19 - Stormed Hearts

You make me feel like my troubled heart

is a million miles away

Celestial - Ed Sheeran

Se vincerò la mia battaglia sarà perché il cuore del ragazzo che mi trascina lungo la spiaggia fino al giardino batte per entrambi mentre io non ne ho più la forza. Corre veloce tra l'erba bagnata e lo seguo con il fiato corto perché non posso fare altro. Ha intrappolato la mia mano nella sua e non la toglierei da lì per nessuna ragione al mondo. Ha imprigionato anche qualcos'altro, a bruciare dentro di lui, me l'ha rubato come un ladro silenzioso senza che fossi in grado di alzare alcuna difesa. L'aria nella gola raschia e brucia; l'odore della pioggia tra l'erba e sugli alberi sa di una libertà impossibile. E il ruvido del legno bianco della serra, contro la nostra schiena nel momento in cui finalmente decide di fermarsi, è l'unica cosa che mi comunica di non essere caduta anche io dentro quella favola in cui la famiglia Zanardi vive.

La meraviglia che mi circonda è incredibile e lui, dentro tutto questo, è l'unico centro intorno cui gravitano i miei pensieri. Faccio fatica anche ad essere abbastanza razionale da ricordare a me stessa che c'è una ragazza bionda, con gli shorts che le coprono appena il sedere, che probabilmente lo aspetta a casa sua in questo momento. Non riesco a pensarci, tutto balla e vibra in un tempo sospeso.

La gioia brilla nello sguardo di Mic mentre sorride. Inserisce la spina nella presa elettrica che spunta da un tombino e piccole sfere sospese alle travi lungo il perimetro si accendono tutte insieme. La luce delicata accarezza le cose e le fa sembrare preda di un incanto.

«Quando hai portato queste piante? Come hai...» Le piante secche sono sparite e i vasi sono pieni di fiori lilla, blu e celesti. Il glicine abbraccia le alte finestre. «Tu sei...»

«Perfetto. Sì, me l'hai detto prima». La sua risata e il profumo dei fiori sono la stessa cosa. Quei colori e tutte le sfumature del blu mi fanno dimenticare lo stupro nello sgabuzzino, le frasi idiote di Chris, Elena, e i suoi sguardi che mi lacerano la pelle. C'è solo lui, con il suo profilo perfetto, a ridere dentro la serra che abbiamo sistemato insieme. Gli getto le braccia al collo e Mic mi accoglie come se non avesse atteso altro. «Sei libera, Sam» mormora tra i miei capelli.

Guardo la colomba che mi fa scivolare tra le dita e lascio nascere una speranza nuova. Michele la aggancia al bracciale con uno sguardo serio che le dà un peso enorme.

***

«Apri questa porta del cazzo o ti giuro che trovo il modo di buttarla giù».

«Che finezza».

«Vaffanculo, Mic. Fammi entrare».

Lui alza la musica finché la parete, e anche la porta, non iniziano a vibrare. Sono due giorni che è chiuso in camera al buio. Lo so perché ho provato a tirare sassi alla finestra dal parco esterno e lui mi ha guardato per tutto il tempo da dietro il vetro, come se non lo potessi vedere. Dopo quello che è successo sulla spiaggia e poi nella serra l'altro giorno, non scambiamo più di qualche parola di circostanza se ci troviamo insieme, ma venerdì sera ho fatto qualcosa che l'ha fatto incazzare oltre misura. E non capisco cosa sia.

Appoggio la fronte al legno e la vibrazione della musica mi attraversa. Non ho mai avuto a cuore niente e nessuno. E ora sono qui ad aspettare che un mezzo sconosciuto mi apra la porta. «Voglio sapere cosa ti ho fatto».

«Niente». La sua voce vibra di rabbia. «Non mi hai fatto niente».

E senza una ragione, intuisco che sia proprio quello il vero problema. «È a causa del tuo amico?»

«Non sai neanche il suo nome?»

Mi sta trattando da puttana e, ora più che mai, non me lo merito. Guardo il bracciale con lo zaino e la colomba, le mie piccole vittorie, e il momento in cui mi ha portato alla serra sembra lontanissimo. Anche il discorso con Chris sulla spiaggia è sbiadito, ma la paura che ho provato mi è rimasta attaccata addosso, quella non si è spenta. «Non mi merito tutto questo, davvero, no».

Lui apre la porta. Il buio si allunga su di me come se quel tipo di oscurità fosse in grado di soffocare anche la luce. Mi sento trascinata verso di lui. Ha gli occhi cerchiati e i capelli più scompigliati del solito. Indossa la maglia bianca della prima volta che ci siamo incontrati. Quel particolare mi fa stare male.

