Copenaghen
26 luglio 2016
GRACE'S P.O.V
Ogni volta che salgo su un aereo, non posso fare a meno di tornare con la mente indietro nel tempo.
Ripercorro tutto a ritroso, rivivendo tutti quegli episodi che hanno reso la mia vita vera. Anche prima era vita; ricca di eventi, incontri, crescite personali, ma mancava qualcosa di vero che, soltanto grazie a me stessa, non sarei mai riuscita a trovare.
È iniziato tutto su un aereo, la meta era differente, ma l'entusiasmo era lo stesso seppur per motivazioni diverse. Oggi sono spinta solo dalla determinazione e dalla gioia che ogni giorno, le due persone sedute vicino a me, riescono a darmi.
Non ci ho pensato due volte, non ho esitato nemmeno un secondo quando Jamie si è presentato nel mio ufficio al lavoro, e sono felice di aver messo da parte il senso del dovere lasciando prevalere l'istinto.
"Mi ricordi perché ho accettato questa cosa?"
La voce di Jamie mi raggiunge dritta all'orecchio sinistro, distogliendo i miei pensieri che si rincorrono fra le forme soffici delle nubi.
Lo osservo rivolgendogli un sorriso sincero."Perché, parole tue: avevi bisogno di staccare la spina."
"Avrei potuto farlo anche in un locale bevendo fiumi di birra, Gracy."
Lo ammonisco con lo sguardo. So cosa sta facendo, vuole abbattere il mio entusiasmo, ma non glielo permetterò. "Ubriacarsi non è la soluzione."
"Un viaggio a Copenaghen con voi due, sì invece?"
Sposto lo sguardo oltre il suo viso dubbioso, trovando la testa riccia della mia amica concentrata sul foglio davanti a sé.
Un sorriso mi nasce spontaneo. "Sempre più convinta."
"La troppa convinzione non porta a nulla di buono", sottolinea il biondo.
"Jamie, sto cercando di lavorare, abbassa la voce", interviene Eloise guardandolo da sopra la montatura degli occhiali.
Convincerla a seguirci è stato più complicato, rispetto a Jamie. Le scuole sono chiuse ma Eloise non riesce a staccare dal lavoro. È più forte di lei, ne è innamorata e ha continue idee che vuole mettere in pratica per l'inizio del nuovo anno. Sta lavorando anche adesso ed è stato l'unico modo per convincerla ad unirsi a noi; permetterle di portarsi il lavoro anche oltremare.
Sono sicura che troveremo il modo di distrarla in questi giorni, anche se Jamie non sarà d'aiuto come al solito.
"È colpa di Gracy se siamo qui, non prendertela con me!"
La mia amica toglie gli occhiali posandoli sul tavolino. "Lo sta facendo per te, dovresti esserle grato", lo ammonisce.
Jamie sbuffa, riportando il suo sguardo su di me. "Ti odio Gracy, siamo partiti da un'ora e mi sto già pentendo di averti dato ascolto!"
"Mi ringrazierai invece. Hai due giorni da organizzare, puoi iniziare a farlo adesso se vuoi", suggerisco.
Jamie mi rivolge un sorriso furbo, avvicinandosi a me. "Dammi carta bianca e lo farò. Nessuna obiezione, non avrete modo di dissentire e renderò questa gita fuori porta divertente."
Non ho dubbi sulle sue capacità organizzative, le uniche perplessità sono relative al suo concetto di divertimento, molto diverso dal nostro.
"El", richiamo la mia amica. Se devo prendermi questa responsabilità, voglio che ne sia al corrente anche lei.
"Grace, non finirà bene", suggerisce.
Jamie mantiene il suo sorriso divertito in volto, molto diverso dall'espressione che aveva in viso quando è venuto da me in cerca di aiuto. È raro vedere il mio amico in difficoltà, con il suo modo di fare e la sua filosofia di vita riesce sempre ad affrontare le situazioni con positività, ma nell'ultimo periodo il suo umore viene spesso incrinato.
È sulla base di queste riflessioni che mi trovo ad accettare la sua proposta. "Ok, ma solo se lasci a me e Eloise una clausola a testa."
Jamie mi sorprende, allungando la mano nella mia direzione. "Affare fatto."
La stringo, comunicandogli la mia precisazione. "Domenica sera ho una sorpresa da mettere in atto, voglio essere abbastanza lucida e pronta per farlo."
Jamie mi rivolge un sorriso entusiasta ricambiando la mia stretta. "Non mi permetterei mai di mettermi fra te e Styles, Gracy, lo sai."
Sorrido nella consapevolezza che non mente. Non farebbe mai nulla per ferirmi o interferire, mi vuole bene e non smette di dimostrarmelo.
Si volta in direzione di Eloise porgendo la mano anche a lei. Prima di afferrarla la mia amica mi guarda poco convinta, e mi limito a rassicurarla con lo sguardo. "Niente che riguardi nightclub o che ci faccia finire in prigione."
Non posso fare a meno di scoppiare a ridere, osservando lo sguardo serio della mia amica. Jamie fa lo stesso, stringendo la mano di Eloise nella sua. "La tua fedina penale rimarrà pulita."
A seguito di questa notizia l'umore di Jamie torna ad essere più o meno normale. Eloise indossa nuovamente i suoi occhiali da vista immergendosi nel suo lavoro, e io posso dedicarmi al cielo azzurro che ci circonda.
Atterriamo all'aeroporto di Copenaghen dopo due ore di volo, recuperiamo i nostri bagagli dalle cappelliere e seguiamo Jamie fuori dall'edificio. Sembra sapere esattamente dove siamo diretti, e nella consapevolezza che le clausole più importanti gli sono state definite, lo seguo senza obiettare; il treno che avremmo dovuto prendere per raggiungere il centro, e quindi l'hotel dove alloggeremo è da tutt'altra parte, ma mi appello a tutta la fiducia che nutro nei suoi confronti per non informarlo.
Usciamo dalle porte scorrevoli dell'aeroporto e l'aria frizzante della Danimarca ci dà il suo benvenuto. Jamie si guarda intorno alla ricerca di qualcosa o qualcuno; sono sempre più propensa a prendere il controllo della situazione, ma l'entrata in scena di una bionda tutta gambe, interrompe ogni intenzione.
Jamie la accoglie a braccia aperte, lasciando basite sia me che Eloise.
"Grace", mi richiama la mia amica.
Mi volto trovando il suo sguardo sbigottito. "Cosa?"
"Non so da cosa sono più stupita, se dal fatto la mia altezza è inferiore all'intera lunghezza delle gambe della bionda, o dal fatto che hai lasciato a lui le redini della situazione."
