21 - Neve di Giugno
When the stars look down on me
What do they see?
Thief - Imagine Dragons
Siedo sulla panchina di pietra e sfioro con la punta del piede nudo il laghetto punteggiato di grossi fiocchi. Si posano e subito svaniscono. Cerchi concentrici si allargano sull'acqua. Sono scappata dalla spiaggia, dai fuochi e dallo sguardo di Michele, dalle sue mani su quella chitarra e dal desiderio di averle su di me, a muoversi in quel modo così sensuale. Soprattutto fuggo dai suoi occhi, quel blu che stasera era così scuro e intenso, carico di dolore e di un trasporto che mi ha spaventata.
«A quanto pare, qualche volta, nevica anche in giugno» dico.
L'aggraziata statua di Lucia, china sull'acqua, non mi risponde.
A farlo, invece, è Mic. «Te l'avevo detto». La sua voce mi arriva bassa, alle spalle. «Sono qui per la nostra scommessa».
Mi alzo e mi volto per vederlo in faccia. Indossa una camicia bianca con le maniche arrotolate sui gomiti, un paio di pantaloni scuri e il sorriso spensierato che dovrebbe appartenere ai ragazzi della nostra età e che su di lui non avevo mai visto. Lo rende bellissimo. Indossa la perfezione con la stessa disinvoltura di una tuta da ginnastica.
Porto i capelli dietro le orecchie in un imbarazzo che non ho mai avuto. «Non sei costretto».
La sua mano mi afferra in vita e mi tira in piedi sulla panca di pietra. Solleva il viso a cercare i miei occhi. Ha cristalli di ghiaccio impigliati tra le ciocche scompigliate dei capelli scuri. La nevicata è stata breve e sta terminando: un'anomalia che non dimenticherò più.
«Mic...» Lascio uscire il suo nome in un soffio: un ultimo avvertimento per sfuggire a questo legame così fragile e sbagliato, ma le sue labbra spengono la mia voce.
Chino la testa per ricevere la conseguenza di una scommessa azzardata. Lui mi stringe e mi attira contro di lui. Non ho più l'appoggio della pietra e gli stringo le gambe intorno ai fianchi. Le dita di lui, strette tra i miei capelli, non accennano a lasciarmi andare. Le sue labbra passano dalla mia bocca al viso e scendono lungo il collo scatenando ondate di brividi. I nostri respiri si confondono e per qualche secondo ci credo davvero. Posso essere normale.
Di colpo la sensazione del lenzuolo, stretto intorno ai polsi, mi rende debole. La mia mente fa di lui uno dei tanti mostri che ho accolto in un letto non mio per volere di qualcun altro. È l'ultima cosa che in questo momento desidero, ma lo lascerò continuare comunque perché lui non vorrebbe farmi male e se fossi capace di desiderare...
Lui però sente il cambiamento nel mio corpo che diventa freddo, arrendevole, in balìa del volere altrui, come gli è stato insegnato di fare. Mic non vuole, non a queste condizioni e si ferma.
«Sam».
Cerca i miei occhi e non li trova perché quando divento così, Samantha non c'è più, va in un posto dove niente è in grado di ferirla. Mi scuote piano e io torno da lui. Sembra sollevato. Appoggia il viso al mio e respira il mio odore. Il silenzio riempie lo spazio tra di noi come una valigia di scomode cose non dette, poi lui spazza via il gelo e tutto il dolore. «È stata la miglior scommessa della mia vita».
Sollevo un sopracciglio senza abbassare le braccia, intrecciate dietro il suo collo. Forse ho un'espressione buffa perché lui sorride e per la prima volta noto le fossette sulle guance. Sono buffe, lo fanno sembrare un bambino. Il calore del suo corpo passa nel mio in uno scambio continuo. «Sei la miglior scommessa della mia vita». Ride e mi stampa un bacio sulle labbra. «Scommetterò sempre su di te, Sam».
Nel letto di Lucia, quella notte, non riesco a dormire. Prima di chiudere gli occhi ripenso alla serata strana appena trascorsa e a Mic, anche lui sveglio nella stanza accanto: al sapore del suo sorriso e delle sue labbra. Il vento fa sbattere i vetri accostati della finestra. Ero sicura di averli chiusi questo pomeriggio. Mi alzo e chiudo le ante. Mentre mi volto per tornare al sicuro sotto le coperte, lo vedo lì, nel giardino, nascosto dal'ombra tra un lampione e l'altro: un uomo nero, il peggiore dei miei incubi, immobile con la testa rivolta alla mia finestra. Sorride.
🦋 🖤Spazio Fede 🖤 🦋
Tadaaaa... sarà chi pensiamo che sia? Lo vedremo nel prossimo capitolo. Occhio, ci sarà un po' di scombussolamento. E troveremo una sorpresa appesa alla porta d'ingresso della scuola... Vi aspetto!
Se il capitolo vi è piaciuto scrivetelo nei commenti e accendete le stelline!
Fede
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