Quando nasce l'aurora

Marzo 2018

GRACE'S P.O.V

"Partiamo."

Sono queste le parole che vengono pronunciate al mio orecchio, mentre sono alle prese con una delle camicie multicolore di Harry, che non dà cenno di volersi stirare. Dovrei portarle in lavanderia, Eloise me lo ha suggerito un milione di volte, ma non solo ci tengo a prendermi della mia famiglia come qualsiasi donna "normale", ma stirare mi rilassa.

Ero talmente rilassata da non accorgermi del suo ritorno a casa, del suo agguato molto apprezzato alle mie spalle, e del fatto che Mya, dal suo lettino, ci guarda incuriosita.

A volte mi chiedo cosa passa per la sua testolina riccia mentre ci vede, ma so che, anche sforzandomi, non arriverei ad avere una risposta. 

"Partiamo?" Lascio perdere la camicia per un secondo, voltandomi completamente verso di lui. Ne approfitto per guardarlo nella sua tenuta "da Harry" che consiste per la maggior parte del tempo in un paio di jeans, una maglietta bianca, e le immancabili Vans ai piedi. Se possibile è ancora più affascinante che con indosso uno smoking e, dal sorriso compiaciuto che mi rivolge quando termino la radiografia, ne è perfettamente consapevole.

"Partiamo. Il nostro aereo parte domani mattina alle quattro e hai tutto il tempo per fare le valigie per te e per Mya, che starà con Louis e Eloise fino al nostro ritorno, ovvero domenica."

Guardo mia figlia per un istante, prima di ritornare sul mio fantastico fidanzato che, probabilmente, non mi conosce abbastanza bene da sapere che odio le improvvisate, soprattutto se sono di questo tipo. "È giovedì, Harry, domani devo andare al lavoro e tua madre e Gemma sono in Canada dai miei genitori. Non mi sembra il momento giusto per partire, soprattutto lasciando Mya qui. A maggior ragione se potrebbero esserci spargimenti di sangue oltreoceano fra le nostre famiglie..."

Le sue labbra sono sulle mie prima che possa continuare con la mia lista delle controindicazioni, e quando decido che posso lasciarle in secondo piano, per dedicarmi completamente a lui, si allontana con un sorriso sulle labbra. "È proprio per questo motivo che partiamo, piccola. Tim è già stato avvisato e non ci sono problemi. Devi solo fare le valigie e fidarti di me, ti prometto che non te ne pentirai."

So che non me ne pentirò. Lo so perché quando si tratta di lui, di noi, e del tempo da trascorrere insieme, non potrei mai volere qualcosa di diverso, ma il fatto che Mya non sarà con noi mi destabilizza. "Sei sicuro che per Eloise e Louis non è un problema? Ed è proprio necessario partire ora? Dove siamo diretti?"

Mi fissa divertito per un secondo, prima di avvicinarsi alla presa del ferro da stiro e staccarla dal muro. Afferra la camicia che ho stirato con tanta dedizione e la lancia sul letto come se niente fosse, prima di aprire le ante della mia parte dell'armadio ,e guardarmi a braccia incrociate. "Non era una domanda la mia, piccola. Partiamo. E se non vuoi che sia io a preparare la tua valigia, ti conviene farlo tu stessa, nell'immediato."

"Sei un despota... E come faccio a sapere cosa portare se non vuoi dirmi dove siamo diretti?"

Mi dirigo a grandi passi verso di lui, consapevole del fatto che lo farebbe davvero, ma non faccio in tempo a mostrargli tutto il mio disappunto, che mi trovo la mia schiena plasmata lungo l'armadio e lui che incombe su di me in tutta la sua altezza. "Si chiama sorpresa per un motivo, Grace. Ti posso solo dire che farà freddo, ma che, il despota qui presente, provvederà a scaldarti come si deve nel caso decidessi di portare solo bikini."

Alzo gli occhi al cielo, faticando a trattenere un sorriso. È un despota, ma lo amo troppo per essere in grado di dirgli di no. 

Ripercorro mentalmente quegli attimi con un sorriso, nella consapevolezza che aveva ragione: sul fatto che non me ne sarei pentita, che si sarebbe preso cura di me, e anche sul freddo. Di certo non mi sarei immaginata di atterrare il Lapponia, avere appena il tempo di lasciare le valigie in hotel, e trovarmi direttamente a Rovaniemi a passeggiare fra le vie del villaggio di Babbo Natale.

Lo stiamo facendo da stamattina, mano nella mano come una coppia normale e non so decidere quale delle due cose è più emozionante: se il fatto di trovarmi qui, nel mese di Marzo, avvolta comunque dall'atmosfera natalizia, o di essere in un posto qualunque con lui, lontano da tutto quello che la sua fama comporta.

