(6)

San

Ero seduto sul divanetto della Sala Comune dei Grifondoro, posto dove non avrei mai creduto di potermi trovare prima se non per una scopata con qualcuno di questa casa. Invece ero lí per colpa di mia sorella, la quale stava sbavando dietro il caposcuola e che quindi voleva provarci spudoratamente con lui.

Purtroppo per lei, il caposcuola di Hogwarts era anche il capitano della squadra di Quidditch che proprio quel giorno ci aveva battuti in una partita. Questo per dire che non avrei mai permesso che si avvicinasse a mia sorella e che gli avrei semplicemente reso la vita un inferno di lí in avanti.

«E tu che diavolo ci fai qui?»un ragazzo disse ad alta voce, alzai la testa e incontrai il suo sguardo che ora era fisso su di me con un'espressione quasi disgustata dalla mia figura.

«Mi sono presentato e sono entrato, tutto qui. Ti crea qualche problema?»gli chiesi ironicamente, buttandomi a sedere con la schiena poggiata allo schienale del divano e allungando le braccia su di esso che andarono inevitabilmente a finite dietro i colli degli altri ragazzi seduti con me in quel momento.

«Beh, si? È una festa per festeggiare la vittoria contro la tua squadra, non dovresti essere qui.»mi fece notale corrucciando le sopracciglia, io alzai gli occhi e mi portai la Burrobirra che stavo bevendo alle labbra, mandando giu un sorso di quella dolce bevanda.

«Perciò? Voglio solo godermi la serata, tutto qui.»risposi subito dopo aver bevuto e strofinandomi le labbra con la manica della mia camicia nera, poi gli rivolsi un sorrisetto che svaní immediatamente dopo aver visto una scena davanti ai miei occhi che, semplicemente, mi fece venire il voltastomaco.

Dietro di lui, seduto su una sedia, c'era il capitano della squadra dei Grifondoro e, proprio sopra le sue gambe, era seduta Hyejin, la quale proprio in quel momento gli stava lasciando dei baci sulla mascella. Sentii il sangue arrivarmi al cervello osservando come le mani del ragazzo le stringevano i fianchi mentre teneva gli occhi chiusi beandosi le attenzioni di mia sorella.

«Ma porca puttana.»imprecai poggiando la bottiglia sul pavimento e alzandomi, mentre quello che poco prima mi aveva rivolto la parola si era voltato verso la direzione che stavo osservando in quel momento.

«Oh, Wooyoung sta prendendo in considerazione il mio consiglio...»lo sentii mormorare tra sè e sè prima che io iniziassi ad avanzare verso il punto in cui erano seduti, coi pugni e la mascella serrati.

Non appena fui di fronte alla coppia non mi preoccupai di star per fare una sceneggiata e semplicemente afferrai il braccio di Hyejin e la tirai in piedi via dal ragazzo, il quale aprí gli occhi di scatto e corrucciò le sopracciglia con fare confuso.

«Ma che cazz...»riuscii a sentirlo mormorare poco prima che la mia pazienza svanisse del tutto e che il mio pugno entrasse in diretto contatto con la sua guancia, facendolo gemere di dolore. Mia sorella mi tirò subito verso di lei per farmi stare fermo ma, in quel momento, l'unica cosa che contava era la rabbia che sentivo nei confronti di questo individuo.

«SAN SMETTILA!»la voce della ragazza mi entrò da un orecchio e mi uscí dall'altro ma, quando feci per caricare un altro pugno, senti un altro paio di braccia bloccarmi mentre due ragazzi si precipitavano dal Grifondoro davanti a me.

«Che cazzo di problema hai?»uno di loro inveí contro di me e per un attimo ebbi timore della sua stazza massiccia e del suo sguardo affilato, ma non mi feci prendere dalla paura e lo fronteggiai comunque.

«Questo coglione dovrebbe smetterla di mettere le mani su mia sorella, ecco qual è il mio problema!»risposi alzando la voce per farmi sentire al di sopra della musica e gesticolando animatamente.

