44 - Fiamma viva
Forse è colpa tua se
Mi batte forte il cuore, quasi in contro tempo.
Sento freddo sulla fronte e riemergo da un sogno angosciante di stanze buie e asfittiche. Spalanco gli occhi quando il ghiaccio mi tocca il livido sull'addome. Lucia è accanto a me sul dondolo. Ha tra le mani un rettangolo ghiacciato avvolto in un panno.
«Pensavo fossi andata via».
Lei sorride. «Pensavi di esserti liberato di me?»
Mi rendo conto del sollievo che mi invade nel saperla di nuovo qui solo quando le strappo di mano il ghiaccio e mi inginocchio di fronte a lei. Sfioro le caviglie piano e salgo sulle cosce, le sollevo il vestito e la bacio dappertutto, lei cerca di resistermi, ma non ci riesce e alla fine si lascia andare. Mi alzo portandola con me, lei stringe le gambe sui miei fianchi e sarebbe così facile, così meraviglioso possederla così, senza ragione, seguire solo l'istinto e il suo profumo. Il vestito è risalito in vita e le stringo i capelli tra le mani come se potessi farla mia subito, stanotte, in questo posto straordinario. Invece, quando lei geme e si stringe di più a me, capisco che non posso andare oltre senza perdere il controllo e mi tiro indietro. La bacio sul collo e respiro quell'odore inconfondibile, che avrei cercato in futuro e per sempre su altre donne senza mai trovarlo. Cerco invano di calmarmi.
Lucia ansima, mi guarda con gli occhi socchiusi e un po' persi. «Perché ti sei fermato? Non ti piace?»
«Mi piace tutto di te».
«Quindi?»
«Non sai cosa ti farei in questo momento». Le mordo piano l'interno della coscia e lei mi afferra in capelli. «Ma sei diversa da me, Lucia. Siamo due mondi che non possono toccarsi».
«Sono tua, Chris. Dal primo momento». Mi fa sedere e mi sale sopra. Mette ancora una volta alla prova il mio buonsenso. Prima di zittire i pensieri che mi genera il suo corpo mentre mi preme addossi, mi domando se quel preservativo che avevo in tasca sia ancora lì.
«Hai dentro qualcosa che chiama il mio nome, l'ho sentito subito, anche in mezzo al fumo di quel locale, tra la gente e il frastuono. Non vedo nessuna differenza tra noi» mormora lei. Lo dice solo perché è confusa da quello che le ho fatto poco prima.
«Perché sei una bambina ingenua. E non sai niente del mondo».
A quel punto mi pianta davvero in asso nella serra e se ne va. Allora imparo un'altra cosa su di lei: è una donna di poche parole, ma quel che dice ha sempre un peso importante.
Restiamo soli, io e il mio desiderio insoddisfatto di Lucia. Era quello che volevo ottenere, ma farsi passare l'eccitazione questa volta è davvero faticoso. Mi avvio verso la moto e rientro a casa. Per fortuna mio padre dorme già. Quando mi spoglio, davanti allo specchio, faccio la conta dei lividi e mi ritrovo a vomitare di nuovo per il dolore allo stomaco. Il mio mondo non è proprio compatibile con il suo e quello che io rappresento le può portare solo dolore. Il ricordo del suo corpo che mi freme addosso riempie di nuovo la mia mente e cerco di mandarlo via, ma mi accompagna per tutta la notte.
***
Non la cercherò. Non l'ho più vista da quella sera della settimana scorsa. Anche se è il giorno che mi aveva promesso di stare insieme per non farmi combattere, devo costringermi a dimenticarla. Il mio proposito dura per le prime ore della giornata, poi senza un reale motivo, mi trovo a girare vicino a casa sua, passo davanti al cancello laterale, ma è chiuso. Alla fine scendo in spiaggia e lei è lì. Nuota seguendo la linea dell'orizzonte, veloce, libera e bellissima. Con un altro ragazzo.
Mi siedo su uno scoglio, abbastanza lontano da non essere notato e li guardo uscire insieme dall'acqua. La risata di Lucia è inconfondibile e mi fa sorridere. Il ragazzo le cammina accanto e le passa un braccio sulle spalle. «Ti ho fatto vincere» dice.
