Treat people with kindness
10 novembre 2017
Le grida della folla, l'adrenalina nell'aria. La tensione, e la felicità palpabile.
Tutto mi riporta indietro nel tempo, come un dejavù che, nonostante siano passati quattro anni, riesce a coinvolgermi come se anche io fossi tra di loro.
Loro sono le ragazze che hanno aspettato ore e giorni al freddo di novembre, in attesa di questo concerto. Loro che non vedono l'ora che lui faccia il suo ingresso. Loro che, come me, sono legate a lui.
Mi appoggio alla balaustra in vetro, respirando a pieni polmoni. È sempre un'emozione, è sempre forte. È sempre straordinario guardare con i miei occhi quanta strada abbia fatto. Lo leggo nei loro occhi, nella meticolosità che hanno messo, anche solo nell'organizzare dei piccoli messaggi per fargli capire quanto gli siano grate e, ogni volta, mi emoziono anche io.
Mi emoziono insieme a loro, quando i primi accordi della chitarra di Mitch, oltrepassano la tenda rosa. Mi emoziono quando le loro urla si fanno più forti, all'idea che lui sia effettivamente qui, mi emoziono perché é lui.
La sua ombra viene proiettata sul telo e il mio cuore prende a battere forte. È l'ultima tappa europea e volevo esserci. Avrei voluto esserci anche in tutte le altre, ma Mya non è ancora pronta ad affrontare tutto questo, e non so se per una bambina così piccola, sia effettivamente giusto... Ma non è questo il momento di pensarci.
Lui non me lo permette, perche il telo si alza, e fa la sua comparsa.
È bellissimo. Lo è con quella camicia bianca semi trasparente. Lo è con quell'abito azzurro che, indosso ad un'altra persona, sarebbe ridicolo. Ma lui non lo è. Lui è eccezionale e, mentre introduce le prime note di Ever since New York lo conferma.
La perfetta intonazione, quel filo di emozione nella voce, e la piccola modifica che introduce, per rendere speciali le ragazze che sono qui. E ci riesce, ci riesce così bene che a volte mi chiedo come faccia... Come riesca a trasmettere la sua gratitudine in questo modo, così vero e genuino... Forse perché lui lo è.
Two Ghosts è la seconda canzone in scaletta, una delle sue preferite, e una delle preferite del pubblico. Conosco queste note a memoria, conosco le parole a memoria, ma sono troppo concentrata a guardare lui, per riuscire ad accompagnarlo.
Era da troppo tempo che non lo vedevo nel suo habitat naturale. Da troppo che non assistevo allo spettacolo che riesce a creare, con un microfono fra le mani.
Sono talmente presa da questi pensieri, che Carolina termina, ancor prima che possa riuscire a scatenarmi sulle sue note.
Ma non posso più perdermi, quando introduce Sweet Creature, e lui mi riporta inconsapevolmente qui.
Mi aggrappo alla balaustra, mi aggrappo al suo sguardo che si posa sul mio più volte, mentre sussurra al microfono e a me, quelle parole che hanno un grande significato: "You bring me home." Lo canta lui, lo urla la folla indicandolo, e lo dico anche io, fra me e me, mentre le lacrime si fanno vicine.
Lui mi riporta a casa, ogni volta. Mi riporta fra quelle quattro mura che abbiamo costruito insieme, che non sono solo quelle del nostro appartamento. Sono le nostre braccia, i nostri cuori, i nostri pensieri... Siamo noi, e nel mio cuore so che lo saremo sempre.
La canzone finisce e lui parla al pubblico, lo ringrazia, lo incita, e in tutta risposta loro intonano qualcosa che, alle mie orecchie, non è nuovo.
"Sei bellissimo."
L'ho sentito intonare così tante volte da Mad, che non posso più sbagliarmi, e mentre io sorrido compiaciuta e divertita dalla piccola serenata che gli stanno dedicando, lui sembra quasi esserne meravigliato e imbarazzato.
Guarda un'altra volta nella mia direzione e mi limito a sorridergli, credo abbia capito il significato delle loro parole, anche se la prima parte della frase gli sfugge, quindi ricambia semplicemente con un: "Something... bellissimo"; tipico di lui, tipico del ragazzo proveniente dall'Inghilterra che, però, è arrivato fin qui.
Only Angel è la canzone giusta per ricominciare, e tutto l'imbarazzo passa in secondo piano. Rimane solo lui, che canta a squarciagola, che si scatena sul palco, accompagnato dalla folla e dal mio sguardo che si sta godendo ogni singolo istante dello spettacolo.
Woman e Meet Me in The Hallway traformano l'energia in emozione pura. Sembra quasi che lui sia riuscito a trasformare tutta l'agitazione in compostezza. La folla segue lentamente il ritmo, quasi con rispetto nei confronti di quelle parole così significative che accarezza con la dolcezza che lo contraddistingue.
