13 - 🔞 Inviolabile

Another star, you fade away
Afraid our aim is out of sight

Faded - Alan Walker

La libertà personale è inviolabile.

L'articolo tredici della Costituzione italiana è sempre stato il mio preferito. L'ho sentito per la prima volta quando andavo nella scuola delle baracche. Era bella, quella parola, quando me la facevo scivolare tra le labbra. Inviolabile.

Poi è cambiato tutto. Mia madre è morta e la mia vita si è ribaltata. Non sono stata più libera. Non lo era la mia mente e non lo era il mio corpo. Ero diventata violabile in tutti i sensi possibili, da chiunque.

Il professore di italiano interroga Frida: lei è la mia prima nuova amica. Alle baracche sul fiume c'era Trilly, chissà se era davvero il suo nome. Immagino di no. Sono passati due anni e il ricordo del suo corpo gonfio e viola, impigliato tra le canne sulla sponda del fiume, non mi abbandonerà mai. Lei copriva la zona delle paludi, era pericoloso, ma diceva che trovava più clienti. La andavo a cercare alla sera, prima che Frog mi portasse nella stanza grigia dove vendevo il mio corpo. Stavamo insieme pochi minuti e sognavamo. Lei voleva disegnare vestiti d'alta moda, io non sapevo cosa avrei fatto se mai fossi andata via da lì. L'idea di liberarmi da quelle catene era talmente remota che non riuscivo neanche a immaginare una realtà differente da quella corrotta delle baracche. Alla fine, penso con una punta di nostalgia, sono stata proprio io ad andarmene. Lei dorme sul fondo del fiume. Nessuno l'ha cercata o si è domandato chi le avesse tolto il respiro. Trilly, che non ha mai avuto un nome vero né una vera vita, se n'è andata senza lasciare segno, ma sul mio cuore è rimasta impressa come un graffio.

«Samantha». Frida mi scuote un braccio. Ha enormi occhi verdi su un viso rotondo e ruffi capelli castano chiaro. «È un'ora che ti chiamo!»

Mi riscuoto dai ricordi. Più entro in questa nuova vita, più mi tornano in mente stracci della vecchia. Paure, angosce e terrori che mi mozzano il respiro. Quando Frog mi troverà andrò a fare compagnia a Trilly sul fondo del fiume. «Dimmi».

«Sono andata bene? Mi ha dato un sette».

Non ho sentito una sola parola della sua interrogazione. «Sei stata magnifica».    

«Vuoi venire a casa mia dopo la scuola?»

Quella richiesta mi stupisce e mi onora, nessun'amica mi aveva mai invitato nella sua casa. Trilly forse non ce l'aveva. «Devo avvertire che resto fuori. Mi presti il tuo cellulare?»

Mic non torna mai, lo vedo di sfuggita a cena; è sempre gentile, ma mi evita il più possibile. Passa i pomeriggi con Elena, quasi sempre a casa di lei e per fortuna perché quando sono in camera di Mic sento ogni cosa che fanno, anche se mi tappo le orecchie.

Chiamo Vanessa, lei si mostra felice che io mi sia ambientata a scuola in queste settimane e mi chiede di tornare entro l'ora di cena. A scuola va meglio di quello che avevo immaginato. I ragazzi sono normali, nessuno che abbia già conosciuto alle baracche, sono tutti di questa zona sul mare e di buona famiglia. Credo non sappiano neanche dove si trova la parte malfamata vicino al fiume, dove io sono nata e cresciuta. A volte addirittura si stupiscono delle mie reazioni: hanno intorno ragazze eleganti, truccate, che rispondono in un certo modo, non sono abituati ad avere a che fare con gente come me.

Suona la campanella. Frida mi tocca di nuovo il braccio e mi tiro indietro, ma lei non sembra accorgersene perché è troppo presa dal supplente. È appena entrato e sta comunicando l'assenza del professore di scienze per tutta la settimana. Gli lancio un'occhiata e lui mi fissa. Mi si forma un groppo in gola, sono sicura di non conoscerlo, eppure un allarme risuona nel mio cervello. Mi alzo in piedi e corro fuori dall'aula.

