30 - E lampi di luce

Stringo il libro tra le dita e sento le pagine piegarsi sotto la tensione del mio pugno. Non riesco a entrare. Li vedo attraverso la vetrata, in questo strano incantesimo che Mic ha rigenerato per lei. Ha trascorso giorni chiuso dentro a quella serra per riportarla allo splendore di quando la curava Lucia. Fa male vederla rinata e sapere che non è lei a innaffiare quei fiori, che se varco quella porta non ci sarà lei a saltarmi tra le braccia e ad affondare il viso nel mio collo.

Vivo dalla vicina di casa con l'ansia che qualcuno degli uomini di Frog mi trovi e mi faccia fuori per non avergli portato Sam. Aria è rimasta con me, ma presto la porteranno via. Cerco di non pensarci, un problema alla volta, mi dico. Adesso devo restituire qualcosa a Sam.

Quando apro la porta il calore mi investe insieme al profumo dei fiori. Lei è seduta sul dondolo, le gambe sollevate e la testa appoggiata a una mano. I capelli scuri scompigliati su una spalla. Non aggancia il mio sguardo quando le arrivo vicino.

Mic è seduto a terra e dondola il sedile con una mano, pensa a qualcosa che lo rende distante, inaccessibile. Manca poco, e quando si avvicina quel giorno lui si stacca dalla realtà. Vive un incubo che si ripete, minuto per minuto. Fino alla fine, quando si fa indietro per lasciare spazio ai paramedici e alza gli occhi su di me. È stata colpa mia. Ha detto così e io gli ho creduto perché avevo bisogno di arrabbiarmi con qualcuno. Il destino era un soggetto troppo astratto per me, abituato a ricevere ogni singolo pugno della vita. Michele era molto più reale e vulnerabile.

Quando sente la mia presenza, si alza in piedi e si frappone tra noi come se fossi un pericolo. Faccio un passo indietro di fronte alla mascella contratta e capisco che queste settimane non sono state facili per me, ma per loro due sono state un incubo.

Sam è dimagrita ancora. Vedo le ossa delle spalle sporgere attraverso la maglia sottile. Finalmente mi guarda e qualcosa le accende una scintilla nelle iridi nere.

Mic mi spinge indietro. «Chi ti ha fatto entrare?»

«Tua madre».

«Cazzo. E perché?»

«Perché non sono io, il pericolo, Mic». Alzo appena la voce e Sam sussulta.

«Vattene» ringhia, ma abbassa la voce. Non c'è spazio per l'affetto che prova verso di me, ora. C'è solo Sam, la ragazza che ho contribuito a distruggere. È giusto così.

«Devo restituirle una cosa». Mi gratto l'orecchino con una punta di ansia. Non capisco se faccio la cosa giusta o un'altra imperdonabile stupidaggine e mi sento nel posto sbagliato.

Sam si alza in piedi, supera Mic e allunga la mano. L'ha visto subito e i suoi occhi brillano di gioia. Un angolo delle labbra mi si solleva in un mezzo sorriso. «L'avevi in mano quando sei scappata». Appoggio il libro di favole sul suo palmo aperto. Lei lo ferma con l'altra mano e copre la mia. Il suo palmo è bollente nel caldo umido della serra. Una lacrima le solca la guancia.

«Scusami, Sam».

Lascio le sue mani e mi faccio indietro. Mic ci guarda, ma non si muove.

«Sei tornato nei vicoli del labirinto» bisbiglia lei. Stringe al petto il libro come se fosse il suo bene più prezioso. «Dove sei quasi morto».

Annuisco senza capire dove vuole arrivare.

«Grazie, Chris».

«Adesso devo andare».

Mic stringe le labbra e lei gli lancia uno sguardo che non riesco a capire. Si sono parlati in queste settimane, non con la voce, con i gesti, con la presenza e con i silenzi. Si conoscono a fondo e si capiscono. Sam sorride e lui trattiene il fiato.

Si rivolge di nuovo a me: «Mic dice che sei come una triglia».

Sollevo un sopracciglio. «Il pesce?» Michele si copre la bocca per non ridere.

«Sì. Dice che sei come uno di quei pesci che sarebbero buoni da mangiare, ma sono pieni di lische». Lei non ride.

Michele, ora che Lucia non c'è più, mi conosce meglio di chiunque altro.

Tutta la fatica di queste settimane, la preoccupazione per il mio destino e soprattutto per quello di Aria, quasi mi schiacciano. Stringo i pugni per mandare via quello che mi scuote dentro, sento una voce che grida, una parte dentro di me che ho sempre dovuto render muta per sopravvivere. Lei mi fa sentire nudo e i suoi occhi mi incatenano.

«Io conosco la gente del fiume, Chris. Non devi chiedermi scusa».

🦋 🖤Spazio Fede 🖤 🦋

Siamo qui. Piccole schegge che si uniscono a formare un mosaico. Il disegno ancora non lo vediamo, c'è troppa nebbia.

Luglio è un mese controverso per Mic, come vedremo nel prossimo capitolo, dovrebbe festeggiare la sua nascita e invece passa quelle giornate logorandosi nel ricordo della scomparsa di Lucia.

Quest'anno c'è Sam, che abbraccia un libro di fiabe come se fosse il suo bene più prezioso perché è l'ultimo ricordo di una persona speciale, e dentro quel libro c'è la storia di una sirena che ha sacrificato tutto per amore.

Vado a scriverlo. Vi aspetto.

Fede

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