Ha organizzato tutto nei minimi dettagli, ha fatto in modo che non fossimo circondati da troppe persone in grado di riconoscerlo e le temperature gelide ci aiutano nella copertura che lui ha ideato per noi. Mi tiene stretta la mano da quando siamo arrivati. Si sta preoccupando di tutte le necessità che potrei avere, ma la verità è che in questo momento non ne sento nessuna. Non sento la necessità di chiamare Eloise per sentire come sta mia figlia, nella consapevolezza che è in ottime mani. Non sento la necessità di chiamare mia madre, e ricordarle di non esagerare come al solito, perché so che Gemma e Anne sanno benissimo difendersi da sole. 

Mi sento semplicemente tranquilla, tranquilla e felice, e questo è grazie a lui.

Lui che trovo troppo spesso immobile a guardarmi come se non mi conoscesse già alla perfezione. Lui che mi bacia senza ragione apparente, da quando siamo atterrati qui. 

Lo adoro, adoro ogni cosa, ma una strana sensazione si fa spazio dentro di me. Nella serenità totale sembra che qualcosa lo turbi. Sono rare le occasioni in cui rimane senza parole e l'ultima volta che è successo, e che ho provato questa sensazione, era il giorno del mio compleanno di quattro anni fa. Lui mi stava lasciando e per me iniziava il periodo più destabilizzante della mia vita.

Odio ricordarlo. Odio ripercorrere nella mente tutte quelle cose negative che quei mesi hanno portato nella mia vita; la sua assenza, la mia delusione, la mancanza insopportabile della sua presenza. La consapevolezza di amarlo come non mai, nell'incapacità di poterlo vivere davvero. E poi Gregg... Il male che gli ho fatto, le ripercussioni che il mio rifiuto ha avuto, a lungo termine, sulla sua vita e anche sul suo rapporto con Eloise... Ma in cuor mio so, che proprio quei mesi, sono stati i più determinanti. Mi hanno permesso di capire cosa significasse davvero Harry per me. Mi hanno permesso di valutare chi, delle persone che mi stavano intorno, potevo davvero considerare amiche, e soprattutto mi hanno regalato una delle certezze più belle che la vita potesse farmi: Eloise. 

"A cosa pensi?"

Le sue braccia mi avvolgo da dietro, riportandomi qui, davanti a quello che ha tutta l'aria di essere il laboratorio degli elfi di Babbo Natale.

"Al fatto che potrei chiedere a Tim il trasferimento qui. Dici che Babbo Natale mi vorrebbe?"

Harry ride alle mie spalle scaldandomi il cuore. Non lascia la presa sul mio corpo, al contrario la rafforza. "Babbo Natale sarebbe un pazzo a non volerti, ma io sono un ragazzo egoista, quindi mi dispiace, ma lui dovrà a fare a meno di te."

Mi lascio cullare dal suo abbraccio, dal suo respiro caldo che mi accarezza il viso e semplicemente dalla sua presenza. Mi sento a casa, al sicuro, il mio posto nel mondo che non sarò mai pronta a perdere...

"Adesso che abbiamo stabilito che Babbo Natale non può averti, mi dici cosa ti frulla per la testa?"

Chiudo gli occhi, sorridendo. Non voglio rovinare la serenità. Non voglio rovinare questa bolla di tranquillità che lui ha voluto creare solo per noi, ma mi conosce troppo bene, e se non gli dirò cosa mi preoccupa, le cose degenereranno solamente.

Mi volto fra le sue braccia che non lasciano la presa. Mi volto e trovo quello spettacolo verde e meraviglioso ad accogliermi. Forse sono le luci delle decorazioni, forse è il riflesso della neve... Forse sono io che non mi abituerò mai al fatto che quegli occhi, possano guardare con tanta attenzione i miei. "Pensavo a quattro anni fa... Al mio compleanno, a tutte le cose che sono successe, a Gregg..."

Le sue mani intrappolano il mio viso obbligandomi a guardarlo. "Hai ripensamenti?"

Scuoto la testa, per quanto la sua stretta me lo permetta. "Mai. Penso solo alle conseguenze che la nostra separazione ha avuto sugli altri. Sulle persone che ci sono state vicine... E lui è una di queste. Ma ci sono anche le conseguenze positive. Ci siamo noi che siamo arrivati fin qui... E poi Eloise...Jamie..."

"Perché stai pensando a queste cose, Grace?"

"Perché ho una strana sensazione."

Avvicina la fronte alla mia, privandomi del suo sguardo per un istante.

"Sai che ti amo, vero?"

"Sì."

"Sai che non sono disposto a lasciarti andare mai, vero?"

"Sì."