E io lo riconosco. Lo riconosco in ogni gesto che fa, nel suo tono di voce, nel modo in cui cerca di guardare ogni singola persona presente fra il pubblico, per comunicarle qualcosa.
Lo riconosco mentre sistema meglio la chitarra, mentre ci regala la sua versione di Just A Little Bit of Your Heart, e si prepara a donare una parte di sé.
Lo fa con il cuore in mano, con un'intensità nella voce che riesce ad esternare al meglio tutto il suo modo di essere, e tutto passa ad un livello superiore, quando introduce quelle canzoni che hanno un significato importante, che tracciano la sua storia, e anche la nostra. "Some of you who came to see me perform last time with my friends must know this song, so please do sing along."
I suoi amici. E i miei amici, quelli che posso riconoscere come tali e dei quali, mentre intona Stockholm Syndrome, si sente la mancanza. What Makes You Beautiful è la successiva, quella che canto anch'io a tutto volume come ho fatto tante volte da quando lo conosco.
Ho fatto così tante cose, da quando è entrato nella mia vita... Sono cambiata, sono cresciuta, sono diventata quella donna che, con il cuore pieno di gioia, lo guarda essere quello che semplicemente è: fantastico.
Kiwi inizia e, con lei, tutta l'energia presente in questo locale. È piccolo rispetto agli altri, è poco consono, forse, ad accogliere un pubblico e uno spettacolo come il suo, ma guardandolo da questa prospettiva, torna ad essere giusto.
È giusta la sua volontà di cercare un'intimità per il suo primo tour, è giusto il calore che si percepisce fra queste quattro mura. È giusto che, ogni singola persona presente nella stanza, abbia la possibilità di sentirsi davvero a contatto con lui.
Abbandona per un secondo il palco, e la mia necessità di raggiungerlo è troppa. Avrei potuto assistere al concerto da quella prospettiva, ma, a quella privilegiata, continuo a preferire questa. Greg forse non è della mia stessa idea, mentre controlla attentamente quello che succede intorno a noi, ma vedere Harry da qui, ha tutto un altro significato.
Essere da questa parte mi piace, percepire questa familiarità con le persone che sono qui per lui anche, e fare un passo indietro e ripercorrere ogni cosa diventa necessario, e stasera lo era.
Ritorna sul palco e la richiesta del pubblico è una sola: Kiwi. Ancora, nonostante l'abbia appena cantata, e le capisco perfettamente.
Ricordo la prima volta che l'ho ascolta, l'espressione sconvolta e consapevole di Eloise, mentre guardava la mia reazione. Ho sempre apprezzato il talento di Harry, ma la mia passione per il rock non è mai scomparsa. L'idea quindi, di unire le mie più grandi passioni, in una cosa sola, ha dato come risultato la mia necessità di apprezzarlo ancora di più, di amarlo ancora di più... Più di quanto io già faccia ogni giorno.
Eloise è la persona che videochiamo mentre le note di From the Dining Table si diffondono intorno a noi. Mi risponde subito, non se l'aspettava, ma so quanto ci tenesse ad essere qui con me stasera, e voglio riuscire a farla sentire qui. Qui, in mezzo a questo fantastico pubblico, qui, vicino a me, e vicino a lui. Cantiamo insieme, io guardo lei che si emoziona, e lei guarda quello che sto guardando io... Ed è semplicemente stupendo.
Mancano due canzoni alla fine e, per quanto mi dispiaccia che sia finito, non vedo l'ora di guardarlo negli occhi e dirgli quanto sia speciale. Lo faccio di rado ultimamente, Mya è il centro dei nostri pensieri, com'è giusto che sia, e tutto il resto passa in secondo piano con troppa facilità.
Spesso mi sono trovata a odiare tutto questo; il fatto che lui dovesse portare avanti un tour, la lontananza, la collaborazione, o la semplice esigenza che ho, della sua presenza al mio fianco.
Ma ogni volta che lo vedo da questa prospettiva, capisco quanto, anche tutto questo, sia importante. È importante per lui, è importante per milioni di ragazze nel mondo e, infondo, è importante per me far sì che lui possa essere felice davvero. E su quel palco lo è.
The Chain è la cover dei Fleetwood Mac, che ha scelto per la serata. Mi piace. Mi piace l'originale e anche la sua versione, l'ennesima ondata di energia che inonda l'Alcatraz, Milano, e ogni singola persona presente qui, stasera.
Presenta la band, i suoi compagni di viaggio: Adam, Clare, Sarah e Mitch, quelle persone talentuose che lo aiutano a rendere, ogni concerto, qualcosa di indimenticabile.
La canzone termina e la richiesta del pubblico rimane la stessa: il bis di Kiwi. Ormai è diventata un'abitudine per lui, glielo chiedono quasi in tutti i concerti, ma non sempre li accontenta. Stasera però lo fa. Si scatena ancora, balla, urla e si diverte, e potrei restare a guardarlo per sempre.
