Rivals
Il suono di ossa rotte seguì le urla della ragazza in rosa, ella era a terra inconsapevole di quello che le era accaduto, Melanie Ci mise un po' a capire quello che aveva fatto, dopo averle afferrato il polso ella aveva caricato in pugno che andò a colpire l'omero della ragazza rompendolo come se fosse un grissino, dopodiché la ragazza in rosa in ginocchio dal dolore e con il polso ancora nella mano della guardia non riuscì a difendersi da questo scambio di ruoli, la guardia non ci pensò due volte e con tutta la forza che aveva nel corpo iniziò a pestare la tibia della ragazza fino a romperla, la ragazza in rosa supplicava pietà.. Cosa che le venne concessa dopo che Melanie ebbe afferrato i capelli della ragazza e con foga e furia iniziò a sbattergli la faccia sul terreno rompendole il naso e forse uno zigomo, la guardia afferrò un coltello posto nella cintura della ragazza in rosa, si guardavano a vicenda, Melanie alzò il braccio destro che teneva il coltello e con l'altro teneva la ragazza in rosa a terra cercando di non farla scappare.
-Ti prego non uccidermi, sono troppo giovane per morire- disse la ragazza in rosa mentre chiedeva pietà per la sua vita
-Disse la ragazza che ha tentato di uccidermi prima, se devo avere pietà devi dire una scusa migliore di quella, mia cara...- replicò Melanie facendo intuire alla sottomessa che voleva sapere chi era
-Mi chiamo Trina Vega- disse la ragazza con tristezza. Melanie ci pensò su, Vega era un cognome familiare lo aveva già sentito, una lampadina si accese nella sua testa.
-Tori Vega, è lei quella ragazza trovata morta nel 2013 nel Freadbear family pizzeria. Giusto?-
Trina annuì, Melanie ripose quel pezzo del puzzle nella sua testa, aveva ancora il coltello tra le sue mani e Trina lo sapeva, voleva ucciderla, DOVEVA ucciderla, una voce molto profonda iniziò a ronzare nella sua testa come una zanzara fastidiosa, uccidila uccidila e nessuno lo saprà uccidila ed avrai la nostra protezione, Era decisa a farlo sentiva dentro di sé qualcosa che la spingeva ad abbassare il braccio, non sentiva più nulla attorno a sé la sua mente si era svuotata di colpo
-MARTHA WAYNE!!!- Urlò Trina, secondo la sua logica se aveva funzionato in Batman Vs Superman, poteva funzionare anche nella realtà.
La guardia stava per abbassare il braccio, nella sua mente si sentiva solo la parola "Ammazzala" e lo avrebbe anche fatto se non fosse stato per qualcosa che si innescò in lei, una voce, differente dalla prima, iniziò a dirle cose che al primo impatto non ebbero l'effetto atteso ma dopo qualche secondo iniziò a funzionare, trattieni la lama dalla carne degli innocenti, e così all'infinito, la guardia lanciò via il coltello e si alzò di colpo
-No. Non posso farlo, tu non mi hai fatto nulla di così male... A parte tentare di uccidermi, e ti perdono per questo, maaaaaa non so...- la guardia si allontanò brontolando qualcosa che nemmeno Trina riuscì a percepire, ella si alzò a fatica aveva tentato di uccidere un innocente e quest'ultimo l'aveva perdonata. Mormorò un grazie e cercò di scappare via sotto lo sguardo vigile e confuso della guardia, quando un qualcosa la scaraventò al muro con velocità impercettibile ad occhio nudo.
-Grazie per avermene lasciato un po' ora la finirò io- questa frase venne seguita da una risata nervosa, Melanie si girò e vide il purple guy, Trina urlò qualcosa che arrivò all'orecchio della ragazza come un suono strozzato, ma poi capì, si mise a correre verso la pizzeria senza mai guardarsi indietro, l'adrenalina scorreva nel corpo della ragazza come una droga, aprì la porta della pizzeria e se la chiuse alle spalle sbarrandola.
