(2)
San
«Choi ci vuoi degnare della tua attenzione o continuerai a dormire per il resto dell'ora?»il professor Vitious mi chiese facendomi risvegliare dal mio pisolino a causa della sua voce stridula. Strizzai gli occhi e mi portai una mano tra i capelli, scostandomeli da davanti il viso, poi sbadigliai senza nemmeno portarmi la mano davanti la bocca.
«Mi scusi professore.»dissi anche se non ci credevo davvero, mettendomi a sedere in maniera composta e beccandomi un'espressione sconfitta da parte il piccolo uomo che poi riprese a spiegare la sua materia, ovvero Incantesimi.
Ero al mio settimo anno ad Hogwarts e, in più, ero al mio settimo ed ultimo anno da Serpeverde e come capitano della squadra di Quidditch. I miei genitori mi avevano sempre detto di impegnarmi nelle materie extra scolastiche piuttosto che quelle scritte nei libri, questo perché loro credevano che l'insegnamento nella nostra scuola non fosse completo e ci venisse fatta fare poca pratica, soprattutto in ambito di incantesimi oscuri.
Già, non era un segreto che i miei genitori fossero dei seguaci dell'ormai deceduto Lord Voldemort. E non era nemmeno un segreto quello che avrei quasi sicuramente seguito le loro orme, una volta conclusi i miei studi. In realtà avevo già pensato di lasciare scuola, ma sarebbe stato meglio che concludessi l'anno cosí da non dettare troppi sospetti. Infatti da quel che sapevo i miei genitori ed altri ex-Mangiamorte che erano riusciti a scampare la prigione in passato stavano organizzando una vendetta contro coloro che ci avevano rovinato la vita, e probabilmente avrei partecipato anche io a questo avvenimento.
Non sapevo ancora niente su ciò, alcuni membri dell'ordine dei Mangiamorte ancora non si fidava al 100% di me, e non potevo nemmeno dargli tutti i torti oltretutto, per questo mi era stato detto soltanto il minimo indispensabile su quello che sarebbe dovuto succedere a breve.
Comunque ripresi per un attimo ad ascoltare l'inutile lezione del professore e dopo un po' semplicemente sbuffai e buttando la testa all'indietro, chiaramente annoiato.
«Signor Choi se la lezione non è cosí interessante per lei può anche uscire dalla classe.»mi disse il piccolo uomo dall'altro capo della stanza, io ritornai con la schiena dritta e misi su un ghigno.
«Con piacere professore.»risposi per poi prendere il mio libro, che era rimasto chiuso dall'inizio dell'ora, e mi alzai in piedi, prendendo a camminare verso la porta della stanza per uscire il prima possibile di lí. Feci un cenno di riverenza in maniera scherzosa ai miei compagni per poi chiudermi la porta alle spalle ed incamminarmi verso la Sala Grande. A breve ci sarebbe stato il pranzo, perciò tanto valeva farmi trovare pronto per mangiare.
Scesi le scale, facendo attenzione nel non prendere la rampa sbagliata dato che qui ad Hogwarts tutto era possibile, persino a delle scale si muoversi a loro piacimento come se fossero fatte di vita propria, quando ovviamente non era cosí.
Arrivai al piano terra dove in quel momento erano davvero pochi i ragazzi presenti tra i corridoi, visto che la maggior parte di loro erano tutti a lezione.
Per quanto i miei genitori mi dicessero che il metodo di insegnamento qui era sbagliato, a me in realtà piaceva stare tra quelle mura. Mi faceva sentire più completo, come se avessi qualcosa di solo mio e che mi riuscisse a prendere al 100% in tutto e per tutto. Era difficile da spiegare, ma a volte se pensavo alla parola casa la prima cosa che mi veniva in mente era questo castello piuttosto che dove avevo vissuto per i primi undici anni della mia vita.
L'unica cosa davvero strana era successa durante il mio quinto anno quando a settembre, sul treno per ritornare a scuola, mi era stato detto che dovevo essere il prefetto dei Serpeverde. Era un fatto curioso, dato che non ero considerato questo gran studente perfetto in fin dei conti, anzi, non essendo mai stato costretto dalla mia famiglia a studiare mi ero anche lasciato piuttosto andare. Ma ero rimasto stupito quando mi era stata data la spilla, anzi sbalordito.
«Che ci fai tu qui?»una voce mi distolse dai miei pensieri, una voce che conoscevo fin troppo bene. Alzai lo sguardo e notai una ragazza seduta alla fine della panca del tavolo della mia casata, non mi ero nemmeno reso conto di essere entrato dentro la Sala Grande, soltanto ora guardandomi attorno e notando tutta la luce che c'era qui dentro avevo realizzato.
La ragazza comunque aveva i lunghi scuri, gli zigomi pronunciati e il viso piccolo. Non ci voleva un genio per capire cosa fosse lei per me, ad una prima occhiata.
«Potrei chiederti la stessa cosa, Hyejin.»risposi a tono raggiungendola e poi mettendomi seduto di fronte a lei, sfortunatamente non potevamo ancora iniziare il pranzo, ma comunque non avevo da fare a prescindere.
«Ho litigato con il mio ragazzo, anzi, ex-ragazzo ormai, e non mi andava di andare a lezione stamattina.»mi spiegò in breve con un'alzata di spalle, guardando poi dritto davanti a lei. Sospirai nell'ascoltare quelle parole e chiusi gli occhi, cercando di trovare un modo non troppo cruento per risponderle.