Rido non riuscendo a trattenermi, attirando l'attenzione del mio amico che si era momentaneamente dimenticato della nostra presenza. La ragazza è appesa al suo braccio e i suoi occhi chiari ci scrutano con attenzione; scusaci se i nostri genitori non ci hanno nutrito a pane e ormoni della crescita come i tuoi!
"Ragazze, lei è Inger, si occuperà di portare i nostri bagagli all'hotel."
Inger sorride, mostrando la sua dentatura perfetta. Ho sempre pensato che il mondo fosse ingiusto, dovrebbe vigere la regola delle pari opportunità.
"Per quale motivo?" domanda Eloise, dimostrando apertamente il suo scetticismo.
"Perché avete appena accettato un patto. Datele i bagagli, coraggio!"
Inger si stacca da Jamie continuando a mettere in mostra le sue caratteristiche migliori. Faccio un respiro profondo allungando il trolley nella sua direzione. "Grazie Inger, io sono Grace."
"Piacere ragazze, spero che passiate un bel fine settimana", afferma stringendo la mia mano e quella di Eloise.
"Lo spero anche io", risponde la mia amica ammonendo Jamie con lo sguardo.
Lui si limita ad alzare gli occhi al cielo posando un braccio intorno alle spalle della nuova comparsa. "Grazie mille per l'aiuto, ti chiamo più tardi per accordarci per domani."
Inger annuisce, salutandoci con la mano. Si volta sparendo nella direzione da cui arrivata, lasciandoci nuovamente soli.
"Iniziamo male Bower, questo colpo alla nostra autostima di prima mattina potevi evitarlo!" lo rimprovera Eloise.
Jamie si avvicina a noi attirandoci in quello che a tutti gli effetti sembra un abbraccio soffocante. "Non è colpa mia se mio fratello ha buon gusto."
"Samuel?" chiedo stranita.
Annuisce, liberandoci. Si incammina nella direzione opposta rispetto a Inger invitandoci a seguirlo. "È la sua ragazza, stanno insieme da qualche mese ormai."
"Mad non lo sa, vero?"
Eloise ricambia il mio sguardo preoccupato. Entrambe sappiamo che se la mia pazza amica ne venisse a conoscenza, darebbe di matto alimentando la gelosia di Liam per l'ennesima volta, e in un momento come questo non ne hanno bisogno. Lui è in tour e lei in giro per il mondo con il suo lavoro e al contrario di me e Harry, non sono ancora riusciti a trovare il giusto equilibrio. Liam è troppo geloso, e la mia amica troppo amante del melodramma per riuscire a stare tranquilla.
"Non lo sa, e non deve saperlo", sentenzia Jamie sospirando.
Probabilmente dovremmo evitare di proteggerla, fare in modo che si prenda le sue responsabilità e riconosca che, nonostante Samuel avrà sempre un ascendente su di lei, non può controllare la sua vita. Mad però non è in grado di capirlo, e so per certo che cercare di farla ragionare non servirebbe a nulla.
La sua personalità è particolare, nei suoi pregi e nei suoi difetti, e uno di questo è l'egoismo, la necessità di essere sempre al centro delle situazioni; in questo caso nei pensieri di un ragazzo che ha il diritto di vivere la sua vita, dal momento che anche lei sta facendo lo stesso con qualcuno che non è lui.
"Samuel sarà sempre il suo punto debole", affermo, dando luce ai miei pensieri.
"Ognuno di noi ne ha uno", sottolinea Eloise.
So perfettamente a chi si riferisce e per quanto sappia quanto ami Daniel, uno dei motivi che l'ha spinta a venire con noi a Copenaghen è la possibilità di passare del tempo con Louis. A differenza di Mad però, la mia amica è in grado di imporsi dei limiti, di ragionare lucidamente e capire cosa è giusto e cosa è sbagliato.
"Tutti tranne Gracy", afferma Jamie posandomi un braccio intorno alle spalle.
Sorriso concordando con lui. Nel mio caso il mio punto debole è diventato anche il mio punto di forza. Nel periodo in cui io e Harry siamo stati separati, ero consapevole del fatto che lui sarebbe stato sempre e comunque il mio punto debole. Sarei stata in grado di trovare un'altra persona a lungo andare, non avrei potuto continuare a provare qualcosa per lui pur non essendo ricambiata, perché avrebbe portato solamente all'annullamento personale, ma lui ci sarebbe stato, avrebbe significato sempre qualcosa per me, e probabilmente esiste quella persona per tutti.
Non è necessariamente un male, non finché il legame che si crea è più significativo di quello che si ha nella realtà con qualcun altro, ma siamo esseri umani ed è inevitabile che una o più persone lascino il segno nelle nostre vite. Harry Styles è quella persona; è il mio punto debole e anche il mio punto di riferimento e mi ritengo fortunata anche solo per questo, per essere riuscita ad avere al mio fianco la persona in grado di fare la differenza.
"Allora? Dove ci stai portando, Jamie?" domando, dirottando abilmente il discorso.
Il biondo sogghigna circondando con il braccio rimasto libero, le spalle di Eloise. "All'interno di un tour che non dimenticherete tanto facilmente."
Sospiro stringendomi ai miei amici. Non mi dimenticherei a prescindere del tempo passato con loro; ogni secondo che trascorro in loro compagnia è in grado di lasciarmi qualcosa che con accuratezza, racchiudo in uno spazio del cuore dedicato ai ricordi.
Jamie si ferma dopo qualche metro davanti a quella che a tutti gli effetti sembra una moto.
"No", sbotta Eloise, liberandosi dall'abbraccio.
Jamie sospira rumorosamente. "Cosa abbiamo deciso?" domanda.
Quella che sembrava una moto, in realtà è un sidecar. Ignoro il battibecco fra i miei amici avvicinandomi al mezzo davanti a noi. Non ne ho mai visto uno dal vivo e lo trovo straordinario; perde il fascino della moto sportiva, ma in questo modo permette a tutti e tre di correre spensierati fra le vie di una città bella come questa. "Grazie Jamie!" esclamo, voltandomi verso di lui.
Il suo sorriso è sufficiente per depistare Eloise da qualsiasi tentativo di rifiuto e in men che non si dica ci troviamo a bordo del nostro mezzo di trasporto per le vie di una Copenaghen già in piena attività. Mi stringo a Jamie, spostando lo sguardo dalle bellezze della città, al viso della mia amica che entusiasta si guarda intorno.
