(5)
Wooyoung
Avevamo vinto quella partita, e ora ci aspettava una bella serata e nottata nella nostra Sala Comune, come era nostro solito fare: dopotutto tutta la scuola sapeva che, come feste, i Grifondoro erano i più bravi ad organizzarle.
Certo, ero Caposcuola, sarei dovuto essere colui che impediva questo genere di cose e che puniva chi le organizzava; ma non potevo punire l'organizzatore se l'organizzatore ero io stesso, giusto?
Dopo la doccia all'interno degli spogliatoi, io e la mia squadra ci eravamo precipitati verso il castello e avevamo salito di fretta tutte le rampe di scale per arrivare il prima possibile nella Sala Comune e festeggiare come si doveva il nostro successo.
«Diavolo, stasera penso proprio che mi ubriacherò.»affermò Jongho, quando ci trovammo davanti al ritratto della Signora Grassa, in attesa di entrare dentro. Io ridacchiai e gli avvolsi un braccio attorno al collo, mentre osservavo la porta aprirsi e la gente iniziare a urlare da dentro la stanza.
«E io spero proprio che scoperò, stasera.»aggiunsi a bassa voce, ma abbastanza volte da farmi sentire dal mio amico il quale mi diede una spinta con la sua spalla mentre entravamo.
«Oh ma guardatelo, il nostro Wooyoung vuole perdere la verginitá, che carino!»mi prese in giro e io non ebbi il tempo di ribattere che mi sentii buttare all'indietro e poi afferrare dalla schiena da delle mani. Non ebbi nemmeno il tempo per capire cosa stava succedendo che mi trovai sospeso per aria da almeno una ventina di mani che mi facevano "camminare" per tutta la stanza.
«JUNG WOO-YOUNG! JUNG WOO-YOUJG! JUNG WOO-YOUNG!»il mio nome gridato da tutte quelle persone mi entrò in testa e non potei fare a meno di ridere e urlare dalla gioia. Ogni vittoria che avevo portato alla squadra mi aveva sempre messo al centro delle feste post-partite e amavo quella sensazione più di qualsiasi altra cosa.
«Dai ragazzi, mettetemi giù!»urlai tra una risata e l'altra, cercando di dare delle pacche sulle spalle che riuscivo a colpire per fargli capire che volevo scendere e, dopo almeno un altro paio di volte che ripetevo quelle parole, riuscii a toccare di nuovo terra, dove ricevetti abbracci e baci.
Una volta che fui riuscito a liberarmi dalle mani e dalle grida dei miei compagni di casata, mi spostai e andai verso il camino spento per afferrare una delle birre che erano state lasciate lì ancora intoccate. Presi una bottiglia dal collo e poi la sollevai in alto.
«Che la festa abbia inizio!»urlai a squarciagola con tutto il fiato che mi era rimasto in corpo dopo la fatica della partita e ricevetti altrettante grida contente dopo la mia esclamazione. I ragazzi presero ad agitarsi e ad andare alla ricerca di alcol e, in quell'esatto momento partì anche la musica. Sapevo che probabilmente qualche insegnante ci avrebbe beccati e che in quel caso sarei stato in guai seri, ma in quel momento l'unica cosa che volevo davvero fare era godermi il momento e festeggiare quella vittoria che sarebbe potuta essere benissimo essere la mia ultima vittoria come capitano della squadra di Quidditch dei Grifondoro visto che il settimo anno era agli sgoccioli e che poi non avrei più avuto quell'opportunità.
Mi diressi anche io nel punto in cui c'erano gli alcolici e subito ne afferrai un paio, per poi indirizzarmi verso il punto dove in quel momento stava sedendo Jongho con delle ragazze al suo fianco.
«Tieni.»gli passai una delle bottiglie di quello che poi capii si trattasse di Whisky incendiario, e entrambi avvicinammo i due pezzi di vetro, facendoli scontrare con un sonoro "cling" e poi iniziando a berne il contenuto. Il bruciore mi passò lungo la gola fino ad arrivare alla bocca dello stomaco, facendomi avvertire quella magica sensazione che sentivo ogni volta che bevevo.
«Allora, con chi vuoi scopare?»mi domandò curioso, ritornando all'argomento di prima, io alzai gli occhi al cielo a quelle parole; dopotutto dovevo aspettarmelo che in qualche modo lo avrebbe ritirato fuori.