"E sai che non ho intenzione di dividerti con nessuno, nemmeno con il signor Babbo Natale, vero?"

Sorrido, ad un passo dalle sue labbra.
"Sì, piccolo despota."

"Adesso che abbiamo stabilito le cose fondamentali, mi permetti di fare chiarezza nei tuoi pensieri?"

Annuisco, aggrappandomi al suo cappotto pesante, mentre lui annulla la distanza che divide le nostre labbra, per regalarmi un bacio in grado di chiarire ogni cosa.

E tutto quello che rimane, è lui.

HARRY'S P.O.V

Abbiamo sciato tutto il giorno. Siamo scesi alla SPA per un idromassaggio rilassante, e abbiamo cenato a lume di candela nel ristorante dell'hotel.

È la mia occasione. Avrei dovuto farlo ieri sera, al ritorno da Rovaniemi, ma al momento di farmi avanti non ce l'ho fatta. Quindi mi sono ridotto all'ultimo come al solito, limitandomi a comportarmi in quel modo strano che, sono certo, lei ha attribuito a qualcosa che non potrebbe essere più sbagliato.

Le ho chiesto di aspettarmi nella stanza perché dovevo fare una telefonata, ma la realtà è che stavo solo cercando abbastanza coraggio per farlo. Ma questo lei non lo saprà mai.

Entro nella camera da letto. Le tende della finestra sono chiuse, nonostante lei volesse aprirle, ma non posso permettermi di rovinare la sorpresa in questo modo. Quindi la scusa ufficiale è che la luce mi dà fastidio... Niente di più falso, ma a mali estremi, estremi rimedi.

Lei è lì che mi aspetta, in piedi, con lo sguardo perso nel vuoto e sono certo, la testa piena di pensieri negativi che sta a me cancellare.

Quindi ci siamo. È il momento di farle capire il vero motivo per cui siamo qui, e dire che sono agitato è riduttivo. Ho organizzato tutto nei minimi dettagli, come forse non ho mai fatto per niente e nessuno, ma lei lo merita. Merita questo e tante altre cose, tutte quelle che sono in grado di darle.

"Stai bene?"

No. Sì. Sto dannatamente bene, Grace, ma sto per fare la cosa più complicata del mondo... Mi passo una mano fra i capelli, cercando di recuperare la calma. La scatoletta che ho infilato nella tasca sembra improvvisamente troppo pesante. "Sto bene... E tu?"

Mi guarda stranita, incrociando le braccia al petto. È un caso che lei abbia indossato questo maglione rosso, stasera? O sa già tutto come sempre, e io sono dannatamente scontato?

"Harry, mi stai facendo preoccupare... È successo qualcosa?" Fa un passo verso di me, e la lascio fare. Lascio che i suoi occhi grandi cerchino risposte nei miei, ma non posso cavarmela così facilmente, stavolta.

"La prima volta che ti ho vista, mi hai fulminato con lo sguardo."

Si ferma, mi guarda sempre più confusa, ma le sue attenzioni adesso, sono rivolte alle mie parole. "...Eri così bella in quel vestito rosso, che penso non mi dimenticherò mai di quell'immagine per il resto dei miei giorni... Sono venuto a quella festa con l'intento di portare a termine quella che per me sarebbe stata una routine, e poi sei entrata nel mio campo visivo, rendendo quella routine scomoda, l'incontro più importante della mia vita."

Sorride, abbassando lo sguardo. È molto più brava di me con le parole, è molto più brava di me nel ricordare ogni dettaglio, e so che ha memorizzato ogni cosa di quella sera, ma voglio che sappia che, anche io, quando si tratta di lei, posso provare a fare di meglio. "Non me lo dimenticherò mai. Non lo farò perché quella sera è iniziato tutto... Siamo iniziati noi, e avrei dovuto capirlo subito che avresti fatto la differenza. L'hai fatta in mille modi diversi, l'hai fatta senza filtri, mostrandoti a me interamente, con il coraggio che io, troppe volte, ho dimostrato di non avere. Tu mi hai insegnato ad averlo. Mi hai insegnato ad essere me stesso, a chiedere scusa, a perdonare, e soprattutto mi hai insegnato ad amare."

L'ha fatto. Lo fa ogni giorno, e sono certo che lo farà sempre. La dimostrazione ce l'ho quando i suoi occhi diventano lucidi, si riempiono di quell'amore davanti al quale, troppe volte, mi sono trovato impreparato. Ma ora lo sono. Lo sono perché sono dannatamente innamorato di questa donna.

