17 - Puttana

Take me to the night, fall into the dark side.

Darkside - Alan Walker

Mio padre non mi ha mai guardata negli occhi e ha sempre detto: «Colpisci, prima di essere colpita».

Mia madre invece cercava il mio sguardo, lo afferrava e lo teneva stretto. Mi ha insegnato che ogni creatura ha un rivestimento esterno e bisogna arrivare a toccare cosa si nasconde sotto, per capire perché morde e graffia. Spesso, nel farlo, ci si rimette le mani. Io ci ho provato, a vedere sotto la corteccia degli altri, ma il legno mi ha ferito la pelle e ha finito per indurirla. Adesso non so più quanto sia spessa la mia e a volte mi chiedo se sotto ci sia rimasto qualcosa di sensibile.

Il professore di chimica non è ancora rientrato dalla malattia e a quanto pare non si è presentato neanche il supplente. So che il nostro nuovo incontro nello sgabuzzino è solo rimandato, ma per il momento posso fingermi di nuovo una studentessa di questa scuola, senza apparenti segreti inconfessabili. Frida entra in classe, mi afferra il polso e mi trascina fuori dall'aula. Il mio cuore si ferma. In corridoio si sono riversati gli studenti delle diverse classi, a guardare due che se le suonano di santa ragione. Voglio tornare al mio banco, ma lei mi trascina in mezzo alla folla e, tra le facce intente a fissare la scena, scorgo Mic. Anche solo vederlo di sfuggita alleggerisce l'ansia che mi prende quando devo entrare in questa scuola. Questa mattina in autobus non mi ha lasciata un attimo, anche quando ha incontrato i suoi compagni di classe e si è messo a chiacchierare con loro, ho sempre sentito il suo sguardo fisso su di me.

Dopo il malore di ieri pomeriggio sembra stare meglio, anche se sono sicura che dovrebbe parlarne con i suoi. Il ricordo del suo profumo e delle sue mani che mi accarezzano il viso mi fa avvampare. Lui invece è concentrato sulla scena che ha davanti e si fa largo tra gli studenti. Spero non voglia finire di nuovo in mezzo a una rissa come sabato sera.

Uno dei due ragazzi si sposta indietro e tira un colpo terribile allo stomaco del secondo, che si piega in due. Solleva il braccio per colpirlo di nuovo, questa volta dritto in faccia e io sono sicura che gli farà un gran male, invece Mic si mette in mezzo e gli blocca il pugno. Lo sbatte indietro e il ragazzo finisce contro gli armadietti.

«Te la prendi con quelli di quarta, adesso?» Non ho mai sentito la sua voce così bassa e minacciosa.

«Dillo a quella testa di cazzo del tuo amico».

Il ragazzo che ha ricevuto il colpo allo stomaco fa una risata secca. Frida mi ha trascinato in prima fila e sono praticamente accanto a lui. Si solleva, sul suo volto c'è una totale assenza d'espressione. Mi lancia un'occhiata e solo in quel momento mi accorgo che è uno dei ragazzi della nostra classe che sta seduto sempre in ultima fila.

«Se ha bisogno di farsi spaccare la faccia, basta che lo chieda» continua il ragazzo agli armadietti. Mic lo tiene fermo per una spalla, ma senza rabbia. «Dacci un taglio, Adam. Non sei certo un angioletto, no?»

Dal fondo del corridoio giungono delle voci e alcuni professori vengono verso di noi. A quanto pare la notizia del tafferuglio nei corridoi ha raggiunto la presidenza perché tra di loro riconosco il signore che ci ha accolto il primo giorno.

Il ragazzo accanto a me mi fa un cenno di saluto e avanza verso gli armadietti. Mi sa che vuole davvero farsi spaccare la faccia.

«Chris». Il tono di Mic continua ad essere minaccioso.

Lui gli sorride e si piazza di fronte ad Adam. «Cosa volevi fare alla mia faccia?» dice.

