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San

Quando sentii la sveglia suonare, giurai che a causa del nervosismo avrei potuto dare a fuoco qualsiasi cosa nel raggio di mezzo chilometro. Ero nervoso, non avevo dormito affatto bene quella notte, e perciò ora mi ritrovavo in questa dannata situazione del cazzo.

Sapevo che era stata una cattiva mossa andare a dormire a casa di Seonghwa ed Hongjoong in una notte così importante, ma come potevo dare torto a me stesso? Dopotutto c'era davvero il rischio che io non li avrei mai più rivisti.

Quando ero tornato a casa, c'era stata subito una riunione di famiglia e i miei genitori mi avevano informato che si sarebbe tenuto un consiglio se stabilire o meno la mia ammissione all'interno dell'ordine dei Mangiamorte. Ormai era ovvio che io non volessi più farne parte ma declinando quell'offerta sarei stato cacciato di casa e avrei perso i contatti con mia sorella, oltre che al fatto che non avrei più potuto proteggerla.

Quel consiglio si sarebbe tenuto proprio questa mattina e perciò non ero riuscito a dormire. Non sapevo in realtà cosa sarebbe stato meglio, se essere dentro o meno.

Nel caso mi accettassero, dovrei a mia volta fare una decisione, ovvero diventare un Mangiamorte o andarmene. In caso contrario verrei considerato un fallimento per il resto della mia vita da tutta la mia famiglia, i quali mi manderebbero in qualche posto sorvegliato da altri Mangiamorte. Sapevo che avrebbero temuto diventassi una spia, perciò non potevano permettersi di tenermi in casa loro.

Perciò ero già in ansia di mio, poi non avevo dormito e il non sapere in realtà a cosa stavo andando incontro mi stavano mettendo una tensione fatta di pura angoscia nelle vene, una tensione che non tanto facilmente sarei riuscito a superare.

Spensi la sveglia e mi misi in piedi, poi mi preparai per quello che mi sarebbe aspettato e, una volta guardatomi allo specchio sospirai: a partire da quel momento, il mio futuro sarebbe completamente cambiato, e probabilmente in peggio.

Ovviamente tutti i miei amici erano a conoscenza di quello che sarebbe successo oggi e proprio per questo avevamo deciso di spendere gli ultimi giorni sempre insieme, anche se Yeosang ogni giorno doveva venire a casa dei nostri due amici perchè i suoi genitori non lo lasciavano a dormire con due Serpeverde figli di Mangiamorte. Ovviamente erano a conoscenza del fatto che Seonghwa fosse libero da quella vita, ma la mia presenza influiva fin troppo l'opinione di quella donna, tant'è che era capitato molto spesso che le nostre conversazioni erano sfociate in litigi. Non mi importava che era la madre di uno dei miei migliori amici, dovevo almeno avere il modo di difendermi.

Uscii dalla stanza degli ospiti e andai diretto verso il salotto dove c'era Hongjoong intento nel cucinare la colazione, facendo fluttuare degli oggetti a suo piacimento grazie a diversi incantesimi che stava utilizzando contemporaneamente.

«Buongiorno, hyung.»lo salutai io non appena mi apprestai alla sua figura, lui alzò lo sguardo e mi sorrise, prima di prendere un piattino e facendogli cadere sopra un paio di pancake, prima di spedirli immediatamente verso di me.

«Vuoi lo sciroppo d'acero?»mi domandò e io corrucciai le sopracciglia: Hongjoong non era una serpe, ma comunque non si comportava sempre così pacificamente nei miei confronti.

«È successo qualcosa? Perchè ti vedo fin troppo zuccheroso per i miei gusti...»provai a dire infatti con una nota sinceramente confusa, lui alzò lo sguardo verso di me e lessi perfettamente nei suoi occhi la sua incapacità nel mentire.

«Va bene, te lo dico, però non prendermi in giro come ha fatto ieri sera Seonghwa, va bene?»ammise finalmente, buttando lo straccio che aveva in mano ma continuando a preparare il resto della colazione alle sue spalle. Io annuii e incrociai le braccia al petto, appoggiandomi poi col sedere contro il tavolino su cui c'erano alcuni succhi di frutta.

«Visto che potrebbe anche essere l'ultima volta in cui siamo tranquilli a dormire tutti insieme la notte, volevo renderti più piacevole il momento del distacco, tutto qui.»mi spiegò in breve e io non mi stupii del fatto che lui fosse quello col massimo dei voti in quella casa. Sapevo perfettamente quanto per lui contasse la nostra amicizia e quanto fosse importante soprattutto la nostra saluta mentale, perciò me lo sarei dovuto aspettare qualcosa del genere da parte sua.

«Non essere così melodrammatico.»gli dissi anche se in realtà io ero del suo stesso parere. Cercavo di convincermi che tutto sarebbe andato per il verso giusto quando sapevo che in realtà in ogni caso io sarei stato nella merda.