«Stavo scherzando, prima...»risposi con una scrollata di spalle, prendendo un sorso del forte liquido senza guardare il mio amico che, in quel momento, mi stava fissando intensamente.
«Beh, non dovresti, scopare è bello, non sai cosa ti stai perdendo.»ribattè bevendo anche lui l'alcolico che gli avevo portato poco prima.
Durante la mia vita avevo avuto alcune esperienze, sia sessuali che non, ma mai ero arrivato al punto con nessuno: forse perchè tutte le esperienze che avevo avute erano state con delle ragazze ed io ero prettamente gay. Non sapevo il motivo per cui in realtà fingevo di essere etero, ma non volevo che la gente lo sapesse. Non avevo un motivo vero e proprio, l'omosessualità non era qualcosa di malvisto ad Hogwarts, eppure la paura del giudizio mi bloccava dal fare qualsiasi cosa. Anche Mingi e Yunho erano una coppia, perciò non sapevo proprio perchè non riuscissi a fare coming-out.
Sapevo che ormai i miei amici sospettassero qualcosa, non che fossero piuttosto evidenti i miei sguardi nei confronti dei giocatori delle altre squadre durante le partite di Quidditch. Inoltre sapevo che ai miei genitori non sarebbe cambiato molto sapendomi gay, eppure c'era sempre qualcosa che mi fermava dall'avere la mia prima esperienza con un ragazzo, un'esperienza che probabilmente avrei anche potuto essere in grado di portare fino in fondo.
«Scrivi a Yunho e Mingi, digli di venire alla festa.»quasi ordinò di fare Jongho ma io sorrisi, dopotutto mi faceva piacere passare una serata con i miei tre migliori amici in completa tranquillità.
Riposi il cellulare in tasca e poi tornai a puntare l'attenzione su Jongho e le due ragazze con lui: una era sulle sue gambe mentre gli carezzava i capelli mentre l'altra era al suo fianco, con un suo braccio tra le mani che gli facevano delle carezze e dei grattini sulla pelle. Incredibile come quel ragazzo ci sapesse fare così bene con il genere femminile.
«Dovrebbero arrivare a momenti.»affermai e, proprio in quell'esatto istante, sentii la porta della nostra Sala Comune bussare. Corrucciai le sopracciglia, non aspettandomi che avrebbero impiegato così poco tempo ad arrivare ma, d'altro canto, nessun altro si sarebbe mai presentato davanti la nostra porta bussando, i Grifondoro erano a conoscenza della parola d'ordine dopotutto e potevano entrare quando volevano e come volevano.
«Beh, eccoli qui, no?»mi rispose Jongho mentre io mi mettevo in piedi e mi incamminavo tra la folla di ragazzi che ballavano verso l'entrata. Dovetti fare attenzione a non inciampare su nessun ragazzo sdraiato sul pavimento mentre beveva o si baciava e strusciava con qualcuno, ma fortunatamente riuscii a raggiungere l'entrata senza troppi problemi. Abbassai la maniglia ma, purtroppo, non furono Yunho e Mingi ad essere i volti di fronte al mio.
Infatti davanti a me c'erano un ragazzo e una ragazza e i colori verde ed argento del trucco sul viso di quest'ultima furono la prima cosa che notai.
«Che diavolo ci fate voi due qui?»chiesi dando voce ai miei pensieri, usando un tono di voce evidentemente infastidito e sperando che questo fosse abbastanza per fargli capire di andarsene.
«Che c'è, hai paura di noi Jung?»mi chiese il ragazzo dai capelli neri che, purtroppo per me, conoscevo da anni ormai.
Choi San, Serpeverde Purosangue, cercatore e capitano della squadra di Quidditch, e una gran testa di cazzo. Non lo avevo mai visto fuori dal contesto scolastico e sportivo, perciò ritrovarlo di fronte a me in tutta la sua stronzaggine mi mandò in confusione più di qualsiasi altra cosa.