Ha un ricciolo biondo che gli scende sulla fronte, una faccia da schiaffi sopra alla maglietta degli AC/DC e un paio di jeans stracciati al ginocchio. L'espressione sicura non vacilla mentre l'altro solleva di nuovo le mani e lo prende per la maglietta. Credo voglia farsi uccidere. Il ragazzo si abbassa all'ultimo ed evita un colpo dritto su un occhio.

Mic a quel punto gli afferra il braccio tra spalla e gomito, lui cerca di opporsi, ma il gioco di leve lo costringe a voltarsi. «Lasciami stare, cazzo, sei peggio di mio padre» ringhia.

«Impossibile» replica lui. Lo sguardo calmo non nasconde quanto sia arrabbiato. «Sono stanco di tirarti fuori dai guai. Un giorno ti farai male e io non sarò lì» dice abbassando la voce.

Rimango immobile mentre mi sfilano davanti, ma Michele si ferma e mi guarda senza lasciare la presa sul ragazzo. «Va' in classe, Sam» ordina.

Chris mi sorride stringendo i denti: la sua espressione sembra quella di un animale selvatico pronto allo scatto per divorare una preda. «Hai rotto il cazzo, Zanardi» sbotta, cercando invano di liberarsi dalla presa di Michele.

Faccio un passo indietro. I due ragazzi si fermano davanti alla mia classe. Li seguo a distanza.

«Se ti fai beccare di nuovo ti buttano fuori» ringhia Mic mentre lo spinge dentro. Chris va al suo banco come se avesse appena seguito una normale lezione, incurante del sangue che ha stampato sulle dita e su un gomito. Appoggia le scarpe sul banco e mi strizza un occhio. Distolgo in fretta l'attenzione da lui e mi metto a disegnare sul diario.

Lui invece si alza e si avvicina. «Non ci siamo ancora presentati, noi due».

Non alzo gli occhi dal foglio. «Hai fatto una bella esibizione in corridoio».

«Mi chiamo Chris». Allunga la mano, non la prendo. D'istinto mi allontano. «Non mordo mica».

E invece io credo sia proprio quello che vuole fare. Mordere.

«Un nome ce l'hai?»

«Lo sai, il mio nome» sbuffo. «Adesso puoi tornare a sederti».

Quando sento il suo fiato muovere il foglio, sollevo gli occhi e me lo trovo seduto di fronte. Sono verdi con sottili schegge dorate. È così consapevole di essere bello da infastidirmi. «Ti serve qualcosa?»

Lui resta lì e di fianco a me sento Frida sospirare. Le lancio un'occhiata infastidita e al suono della campanella mi alzo e mi rifugio in bagno pensando di essermelo tolto di torno.

Quando esco me lo trovo davanti, mi spinge dentro e richiude la porta. «È il bagno delle donne. La gonna che vedi disegnata sulla porta è fatta apposta» sbotto irritata.

Lui viene avanti e io mi trovo con le spalle al muro. «Ti cercavo».

«Si chiama stalking, quello che stai facendo stamattina con me, lo sai?»

«Da quando in qua parlare con una ragazza è vietato?»

«Vuoi parlare?»

«No, voglio solo fare questo».

Mi schiaccia al muro e avvicina il viso al mio. Il suo odore mi soffoca. I nostri corpi si toccano e in me si scatena il senso di panico che provo da quando Zanna mi ha portato via dalla stanza grigia se un estraneo tenta di toccarmi. Sposto la gamba indietro per quando mi permette il muro e gli tiro un calcio, so che non è abbastanza forte perché non ho spazio, così approfitto del movimento che fa in avanti e lo colpisco con una testata. Il dolore mi trapassa il cervello, ma Chris abbassa il braccio.

«Stronza» dice mentre mi chiudo alle spalle la porta e lo lascio nel bagno delle donne.