«Dovresti smetterla di fare tira e molla con ogni ragazzo che respira in questo posto, lo sai?»le feci notare io cercando di intercettare il suo sguardo, ma senza riuscirci.
«Dice chi? Tu? Il fratello maggiore bisessuale che appena torna a casa si scopa la crush della sua sorellina?»ironizzò ma io sapevo perfettamente quanto ancora fosse arrabbiata con me. Sapevo di aver sbagliato, non si rubano i ragazzi alle proprie sorelle, ma quella volta non era nemmeno stata colpa mia.
«Ti ho già detto che non sapevo che a te piacesse, puoi smetterla di rinfacciarmelo ogni volta?»la rimbeccai con un'occhiata di fuoco e lei questa volta alzò le mani in difesa, io mormorai un "grazie" e poi tornò il silenzio su di noi, anche de non durò molto.
«E tu piuttosto? Che stai facendo, perchè non sei a lezione?»mi domandò e questa volta fu il mio turno di fare spallucce.
«Stavo letteralmente dormendo in piedi, perciò Vitious mi ha cacciato.»risposi ma non riuscí a ribattere che suoni di passi iniziarono a farsi presenti da fuori l'enorme stanza.
Il cielo era sereno quel giorno, soltanto qualche nuvola lo macchiava di bianco, ma la luce che spargeva nell'ambiente era un vero toccasana, soprattutto in questo periodo di studio disperato. I quadri iniziarono a tremare e alcuni personaggi dipinti fecero spuntare le loro teste, curiosi di quello che a breve sarebbe successo anche se già consapevoli di ciò. Infatti soltanto una decina di secondi dopo una mandria di studenti varcò la soglia della Sala Grande, iniziando a disperdersi per le quattro lunghissime tavolate che segnavano le diverse case di Hogwarts.
Sospirai, guardando i miei compagni casa avvicinarsi a me e mia sorella ma, appena ricevettero un'occhiataccia, cambiarono direzione e si spostarono.
«È possibile che devi spaventare chiunque provi ad avvicinarsi? Ti fa cosí schifo avere degli amici?»mi domandò lei e io alzai gli occhi al cielo, sapendo perfettamente dove sarebbe andato a finire quel discorso, come d'altro canto succedeva ogni volta che si apriva quell'argomento.
«Per l'ennesima volta, non ho bisogno di amici, ne ho tre e mi bastano e avanzano.»ribattei per almeno l'ennesima volta, poi colse la mia attenzione l'apparizione del pranzo sul tavolo: c'erano diversi tipi di pasta, con alcuni pezzi di carne e qualche verdura condita, mi venne l'acquolina in bocca al solo fissare tutto quel ben di Dio.
«Come vuoi, io vado dai miei amici allora.»concluse per poi alzarsi dalla panca e iniziare a camminare via, io nemmeno la guardai troppo intento nell'osservare i piatti di fronte a me. Amavo il cibo di Hogwarts, era probabilmente l'unico motivo che mi teneva davvero legato a quel castello e che mi impediva di andarmene: in nessun altro posto avrei mai trovato quel succo di zucca cosí dolce, era un tale peccato che l'anno prossimo non ci sarei nemmeno più stato.
Proprio in quell'attimo infatti ne apparve un bicchiere e, quando però feci per afferrarlo, vidi un'altra mano prenderlo prima di me e portarlo via dalla mia visuale. Alzai lo sguardo, per capire di chi si trattasse e non rimasi stupito quando intravidi i colori blu e nero della divisa dei Corvonero saltare all'occhio.
«Volevi questo?»mi chiese il ragazzo con una voce profonda e un sorrisetto divertito sulle labbra, io alzai gli occhi al cielo mentre lo guardavo sedersi di fronte a me, ad un tavolo che non era "suo".
«Ridammelo, Yeosang, lo sai che odio quando non bevo il mio succo giornaliero.»commentai allungando il braccio per riaverlo indietro, lui scrollò le spalle e me lo passò di nuovo, cosicchè potessi gustarmi quel dolce.
«Odi tante cose, San, ho perso il conto.»mi rispose a tono e io gli rivolsi una boccaccia, continuando comunque a fregarmene delle sue parole e dedicando tutto me stesso a quella bevanda, facendo così gioire le mie papille gustative.
«Strano, ti sei dimenticato qualcosa? Non eri un cervellone, una volta?»lo presi in giro poi quando ebbi finito di bere e feci per prendere una fetta di pane sul tavolo.
«Mi stai confondendo con Hongjoong, lui è quello che non dimentica mai niente, io sono soltanto bravo nel ricordarle.»ribattè, afferrando anche lui un pezzo di pane e portandoselo alle labbra.
«E non è la stessa cosa?»chiesi confuso dalle sue parole ma non ottenni risposta perchè lui lanciò un'occhiata al suo orologio e poi sgranò gli occhi, infine si alzò dal tavolo e semplicemente si mise a correre per la Sala Grande, sotto i miei occhi straniti.
«Bah, i Corvonero non li capirò mai.»mormorai tra me e me scuotendo la testa, per poi riprendere a mangiare come se nulla fosse accaduto.
So che probabilmente ci sarà qualcuno che non conosce il mondo di Harry Potter, perciò ho cercato di usare il meno possibile termini specifici relativi ad esso, spero sia comunque comprensibile
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