È il cambio dell'ora e gli studenti sono tutti nei corridoi. Mic è fermo sulla porta della sua classe e parla con un compagno. Mi infilo tra di loro nella speranza di riuscire a chiudermi in bagno per placare il panico, ma lui mi ferma. «Sam».

Chiudo gli occhi cercando di controllarmi e, quando li riapro, mi trovo davanti l'indagine silenziosa dei suoi. Mi accorgo solo ora di quanto mi siano mancati in queste settimane. «Tutto bene?»

Annuisco cercando la forza di parlare. Devo rientrare in classe e calmarmi.

Lui mi guarda perplesso, fa un cenno di saluto al suo compagno, e mi porta vicino a una finestra, fuori dalla folla. «Dimmi cosa succede».

«Io... non lo so. Ho creduto di vedere qualcuno che conoscevo. Sai...» Cosa ne sa lui? «Qualcuno della mia vita di prima».

«Chi?»

«Il supplente di chimica» scuoto la testa. «Ma è stata solo una reazione improvvisa. Sono sicura di non averlo mai visto».

«Ti accompagno io, in classe» dice a bassa voce e mi prende la mano. Mi porta al mio banco, scambia due parole con me e fa ridere Frida, che per fortuna non mi domanda niente sulla fuga di poco prima perché è impegnata a fissare Mic. Poi lui se ne va al suono della campanella che indica la ripresa delle lezioni e io mi sento assalire dall'ansia.

«Lo conosci?» domanda Frida appena Mic esce dalla porta.

Sorrido. La mia amica si innamora con la facilità di un gatto nel periodo dell'accoppiamento. Dieci minuti fa era persa dietro al nuovo supplente, adesso sta sbavando dietro a Mic.

«Vivo con la sua famiglia».

Frida spalanca gli occhi incredula. «Non ci credo. Che fortuna! Hai visto com'è bello?»

Faccio finta di scrivere sul quaderno per evitare di risponderle. Certo che l'ho visto. Non sono cieca.

Il professore gira tra i banchi mentre spiega, non so come ho potuto pensare di averlo già visto. Non mi ricorda nessuno. Eppure quando incrocia lo sguardo con il mio sento di nuovo crescere l'angoscia. Non vedo l'ora che questa lezione finisca, ma lui si avvicina al mio banco.

«Avete trovato la pagina?» chiede. Si china e mi raggiunge il suo odore: profumo scadente, misto a quello della camicia sintetica. Mi tiro indietro mentre mi assale la nausea.

«Qualche problema, signorina Zanardi?» chiede, poi appoggia le mani al banco e si piega verso di me. «Ti chiami così, adesso?» bisbiglia accanto al mio orecchio prima di tornare dagli altri studenti e riprendere la lezione.

Rimango congelata al mio posto. La voce di Frida, che domanda cosa mi abbia detto il professore, è lontana. Devo scappare e invece resto lì, seduta nel mio banco, fino alla fine della lezione. Non mi stupisco quando il professore mi chiede di fermarmi.

***

Attenzione: da qui ci possono essere contenuti che infastidiscono. Fede

***

Nel momento stesso in cui l'aula si vuota e lui blocca la mia mano con la sua, so che la favola è finita. Almeno per me.

«Credo che fare scenate non sia utile a nessuno, Samantha. Ti tratterrai con me oltre l'orario delle lezioni. Saluta la tua amica. Ti aspetta sulla porta».

Mi giro verso Frida e alzo una mano. Lei mi sorride, ma la sua espressione si spegne un pò di fronte alla mia. Devo essere convincente, non deve capire niente, o ne parlerà con Mic. Mi avvicino. «Devo fermarmi dopo le lezioni».

«Con il supplente?»

Annuisco, in panico. «Ho delle cose da chiedergli».