Non riuscii nemmeno a pensare a qualcosa con cui rispondergli che vidi lui fare qualche passo in avanti, verso di me, per fare per entrare ma io non glielo permisi e gli bloccai la strada. A quel punto una strana espressione comparse sul suo viso, una a cui non riuscii a dare un nome, e ghignò prima di cambiare direzione venire contro il mio corpo. In meno di tre secondi fummo l'uno contro l'altro, il mio viso a pochissimi centimetri dal suo tant'è che, se avessi abbassato lo sguardo, sarei stato in grado di contare tutte le lentiggini che gli decoravano il lato destro del collo.
Deglutii rumorosamente e abbassai gli occhi verso il pavimento, notando con la coda di essi il suo labbro inferiore incastrato tra i suoi denti, una delle cose più sexy che avessi mai visto fare.
«Oh, dov'è la tua spavalderia ora? L'hai lasciata in campo?»mi prese ancora in giro in un sussurro, allora solo a quelle parole alzai di nuovo lo sguardo, ritrovandomi il suo puntato su di me.
«E tu in campo ci hai lasciato le lacrime dopo aver pianto a causa della sconfitta?»gli chiesi retoricamente con un sorriso sornione e in quel momento vidi la sua mascella stringersi.
«San, smettila di fare il cretino.»la voce della ragazza dietro di lui attirò la nostra attenzione, allora con una spinta lo allontanai da me e riuscii a concentrarmi su di lei.
«Solo se tu la smetti di mangiarti questo coglione con gli occhi.»le rispose a bassa voce e io sgranai gli occhi a quelle parole prima di rivolgere uno sguardo tirato a lui.
«Il coglione intanto ti ha spaccato il culo in campo, capitano.»ribattei con voce piuttosto udibile e ironica, tant'è che lui tornò sui suoi passi e venne verso di me, stavolta mettendomi una mano sul collo e spingendomi verso la porta.
«Riprova a dirlo, se hai il coraggio.»mi disse e questa volta non risi, sentendo la stretta sulla mia gola stringersi. Non feci nulla, non volevo fargli notare che stavo soffocando, perciò rimasi cosí, aspettando che la smettesse.
«Che diavolo sta succedendo qui?»udii la voce di Mingi da dietro le spalle del moro di fronte a me e soltanto in quel momento mi ritrovai di nuovo a respirare, dato che quest'ultimo aveva mollato la presa sul mio collo. Si spostò da davanti a me mentre io davo qualche colpo di tosse e riuscii ad ottenere la visuale dei miei due amici mentre si tenevano per mano e guardavano la scena davanti a loro con confusione: Mingi era pronto a tirargli un pugno, nonostante il suo lato da Tassorosso, mentre Yunho sembrava...spaventato.
«Niente, questi due si vogliono imbucare ad una festa alla quale non potrebbero nemmeno partecipare.»spiegai in breve con la voce leggermente strozzata e lanciando un'occhiata ai due Serpeverde.
«Non credo che loro due possano partecipare, o sono dei falsi Tassi?»mi prese in giro ancora una volta il ragazzo e dovetti stringere i pugni per non tirargli uno schiaffo in pieno viso: mi stava dando sui nervi ed era lí soltanto da qualche minuto, non immagino come sarebbe continuata ad essere la serata se fosse rimasto con noi alla festa.
«Stai attento a quello che dici, Choi.»lo riprese Mingi e il Serpeverde scoppió in una risata, infilando le mani in tasca e appoggiandosi con la schiena alla parete vicino la porta.
«Altrimenti?»continuò a stuzzicare e solo in quell'attimo mi decisi a farmi avanti per andargli contro ma fui bloccato da una mano che si posò sulla mia spalla per fermarmi. Mi voltai e trovai la ragazza a fissarmi, ricordai delle parole che erano state pronunciate poco prima e mi immobilizzai, non volendo fare qualcosa che potesse ferirla.
«Senti, puoi farci entrare e basta? Giuro che non daremo problemi e, se lo facessimo, potrai toglierci quanti punti vorrai. Sei Caposcuola tanto, no?»propose e io guardai prima lei e poi il ragazzo dietro, che ora mi stava guardando con un'espressione stanca di quello che stava accadendo. Poi guardai i miei due amici i quali mi stavano scuotendo la testa in segno negativo.
Purtroppo per me morivo dalla voglia di togliere qualche punto a quell'idiota di Choi San.
«Va bene, potete entrare.»
Un po' di tensione non fa mai male a nessuno
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