Capitolo 13

ALEX.

Saluto Skyler e Rebecca ,e mi avvio verso casa . Entro in casa, e vado direttamente in camera mia. Lascio cadere la cartella sul pavimento,e mi butto sul letto. Sono le tre, e stasera devo andare a quello stupido appuntamento. metto la sveglia alle sei,e mi impongo di dormire. La testa si sgombra dai pensieri,e in un attimo sento le palpebre farsi pesanti.

La sveglia suona impeccabile alle 18:00 come l'avevo impostata. Vado in bagno e mi guardo allo specchio. il mascara rovinato,e la matita sciolta mi contorna gli occhi. Ho l'aspetto clown,così apro il mobiletto in alto e prendo lo struccante.

Una volta rifatto il trucco, e "pettinato" la mia chioma indomabile,scendo al piano di sotto.

<< Esci Alex? >> la voce di mia madre echeggia nella stanza silenziosa fino a poco fa.

<< Sì,vado da Skyler. >> leggo sul suo viso che non sa cosa rispondere.

<< Ehm,okay divertiti.>> spalanca le braccia portandomele al collo. Era da una vita che non abbracciavo mia madre,ma più i secondi passano,più l'abbraccio diventa lungo e opprimente.

<<Okay,fine dell' abbraccio. >>dico scostandola.

Percorro il salotto, e apro la porta per poi chiuderla alle mie spalle. Infilo le cuffiette e faccio partire la playlist. Cammino guardandomi attorno,e vedo tutto quello che mi circonda. Persone che all'apparenza magari potrebbero sembrare felici,ma in realtà stanno lottando disperatamente contro la vita. Io non riuscirei a fingere. L'essere umano è strano,ogni individuo è diverso dall'altro,ed è pazzesco che a volte una persona, possa cambiare l'umore di un altra. Come è successo a me.

Attraverso la strada, arrivando davanti l'ingresso del palazzo dove vive Skyler. Salgo le scale, e una volta che mi ritrovo sulla soglia della porta di Skyler busso al campanello.

<< Hey, Alex! Vieni entra c'è Ed,ma stava giusto andando via. >> si gratta la nuca nervosa.

<< Se disturbo me ne vado Skyler,non preoccuparti. >> mi mette una mano sulla schiena spingendomi ad entrare.

<< Non dirlo neanche,entra! >>

Mi sorprende vedere Edward seduto sul divano senza maglia,coi pantaloni sbottonati. Mi sa che ho sbagliato a non avvertire Skyler del mio arrivo.

Appena mi vede,s'infila subito la maglia,e si aggancia i jeans.

<< Hey ,Alex che tempismo. Stavo giusto andando via,vi lascio alle vostre cose da donne. >>

<<Okay. >> dico,la mia espressione indecifrabile.

Ed prende Skyler per la vita, salutandola con un bacio. Fa un cenno con la mano e va via.

<< Bene,ora che siamo sole,che succede? >> Mi siedo a gambe incrociate sul divano,e sbuffo.

<<Skyler,non voglio andare a quell'appuntamento. >> Sgrana tanto d'occhi.

<< Ma perché, non lo conosci neanche, magari è meglio di quello che pensi.>> inarco un sopracciglio stupita.

<<Sei seria,o scherzi? >> scoppia in una fragorosa risata.

<<Alex,dico sul serio, dai una chance al quel ragazzo,non voglio più vederti triste per un presente che non ha futuro. >> La rabbia mi ribolle nelle vene, emetto un verso di frustrazione.

<<Io non ci sto male è chiaro? Se né andato,fine della storia! >> Dico sbracciando.

<<Okay okay ,scusa >> dice alzando le mani in segno d'innocenza .

I discorsi tra me e Skyler, per qualche assurdo motivo,finiamo per parlare di , David e Rebecca, e di quanto siano adorabili insieme. Senza accorgermene è passata un ora e mezza, e devo correre a casa, alle otto e trenta ho un "appuntamento",quasi dimenticavo.

<<Skyler,vorrei continuare a parlare,ma devo andare si è fatto tardi. >>

<<Okay,a domani. >> mi prende per un polso.

<<Hey,non essere prevenuta nei confronti di Logan stasera okay? Dimentica Zack. >> Annuisco ed esco fuori dall'appartamento. Accelero il passo,impiegando solo dieci minuti a rientrare a casa.

Infilo la chiave nella serratura e giro le mandate. Ogni volta che entro in questa casa un brivido mi sovrasta. Ho troppi ricordi in questa casa. Faccio un gesto con la mano,come per scacciare via i ricordi e vado in camera da letto. Apro le ante dell'armadio cercando qualcosa da mettere. Infilo i vestiti, e allaccio le scarpe. prendo le chiavi ed esco nuovamente.

Il tragitto per arrivare al District non è molto lungo. Intravedo le luci dell'ingresso e capisco che sono arrivata. Avevo sentito parlare di questo ristorante ma non ci ero mai andata.,almeno fino ad ora.

La grande insegna con su inciso DISTRICT,contornata da luci,spezza il buio della notte.

Sono precisamente lo otto e mezza. Inizio ad aspettare e senza che me ne accorga sono le nove meno un quarto. Inizio seriamente a pensare di tornare a casa,ma quando per farlo vedo due spalle large avvicinarsi , le luci della strada fanno sembrare i suoi occhi ancora più azzurri.