Frida solleva le spalle, non ancora convinta. «Come vuoi. Ricordati di venire da me dopo» e la vedo sparire nel corridoi. Come vorrei andare via con lei. Come vorrei essere inviolabile.

Invece ritorno da quell'uomo e adesso lo riconosco. Ha perso qualche chilo e non indossa più gli occhiali. Veniva con regolarità a richiedere i miei servizi. Non avrei mai pensato di trovarlo qui, anche se mi aveva detto di essere un insegnante.

Si alza, saluta un paio di studenti che si attardano sulla porta. «Non qui» dice. Mi supera senza guardarmi e so che devo seguirlo. Percorriamo il corridoio fino in fondo, passo davanti alla classe di Mic e lo vedo infilare libri e quaderni nello zaino. Speriamo che sia tutto veloce. Se non mi vede all'uscita potrebbe venire a cercarmi.

Mi costringo a seguire i passi del professore con il cuore in gola e un senso di vergogna che cresce, lo stesso che mi ha sempre accompagnato, ma questa volta sancisce il fallimento dell'ultimo, estremo tentativo di tirarmi fuori dal fango. Sapevo che sarebbe stato impossibile, anche se per un momento Mic me l'aveva fatto credere. Le favole non hanno un lieto fine. Non sempre. Non quelle del mio libro.

Giriamo l'angolo. Non ci sono più classi, solo un bagno di servizio e il ripostiglio. Entriamo nell'ultimo e il professore blocca la maniglia con un manico di scopa, poi mi spinge verso il fondo. È più rude e sbrigativo di quando veniva alle baracche, ha paura di essere scoperto. Allora mi lasciava tempo per calmarmi e diceva che lui era una persona gentile, che non trattava male le ragazzine. No, lui se le fotteva e basta.

Tira il mio pantalone e la cucitura si tente. «Aspetta» dico. «Non lo rompere».

«Fai in fretta».

«Non voglio farlo più».

Lui sorride magnanimo. «Se mi dai quello che cerco da te, non parlerò con Frog. Sai quanto ci metterebbe a venire qui e rovinare l'immagine di brava ragazza che ti sei fatta?»

Afferra i miei pantaloni e li abbassa di scatto facendomi male. Il rumore della cerniera che cede e si strappa segna la distruzione della finta dignità che mi sono illusa di potermi costruire addosso con questi vestiti nuovi, così diversi da quelli lisi e rovinati che indossavo alle baracche.

«Quanto ci metterebbero a capire che sei una troia?»

Strappa le mutande in un unico gesto rabbioso e mi penetra senza darmi il tempo di reagire. Non riesco a trattenere un grido di dolore e lui mi schiaccia la mano sulla bocca, spingendomi indietro la testa. Sono immobilizzata tra lui, una mensola e il muro umido. Mi sbatte contro senza guardarmi, veloce e brutale. Fisso il muro alle sue spalle mentre mi si preme addosso, sperando che finisca in fretta. Alla fine mi lascia cinquanta euro sul bancone.

«No» sussurro. Li accartoccio e glieli getto addosso tra le lacrime.

Li lascia a terra dove sono caduti. «Non stupro ragazzine. Ti pago per un servizio come ho sempre fatto». Esce dallo sgabuzzino e richiude la porta lasciandomi finalmente sola.

🦋 🖤Spazio Fede 🖤 🦋

Tutto bene? No, non tanto. Speriamo in un prossimo capitolo che risollevi le sorti di Sam.

A quanto pare neanche in questa finta favola è al sicuro dal suo passato. Crede di proteggere la sua nuova famiglia, ma forse sta rovinando tutto. Riuscirà a nascondere questa nuova sofferenza? E Mic? Se ne accorgerà o sarà troppo impegnato con Elena?
Lasciatemi stelline e commenti, se volete. Apprezzo molto anche consigli sulla trama e sui personaggi! 🖤

A presto.

Fede

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top