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Wooyoung

L'ultimo giorno di scuola.

Era arrivato, il momento che stavo aspettando dall'inizio dell'anno, se non dal momento in cui avevo messo piede per la prima volta in quel maestoso castello.

In quel momento ero, insieme al resto degli studenti, nella Sala Grande. A breve si sarebbe tenuta la cerimonia per noi ragazzi del settimo anno e poi, finalmente, saremmo usciti da quel posto per sempre. Sapevo che mi sarebbe mancata la sensazione di essere uno studente ad Hogwarts ma, dall'altra parte, non vedevo l'ora di farmi una vita fuori di lí.

I miei esami erano andati bene, speravo davvero di prendere un buon voto cosí da poter trovare un lavoro che mi sarebbe piaciuto poi, ma anche per una mia soddisfazione personale.

«Sei pronto al gran finale?»mi chiese Jongho seduto al mio fianco e dandomi una leggera spallata, io sorrisi e annuii felice.

«Non vedo l'ora di sapere con quanto sto uscendo.»dissi io guardando gli altri ragazzi della mia casata parlare e scherzare tra loro, mentre qualcun'altro mangiava qualcosa dal tavolo. Non avrei mai dimenticato questo momento, in cui tutti eravamo circondati da un'aurea di gioia e soddisfazione, cosa che era mancata per gli altri mesi dell'anno.

«Io sono già in ansia per l'anno prossimo.»commentò il mio amico e io strinsi le labbra in una linea sottile prima di voltarmi e guardarlo. Jongho essendo un anno più piccolo avrebbe trascorso un altro anno ad Hogwarts, senza i suoi amici.

«Mi mancherai, lo sai?»aggiunse poi e io per un breve attimo sentii una strana voglia di piangere. Mi stavo comportando come se non avessi più avuto l'opportunità di vederlo quando, in realtà, ora ci aspettavano due mesi d'estate fatti di relax e tranquillità.

«Già, come farai l'anno prossimo senza il tuo hyung?»lo presi in giro circondandogli le spalle con un braccio e tirandolo verso di me, per strofinare la mia guancia contro i suoi capelli. Jongho non adorava particolarmente il contatto fisico, e io lo sapevo, e proprio perchè lo sapevo mi divertivo a dargli fastidio in questo modo. Ma sapevo che in quel momento si sarebbe fatto toccare da me, dato che ci stavamo scambiando i nostri pensieri e che comunque la conversazione era piuttosto "seria".

«Non lo so proprio, sicuramente sarò un miglior capitano di squadra di te.»ribattè con lo stesso tono scherzo prima di dargli un piccolo bacio sulla testa e poi allontanarmi da lui. In lontananza riuscii a scorgere Mingi e Yunho, il più piccolo con la testa poggiata sulla spalla dell'altro che la teneva a sua volta posata sulla sua. Non stavano dicendo niente, semplicemente stavano l'uno in compagnia dell'altro e fin da lí riuscivo a vedere benissimo le loro dita che scorrevano insieme.

Volevo davvero tanto quello che avevano loro. Certo, avevo degli amici a cui volevo bene, una famiglia che mi amava, ma sotto sotto sentivo il bisogno di qualcuno con cui condividere le mie giornate e con cui dormire la notte, qualcuno che fosse in grado di aprire completamente il mio cuore e di entrare nella mia vita.

Inevitabilmente i miei occhi si spostarono su un altro tavolo, quello più lontano al mio, ovvero quello appartenente ai Serpeverde. Sapevo che non dovevo farlo, ma l'istinto di cercare il capitano della loro squadra di Quidditch fu irrefrenabile. Fu cosí che lo ritrovai intento a parlare con sua sorella di qualcosa, sembrava qualcosa di privato dato che i loro occhi si spostavano da destra a sinistra come a volersi accertare che nessuno li stesse ascoltando.

Guardai il ragazzo dai capelli neri e i miei ricordi mi riportarono direttamente alla notte della ronda, in cui mi aveva baciato e in cui subito dopo io ero scappato.

Il fatto era che non sapevo bene come comportarmi quando ero in sua presenza, infatti erano state piuttosto complicate le lezioni con lui, ma poi ci avevo subito fatto l'abitudine quando avevo capito che a lui non interessava minimamente parlare di ciò che era successo tra noi e che perciò non si sarebbe creato alcun problema, ancora meglio ora che non avrei più dovuto vederlo dato che entrambi finivamo il nostro settimo anno proprio quel giorno.

A me non importava in realtà, si mi era piaciuto baciarlo, non potevo negare che fosse bello e che fosse anche bravo a baciare, ma di certo non aveva significato nulla per me. Però c'era qualcosa che mi spingeva a continuare a guardarlo e non riuscivo a fare a meno di staccargli gli occhi di dosso. I lineamenti duri, gli occhi felini e le ciocche scure che gli cadevano sugli occhi, tutto del suo viso mi attirava come una calamita.