Sono questi i momenti in cui capisco di non voler essere da nessun altra parte, questi i momenti che ricorderò per sempre e la cosa bella è che a fare la differenza sono loro, i miei amici, le persone a cui davvero voglio bene.
Visitiamo tutti i luoghi di maggiore interesse; il Palazzo di Christiansborg, il castello di Rosenborg, il palazzo di Amalienborg, l'orto botanico di Copenaghen, il porto di Nyhavn nei pressi del quale ci fermiamo per pranzo, la chiesa di Marmorkirken, il Kastellet e infine la statua della Sirenetta.
Scendo dalla moto guardandomi intorno, ricordo ogni particolare che mi circonda e la mancanza di Mad qui con noi, inizia a farsi sentire. La mia mente corre a ritroso, in quel periodo della mia vita che ha cambiato tutto. Non ha cambiato solo me, ha inevitabilmente sconvolto la vita alla maggior parte delle persone a cui tengo di più, sia in modo positivo che in modo negativo.
Mi stringo fra le braccia osservando quella piccola statua che ogni giorno è l'oggetto di interesse di migliaia di turisti. Una mano calda si posa sulla mia spalla e istintivamente sorrido. Eloise appoggia la testa dove poco prima aveva posato la mano, restando in silenzio al mio fianco.
I turisti chiacchierano, ridono, parlano e fanno a gara a chi riesce a catturare lo scatto migliore. Jamie osserva il mare a pochi passi da noi, con una sigaretta fra le labbra e gli occhiali da sole a coprirgli gli occhi.
Ora posso terminare di raccontare la storia che qualche anno fa, Mad ha voluto condividere con me; il principe ha aperto gli occhi e con tutta la sua determinazione, è riuscito a portare la Sirenetta con sé. Si è preso cura di lei, l'ha rassicurata e nonostante le loro differenze siano evidenti, vivranno per sempre felici e contenti. Il finale del film si è rivelato veritiero, e sono felice che sia così.
Il vento fresco accarezza i nostri visi, inspiro profondamente il profumo di salsedine e appoggio la testa al capo della mia amica.
"Nostalgia canaglia?" domanda Eloise.
Sorrido senza spostarmi. "Affermativo, anche se non ce n'è motivo."
"È normale che ti manchi, non c'è nulla di male in questo, Grace. Mad è ancora legata a te, è ancora la tua migliore amica."
Continuo a ripetermelo, come un mantra che dovrebbe rassicurarmi, ma la paura che lei possa uscire definitivamente dalla mia vita è alta. È tutto legato all'insicurezza, che ero certa di essere riuscita a domare, ma quando si parla di Mad, tutte le certezze sono in grado di frantumarsi velocemente.
In quel caso sono le basi a vacillare, e allora il crollo è più facile. So che non accadrà, che posso fare in modo che non accada, ma vivere questa amicizia a distanza è sfiancante. La consapevolezza che, se supereremo questa fase, ne usciremo più forti di prima, è l'unica cosa che mi fa pensare positivo.
Se per me è difficile, per il mio amico biondo lo è ancora di più, soprattutto in un momento come questo, in cui qualcosa non va. Mad sarebbe molto più efficiente di me, a questo punto saprebbe già cosa è successo e cosa succederà, ma per me è più difficile; non sono abituata ad entrare nella vita delle persone senza che loro mi invitino a farlo.
Cerco il mio amico con lo sguardo, il fumo della sigaretta si disperde nell'aria vicino a lui, donandogli la sembianza da cattivo ragazzo che propriamente non è. Voglio che si diverta, che stia meglio, perché qualcosa lo affligge e voglio esserci per lui. Sempre.
"Eloise?"
"Grace?"
Le nostre teste sono appoggiate l'una all'altra, come un incastro perfetto fra capelli scuri e menti affini. "Ti fidi di me?" domando.
"Sempre", la sua risposta è sufficiente a donarmi tutta la carica che per un secondo avevo perso. Posso restare in equilibrio anche senza fondamenta perfettamente stabili, posso farlo perché ho la fortuna di avere sempre qualcuno al mio fianco, capace di ricordarmi che posso riuscire in tutto quello che voglio, basta che io sia davvero convinta di riuscirci, e in questo momento lo sono.
"Andiamo", mi incammino lasciandomi alle spalle i ricordi, i cattivi pensieri e la nostalgia. Raggiungo la moto e prendo posto alla guida. Sono anni che non lo faccio, ma riesco a ricordare perfettamente l'adrenalina che si prova nell'avere il comando di un motore come questo.
Eloise sorride ampliamene, salendo alle mie spalle. Entrambe indossiamo il casco e aspettiamo che Jamie si accorga del piccolo cambio di programma.
"Lo lasciamo qui, o aspettiamo che si svegli dalla trance in cui è entrato?" domanda la mia amica.
Sorrido, accendendo il motore che con il suo rombo, attira l'attenzione dei passanti, Jamie compreso. Si volta e prontamente si toglie gli occhiali da sole mostrandoci la sua perplessità attraverso gli occhi blu.
"Nemmeno se avessi entrambe le gambe ingessate", esclama non appena ci raggiunge.
Eloise alza le spalle mettendosi comoda. "Non eri quello che voleva sentire l'adrenalina, che ama il rischio e bla, bla, bla? Un vero rocker adorerebbe questa esperienza che ti stiamo proponendo. Oppure non ti fidi delle capacità di Grace alla guida? Siamo amici Bower, puoi ammetterlo, Grace se ne farà una ragione, ci rimarrà male per tutta la vacanza e quindi il suo incontro con Harry verrà rovinato, tu ti sentiresti in colpa e alla fine la vostra amicizia verrà messa a dura prova. Io mi troverò nella scomoda posizione di fare una scelta fra voi due e sarà un disastro, uno di quelli che rimarrà scritto nella storia dell'umanità, ma se ne farà una ragione."
Trattengo a stento una risata mentre la mia amica continua nel suo monologo senza senso, inventato appositamente per portare il nostro amico alla disperazione. Ci riesce a tempo di record, Jamie afferra il suo casco nervosamente e prende posto all'interno del sidecar troppo stretto per le sue gambe lunghe.
Si allaccia il casco e ci fulmina entrambe con lo sguardo. "Sarà il nostro ultimo viaggio insieme, ricordatevelo e me la pagherete senza ombra di dubbio, quindi guardatevi le spalle."
Sorrido nella consapevolezza che non sta parlando sul serio. Mi affretto a partire prima che cambi nuovamente idea, e accompagnati dal rompo del motore ci immettiamo nuovamente per le vie di Copenaghen.