"...Me l'hai insegnato davvero bene, Grace, e se fossi stato un allievo migliore forse riusciresti anche a vedere i frutti dei tuoi insegnamenti... Ma troppo spesso non ci riesco. Non ci riesco a parole, non riesco a dimostrartelo davvero e so che odi quando ironizzo su cose importanti, ma quello è l'unico modo che conosco per cercare di uscirne. La verità è che ho una dannata paura. Ho paura di sbagliare ancora, ho paura di non essere all'altezza del tuo amore, delle aspettative che hai su di me, sul nostro futuro, sul mio ruolo come padre... Ed è per questo motivo che ho rimandato così tanto..."

Scuote la testa, facendo un passo avanti. Sta per dire qualcosa, ma non posso lasciare che mi interrompa proprio adesso. "Non sono certo di essere in grado di esprimermi meglio con Mya. Se tu sei in grado di capirmi anche solo con uno sguardo, ho paura che lei non ne sia capace, che non sia possibile per una bambina così piccola... Quindi volevo aspettare... Volevo che lei fosse abbastanza grande da vedere cosa fosse l'amore senza la necessità di spiegarglielo a parole. Volevo che ci vedesse, che fosse grande a sufficienza da guardarci e capire quanto i suoi genitori si amassero per arrivare a raggiungere quel traguardo... E forse in quel modo avrei potuto fare a meno di dirle cosa provo per te, l'importanza che hai avuto, e hai, nella mia vita. Quello che sei per me, Grace."

Si ferma, mi guarda e i suoi occhi lucidi mi stanno gridando il suo amore che è in grado di annientarmi completamente. Mi annienta e mi avvolge, mi annienta e mi culla, mi annienta e mi rende consapevole del fatto che non ha più senso aspettare. "Ci ho pensato tanto nell'ultimo periodo. Ho pensato a noi, a lei, e a tutte quelle situazioni che ci hanno portato dove siamo adesso... E ho capito che Mya non ha bisogno di aspettare per guadarci davanti a un altare. Non ha bisogno di ricordare ogni dettaglio, ogni sguardo, per capire quanto l'amore sia fondamentale nella vita di una persona, perché le basta crescere con noi ogni giorno. Le basta guardarti, osservarti mentre ti prendi cura di me, nonostante la maggior parte delle volte sono un casino. Le basta viverci, condividere con noi ogni momento. Le basterebbe posarmi una manina sul petto e sentire quanto diavolo batte il mio cuore ogni volta che vi vedo insieme..."

Non riesce più a trattenere le lacrime. Scendono libere sulle sue guance, e se non fossi sicuro che sono dovute solo a emozioni positive, penserei di avere sbagliato qualcosa. Ma stavolta non l'ho fatto. Non l'ho fatto perché, quando si tratta di lei, riesco sempre ad essere migliore. Lei è la parte migliore di me, loro lo sono, ed è giusto che tutti lo sappiano.

Supero i suoi occhi lucidi, supero lei, raggiungendo la tenda scura alle sue spalle. La tiro velocemente, prima di voltarmi e trovare la sua espressione meravigliata. L'aurora boreale illumina la stanza, il suo viso rigato di lacrime e quel sorriso che, ogni volta, mi fa innamorare di lei. Non ho bisogno di guardare lo spettacolo che il cielo ci sta donando per stupirmi, l'unica cosa di cui ho bisogno è lei.

Mi avvicino, prendendole la mano e prima che possa dire qualcosa mi inchino. "Scusa se ci ho messo tanto, amore mio... Mi vuoi sposare?"

Estraggo la scatolina dalla tasca, mostrandole l'anello. Le mie mani tremano e la mia voce anche. Riesco sempre a stupirmi di quanto questa donna mi abbia cambiato, di quanto sia in grado di darmi, e l'ennesima dimostrazione ce l'ho quando si inchina davanti a me, ignorando completamente l'anello che le ho comprato. Mi prende il viso fra le mani, mi guarda dritta negli occhi, prima di unire le sue labbra alle mie. 

Poso l'anello a terra, attirandola a me. Se il mio cuore potesse, uscirebbe dalla cassa toracica. Batte dannatamente forte, così com'è forte l'esigenza di ricambiare il suo bacio ricco d'amore.

GRACE'S P.O.V

Lo amo. 

Lo amo così tanto che nemmeno riesco a spiegarlo. Lo amo perché è imprevedibile, perché mi sconvolge la vita, perché la tranquillità non è di casa quando si tratta di lui. Lo amo quando è su un palco con un microfono fra le mani. Lo amo quando si scatena, liberandosi di ogni maschera. Lo amo quando si chiude in camera a scrivere, e sembra immerso nel suo mondo. 