Poi, come se davvero avesse sentito i miei pensieri, i suoi occhi si spostarono e finirono nei miei, al che io li spalancai e immediatamente distolsi lo sguardo. Era stato un attimo, ma mi aveva creato una strana sensazione all'interno del mio stomaco.

«Choi San?»la voce della preside mi riportò alla realtà e mi resi conto che in lontananza, proprio dove era presente il rialzo dove c'era sempre il tavolo degli insegnanti, c'erano diversi ragazzi in linea con le loro divise e i cappelli da mago tra le mani: stava avvenendo la cerimonia del diploma e io nemmeno me ne ero accorto. Comunque guardai il ragazzo dai capelli alzarsi e subito dopo abbassai gli occhi, con la paura che mi beccasse di nuovo a fissarlo come poco prima.

Ci fu il silenzio totale mentre passava tra le quattro tavole e in un attimo si ritrovò davanti alla McGranitt, la quale proprio in quel momento stava leggendo sul suo quaderno dove erano segnati i nostri nomi e i nostri voti finali.

«Accettabile, congratulazioni Choi.»gli disse la donna, passandogli un m cappello e lasciandoglielo indossare subito dopo. Il ragazzo non rispose a quelle parole e semplicemente abbassò di poco la nuca in segno di ringraziamento, prima di spostarsi e mettersi in coda con tutti gli altri.

«Jeong Yunho.»venne chiamato l'attimo dopo uno dei miei migliori amici e subito drizzai le orecchie per sapere il suo voto finale. Yunho, oltre ad essere un tenerone, era anche un cervellone per natura, tant'è che più volte mi ero chiesto perchè non fosse stato messo tra i Corvonero.

Si alzò dalla sua tavolata e subito percorse la Sala Grande con un timido sorriso sul volto e toccandosi le dita delle mani con fare nervoso, un'abitudine che col tempo avevo notato.

«Eccezionale, congratulazioni Jeong.»gli venne detto e immediatamente vidi la sua testa muoversi per guardarsi attorno e osservare i visi di tutti i professori, poi si inchinò e, come aveva fatto poco prima il Serpeverde, si mise in fila con tutti gli altri.

«Jung Wooyoung.»nel momento in cui sentii il mio nome essere chiamato sentii i brividi lungo tutto il corpo. Deglutii ed incontrai immediatamente gli occhi di Jongho che ora mi stavano indicando di andare mentre teneva i pollici in su per darmi forza. Sospirai profondamente e mi alzai in piedi, mettendo in ordine la mia tunica e poi indirizzandomi lentamente verso il centro della sala, non lasciando mai lo sguardo dal pavimento.

Il cuore mi batteva come non mai, credevo che quegli esami mi fossero andati abbastanza bene, perciò speravo almeno in un buon voto: dopotutto, mi ero abbastanza impegnato. Alzai la testa e guardai negli occhi della mia preside la quale stava leggendo l'elenco dei ragazzi e dei voti, poi si rivolse a me con un sorriso prima di parlare.

«Oltre Ogni Previsione, congratulazioni Jung.»mi disse e finalmente potei respirare di nuovo. Rilassai le spalle e sorrisi senza nemmeno accorgermene, prima di chinare la testa in segno di ringraziamento e poi allinearmi insieme a tutti gli altri.

«Kang Yeosang?»fu chiamato subito dopo di me ma io in realtà non ascoltai nemmeno, sentii soltanto che ottenne anche lui il massimo dei voti, ma come non aspettarselo? Era un Corvonero dopotutto.

Non riuscivo a togliermi il sorriso dalla faccia da quando mi era stato detto il mio voto. Con una valutazione del genere avrei potuto ottenere davvero il lavoro dei miei sogni e avere una vera e propria vita al di fuori da Hogwarts. Una delle mie paure più grandi dopotutto era proprio quella, il saper affrontare il dopo, ma credo proprio che in questo modo sarei stato mille volte più tranquillo nel farlo.

«Song Mingi.»quando sentii il nome del mio amico fu come se tornai improvvisamente in me e, in un attimo, i miei occhi furono sulla tavolata dei Tassorosso, che ora si stava svuotando degli ultimi ragazzi del settimo anno. Comunque Mingi si alzò e giunse davanti alla professoressa e per un attimo ebbi timore: non era bravissimo a scuola, non amava studiare, perciò non sapevo bene se avrebbe avuto quel che sperava.

«Accettabile, congratulazioni Song.»furono le parole della McGranitt e finalmente potei tranquillizzarmi, dopo un'intera giornata di puro stress.

Mi guardai attorno e cercai di prendere quell'immagine e fissarmela in testa in maniera permanente: i miei amici al mio fianco, i ragazzi nella Sala Grande felici dei loro traguardi. Tutto questo mi rendeva cosí felice e io non sarei riuscito a separarmi da ciò.

Pronti al prossimo capitolo?

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