È quasi ora di cena, dovremmo tornare in hotel, ma ho voglia di guidare. Percorro le lunghe vie che mi portano nelle vicinanze dei laghi artificiali. Mi godo il panorama spingendomi più avanti, in direzione del planetario che mi ricorda uno dei momenti migliori della mia storia con Harry. Non era lo stesso edificio, eravamo a Londra e ancora non ci conoscevamo, pensavamo che tutto sarebbe finito facilmente, ma così non è stato, e con molte probabilità non lo sarà mai.
Mi manca. Mi manca ogni giorno, mi manca in ogni cosa che fa; anche la più semplice, come il modo in cui tiene fra le mani la sua tazza di caffè americano ricolma di zucchero, o la sua abitudine di torturarsi i capelli in continuazione. Mi mancano le sue labbra che accarezzano le mie ogni mattina prima di uscire, anche se abbiamo litigato, anche se siamo di fretta, come se avesse la necessità di lasciarmi il suo ricordo, riuscendoci ogni volta.
Mi mancano i suoi sguardi attenti, verdi, curiosi, come se avessero sempre qualcosa da scoprire oltre quello che sa già. Mi mancano le sue attenzioni, la sua voce, il suo disordine e anche le sue orrende camicie. Mi manca lui e non avrei mai creduto di potermi legare così tanto a qualcuno, tanto che a volte sembra sbagliato. Sbagliato il fatto che se lui se ne andasse io crollerei, sbagliato l'amore pulsante che è indirizzato solo e soltanto a lui.
Sbagliato ma giusto, giusto perché la mia vita non è mai stata così bella, completa, felice, piena. Giusto perché mi fido di lui, anche se parte e sta lontano da me settimane, anche se dobbiamo vivere questa relazione per lo più a distanza, ma lo vedo; lo stesso amore, lo stesso bisogno e sono fiera dell'uomo che ho davanti, fiera delle cose belle che ha portato nella mia vita.
Non vedo l'ora di rivederle, di specchiarmi nei suoi occhi e ritrovare tutto quello che in alcuni giorni mi manca in modo quasi insopportabile. Dovrò aspettare fino a domani per farlo, essere così vicina al luogo in cui si trova lui, e dover resistere dal raggiungerlo è frustrante, quasi doloroso, ma voglio tener fede ai miei propositi.
***
"Dobbiamo fare qualcosa."
È l'ennesima volta che Eloise lo ripete, più precisamente da ieri sera, dopo cena, quando Jamie ci ha liquidate con un saluto appena accennato, ed è uscito dalla nostra stanza d'hotel, facendo ritorno solamente stamattina alle sei. Ha cercato di fare piano, probabilmente per non svegliarci e si è messo a letto.
Avrei voluto chiedergli immediatamente cos'era successo, perché ci ha lasciate qui e non ha insistito per condividere questa serata insieme, ma non l'ho fatto. Ho paura, paura di non riuscire ad aiutarlo, a fare qualcosa per farlo stare meglio o più semplicemente di aver fatto qualcosa che può averlo ferito.
Ha lasciato il suo letto qualche minuto fa, rifugiandosi in bagno per una doccia. Io e Eloise siamo sedute, ancora in pigiama sul letto matrimoniale indecise sul da farsi, e il suo suggerimento si fa sempre più impellente.
"Lo so", rispondo, portandomi le mani fra i capelli.
È quasi mezzogiorno e avrei dovuto svegliarmi con un sorriso smagliante, ma tutto quello che riesco a provare è preoccupazione.
"Pensi che abbiamo fatto qualcosa di sbagliato?"
Non lo so, non penso, non mi sembra. Scuoto la testa concentrandomi sul panorama fuori dalla finestra. Il getto della doccia si interrompe e d'istinto guardo la mia amica che fa lo stesso con me.
Ok, è il momento di risolvere la situazione una volta per tutte. Coraggio Grace, è solo Jamie!
Jamie che esce dal bagno con indosso soltanto un asciugamano legato in vita, Jamie con i capelli ancora bagnati, Jamie con il suo solito sorriso sfacciato in volto. Mi sono persa qualcosa?
"Cosa ci siamo perse?". È Eloise a dar voce alle mie perplessità, mentre un Jamie del tutto disinvolto recupera i suoi vestiti dalla valigia, lanciandoli sul letto davanti a noi.
Seguo il suo gesto, voltandomi immediatamente nella direzione della mia amica che mi guarda scioccata. Non si cambierà davvero davanti a noi, è impossibile... Prima che possa portare a termine il mio pensiero Eloise si porta le mani sugli occhi, e istintivamente faccio lo stesso.
"Ho fatto! Potete tornare a comportarvi da adulte adesso!"
Allargo leggermente le dita delle mani per verificare che non stia mentendo e fortunatamente lo trovo con indosso i suoi boxer.
"Sei pazzo! Mi fermi la crescita così! E ti ho fatto una domanda, sei pregato di rispondere!", lo rimprovera la mia amica.
Annuisco, sostenendo la sua tesi. Non dovrebbe prendersi certe libertà, soprattutto dopo averci ignorate per tutto questo tempo.
"Come se non aveste mai visto un uomo nudo prima!", ribatte apparentemente divertito.
Cerco di non farmi tentare dalla voglia di ribattere e dare luogo ad un battibecco che una volta ultimato, risolverebbe ogni cosa. "Cosa è successo ieri sera?" domando.
Alza le spalle voltandosi in direzione della finestra. "Una serata incredibile a casa di mio fratello. Le amiche di Inger sono simpatiche, molto bionde e molto carismatiche, decisamente poco simili ai danesi che ho conosciuto finora, quindi mi sono sentito autorizzato a fare un esperimento sociale e cercare di capire il motivo. È stato illuminante."
Se pensa che fare finta di nulla sia la soluzione, si sbaglia di grosso. "Jamie", lo richiamo.
"Si, Gracy? Sei pronta per la tua fantastica sorpresa?", si volta ormai completamente vestito nella nostra direzione, mostrandoci un grande sorriso.
Incrocio le braccia al petto guardandolo con disappunto. "Sono pronta per ascoltare la verità."
Jamie mantiene il suo sorriso per quale secondo, lasciando spazio poco dopo ad un altro sorriso, del tutto diverso dal primo. "La verità è che sono un pessimo amico", afferma.
Eloise interviene prontamente. "Non è vero."