Lo amo quando ride, quando le sue fossette fanno capolinea sul suo viso e ogni mia certezza vacilla. Lo amo quando mi guarda. Lo amo quando mi tocca. Lo amo quando mi cerca in una stanza piena di gente, e mi trova sempre. Lo amo quando sbaglia, quando discutiamo e riusciamo sempre a trovare una soluzione. Lo amo quando vizia nostra figlia, quando la guarda con tutto quell'amore che ha dentro di sé. Lo amo quando parte, sta lontano da noi e mi manca da morire. Lo amo quando torna, e la prima cosa che fa è stringermi fra le braccia come se non mi vedesse da secoli. 

Lo amo quando è Harry. Lo amo quando è Harry Styles. Lo amo perché è impossibile non farlo. Lo amo adesso, mentre l'aurora boreale colora la stanza di verde. Lo amo mentre mi bacia, come se ne avesse bisogno per respirare. Lo amo perché mi sta chiedendo di sposarlo. Lo amo perché, da quattro anni, non riesco a fare diversamente.

"Mi devi ancora dare una risposta, piccola..."

Sorrido sulle sue labbra umide dei nostri baci e delle mie lacrime. "La mia risposta l'hai avuta tempo fa. Eravamo nello stadio a Copenaghen... È sempre stato sì, Harry. Sempre e solo sì."

Vorrei avere una macchina fotografica per immortalare il momento. Per catturare la sfumatura dei suoi occhi in questo istante, la grandezza del suo sorriso, e la bellezza in generale di quest'uomo. È bello fuori, è incredibilmente bello dentro, ed è mio.

Le sue mani grandi mi incorniciano il viso, portandolo vicino al suo. Mi osserva attentamente, mi guarda, mi studia. 

"Cosa stai facendo?", domando.

"Sei bellissima. Sei mia moglie... Sono un uomo fortunato."

"Tecnicamente non lo sono ancora..."

Il suo sguardo si rabbuia per un secondo, trasformandosi poi in uno di quelli che conosco alla perfezione. Prima ancora di rendermene conto mi trovo sdraiata sul letto alle nostre spalle. Si trova esattamente sotto la grande finestra a igloo e l'aurora boreale è sopra alle nostre teste. 

Sembra quasi di poterla afferrare e, se non fosse che l'uomo che amo si trova sdraiato sopra il mio corpo, con i suoi occhi meravigliosi in prima linea, forse l'apprezzerei ancora di più.

"Sei mia moglie da quando ho capito di volerti sposare, Grace."

Incastra le sue mani alle mie, ai lati della mia testa e, nonostante ormai dovrei essere abituata alla sensazione che mi fa, l'avere il suo corpo plasmato sul mio, non lo sono affatto. "E quando l'hai capito esattamente, piccolo despota?"

Non mi risponde, si limita ad abbassare le labbra sulle mie, e baciarmi con tutta la dolcezza di cui dispone. Si sposta poi sulle guance, sulla fronte, sul naso, per poi scendere lungo il collo e farmi rabbrividire. La sua dolcissima tortura termina vicino all'orecchio e io già, ho perso il filo del discorso. "Da quando mi sono reso conto di essere dipendente dal tuo profumo, dai tuoi occhi, dal tuo sguardo, dal tuo sorriso. Da ogni singola parte di te..." accarezza ogni parola lentamente, con la sua voce roca che mi farà impazzire per il resto dei miei giorni.

"Ti amo." È tutto quello che posso dirgli. Tutto quello che a parole posso comunicargli, anche se quello che provo per lui non può essere confinato all'interno di una frase.

La sua presa sulle mie mani si stringe e i suoi occhi stupendi tornano nei miei. "Anche io piccola, e sto per dimostrartelo, ma prima manca una cosa..."

Lo seguo con lo sguardo mentre scende dal letto, privandomi del suo calore. Raccoglie la custodia dell'anello dal pavimento e si ferma a cavalcioni delle mie gambe, tenendolo stretta fra le dita. "Non ti piace? Sapevo che avrei dovuto farmi accompagnare da Eloise e non da Jamie a prenderlo, ma se avessi portato lei se lo sarebbe fatto scappare con te, e non potevo permetterlo. In ogni caso possiamo cambiarlo quando vuoi..."

Mi metto seduta, trovandomi più vicina a lui. Osservo l'anello che tiene fra le mani e dire che è meraviglioso e perfetto sarebbe riduttivo. "È bellissimo, Harry, ma mi hai già regalato un anello e potevo fare a meno di questo, dico davvero."

Mi guarda stranito per un secondo, prima di sorridere. Estrae l'anello dalla scatola, lanciandola da qualche parte alle sue spalle. È normale che risulti dannatamente sexy ai miei occhi, anche mentre fa cose del genere? "Quello era solo un regalo di compleanno, Grace. Questo è diverso, e voglio che tu abbia il tuo anello di fidanzamento... Non costringermi a infilartelo con la forza..."