«La vuoi piantare di parlare di me come se fossi una ragazzina di dodici anni?! Non posso decidere con chi stare?!»sbottò Hyejin dandomi uno spintone con le mani e facendomi traballare per un attimo.

«Non con questo sporco...»non riuscii però a finire di pronunciare l'insulto che, proprio quello di cui stavo parlando, fu in piedi e di fronte a me, con le mani strette attorno al colletto della mia camicia.

«Sporco che cosa? Mh? Mezzosangue? Continua l'insulto, cosí ho un motivo per tirarti un calcio nelle palle.»mi disse lui a denti stretti e, per un attimo avvertii un po' di paura nel sentire il tono basso e rauco che mi aveva appena rivolto. Però, non pensavo che avrebbe avuto il coraggio di affrontarmi.

«Wooyoung, non ne vale la pena.»lo prese per le spalle il suo compagno di squadra e di casata che, se non sbaglio, si chiamava Jongho.

Comunque quello davanti a me mi puntò gli occhi nei miei e quell'attimo sembrò durare ore intere quando in realtà si trattò solo di pochi secondi. I capelli bianchi sfumati di blu gli coprivano leggermente le palpebre e il respiro affannato a causa della rabbia si scontrava contro il mio viso, facendomi rendere conto solo in quel momento della vicinanza.

Cavolo, in un'altra situazione probabilmente mi sarei anche eccitato.

Ma che cazzo dico? Con questo essere sicuramente no, ma con qualcun'altro si e avrei anche passato una bella serata. Ma con lui proprio no.

«Hey ragazzi, vi va di giocare ad obbligo e verità?»sentimmo una voce urlare da dietro di noi, sul baccano della folla di Grifondoro impazziti. Jung, davanti a me, fu il primo a girare la testa e a distogliere lo sguardo dal mio, cercando con gli occhi la persona che aveva appena parlato.

Io, d'altro canto, rimasi a fissare il suo profilo, la mascella marcata stretta a causa del nervosismo per colpa mia, le vene sulla gola visibili anche nel buio della Sala Comune, illuminato soltanto dalle luci fievoli della festa. Le labbra carnose, fin troppo carnose per soltanto essere reali. Deglutii, pensando a quanto sarebbe stato bello far lavorare quella bocca in un altro modo...

Diavolo, ho proprio bisogno di scopare.

«Io ci gioco sempre.»mormorò l'altro Grifondoro del gruppetto del ragazzo di fronte a me, il quale, con una scrollata di spalle, si girò per raggiungere il gruppo di ragazzi che si era formato più o meno al centro della stanza. Ora tutti quanti si stavano sedendo sul pavimento, in cerchio, e gli unici che ancora non avevano accennato a muoversi eravamo io e Jung.

«San, andiamo.»la voce di mia sorella mi entrò nelle orecchie e soltanto in quell'istante smisi di guardare il ragazzo davanti a me. Feci una smorfia e mi voltai, prendendo a camminare anche io nella direzione del cerchio che si era creato. Mi sedetti e incrociai le gambe, mia sorella d'altro canto fece lo stesso, mettendosi sulle sue ginocchia.

Guardai i volti delle persone che ora erano con noi, alcuni li conoscevo, altri probabilmente erano troppo piccoli per aver avuto almeno un contatto con me, ma me ne fregai quando vidi la bottiglia di burrobirra essere piazzata al centro.

«Giro io!»esclamò qualcuno ridacchiando e facendosi in avanti per afferrare il vetro ma venne interrotto quando una mano lo afferrò per il braccio.

«Fatemi spazio, gioco anche io.»la voce del capitano dei Grifondoro sembrò cogliere tutti di sorpresa, come se solo in quel momento ci fossimo resi conto della sua presenza.

«Wow, Wooyoung, non mi aspettavo che ti andasse di giocare.»lo prese in giro ironicamente uno dei suoi amici, Mingi mi sembrava si chiamasse, dandogli una spallata quando gli si mise accanto.