Melanie guardò l'ora, era mezzanotte e cinque, all'interno della pizzeria non si vedeva nulla.. Solo la luce della luna faceva percepire qualcosa nell'ambiente circostante, prese un respiro profondo e si guardò le mani tremolanti, chiuse gli occhi e le dita cercando di calmarsi, li riaprì e le mani non tremavano più, sentì un suono e decise che era meglio correre in ufficio.
Si ritrovò in un luogo completamente buio, era entrata lì aprendo una porta di metallo incredibilmente bloccata -qualcuno dovrà mettere dell'olio ai cardini di questa porta- disse la ragazza dopo esser entrata, vagò nel buio totale alla disperata ricerca di una scrivania ma si accorse troppo tardi di aver sbagliato strada, sentì dei passi pesanti, come se qualcuno stesse trascinando qualcosa, si nascose in un angolino ancora più buio della stanza stessa, dove si trovava? Non lo sapeva, decise di usare il suo "Sesto senso" e capì di essere capitata in un luogo che per lei era inaccessibile fino a qualche minuto fa, era nella famosa cucina del ristorante. Si guardò attorno cercando di memorizzare il luogo nella sua testa, le padelle erano appese al soffitto tramite un poggia pentole apposito, davanti a lei si trovava un piano di lavoro per la pasta da pizza e pane, invece ancora più avanti si trovava un piano per la cottura e frittura in generale, tra cui un piano per la cottura degli hamburger, si stava per spostare dal suo angolo buio in cui si era rintanata ma dovette fermarsi e nascondersi dietro il piano davanti a lei, qualcuno stava entrando lì.
-Ti prego lasciami andare!- disse una voce femminile, in cuor suo Melanie si pentì di esser scappata via avendo lasciato la ragazza in balia del killer viola, si sporse leggermente dal suo nascondiglio vedendo Trina a terra sanguinante senza forze per rialzarsi, vicino a lei si trovava il killer in viola.
-cosa sta succedendo?- disse la ragazza sottovoce, cercando di non farsi sgamare dal killer. Trina stava piangendo, che avesse capito ciò che l'aspettava? Forse, il killer la prese per i capelli alzandola fino ad arrivare alla stessa altezza, -Che cosa vuoi farmi?- Chiese Trina terrorizzata, notando che il killer aveva acceso la piastra che lentamente si stava scaldando attendendo nuova carne da bruciare, -Cosa voglio farti? Dovresti saperlo.. Tu hai perso il gioco della morte tre anni fa, scappando dalla pizzeria come una codarda- disse il killer mentre prendeva una paletta da cucina appesa lì vicino -tu lo sai meglio di me che, chi perde, dovrà scontare una penitenza.. Ovvero la morte. Una morte lenta e dolorosa- concluse per poi iniziare a ridere, con uno scatto poggiò la testa della ragazza in rosa sulla piastra bollente, ella ci mise un po' prima di iniziare ad urlare di dolore -come dice nostro signore... Porgi l'altra guancia- disse il killer tra le risa nel mentre faceva pressione sulla piastra bollente.