Si allunga nella mia direzione, e istintivamente mi allontano. Il suo sorriso divertito contagia anche il mio e, se possibile, amo ancora di più la situazione. Amo l'aurora boreale sopra le nostre teste, amo che sia così determinato nel farmi avere una proposta di matrimonio come quella che tutte le donne vorrebbero. Amo che sia l'uomo perfetto per me. 

"Quindi tutta quella storia di Gracy Grey è vera... C'è qualcosa che mi devi dire, piccola?"

Gattona sul letto fino a raggiungermi e intrappolarmi vicino alla testiera. Incombe su di me come un predatore dagli occhi meravigliosi e la mia voglia di scherzare si trasforma in altro. "Non ho nulla da dichiarare, Styles."

"A me la mano sinistra, Grace. Ho intenzione di fare l'amore con te. Con te che indossi questo anello precisamente, è chiedere troppo?"

No, assolutamente no. È tutto quello che voglio. Lui lo è. Allungo la mano verso di lui che l'afferra con dolcezza. Mi rivolge un sorriso bellissimo prima di infilare l'anello e contemplarlo con attenzione. 

"Ci sposiamo, Grace." Lo dice più a sé stesso che a me, sinonimo del fatto che questa, per lui, è molto di più di una semplice tappa di un rapporto, seppur la più importante. È qualcosa che non aveva mai contemplato, che temeva, e che ora sta affrontando per me. 

"Ne sei sicuro?". Ho bisogno di chiederglielo, di avere la conferma che non lo sto obbligando, che lo vuole anche lui tanto quanto lo voglio io.

In tutta risposta bacia la mia mano. Si dedica a tutte le dita con dolcezza, con dedizione, con amore. Tutto quello di cui dispone, tutto quello che è in grado di donare a chiunque ne abbia bisogno.

E io ne ho davvero bisogno. Ho bisogno di tutto il suo amore, di lui, di tutto quello che riesce ad essere per me e per mia figlia. Ho bisogno che non smetta con i suoi baci che si spostano dalla mano alle mie labbra, per poi posarsi sulla mia spalla nuda, una volta che mi libera del maglione rosso che indosso. 

Non si ferma, prosegue. Venera con amore e dedizione tutto il mio corpo, prima di tornare sulle mie labbra. Incastra nuovamente le sue mani alle mie, ai lati della mia testa, e mi guarda dritta negli occhi. 

I suoi sono limpidi, sinceri, bellissimi. Quegli occhi che amo, e che voglio ricordare esattamente così: colmi di tutte le promesse di cui ho bisogno.

"Non sono mai stato più sicuro in vita mia, Grace. Sei mia per sempre, e tutto il mondo deve saperlo."

E io sono in paradiso. 

HARRY'S P.O.V

Londra oggi ci accoglie con un clima diverso. Siamo stati lontani solo tre giorni, eppure sembra molto più tempo.

Sembra un secolo da quando mi sono inchinato davanti a lei e le ho chiesto di diventare mia moglie, e seppur fosse un'esigenza che avevo da anni, rendere tutto reale è stato un colpo al cuore.

Lo è ogni volta che la guardo e i suoi occhi sono focalizzati sull'anello che porta all'anulare sinistro. Lo è perché l'immagine di lei, vestita solo di quell'anello, illuminata soltanto dell'aurora boreale, è una di quelle che non dimenticherò mai.

Cerco di pensare ad altro almeno per un secondo, e quando Greg ci accoglie con un sorriso sincero, ci riesco. Era uno dei pochi a sapere del mio intento, forse anche il meno indicato, se dovessi tenere in considerazione del fatto che né mia madre né Gemma sapevano nulla, ma è stato spontaneo farlo. Come lo è stato dirlo a Jamie e portarlo con me per l'anello, e informare mia figlia, nella consapevolezza che, con lei, il mio segreto fosse al sicuro.

Volevo che fosse davvero una sorpresa per lei. Non volevo più pressioni di quelle che io stesso, mi sono fatto in questi giorni ed ora posso anche urlarlo al mondo... Okay, forse prima è meglio comunicarlo a Louis e Eloise.

"Sei sicuro di non volerle chiamare?"

È la decima volta che Grace mi fa questa domanda. Mia madre e Gemma hanno deciso di intrattenersi in Canada qualche giorno in più, e per quanto non mi capaciti del loro entusiasmo nel condividere la stessa stanza con la madre di Grace, loro hanno deciso così, e io le lascerò fare. "Sicurissimo, magari più tardi quando avremo recuperato Mya."

Mi guarda poco convinta, dedicandosi ad osservare gli edifici di Londra che corrono fuori dal finestrino.

Arriviamo a destinazione e non perdiamo tempo a salire le scale. Eloise è già sul pianerottolo che ci aspetta con il suo sguardo vispo e curioso. "Quindi?"

