Capitolo III Terza parte


Cole riemerse dalle sue memorie, scoprendo di esserci rimasto abbastanza tempo perché la navetta si avvicinasse alla stazione. Il traffico di navi attorno a quella tentacolare medusa nera – quella era la forma più vicina a descriverne la sagoma – era davvero impressionante: essendo solo una stazione la quantità di mercantili, trasporti civili e navi diplomatiche in circolazione era paragonabile al mondo natale medio di una specie in via di sviluppo. Umanità e una manciata di altri rari casi esclusi.

Aleskey non aveva mai fatto studi approfonditi sulla stazione, sapeva più o meno quanto tutti conoscevano: Ankhoral era stata "donata" dagli Oray alla causa della pace e della concordia circa cinquecento anni prima, quando sulla Terra ancora si sprecavano risorse e tempo per combattersi l'un l'altro in una sequela interminabile e deleteria di puerili conflitti interni. Di fatto guerre civili, anche se i contendenti parlavano lingue diverse e si consideravano membri di popoli differenti.

La stazione era stata collocata in una zona di spazio neutrale che tale era rimasto, nonostante a pochi anni luce dal sistema solare in cui era situata erano cadute e sorte potenze. Federazione compresa.

Era una zona totalmente franca, il ché voleva dire niente fisco, di qualunque razza fosse. Col tempo era diventato uno snodo commerciale vitale e una citta abitata permanentemente da un gran numero di persone, nella quale a nessuna forza militare era permesso il transito. Solo gli Oray, in quanto gestori della stazione, detenevano lì una presenza militare permanente. Un cavillo elegante attraverso il quale gli Spettri potevano di fatto imporre con la forza alcune decisioni, mascherandole con falsa bonomia e legalità. Proprio nel loro stile.

"E quella?" indicò a un tratto al pilota; la manovra di avvicinamento alla stazione l'aveva fatta emergere fra le infinite file di navi mercantili in transito. "Un'ammiraglia Oray qui?" fece Aleksey perplesso e sospettoso.

"Vedo che l'ha riconosciuta da solo, signore" disse il pilota riferendosi all'abnorme nave angolosa, lunga almeno sei chilometri. "È l'Aurora Nascente, la nave personale di un pezzo grosso degli Spettri. Forse addirittura un Inquisitore a giudicare dalle dimensioni del bestione. È arrivato un paio di giorni fa e non si è più mosso: se ne sta lì, poco a largo della stazione malgrado ci siano degli attracchi abbastanza grandi da ospitarlo. Non fa nulla, non si muove, né comunica con le navi che gli passano vicino, si limita ad analizzare il circondario. È snervante."

Cole annuì, riflettendo.

"Signore, attenzione: stiamo per entrare nell'area di gravità artificiale di Ankhoral" lo informò il copilota, proseguendo.

Aleskey si risistemò appena in tempo per il ritorno del peso, avvenuto all'imbocco di un tunnel da parte della navetta. Dopodiché le operazioni di sbarco si svolsero molto rapidamente, nel giro di dieci minuti si trovò in uno dei corridoi d'accesso alla grande cupola centrale.

Dopo aver superato i sensori per il controllo sul contrabbando e sulle armi – fortunatamente automatico, dato che non aveva lo stomaco di incontrare un Oray sin da subito –, varcò la soglia e fu finalmente ad Ankhoral.

Aleksey fece scivolare lo sguardo su quanto aveva vicino, acquisendo i particolari del circondario: l'ambiente – un corridoio molto vasto – era alquanto arioso, ergonomico e palesemente adattato perché fosse gradevole all'occhio di più razze possibili; e infatti, il numero di genìe differenti che poteva vedere solo fra le centinaia di persone che gli camminavano attorno superava la trentina senza sforzi. Be'... alcuni camminavano davvero: la maggior parte strisciava, caracollava su quattro zampe o levitava tranquillamente.

"Capitano Cole?" lo raggiunse una voce imperiosa.

Interruppe il suo esame preliminare e si volse, trovandosi dinanzi un tenente anziano sui trentacinque anni, completamente rasato e glabro in volto, con la divisa immacolata.

"L'hai trovato" rispose, additandolo con l'indice e avvicinandosi a lui.

L'ufficiale lo squadrò da capo a piedi, senza celare assolutamente la disapprovazione per il modo personale con cui Aleksey indossava la divisa, tecnicamente non conforme al regolamento.

"Sono il tenente Bauregard e sono stato incaricato di condurla alla sezione riservata all'ambasciata federale" comunicò, mettendosi rigidamente sull'attenti e parlando come se fossero in un campo di Marte per l'addestramento degli assaltatori. Non pochi alieni si girarono a guardarlo con manifesta perplessità.

"Sì, anche io sono felice di vederla, Tenente. Ma non proprio a quei decibel, si contenga per favore, eh?" gli disse, sorridendo e dandogli una leggera pacca sulla spalla.

"Agli ordini, signore" replicò atono, abbassando appena l'intensità.

Aleksey sospirò rassegnato. "Allora, cosa prevede il giro turistico?"

"Nessun giro turistico, signore" disse l'uomo, scuotendo il capo. "Ho l'ordine di condurla subito dal viceammiraglio e dall'ambasciatore. Desiderano incontrarla immediatamente."

Aleksey lo guardò stranito e decise di abbandonare il sarcasmo. Su quell'uomo scivolava lasciandolo indenne.

"Addirittura immediatamente? Nemmeno fossi un ammiraglio" commentò divertito.

"Questi sono gli ordini che ho ricevuto, signore."

"Non ne dubito," concordò e dopo avergli fatto un cenno, seguì Bauregard dentro la fiumana di persone, alla volta della cupola principale: il cuore della stazione, la vera Ankhoral.

Angolino dell'autore:

Ciao a tutti! Spero che la storia vi stia piacendo, dato che in pratica inizia ora. Se così, fatemi sapere la vostra opinione!

*l

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