Jamie annuisce, incamminandosi in direzione del letto. Si siede non appena lo raggiunge, mettendosi comodo davanti a noi. "Ieri sera sono stato uno stronzo, sembra che ultimamente sia la cosa che mi riesce meglio e lo riconosco. Il problema fondamentale sta nel cercare di non esserlo, ma fallisco di continuo."
"Cosa è successo prima di partire?" domando.
Non mi piace che si dipinga in questo modo. Jamie è tante cose, diverse, in contrapposizione la maggior parte delle volte, ma è anche una delle persone migliori che io abbia mai incontrato.
"Ho litigato con Lily, per la centesima volta nelle ultime settimane ed è la stessa cosa che ho fatto con Matilda. Sono uno stronzo perché non riesco a capire cosa voglio dalla mia vita, sono un vero stronzo perché non riesco a lasciare andare nessuna delle due e in questo momento vorrei non averle mai incontrate e poi penso che è assurdo, perché mi sarei perso la maggior parte delle cose positive che mi sono successe da quando sono al mondo, e torno ad essere un dannato cane stronzo che si morde la coda."
Le mie intuizioni erano corrette. Ho visto Jamie crollare in poche occasioni e tutte le volte che è successo, Lily e Matilda erano le protagoniste. Pensavo che fosse solo questione di tempo, che avrebbe capito presto cosa fosse più giusto per lui, ma evidentemente mi sbagliavo.
"Può succedere Jamie, lo hai detto anche tu stamattina. C'è sempre una persona capace di metterci in difficoltà, devi solo capire cosa vuoi davvero e probabilmente non lo troverai in nessuna delle due", afferma Eloise stringendosi le gambe al petto.
Forse ha ragione, forse dovrebbe provare a stare lontano da entrambe e vedere cosa succede, ma non mi sento la persona più indicata per dargli consigli di questo tipo, visti i precedenti.
"Gracy", mi richiama il mio amico, sdraiandosi fra me e Eloise.
Lo guardo, in attesa. "Promettimi che non darai di matto quando ti dirò quello che penso."
C'è solo una cosa che mi farebbe dare di matto, quella che ho supposto fin troppe volte da quando conosco il ragazzo dagli occhi blu davanti a me, e devo metterci tutta la mia buona volontà per non dare di matto. "Mad", affermo.
Lui annuisce, senza perdere il contatto visivo con me. "Prima che se ne andasse non c'era nessun problema, non avevo vere relazioni e questi problemi erano ad anni luce da me. Stavo con Lily, sono stato con lei per un sacco di tempo e l'amavo, ma tutto passava in secondo piano quando stavo con Mad. È come se vivessi in due realtà differenti, quella con Mad e l'altra, con il resto del mondo. Quando se n'è andata sono rimasto con un'unica realtà, quella più difficile. Sono rimasto spiazzato, senza la persona con cui condividevo la maggior parte delle giornate. Era la mia migliore amica, la persona su cui facevo riferimento e non mi sono accorto dello sbaglio che stavo facendo, dando a quel rapporto un'importanza diversa da quella che avrebbe dovuto avere. Il mio mondo girava intorno a Mad, non alla mia fidanzata, e la sua partenza ha sconvolto ogni cosa."
Rimaniamo in silenzio, non so che significato dare alle sue parole. Eloise ci osserva entrambi, e non la ringrazierò mai abbastanza per riuscire sempre a dare luce ai miei pensieri, quando io ho troppa paura per farlo. "Sei innamorato di Mad?"
Jamie sorride amaramente. "Sarebbe la soluzione più facile, ma non lo sono. Ho pensato di esserlo, ma più il tempo passava, più la sua mancanza rimaneva una cosa fine a sé stessa. Ho trovato altre amicizie, amicizie sane, ho trovato voi, e una delle mie realtà si è sistemata, ma l'altra continua ad essere complicata. Matilda è incredibile, è coraggiosa, abbiamo la maggior parte degli interessi in comune, mi tiene testa e con lei posso condividere tutto quello che faccio quotidianamente, ma Lily è speciale, è bellissima, è dolce, riesce a tirarmi fuori cose che non riuscirei a dimostrare a nessun altro e nonostante pensassi che fosse la persona giusta per me, non lo è. Quando il tempo passa sento le mancanze, quelle che Matilda riesce a colmare e viceversa. Mad riusciva a darmi ogni cosa, come amica, come qualcosa di platonico che so non riuscite a comprendere ma è così, e io non riesco a uscirne. Mi hanno dato un ultimatum entrambe, prima che venissi da te in ufficio Gracy, e mi sono sentito uno stronzo. Sono uno stronzo."
Per quanto io sappia cosa voglia dire sentire la mancanza di Mad, non riesco a comprendere la sua difficoltà nel fare una scelta e probabilmente il suggerimento di Eloise era quello più giusto. "Sono forse la persona meno indicata per darti questo suggerimento, ma credo che nel tuo caso, sia la cosa migliore. Dovresti provare ad allontanarti da entrambe, a conoscere altre persone, altre ragazze, perché finché rimarrai legato a Mad e a quello che la sua amicizia ti dava, non riuscirai mai a uscirne. La lontananza potrebbe aiutarti anche a capire chi delle due ami davvero, perché Jamie, non puoi amarle contemporaneamente, non allo stesso modo."
Il biondo sorride, allungando una mano nella mia direzione. Mi appoggia il dito indice sul naso, tamburellando due volte. "Non tutti abbiamo la fortuna di trovare la persona della nostra vita al primo colpo Gracy e sono dannatamente geloso del rapporto che avete tu e Harry. In quel caso non ci sarebbero dubbi, non ci sarebbero se o ma. Avere la certezza che avere voi, è speciale, qualcosa di raro anche se per te è la cosa più semplice del mondo."
"Lo so, ma questo non ti autorizza ad arrenderti. Non sei uno stronzo Jamie, sei solo confuso e hai bisogno di tempo per chiarirti le idee, ma sei una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto. Restare nel limbo in cui sei non ti aiuterà, semplicemente apri gli occhi, aprili davvero e guardati allo specchio perché non hai bisogno di nessuno se non di te stesso. Non hai bisogno di Mad, e nemmeno di noi. Non hai bisogno di Lily, né di Matilda, hai bisogno di te stesso, e finché non riuscirai a bastarti da solo, non risolverai la situazione."
Eloise sorride annuendo. "Non avrei saputo dirlo meglio. Sei solo una testa di rapa Bower, ma non uno stronzo, altrimenti te lo avrei già fatto notare più e più volte, fino a farti passare la stronzaggine per stordimento."