L'odore di carne bruciata si diffuse nella pizzeria come un gas, la guardia dovette trattenere i conati di vomito procurati dall'odore e dal sangue che vedeva colare dalla piastra, il killer le alzò la testa dalla piastra con violenza, senza preoccuparsi minimamente della pelle che aveva strappato dal volto della ragazza facendo quel gesto, controllò la ferita concludendo che non era abbastanza e con violenza la rimise sulla piastra, ridendo di gusto della sua opera, -anche con mia sorella ti sei comportata così? L'HAI TORTURATA IN QUESTO MODO? RISPONDI!- Chiese Trina tra le urla, il killer la guardò sorridendo, si avvicinò al suo orecchio sano e le sussurrò -E non solo, ha avuto una morte lenta e dolorosa, se quello che intendevi con la tua domanda. E la sai una cosa? Quando l'ho uccisa ho goduto come non mai!- concluse ridendo nel mentre Trina urlava, ma non erano grida di dolore o disperazione, erano grida di rabbia, una rabbia soffocata da anni una rabbia antica che in quel momento stava fuoriuscendo, Trina cercò di liberarsi dalla morsa del serpente, inutilmente, il killer aumentò la pressione sulla piastra per poi tirarla via, era stufa di quella tortura e pensò velocemente cosa fare per divertirsi ancora, il suo sguardo passò dalla piastra piena di pelle bruciata attaccata ad essa e alla ragazza, gli sorrise. -perché non ti siedi?- disse mentre una sedia appariva dietro a Trina, ella obbidì avendo paura del finale di quella situazione. Trina venne legata alla sedia senza possibilità di fuga, il killer la guardò negli occhi, sembrava preoccupata -Hai mangiato? Sembri sciupata, non ti preoccupare.. Ti preparo qualcosa io- disse mentre con la paletta scrostava la pelle dalla piastra, alcuni pezzi erano "al sangue" mentre altri erano "ben cotti" o "bruciati" il killer aprì a forza la bocca della ragazza, procurandogli dolori a causa della tortura subita prima, gli sorrise per poi mettergli la carne nella bocca, gliela chiuse per impedirgli di sputare. La ragazza non resistette e si divincolò finché non gli vomitò addosso, il killer non la prese bene e le mollò un pugno in faccia facendola svenire, schifata come se quella fosse una feccia da eliminare, nei suoi occhi si poteva notare una scintilla di qualcosa, le venne in mente un'idea, prese dell'olio di frittura che si trovava in un cassetto vicino al nascondiglio della guardia, quest'ultima attendeva l'andarsene del killer con una mano sulla bocca, ancora scioccata da quanto il sadismo e la malvagità di una persona potesse andare oltre la linea della normalità.
-Eccoti qui!- disse il killer trionfante, si diresse verso Trina con tranquillità come se nulla fosse accaduto, era in piedi davanti a lei, la guardia si sporse dal nascondiglio abbastanza da guardare e dal non farsi scoprire, il killer svitò il tappo dell'olio con molta calma, come se fosse una cosa da tutti i giorni, e con altrettanta calma, svuotò il contenitore di plastica sulla povera vittima, indifesa e ignara di quello che le stava per succedere, Melanie voleva agire.. Ma qualcosa la fermava, qualcosa di mistico la teneva ferma lì dove si trovava. Il killer non ci pensò su a lungo e con un accendino apparso magicamente tra le sue mani, innescò il meccanismo che faceva funzionare quel piccolo marchingegno, fissò la fiamma per qualche secondo, e poi buttò l'accendino in faccia alla ragazza, e nel mentre la ragazza andava a fuoco, il killer si mise a guardare il fuoco, elemento distruttore in grado di distruggere ogni cosa sulla faccia della terra, -Sei così caldo ed accogliente.. Ma anche pericoloso, siamo simili in fondo.. Le persone ed il fuoco, ho un luogo nella mia vita che mi fa sentire bene e mi scalda il cuore, ma senza di esso il mio cuore diventa freddo come il ghiaccio e non provo più nulla. Niente amore, niente emozioni, solo... Sete di vendetta e voglia, una voglia insaziabile di sangue.. Dimmi fuoco... Quanti ne devono morire ancora dopo di lei? Quanti dovranno subire la sua vendetta? Sono stanca di tutto ciò... Ho capito che la morte non cambierà nulla, tutti questi omicidi non cambieranno nulla. Tutto ciò, questa sorta di.. "Maledizione" va avanti da troppo tempo, da quando lui ha iniziato il tutto facendo partire queste reazioni a catena, colui che ha distrutto la sua stessa famiglia. Ho capito che con lei è una sorta di scontro mortale, stile Harry Potter, solo uno dei due può vivere. Sai, fuoco, mi sto rendendo conto di star vivendo la mia vita spingendomi sempre oltre i limiti, ma non sono stata in grado di sfuggire al mio destino. Alle guerre, al dolore. Dammi le risposte e il cammino che porta alla verità. Dimmelo una volta per tutte, dimmi come tutto avrà fine!-
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