Lascio che sia Grace a rispondere, limitandomi a lasciare un bacio sui capelli ricci della mia amica.

Louis è in salotto. Freddie e Mya giocano sul tappeto davanti a lui e per i miei gusti sono troppo vicini. "Perché tuo figlio sta importunando mia figlia?"

Scuote la testa, sbuffando sonoramente. "Stanno giocando insieme, Haz. Sono bambini."

Li osservo per qualche istante constatando che sì, sono bambini, ma quel nanerottolo biondo non è autorizzato a toccare la spalla di mia figlia.

"Ti avevo detto di tenerlo d'occhio. Guardalo! Non sa tenere le mani a posto esattamente come te!"

Mi avvicino a Mya, sottraendola dalle grinfie di Freddie. Le sue manine si intrufulano immediatamente nei miei capelli e il suo profumo mi riporta a casa.

"Quindi com'è andata la vostra fuga d'amore?"

Sorrido compiaciuto alla sua domanda, ma prima di spiegargli il vero motivo della nostra partenza, un urlo famigliare ci distrae.

Louis scatta immediatamente in piedi, pronto a verificare costa sta succedendo in cucina e, in particolare, a Eloise, ma lo interrompo prima che possa fare irruzione e interrompere la conversazione fra donne che sta avvenendo nell'altra stanza.

"Le ho chiesto di sposarmi."

Mi guarda confuso e poi sorpreso, prima di sorridere ampiamente e darmi una pesante pacca sulle spalle.
“C’è l’hai fatta, amico!”

Ce l'ho fatta. Ce l'ho fatta davero... Sposerò Grace, e condividerlo con qualcuno che non sia lei, rende tutto più vero. "Incredibile, no? Io che mi sposo! Diavolo...". Mi passo una mano fra i capelli cercando lo sguardo di Mya che mi sta sorridendo come se, anche lei, stesse capendo tutto... E forse è davvero così.

“Per quando dovrò liberare l’agenda? Perché anche se non mi doveste invitare, vengo comunque”

"Sarai uno dei testimoni ovviamente... Non pensare di venire e goderti solo i cocktail post pranzo, Lou!"

Lascio che Mya torni da Freddie come desidera, accontonando per un istante la mia gelosia. "Hai tempo per organizzarti... Sarà l'anno prossimo, a settembre, dobbiamo ancora verificare la disponibilità per il giorno. Dobbiamo ancora organizzare tutto, in realtà... Ovviamente... E io non ho la minima idea da che parte iniziare, ma conto sulle due donne nell'altra stanza..."

“Le due donne nell’altra stanza avranno tutto sotto controllo a partire da tre, due, uno..”

Eloise ci passa davanti, diretta a recuperare il suo telefono per mostrare sicuramente qualcosa a Grace.

“Quindi non posso venire e bere e basta?”

Scuoto appena la testa, divertito dalla sua capacità di sdrammatizzare qualsiasi cosa e qualsiasi situazione.

“Sarei onorato di essere il tuo testimone, Harry."

E non ho dubbi del fatto che lo sia davvero.

Osservo la mia futura moglie scrutare con interesse il contenuto del telefono di Eloise e il mio cuore si riempie d'amore ancora una volta. Basta così poco per farla sorridere... Basta così poco renderla felice, e spero di riuscire sempre ad essere all'altezza del mio compito.

"Non avrei potuto scegliere nessun'altro, Lou." Lo dico seriamente, perché non ho dovuto nemmeno pensarci troppo, e nonostante non fosse necessario prendere una decisione del genere subito, non ho avuto dubbi sui miei nomi.

“Possiamo quindi iniziare a festeggiare il tuo tempo da scapolo che si assottiglia? Tipo ogni sabato? Magari una volta è una spogliarellista bionda, una volta è rossa...”. Il mio amico mi fa un occhiolino, cercando di trattenere un sorriso, mentre Grace ed Eloise si voltano a scrutarlo attente e minacciose.

"Louis, se vuoi arrivare vivo e senza mutilazioni al mio matrimonio, ti conviene cambiare i tuoi programmi. Eloise ne soffrirà ma se ne farà una ragione, è per una buona causa."

Quando difende il suo territorio, la mia futura moglie è ancora più sexy. Com'è possibile?

“No, Grace. Eloise non riuscirebbe a sopravvivere senza di me ormai...”

“È il contrario, Lou. Io vivrei benissimo...”, lo corregge El.

Gli occhi blu di Louis trovano i miei, in cerca di aiuto.