Rido accompagnata dal mio amico che finalmente ci regala un sorriso sincero. Merita qualcosa di bello per il futuro, una ragazza che lo faccia ridere sempre così, una di quelle di cui sarò sicuramente gelosa, ma che a lungo andare diventerà una delle persone di cui vorrò circondarmi.
"Immagino sia giunto il momento di farmi perdonare, quindi visto che non avete apprezzato lo spettacolino di prima, dovrò passare alle maniere forti", afferma Jamie, alzandosi dal letto.
Sia io che Eloise seguiamo i suoi gesti mentre cerca qualcosa nella sua valigia. La trova quasi immediatamente e portandola con sé, ritorna sul letto vicino a noi.
"Ci stai regalando una delle tue magliette?" domando.
"No Gracy, di quelle ne hai già troppe. Coraggio, aprite il pacchetto!"
Eloise annuisce afferrando il pacco regalo dalla carta scura che Jamie ha posizionato sul materasso. Osservo attentamente i suoi gesti fino a quando estrae dalla busta quelle che hanno tutta l'aria di essere due magliette.
"Sei pazzo!" esclama Eloise ridendo di gusto.
"Condividi con il prossimo!", affermo, rubandogliele dalle mani.
Apro la prima maglietta e rimango a fissarla a bocca aperta con un sorriso divertito in volto. "I love Harry Styles?"
Jamie annuisce. "Esatto, e quella per Eloise è ancora meglio: This girl has a One Direction infection! E ovviamente siete obbligate ad indossarla al concerto, me lo dovete per la tortura in sidecar."
"Assolutamente no! Credo di risultare abbastanza esaurita agli occhi di Louis così come sono, con questa sarebbe la fine!"
"La fine di cosa?" domanda Jamie divertito.
Eloise sbuffa. "La fine e basta Bower, non è necessario specificare!"
Prima che Jamie abbia il tempo di rispondere, prendo la parola. "Grazie Jamie, la indosseremo e non sarà la fine di niente, andrà tutto bene."
"Dici così perché rimarrai senza ancora prima di averla mostrata, Grace!"
"Eloise!"
"È colpa di Jamie che mi ha fermato la crescita!"
"E io cosa c'entro con le cose che dici?!"
"Tu centri sempre Jamie!"
Lo diciamo insieme, o meglio lo urliamo in perfetta sincronia, fatto che ci porta a ridere come bambini. In fondo è quello che siamo; bambini racchiusi nel corpo di adulti, ma è proprio questo il bello.
"Va bene, ora che la normalità è stata ripristinata posso ascoltare i vostri consigli e allargare i miei orizzonti! Ci vediamo dopo il concerto?" domanda alzandosi dal letto.
Eloise annuisce, guardando scettica la maglietta che dovrà indossare. "Conta sulla mia presenza, io non avrò nessuno che mi tratterà!"
Sorriso scuotendo la testa, Jamie ci saluta con un gesto della mano e ci lascia sole alle prese con i preparativi che si fanno più complicati del previsto.
Eloise è un fascio di nervi e io sono semplicemente troppo euforica per riuscire a calmarla, cosa che a sua volta lei non riesce a fare con me. Raggiungiamo quindi lo stadio riuscendo ad immedesimarci perfettamente nel clima che si respira.
"Harry continua a chiamarmi", affermo osservando il suo nome lampeggiare sul display per l'ennesima volta.
Eloise si guarda intorno allarmata. "Abbassa la voce! Non ho intenzione di essere assalita dalle fan!"
Alzo gli occhi al cielo. "Come se Harry Styles fosse l'unico Harry sulla terra, e io risultassi credibile!"
"Nel caso non te ne fossi accorta, da qualche anno a questa parte non è solo la sua faccia a comparire sui giornali."
Ok, Eloise ha ragione. Devo ancora abituarmi a questo particolare, quando lascio Londra tendo a dimenticarmene, ormai la tecnologia non ha limiti, quindi ci sono molte più persone che sanno chi sono. In certe occasioni preferirei tornare indietro, io e il mio mantello dell'invisibilità eravamo una coppia perfetta dopotutto.
"Va bene, mando un messaggio a Greg", rispondo.
Lo informo del nostro arrivo e prima che me ne possa accorgere siamo dentro lo stadio scortate da due ragazzi dello staff. Ci accompagnano ai nostri posti, e finalmente riesco a calmarmi, cosa che invece non riesce a fare la mia amica.
"Quando inizia?" domanda guardando contrariata le tre ragazze agitate e urlanti al nostro fianco.
Guardo l'orologio prima di risponderle. "Tra dieci minuti."
"Troppo tempo, tutta questa agitazione mi sta contagiando Grace!"
Sorrido divertita. "L'ho notato, pensa che sono solo loro, solo Harry, Louis, Niall e Liam, quelli che conosciamo, i nostri amici. Nulla di più, nulla di meno."
"Come ci riesci?" domanda sorridendomi.
"Non lo so, probabilmente perché per me è sempre stato Harry, prima di essere Harry Styles e nonostante vederlo su un palco faccia un certo effetto, è sempre e solo Harry."
Eloise appoggia la testa sulla mia spalla sospirando rumorosamente. "Sei forte Gracy."
La imito appoggiando la testa sulla sua, ripristinando quell'incastro perfetto che mi piace tanto. "Qui la roccia sei tu, El."
Lo è davvero, la mia roccia personale, a cui voglio tanto bene.
Il concerto inizia e il mio cuore prende a battere forte non appena Harry fa il suo ingresso. Ho avuto modo di assistere a tanti concerti da quando ci conosciamo e adoro farlo. Penso che non diventerà mai un'abitudine, tutto ciò che lo vede coinvolto non lo sarà, perché ogni giorno riesco a scoprire qualcosa della sua personalità che mi affascina.
Il suo modo di vedere le cose, le piccole variazioni che fa quando canta, l'entusiasmo che vedo dipinto sul suo volto quando ha un microfono in mano, come se a tutti gli effetti quello sia il posto destinato a lui. Amo vedere la sua passione che riesce a trasmettere a chiunque, amo lui, come il primo giorno.
Ci lasciamo trascinare dalla folla come succede ogni volta, Eloise si rilassa e lo faccio anch'io, nonostante la voglia di abbracciarlo aumenti secondo dopo secondo, canzone dopo canzone.
Ho indicazioni precise da parte di Greg affinché tutto vada secondo i piani e quando la fine del concerto si avvicina, ci incamminiamo lungo gli spalti. Steve ci aspetta come concordato, con il suo sorriso confortante nonostante l'aria da duro. Ci accompagna dietro il palco, e non appena raggiunti, ci fa accomodare nei camerini e l'ansia inizia a farsi spazio dentro di me.