È uno spettacolo eccezionale, è una serata eccezionale, e mai avrei creduto che, una persona sola, potesse regalare così tanto.La fine della serata si avvicina, lo so io, e lo sanno anche loro, ma questo non è sufficiente a far scomparire l'euforia.
Non è sufficiente perché lui ci tiene a ringraziare tutti ancora una volta, e lo fa in un modo talmente vero, da convincere tutti. "You've been amazing and every single one of you in here from the back to the front, side to side, I give you my heart, thank you so much. Until I'm back next year I'll be missing you every second."
E io ci credo. So che è così, so quanto ci tenga a loro, a quello che fanno, e so anche quanto si impegni a farle sentire speciali nell'ora e mezza che ha a disposizione.
La loro risposta è racchiusa in un'unica frase, urlata a gran voce: "We love you." Mi unisco anche io. Lo amo, lo amo così tanto che non riesco nemmeno a spiegarlo. Lo amo quando è Harry Styles, lo amo quando è Harry, e lo amo soprattutto quando è il padre di Mya.
Il suo "grazie" quasi commosso, è l'ultimo spazio alle parole della serata. Lo spazio finale è dedicato al principale motivo per cui tutti dovremmo essere qui stasera: la musica, e le note di Sign of the Times sono il modo giusto per ricordarlo.
Io sono qui per lui, sono qui per lei, e sono felice si esserci stata con loro. Ma la necessità più grande adesso, è stringerlo fra le mie braccia.
Mi basta un cenno del capo affinché Greg capisca, e in meno di un secondo mi sta già scortando dietro al palco. Raggiungo Lou vicino all'ingresso, che mi accoglie con un sorriso. Lei, diversamente da me, ha assistito a tutti i suoi concerti, eppure l'emozione nei suoi occhi è chiara, così come la sua necessità di imprimere questo momento nei ricordi, con il video che sta facendo.
Attendo al suo fianco. Attendo che lui termini di dare il meglio di sé. Attendo che saluti tutti, a modo suo, con inchini e baci sufficienti, a esprimere tutto quello che riesco a leggere nei suoi occhi, e che vedo in questo momento.
Attendo fino a quando si incammina verso di me, mi guarda e sorride. Sorride con la labbra e anche con gli occhi. Sorride in quel modo straordinario che mi fa perdere un battito ogni volta.
Sorride, mentre si ferma davanti a me. Le gocce si sudore che gli scorrono lungo il collo, i capelli appiccicati alla fronte, e la trasparenza della camicia che, adesso, è ancora più evidente.
Ma non importa, non importa più niente, perché le mie mani sono fra i suoi capelli, e le mie labbra incollate alle sue. Non importa nemmeno a lui, lui che fa qualche passo indietro, permettendoci di avere una privacy che, da quella posizione, non avremmo avuto.
Non importa a lui, che mi prende il viso fra le mani, e approfondisce questo contatto ricco di significato.
"Potrei obbligarti a seguirmi in ogni singola tappa del tour, se questa è la tua accoglienza."Il suo sorriso ritorna a fare capolino fra di noi, ma la sua ironia, non riuscirà a imbarazzarmi. Non dopo tutte le emozioni che lui, ancora una volta, è riuscito a darmi.
"Sono fiera di te. Sono fiera dell'uomo che sei, e della persona che riesci a essere. Sono fiera di ogni singola parola o gesto, di ogni singola nota. Sono fiera di te, Harry Styles, e non devi mai smettere di essere così speciale."
Appoggia la fronte sulla mia, dandomi una piena visuale dell'intensità dei suoi occhi. "Sai quanto questo significhi per me, piccola?"
Mi limito a posare le labbra sulle sue, lasciando a lui, la libertà della risposta.
"Significa tutto, Grace. Tu sei tutto. La mia vita lo è, e non potrei chiedere nulla di diverso."
Sorrido, accarezzandogli l'attaccatura dei capelli. "Nulla?"
"Solo che Mya fosse qui, ma per lei posso aspettare."
Lo bacio di slancio, regalandogli tutto l'amore che posso. È l'unica cosa che ho da dargli, perché, nonostante tutto, so che non posso competere con tutto quello che già ha. Non posso competere con loro, quelle ragazze che, nel locale, lo stanno ancora ringraziando a gran voce.
Non posso competere con la sua musica, con la sua carriera, e con la sua passione. Ma la cosa bella è che non c'è competizione quando si tratta di lui, perché lui è tutto questo. È tutto, in una persona sola.
"Torniamo a casa, piccola."
Di nuovo e per sempre, amore mio.
SPAZIO AUTRICE
Sorprendente, vero, importante, spontaneo, bellissimo.
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