"Niente panico gente, abbiamo ancora tempo per definire tutti questi dettagli, la cosa più importante è che sto per sposare questa splendida donna... Tutto il resto passa in secondo piano...". È la prima cosa che mi è venuta in mente per ripristinare la calma, ma è anche la verità. "Penso sia ora di tornare a casa..." aggiungo, cercando di togliermi dal centro dell'attenzione.

Mya entra in mio soccorso, manifetandomi il suo volere di farsi prendere in braccio.

“Di già? Rimanete a cena qui?”

Cerco in Grace la risposta alla richiesta del mio amico, anche se la conosco già. È stata lontana da Mya pochi giorni ma ne ha sentito la mancanza, esattamente come l'ho sentita io. Abbiamo bisogno di metabolizzare tutto e, per farlo, la presenza della nostra piccola famiglia, a casa nostra, è fondamentale.

"Magari la prossima volta, grazie mille in ogni caso. Di tutto... Per Mya, per il supporto... Per ogni cosa..." farnetica visibilmente emozionata, ed è sufficiente che Eloise le posi la mano sul braccio con gli occhi altrettanto lucidi, che si calmi e dedichi a tutti il suo fantastico sorriso.

Amo quella donna. Amo il suo carattere, amo il suo modo di essere. La amo dannatamente tanto.

“Beh allora...alla prossima. Ciao piccolina." Louis le lascia bacio sulla fronte a Mya, a cui lei risponde con un sorriso che tenta di nascondere sulla mia spalla.

“Freddie saluta Mya che deve andare a casa adesso.”

Il nanerottolo biondo fa per avvicinarsi, ma io non ho assolutamente intenzione di farlo avvicinare ulteriormente.

"Harry..." L'ammonimento di Grace arriva più vicino del previsto.

È al mio fianco, il suo sorriso divertito in primo piano, e quello compiaciuto di Louis ad accogliermi quando sono costretto ad abbassarmi, in modo che il nano possa lasciare un bacio sulla guancia di mia figlia.

Che cosa orribile!

"Bene, buona serata a tutti e grazie di tutto!" Mi affretto ad aggiungere la porta, prima che il mio amico istruisca suo figlio a sua immagine e somiglianza. A quel punto per Mya non ci sarebbero speranze e lei non sarà mai grande a sufficienza da condividere il suo tempo e la sua vita con un uomo diverso da me.

Quando la porta di casa nostra si chiude alle nostre spalle, mi trovo a trarre un respiro di sollievo. Siamo a casa, il mondo è fuori e va tutto alla perfezione.

Non riuscirei ad immaginare uno scenario più perfetto di questo. Più di Grace che canta una canzoncina a Mya, mentre la fa saltellare fra le braccia. Più perfetto della risata della mia bambina, che si aggrappa alle spalle di sua madre con tutto l'amore del mondo. Più perfetto di quell'anello speciale che riflette la luce fioca della stanza, in netto contrasto con il blu scuro della sera, che sta calando fuori dalla finestra.

Più perfetto del sorriso che Grace mi rivolge, quando avvolgo fra le braccia lei e Mya, che sorride contenta, pensando che questo sia l'ennesimo gioco per farla ridere, ma non lo è affatto.

Questa è la realtà, è la mia vita, è tutto quello che avrei chiesto a Babbo Natale in quella letterina, tanto tempo fa, se solo avessi saputo quanto, una donna come Grace, fosse stata in grado di darmi. Ma la mia fortuna è stata proprio questa: non aver avuto bisogno di chiedere niente.

Lei è semplicemente arrivata, con quel suo abito rosso e i suoi occhi pieni d'amore da dare. Io l'ho preso tutto, da egoista quale sono sempre stato. L'ho preso senza chiedere, senza riuscire a smettere, e per la prima volta nella vita, sono arrivato nel posto giusto: questo.

È questo il posto, è questo il momento, è questo il modo: la mia casa, mia figlia, e l'unica donna che, inconsapevolmente, ha fra le mani il mio cuore.

"Quindi ci sposiamo..." improvviso, dandole un bacio leggero sulla fronte.

"Puoi giurarci, Styles."

Puoi giurarci tu, Grace. Ora e per sempre.

SPAZIO AUTRICE

Bene, sembrava impossibile, ma ce l'abbiamo fatta (io, me stessa e me medesima stessa). Ho dovuto fare appello a tutte le mie forze per scrivere questo capitolo e comunque non è stato facile per tanti motivi che non sto ad elencare.

Bando alle ciance, ringrazio JustMeandLouisT per avermi aiutata con le battute di Louis e... niente! Al prossimo flash :D

Fatemi sapere cosa ne pensate come sempre. Io, me stessa, e me medesima stessa vi salutiamo, con noi i nostri feelings che sono rimasti in Lapponia sotto la neve!

Un abbraccio a tutte! E Buon Natale 🎄❤

Greta :*

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