<< Scusa se ti ho fatto aspettare,stavi guardando il finale della partita. >> Mi ritrovo con la bocca spalancata.

<< Ah, questa è la ragione del tuo ritardo?>> fa una scrollata di spalle.

<<Esatto. >> Inghiotto la rabbia, e mi convinco a passare questa serata.

Entriamo e mi irrigidisco quando mi posa una mano sulla schiena,come se volesse guidarmi.

<< Tavolo per due? >> chiede il cameriere in bianco.

<< Si grazie. >> risponde lui con il sorriso più sbiancato che abbia mai visto.

Prendiamo posto,e dopo poco ci portano i menù.

<< Cosa prendi? >> mi chiede.

<< Credo che prenderò i spaghetti,tu? >> fa quasi un espressione stupita.

<< Io prendo la costata di maiale,le proteine sono in cima alla mia dieta. >> inarco la faccia in un espressione sconcertata,non mai visto un pallone gonfiato più montato di lui.

Dopo dieci minuti arriva il cameriere a prendere le nostre ordinazioni .

<< Allora ragazzi,cosa vi porto? >> dice con un sorriso cordiale.

<< Per me spaghetti, e un bicchiere di vino bianco. >>

<<E per lei signore?>>

<< Una costata di maiale,e una birra alla spina scura. >> Il cameriere sgrana tanto d'occhi mentre annota l'ordinazione.

Il cameriere va via,ed è calato un silenzio imbarazzante a riempire l'atmosfera.

<< Be' quindi,giochi nella squadra di Foot Ball. >> Sfodera un sorriso a cento denti.

<< Si nota tanto? >>

<< Abbastanza. >> mi limito a dire.

<< Grazie. >> Calo la testa senza rispondere,non so ben dire se era un complimento. La serata sta prendendo una brutta piega.

Per fortuna le inutili chiacchiere vengono interrotte dal cameriere che portal al nostro tavolo due piatti fumanti. Uno colmo di spaghetti,un altro pieno di costolette.

Prendo la forchetta ed inizio ad arrotolare la pasta alla forchetta.

<< Sono davvero buoni. >> dico. Alzo la testa dal piatto e non avrei mai voluto farlo. La visione di Logan che tiene la costoletta con le mani e mastica con la bocca aperta ,spargendo cibo masticato sul tavolo,mi fa salire un conato di vomito alla gola.

<< E' davvero squisita! >> Annuisco senza sapere cosa dire,questo ragazzo è disgustoso.

Lascio gli ultimi bocconi nel piatto,sono piena . Bevo l'ultimo sorso di vino che è rimasto nel bicchiere. Logan fa cadere la sua mano sulla mia,stringendola leggermente. Stringo i denti e lascio correre.

<<Magari potremmo andare a casa adesso e ... >> abbassa lo sguardo e si avvicina sempre di più.

<<Wow , frena! >> dico togliendo la mano,ma lui la riporta sul tavolo.

<<Andiamo,non fare la difficile. >> Afferro il piatto e gli butto addosso gli ultimi spaghetti rimasti.

<< Sei un cafone! >>

<<Lo sai che sei proprio una troia? >> Lo fulmino con un'occhiata truce.

<< Ma vaffanculo ! >> mi alzo e vado infuriata verso la porta.

La rabbia occupa tutto il mio corpo,e non riesco a pensare a nulla per calmarmi. Cammino così velocemente che quasi corro. Arrivo nel palazzo, vado dritta all'ascensore,e come sempre salgo al terzo piano. Infilo la chiave nella serratura e apro la porta. Mi tolgo velocemente i vestiti, per indossare dei pantaloncini della tuta,e una comoda canottiera bianca. Mi stendo sul divano ed accendo la televisione. Come al solito non fa niente di decente e mi ritrovo a guardare le repliche dei Robinson. Le avrò viste più di dieci volte .

Inizio a sentire freddo così mi alzo,e vado a prendere un plaid. Mi allungo sulle punte per arrivare al ripiano in alto. Prendo la coperta,e dal ripiano cade un vecchio album di foto impolverato. Mi siedo a gambe incrociate sul divano ed inizio a sfogliare l'album. Sono foto di Zack da piccolo. Alla quarta pagina dell'album mi ritrovo in una pozza di lacrime. Sorrido alla foto in cui fa i primi passi,e mi intenerisce vederlo così. Sono consapevole di non averlo dimenticato. Ma ora è peggio, è sparito. Avrei preferito non conoscerlo,che perderlo in questo modo così indelebile. Le lacrime non saranno mai abbastanza.

ZACK.

Guido la moto nel parcheggio del mio palazzo, e la parcheggio al suo solito posto. Entro nell'atrio e mi dirigo verso l'ascensore. Spero che Alex sia a casa. Picchietto la mano sulla gamba per allentare la tensione. Le porte dell' ascensore si aprono, e mi ritrovo difronte la mia porta. Giro la chiave nella serratura e apro la porta. Eccola, con la bellezza dipinta in viso. E' immersa in un fiume di lacrime e sta sfogliando un vecchio album di mie foto da piccolo. Appena mi vede il l'album le scivola dalle mani,cadendo sul pavimento. Sgrana tanto d'occhi,la mascella che sta per toccare il pavimento. E' così bello poterla rivedere.

<< Alex che fai? >>

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