***

PUTTANA

La scritta è incisa sul mio banco e ieri non c'era. Cerco di respirare, basta prendere dentro e buttare fuori: questa giornata prima o poi finirà. Ho quasi ritrovato la calma, poi alzo gli occhi e mi trovo davanti Chris. Che cazzo vuole? Non gli è bastata la testata in bagno di ieri?

«Qualche problema, Samantha?»

Si sistema gli occhiali da sole sulla testa, tira indietro un ciuffo biondo, e continua a sorridere. Non guarda la scritta, fissa solo me, e so che l'ha fatta lui. Non posso rispondere. È solo la verità scritta a lettere giganti sul mio banco. E non voglio ammettere quanto mi faccia male, forse neppure lui conosce la ferita con cui mi lacera. Non posso essere una ragazza come le altre, non sono simile a loro, non posso essere leggera, senza pensieri e senza paure, se non quelle naturali del crescere. Non abbasso gli occhi. Col cazzo che li abbasso gli occhi di fronte a te, imbecille. «Certo. Tutto bene».

«Se dovessi ripensare alla mia proposta, sono qui. Posso pagarti, sai?»

Lo sa. Lo guardo bene in faccia e mi torna in mente il secondo poliziotto, quello che è saltato dalla finestre per rincorrere l'uomo che era con me nella stanza grigia. Respira, Sam, respira. E sputagli in faccia. I consigli formulati dalla mia testa in situazioni simili da qualche tempo hanno il tono e la voce di Mic. Mi viene da sorridere.

«Ci stai pensando?» Si china in avanti, molto vicino. Abbastanza.

Lui non sa come ci difendiamo alle baracche vicino al fiume, altrimenti non mi avrebbe neanche rivolto la parola e certo non si sarebbe avvicinato così tanto.

Lo prendo delicata per la maglietta; la frequenza del suo respiro aumenta e lo tiro verso di me. Vicino, tanto da sentire il suo fiato sul viso. Con un braccio lo tiro più giù, lui asseconda i miei movimenti. Forse ha trovato qualcuno che gli spacchi la faccia, alla fine. Lo blocco e pianto un dito dove la mandibola si collega all'osso temporale, da un lato solo, fin quasi a sentirla cedere. La sua espressione cambia. Finalmente gli ho tolto quel sorriso strafottente. Muove un braccio in panico, lo sbatte sul banco. Lo lascio andare di colpo quando vedo che sta per crollare e lui barcolla all'indietro, con gli occhi sgranati. Apre e chiude la bocca con una smorfia sofferente sul suo bel viso da angelo maledetto.

Mi guardo intorno. Il resto della classe continua a parlare senza degnarci di uno sguardo. «La prossima volta te la stacco, così non chiudi più la bocca. Magari smetti anche di parlare, faresti un favore all'umanità. Ne sono capace, sai? L'ho fatto più di una volta».

Chris si massaggia incredulo la mascella. «Tu sei pazza».

E tu sei un idiota a cui ho appena chiuso la bocca.

🦋 🖤Spazio Fede 🖤 🦋

Bentornati,

so che avevo detto un aggiornamento ogni sabato, ma la storia prende vita e i personaggi continuano a muoversi. Non so che direzione prenderanno perché la trama si fa complessa, ci sono problemi che stringono sempre di più i nostri personaggi.

In questo capitolo conosciamo Chris. Viene dal passato di Mic e a quanto pare a legarli è qualcosa di così profondo che va oltre l'evidente differenza caratteriale. Chris, al contrario di Mic, conosce il passato di Sam e se ne approfitta. Perché ne è a conoscenza? Lo scopriremo nei prossimi capitoli. E capiremo anche quanto sia spessa la sua corazza e quanto quella di Sam.

Siete arrivati fin qui?

Cosa dite, proseguiamo?

Se avete consigli o correzioni segnalatele nei commenti senza problemi. È una prima stesura e tutto quello che mi dite sarà utile per la revisione.

Se Mic e Sam continuano a piacervi, accendete una stellina in basso a sinistra...

A presto,

Fede

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