo cieco.
"Perchè hai girato qui dentro?" Bisbigliai, mi stava mettendo paura.
Lui continuava a guardare la strada principale,sembrava stesse aspettando il passaggio di qualcuno.
Mi girai anche io verso quella direzione ma non feci in tempo a scorgere il viso del passante che le labbra di Nash furono sulle mie.Io restai ferma a quel contatto,non capivo cosa stava succedendo.
"Ari fidati di me,baciami" mi bisbigliò all'orecchio.Le sue labbra tornarono sulle mie e stavolta ricambiai il bacio, il cuore mi andava a mille e lo stomaco si stava rotolando su se stesso,chiusi gli occhi ma li rispalancai subito dopo,era sbagliato.Era tutto sbagliato.
"Matthew" il suo nome mi scivolò dalle labbra in un sospiro mentre una lacrima mi rigava il viso.
M di Matthew,il mio Matthew.
Spazio autrice
Ecco qui un nuovo capitolo,
Scusate avevo detto che avrei aggiornato ieri ma poi ... *saltaLaStoriaNoiosaEpersonale*
quindi ho aggiornato oggi.
Spero che la storia vi stia piacendo e vi ringrazio davvero tantissimo per tutto il supporto che mi state dando.
Ciao e grazie ancora
-V

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