«C'è sempre una prima volta, no?»rispose a tono quest'ultimo rivolgendogli un piccolo sorriso al quale alzai gli occhi al cielo.

«Beh, iniziamo!»disse una delle ragazze, improvvisamente tutte più coinvolte ora che anche il Caposcuola stava partecipando. Galline.

«Yunho, obbligo o verità?»chiese il ragazzo che aveva appena girato la bottiglia al Tassorosso, il quale fino a quel momento era rimasto in silenzio totale.

«Mh, verità.»rispose il ragazzo dai capelli bicolori, drizzando la schiena e guardando in faccia il suo interlocutore.

«Come sei noioso, mmh, dopo quanto avete scopato tu e Mingi?»gli chiese senza nessun ripensamento e io alzai un sopracciglio scettico. Per quanto il gossip mi piacesse, di cose del genere mi interessava meno di niente.

«Ehm, non so, credo dopo un mese? Non sono certo.»disse portandosi una mano dietro al collo e grattandoselo leggermente, per poi afferrare il
collo della bottiglia e farla di nuovo girare sul pavimento. Per sua fortuna, finì proprio con la punta diretta sul suo ragazzo.

«Mingi, obbligo o verità?»gli chiese, con un sorrisetto divertito, inclinando il busto verso quest'ultimo il quale fece finta di pensarci per un attimo, con un dito sotto al mento per rendere ancora più credibile la scena.

«Obbligo.»gli disse il grigio, sorridendo e stringendo di conseguenza i piccoli occhi, facendoli diventare due lunette quasi invisibili al di sopra delle sue guance.

«Speravo lo dicessi.»mormorò Yunho prima di mettergli una mano sulla guancia e unire le labbra con quest'ultimo. Arricciai il naso e con un'espressione disgustata voltai la testa di lato, non volendo davvero vedere nulla.

«Ah, prendetevi una stanza voi due, gira quella dannata bottiglia Mingi!»li riprese il battitore di Grifondoro, tirandogli una caramella addosso per farli staccare. Per fortuna sembrò funzionare perchè l'attimo dopo il ragazzo fece ruotare la bottiglia che puntò su...Jung.

«Wooyoung, obbligo o verità?»gli chiese muovendo le sopracciglia in alto e in basso velocemente, prendendolo in giro.

«Obbligo, ovvio.»ribattè l'altro ragazzo dai capelli bicolori, per poi prendere un sorso di una bevanda all'interno di un'altra bottiglia.

«Devi giocare a "7 minuti in paradiso" con lei.»ordinò indicando Hyejin accanto a me la quale arrossì come una matta ma che stava già muovendo le gambe per alzarsi.

«Non se ne parla.»le mie parole sembrarono uscire prima di essere controllate, infatti l'attimo dopo tutti gli occhi dei ragazzi della stanza furono su di me, ma gli sguardi di mia sorella e del ragazzo che poco prima aveva tenuto la faccia appiccicata la sua erano quelli che mi bruciavano di più.

«San, non rompere, sul serio.»mi cercò di bloccare lei, guardandomi con uno sguardo che non le avevo mai visto prima d'ora e che non riuscii nemmeno a descrivere: sembrava seria e fredda allo stesso tempo, un mix fin troppo pesante.

«No, ho promesso ai nostri genitori che avrei badato a te, e questo non è badare a te.»cercai di convincerla a non andare, afferrandole un polso e tirandola indietro ma lei semplicemente mi costrinse a lasciarla andare.

«Non ho bisogno della badante, grazie mille.»si oppose ancora ma, una volta che fu in piedi e accanto a lei si presentò la figura di quel ragazzo sentii di nuovo le mani formicolare, pronto a prenderlo a pugni in faccia come volevo da tempo ormai.

«Ci gioco io a "7 minuti in paradiso" con lui allora.»

Mi resi conto che quelle parole furono mie soltanto quando vidi le espressioni sconvolte e le bocche spalancate dei miei compagni. Merda, mi stavo sul serio scavando la fossa.

Un po' di suspense ops

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