Ho voglia di vederlo, di guardarlo, di toccarlo, talmente voglia che non riesco a stare seduta. Cammino avanti e indietro sotto lo sguardo divertito di Eloise che di tanto in tanto cerca di distrarmi con osservazioni divertenti.
Un boato di urla si sprigiona dallo stadio costringendomi a fermarmi sul posto. Il cuore batte velocissimo, le mani tremano, come se fosse la prima volta che lo vedo, e devo sforzarmi per restare dove sono, per non uscire dalla porta e corrergli incontro.
Le voci al di là della stanza si fanno più vicine, rumorose, sinonimo del fatto che tutto lo staff è al lavoro, che loro sono più vicini, che lui sarà qui ancor prima che io possa accorgermene.
La porta si apre e Louis fa il suo ingresso. Eloise si alza istintivamente dalla sedia, facendo un passo al mio fianco. Gli occhi blu di quello che ormai posso considerare un amico, passano curiosi da me, alla mia amica, prima di lasciare spazio ad un grande sorriso che accompagna la sua avanzata nella nostra direzione.
Se fossi meno ansiosa ricambierei, presterei più attenzione alla reazione di Eloise, ma tutti i miei sensi sono concentrati sulla porta dalla quale fanno il loro ingresso Niall e Liam che come Louis, ci regalano dei sorrisi sinceri.
Riesco a malapena a ricambiare perché tutto torna a fermarsi quando un paio di occhi familiari si fermano su di me. La sua avanzata si interrompe, sul suo viso si rincorrono emozioni contrastanti, ma chi vince è il suo sorriso fantastico; uno di quelli che dedica soltanto a me, uno dei nostri, uno dei più belli.
È sufficiente questo per rimettere in moto tutto, perché il mondo prenda a correre insieme alle mie gambe che si dirigono nella sua direzione. La mia corsa si ferma fra le sue braccia, quelle che mi stringono forte, che sanno di casa, di lui, dell'unico posto in cui non stancherò mai di stare. Mi aggrappo alle sue spalle, al suo profumo, a tutta la felicità che provo in questo momento nell'averlo davanti a me.
Le sue braccia non smettono di stringermi, nemmeno mentre le sue labbra si posano sulle mie. Ogni bisogno, esigenza, viene annullato da questo gesto che mi trovo a ricambiare con foga. Sembra assurdo, sembra impossibile che questa scintilla non si spenga mai, ma più il tempo passa, più l'alchimia che c'è fra noi brucia, scoppia, cresce e non vedo l'ora di scoprire come si evolverà in futuro.
"Ehm, Ehm."
Qualcuno ci ricorda che non siamo soli, che ci sono altre persone qui, e che sarebbe opportuno recuperare il tempo perso in separata sede.
Harry sorride sulle mie labbra, prima di allontanarsi di poco da me. Mi tiene stretta nonostante stia spostando il suo sguardo sul resto dei presenti. "Ciao, El!", saluta facendo un cenno con la mano.
"Ciao anche a te Harry, è bello essere invisibile", afferma la mia amica divertita.
Louis sorride al suo fianco. "Con questa maglietta non potresti esserlo El, è lui che ha un problema che si chiama Grace."
Arrossisco istintivamente stringendomi il labbro fra i denti. Harry ride posandomi un bacio sulla testa. "Adoro avere questo problema", sussurra al mio orecchio.
Rabbrividisco istantaneamente, stringendomi maggiormente a lui. Amo il suo lato dolce, amo il modo in cui le sue semplici parole riescono ad arrivare dritte al mio cuore.
"Allora, a cosa dobbiamo questa piacevole visita?" domanda Niall, prendendo posto sul divano nero della stanza.
Louis lo imita seguito dagli altri. Mi incammino per fare lo stesso, ma prima che possa sedermi vicino alla mia amica, due braccia forti me lo impediscono, obbligandomi a prendere posto su una superficie decisamente più comoda. Le gambe di Harry sono comode, il suo petto muscoloso ancora di più, lo sono per me che ho bisogno di un contatto con lui più di ogni altra cosa al mondo.
Eloise intrattiene i ragazzi nel miglior modo possibile, distogliendo l'attenzione da noi. Cerco di prendere parte al discorso, di prestare attenzione, ma fatico a farlo dal momento che il tocco di Harry sulla mia schiena attira tutte le mie attenzioni.
Il fatto che lui sembri distratto quanto me mi consola, forse non sono l'unica ad aver perso completamente la ragione.
"Hai voglia di vedere una cosa?" sussurra al mio orecchio.
Ho voglia di stare da sola con lui, di non perdere mai il contatto con il suo corpo. "Sì", rispondo.
Sorride dolcemente lasciandomi un bacio su una guancia, prima di invitarmi ad alzarmi. Obbedisco, seguita da lui. "Ci vediamo fra un po'", afferma rivolgendosi agli altri.
"Niente nipotini, Mad è nel periodo: odio i bambini, e non lo sopporterebbe", ci avverte Liam divertito.
Arrossisco istintivamente, voltandomi in direzione della porta. Dovrei essere abituata a questo scambio di battute e non vedo il motivo per cui, se a Harry divertono, io non possa avere la sua stessa reazione da comune mortale.
La sua mano che cattura la mia, allontana qualsiasi dubbio. Ci incamminiamo per i corridoi dello stadio silenziosi, come se le nostre mani unite fossero sufficienti a comunicare quello che vorremmo dirci.
Harry svolta a destra, in direzione delle tribune. Lo seguo, salendo le scalinate che portano all'ultimo anello, quello più alto. Quando lo raggiungiamo lascia la mia mano, ma non ho modo di protestare perché lo spettacolo che questa altezza ci offre, attira tutta la mia attenzione.
Lo stadio è silenzioso, ad eccezione dei rumori provenienti dal palco. Lo staff sta provvedendo a sistemare per il prossimo concerto e tutto diventa surreale. Non ho mai visto uno stadio vuoto, mai così silenzioso e poco illuminato e tutta questa atmosfera mi trasmette tanta tranquillità.
"È bello, vero?"
Mi volto trovando i suoi occhi ad accogliermi. Lo fanno sempre, in ogni istante, come se fossero sempre puntati su di me e io catturassi tutte le sue attenzioni. "Bellissimo, è qui che vieni quando mi chiami?"
Annuisce sorridendo appena. Siamo ad un metro di distanza, io appoggiata al parapetto in ferro e lui seduto sugli spalti davanti a me e sento già la necessità di avvicinarmi. Mi trattengo, cercando di gustare questa atmosfera speciale che ci circonda.