«Lo so, il suo nome».

«E vuoi ricordarlo?»

«Cosa stai dicendo?»

«Niente». Fa per richiudere la porta e lo fermo con un braccio teso. Il contraccolpo gli fa sbattere lo spigolo della porta contro una spalla. Trattiene una smorfia di dolore. «Lascia stare».

Nella penombra, il celeste del suo sguardo brilla. Aspetta qualcosa che so di non potergli dare. «Ti prego. Fammi capire».

«Vi ho visti, in spiaggia, venerdì sera».

«Quindi?»

Michele non voleva che parlassi con lui e lo stava mandando via. Alla fine ero andata alla porta prima che si prendessero a pugni e avevo detto che non c'era nessun problema. Ero scesa in spiaggia con Christian sotto lo sguardo acuminato di Mic. Mi aveva chiesto scusa per il suo comportamento. E poi era successo qualcosa che non mi sarei mai aspettata, ancora tremavo al pensiero.

E Mic da quel momento ha smesso di parlare con me.

«Ti ha...» Le dita appoggiate di forza sulla porta sono contratte dalla rabbia. Cerca ancora di richiudere.

Sostengo il suo sguardo per qualche secondo, poi non posso fare a meno di ridergli in faccia. Lui stringe ancora di più le sopracciglia.

«Non mi piace essere toccata. Lo sai. Da nessuno».

«Da lui, a quanto pare, sì».

Torno indietro a quella sera e capisco cosa abbia fatto arrabbiare Michele. Chris mi ha stretto in vita e mi ha spinto dietro di lui perché avevo visto un'ombra nel giardino. Un uomo nero che conosco molto bene. Lui mi stava parlando di... Il respiro accelera e mi affretto a convincermi di essermi sbagliata: non c'era nessuno in giardino. Solo Chris e io, cuori in tempesta, ma in fondo sinceri. L'uomo nero resta nel passato, se esce da lì sono guai.

Mi rendo conto che, oltre ad essere scarmigliato e stanco, Mic è anche mortalmente pallido. Ci sono tessere sparse in questa casa, parte di un problema che non viene mai nominato e all'improvviso ho paura. Così tanta che faccio una cosa che non avrei mai pensato, nello stato di confusione in cui mi trovo ora.

Metto la mia mano sul dorso della sua. Lui la gira per accogliermi e il suo palmo brucia. Incredulo, mi tira dentro al suo buio e chiude la porta. Non mi piace essere toccata, ma se qualcuno può farlo, è Mic. Così lascio che porti la mia mano alle labbra e sorrida senza nascondere la punta di amarezza che rimane nel suo sguardo.

«Mi vuoi dire cos'aveva di così urgente da dirti?»

Vago per la stanza. I poster sulle pareti, i libri sulla scrivania e le cuffie wireless sul comodino. L'odore di Michele dappertutto mi fa girare la testa. Si stende sul letto in attesa della mia risposta e guarda fuori dalla finestra. Il mare è nero contro il cielo scuro e mi chiedo come abbia fatto a non svegliare i suoi genitori con le mie grida da pazza.

«Voleva chiedermi scusa». E dirmi di andare via prima che finisca molto male. Prima che voi vi facciate male.

«Ho appena scoperto un'altra cosa su di te» dice lui. Mi lancia un'occhiata e mi allunga una cuffia. La infilo e mi stendo sul letto, attenta a non sfiorarlo.

«Cosa?»

«Menti molto male. Chris non chiede scusa, non lo fa mai».

Invece l'ha fatto davvero... poco prima di far crollare, con un colpo ben assestato, tutta la favola che avevo dolorosamente immaginato.

Michele non mi chiede altro, appoggia un dito sul cellulare e la musica di una chitarra esce dalla cuffia nell'orecchio sinistro, nell'altro la sua voce mi racconta la storia di un ragazzo alla deriva nella tempesta. La ascolto con il cuore in gola e lui mi porta a conoscere il suo cuore nero.

🦋 🖤Spazio Fede 🖤  🦋

Ciao a tutti,

in questo capitolo mi sono spostata indietro, di nuovo al momento in cui Mic ha portato Sam alla serra, poi in avanti a due giorni dopo. Nel prossimo capitolo avremo qualche flashback sull'incontro tra Sam e Chris sulla spiaggia. Volevo chiedervi se questi spostamenti vi hanno creato confusione o se sono chiari.

Se la storia vi è piaciuta accendete una stellina e lasciatemi la vostra impressione.

Vi aspetto alla notte dei fuochi sulla spiaggia.

Buon weekend

Fede

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