«Sono solo preoccupato.»mi rispose e io gli rivolsi un piccolo sorriso, prendendo un pezzo di quei pancake e buttandolo subito in bocca. L'attimo dopo anche Seonghwa si fece vivo nel salotto e, senza dare il buongiorno a nessuno di noi due (come era suo solito fare) andò direttamente a controllare cosa ci fosse di buono da mangiare.

«Quanti altri pancake ci sono?»chiese con ancora un tono basso di voce a causa, probabilmente, del sonno, e Hongjoong si voltò e gli fece arrivare direttamente la pila di pancake che aveva sfornato.

«Quanti ne vuoi.»gli rispose, poi si rivolse di nuovo a me, sedendosi sul tavolino e poi portando un braccio attorno alle mie spalle, stringendomi a sè.

«Sei pronto?»mi domandò con il viso vicino alla mia testa, io scrollai le spalle e poi mi staccai da quel mezzo abbraccio per guardarlo in faccia e fargli vedere un sorriso, provando almeno a rassicurarlo.

«Sono sempre pronto, lo sai no?»ribattei infatti prima di mostrargli un ghigno, allora lui mi mise una mano tra i capelli scombinandomeli, per poi beccarsi uno schiaffo sul polso da parte mia l'attimo dopo a causa di quel gesto.

«Vogliamo andare?»mi chiese poi Seonghwa ad un certo punto e io per un attimo ci pensai ma poi annuii, dandomi forza da solo. Mi staccai dal tavolino e guardai un'ultima volta Hongjoong, prima di voltarmi e indirizzarmi verso la porta di casa. Il più grande fu dietro di me tutto il tempo, accompagnandomi a sua volta all'uscita. Una volta che fummo entrambi lì ci girammo e vi trovammo l'arancione a fissarci, allora Seonghwa offrì la mano.

Io la guardai per un attimo, sapevo che a momento sarebbe iniziata quella riunione e che perciò dovevamo smaterializzarci e anche in fretta, ma una parte di me voleva rimanere a quel momento, non volevo andarmene davvero di lì.

Mi feci coraggio e afferrai il polso del mio amico, venimmo catapultati in un posto fatto di colori e miscugli gli oggetti, ma il tutto fu talmente veloce che non ebbi nemmeno l'occasione di capire di cosa si trattasse. L'unica cosa che riuscii a capire fu che quando tutta quella pressione svanì e fui di nuovo in grado di respirare nella giusta maniera non ero più sull'uscio di casa di Seonghwa e Hongjoong, ma davanti al portone della mia di casa.

Respirai profondamente, sapendo che quello era il momento in cui avrei dovuto dire addio alla mia vita. Il cuore mi batteva all'impazzata e, tutto ad un tratto, mi tornarono in mente tutti i diversi avvenimenti più belli degli ultimi anni.

Dal momento in cui io e Yeosang avevamo fatto amicizia ancor prima dello smistamento, a quando ero stato preso nella squadra di Quidditch e avevo ricevuto i primi segreti del gioco di Seonghwa. Poi andarono alla biblioteca, dove avevo passato un'elevata abbondanza di tempo insieme ad Hongjoong e, pensando alla biblioteca, mi vennero anche in mente un paio di occhi marroni che, forse un mese fa, avevano svolto il mio stesso lavoro studiando come un matto per gli ultimi esami: quegli occhi erano di Jung Wooyoung.

Inevitabilmente mi venne in mente tutto quello che era successo tra noi, dalla partita a "7 minuti in paradiso", alla ronda, fino al giorno in cui eravamo tornati a casa e avevamo quasi finito per scopare sul treno. Avevo detto ai miei amici quello che era successo, dopotutto quando ero tornato al vagone Yeosang mi aveva tartassato di domande riguardo cosa fosse successo e perchè avessi il collo coperto di succhiotti. Inizialmente non gli avevo detto di chi si trattava ma lui sapeva già che ci eravamo baciati, perciò tanto valeva dirgli la sincera verità.

E così lo avevo detto anche a Seonghwa ed Hongjoong, i quali mi avevano fatto a loro volta mille domande del tipo "ma lui ti piace?", "perciò state insieme o scopate e basta?" e ancora "perchè non gli scrivi" ma li avevo liquidati dicendo di non volerne parlare. Ora eccomi qui, nel momento più critico della mia vita, a pensare a quel maledetto ragazzo che probabilmente non avrei nemmeno più rivisto.

Non so perchè mi capitava così spesso di pensarci, e sinceramente questa cosa neppure mi piaceva, però ogni volta che succedeva avvertivo una strana sensazione allo stomaco che non avevo mai provato e che continuavo a fingere di non avere.

«San.»mi richiamò ad un certo punto la voce del mio migliore amico, il quale ora mi stava scuotendo la spalla per farmi riprendere da quella piccola trance in cui ero caduto. Mi svegliai e battei gli occhi più volte per tornare in me, poi guardai il mio amico in attesa che parlasse ancora.

«È arrivata l'ora.»aggiunse poi e io deglutii, sapendo bene quanta ragione avesse in quel momento.

E ora che succederà a San??

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