"Sì. Mi siedo qui, mi guardo intorno e per un secondo tutta la frenesia si ferma. Posso fingere che sia tutto normale, che tu non sia così lontana e sto meglio. È diventata un'abitudine necessaria ormai, e oggi tu l'hai resa ancora più reale."
Mi osserva, sempre, mi guarda come se ci fossi solo io all'interno di questo stadio enorme e il mio cuore prende a battere all'impazzata. Si può amare così tanto? Può il mio sentimento continuare ad aumentare, senza fermarsi mai?
"Vieni qui", afferma allungando la mano nella mia direzione.
La afferro lasciandomi trascinare fra le sue braccia, il posto in cui non mi stancherò mai di stare.
Accarezza le mie gambe, portandomi più vicina a lui. Le mie mani si aggrappano automaticamente dietro al suo collo e il suo sguardo torna ad incastrarsi perfettamente nel mio.
"Grazie", sussurra.
Intrappolo le mani fra i suoi capelli facendole scorrere avanti e indietro. Mi manca tanto, mi mancano semplici gesti come questo. "L'avresti fatto anche tu al mio posto, Harry."
"Indossare una maglietta con il tuo nome sopra?" domanda divertito.
Rido scuotendo la testa. "No, avresti perso il tuo sex appeal e non potrei proprio permetterlo."
Il sorriso che mi rivolge sarebbe in grado di illuminare l'intero stadio. Le sue mani corrono sui miei fianchi, sotto il tessuto della maglietta che Jamie ha avuto la brillante idea di regalarmi, donandomi una sensazione magnifica. "Tu invece sei incredibilmente sexy così, dovresti usarla sempre come pigiama."
Scuoto la testa cercando di ignorare il rossore che dopo tutto questo tempo, lui riesce ancora a far comparire sulle mie guance. Continuo con la mia tortura ai suoi capelli, beandomi del suo tocco sulla mia pelle. I nostri occhi si cercano, le nostre mani anche e non passa molto prima che le nostre labbra si uniscano, togliendomi il respiro.
Mi trovo seduta a cavalcioni su di lui, completamente a contatto con il suo corpo caldo che mi è mancato tantissimo. L'unico rumore udibile è quello dei nostri respiri che si fanno sempre più affannosi, complici. Lo stringo a me, alla ricerca di un contatto maggiore. Ho bisogno di lui, ho bisogno della sua presenza e del suo amore.
Le sue mani mi comunicano la stessa esigenza e non perdo tempo a fare lo stesso. Sfioro il suo petto muscoloso al di sotto della maglietta, accumulando altro calore.
Le sue mani intrappolano il mio viso costringendomi a guardarlo. "Piccola...".
Non mi stancherò mai di sentirlo, mai di guardare con i miei occhi l'intensità racchiusa nei suoi, quando mi chiama in questo modo.
Ci sono momenti in cui penso di non farcela, altri in cui vorrei che lui fosse semplicemente Harry, ma probabilmente se così fosse, non sarei qui, non l'avrei mai incontrato e mi sarei persa l'occasione di vivere l'emozione più grande della mia vita.
Le sue mani grandi rimangono ancorate al mio viso, il suo sguardo a cercare il mio costantemente. Mi studia, osserva tutti i particolari del mio viso con un sorriso appena accennato.
"Perché sorridi?" domando, posando le mie mani sulle sue.
Harry scuote la testa stringendosi il labbro inferiore fra i denti. "Perché non avrei mai immaginato di voler tanto qualcosa, come sto facendo in questo momento o, per meglio dire, in questo periodo."
"Posso avere l'onore di conoscere i tuoi pensieri?"
Harry non lascia la presa sul mio viso, lasciandomi un bacio leggero sulle labbra. "Sempre", sussurra.
Lascio la presa sulle sue mani, facendole scorrere fra i suoi capelli, in attesa. I secondi passano e le sue labbra si posano delicatamente e ripetutamente sulle mie, nel modo più dolce possibile. "Un giorno ti chiederò di sposarmi. Se la mia vita non fosse quella che è adesso, l'avrei già fatto senza pensarci due volte."
Se il mio cuore non fosse così forte, probabilmente esploderebbe. Siamo in un stadio vuoto, probabilmente il luogo meno romantico del mondo per fare una confessione di questo tipo, ma è anche uno dei motivi che me la fanno apprezzare così tanto.
Ho sempre sognato di sposarmi e mentirei se dicessi che, da quando Harry è entrato nella mia vita, non ho mai pensato ad un matrimonio con lui. L'ho fatto di continuo, inconsciamente, nonostante fossi consapevole che non sarebbe successo tanto facilmente. Eppure eccoci qui. I miei occhi lucidi, le mie emozioni che esplodono tutte insieme e lui pronto ad accoglierle, con le sue mani grandi che mi tengono stretta, in attesa di una risposta.
"Sì", affermo spostandogli i capelli dalla fronte.
"Sì?"
Sorrido appoggiando la fronte sulla sua. "Sarà la risposta che ti darò quando me lo chiederai", sussurro sulle sue labbra.
Il sorriso che mi regala prende immediatamente il posto di un bacio che sostituisce tutta la felicità che a parole non potremmo dimostrare. Mi sento legata a lui, in ogni istante della giornata, anche se lui non è fisicamente con me, la certezza di averlo al mio fianco è sempre viva, costante e non credo ci sia sensazione più bella di questa.
Il sentimento è talmente forte, da annientare la paura. Il timore che tutto un giorno possa finire viene meno, quando il sentimento che provo si fa così vivo e vero.
"Quando ripartirai?" mi domanda, portandomi più vicina a lui.
Lo assecondo intrappolando i suoi capelli fra le dita. "Domani sera."
Si avvicina al mio viso posandomi un bacio delicato. "Quindi sei mia fino a domani?"
Annuisco spostandogli i capelli dal viso. "Sono sempre tua, Harry."
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti, belli e brutti, ma la bellezza è soggettiva, quindi all'unanimità siamo tutti belli!
Dopo questa considerazione molto profonda, posso passare alle cose serie, o quasi ... HO AGGIORNATO! È sempre un colpo al cuore scrivere questa storia, Harry e Grace mi mancano tantissimo e ogni tanto sento l'esigenza di dedicare le mie attenzioni a loro :D
Quindi eccovi un capitolo di quasi 8000 parole, per aiutarci a colmare la mancanza :D
Non mi resta che salutarvi e augurarvi solo cose positive!
Al prossimo capitolo ;)
Greta :*
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