Lei si arrabbia e lo colpisce con un pugno leggero sulla spalla. «Non è vero!»
In quel momento lui si accorge di me e fa un segno che non capisco se sia di saluto o di fastidio. Riconosco il ragazzo che l'ha portata via quel primo giorno: il fratello di Lucia. Tiro un sospiro di sollievo e rilasso i pugni che non mi ero accorto di aver stretto. Subito lo sento borbottare: «È arrivato Mr bottoni slacciati».
Lucia allora mi vede e corre da me. Faccio appena in tempo ad aprire le braccia che mi si getta addosso. Lo sguardo del fratello mi pugnala.
«Pensavo che non saresti venuto» esclama.
«In effetti sono passato di qui per caso» tento di dire, ma lei mi mette un dito sulle labbra.
«Mi sistemo in un attimo e andiamo dove vuoi». Ha un'energia che risplende come il sole e le fa brillare il viso cosparso di lentiggini chiare. Non ho mai visto niente di più bello.
Due minuti dopo siamo in cucina, ma io mi sento in una spoglia stanza da interrogatorio. Lucia è andata a vestirsi e non immaginavo di essere finito dritto in una trappola.
«Michele, mi spieghi cos'hai da ridere?» L'uomo che ha appena parlato, a quanto pare, è il padre dei due ragazzi.
Non c'è stata stretta di mano tra di noi, né un saluto.
«Siediti» mi ha detto. Non è stato un invito, più un ordine. Poi si è piazzato di fronte a me, con la sedia al contrario, e ora mi fissa. Entrambe le mani enormi sono appoggiate sullo schienale.
Deglutisco a vuoto. «Posso anche aspettare fuori» dico piano.
Michele ride di nuovo. Se la gode a vedermi in difficoltà. Gli lancio un'occhiata in tralice e lui mi fa segno di mantenere il contatto visivo con suo padre. Accidenti, adesso ho la sensazione che se distolgo lo sguardo mi possa azzannare alla gola. Gli rispondo storcendo le labbra.
«Lucia mi ha detto che vi siete conosciuti al Black Bridge».
«Sì, in realtà...»
«Michele mi ha detto anche che qualcuno le ha messo della droga nel drink».
«A volte lo fanno...»
«Tu lo fai?»
«Io? No... non mi piace quella roba». Contatto visivo, Chris, mantieni il contatto visivo.
«E cosa facevi in un locale di quel tipo?»
«Dai, papà, lo metti a disagio così. Non è venuto per un interrogatorio e fino a prova contraria ha aiutato Lucia. Lei mi ha detto così». In modo inaspettato, Michele allevia le mie pene.
Lucia compare sulla porta e io tiro un sospiro di sollievo. «Andiamo?»
Il padre si alza in piedi e noto con disappunto che è perfino più alto del fratello di Lucia. Mi tende la mano e anche questo, dopo il tono dell'interrogatorio, non me lo sarei aspettato. «Piacere di averti conosciuto» dice.
Mi rilasso appena, e quando dico, «Anche per me è stato un piacere» capisce che mento.
Siamo già sulla porta quando ci ferma. Sento Michele che sorride divertito anche se non lo guardo. «Lucia deve essere a casa prima di sera. La moto rubata non deve più entrare nella mia proprietà o te la sequestro».
🦋 🖤Spazio Fede 🖤 🦋
Bentornati!! Ci avviciniamo alla fine, non aspettatevi calma piatta. Intanto prosegue la storia di Chris e Lucia. Cosa ne pensate di questi due? L'avevate immaginata così? Ditemi le vostre impressioni. Ho aggiunto lo spazio della rompi perché vi vedo silenziosi e se mi fate così non capisco se vi piace.
Comunque nel dubbio accendete stelline in basso a sinistra e lasciatemi, se volete, le vostre impressioni nei commenti.
E dal momento che i lettori aumentano in proporzione alle views su Tik Tok, cosa che da boomer faccio molta fatica a capire, mi trovate lì sia come fedeceve e come RedSpiderLily1234. Se vi va fatemi un po' di pubblicità.
Buona serata!!!!
Fede
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